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Ciao Monica .. buon viaggio!

Se ne è andata in silenzio Monica Vitti, una delle pìù grandi attrici del cinema italiano
Donna di una bellezza straordinaria si è imposta come unica nell’epoca d’oro del cinema italiano grazie al suo volto, alla voce un po’ roca, alla simpatia e un carisma che nessun’altra è riuscita a ripetere
Ha iniziato come Musa del grande regista Michelangelo Antonioni per poi passare alla classica commedia all’italiana dove ha lavorato a fianco dei più grandi attori italiani, da Alberto Sordi a Nino Manfredi, da Ugo Tognazzi a Vittorio Gassman
Ha ottenuto numerosi premi, tra cui 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista, 3 Nastri d’argento, 12 Globi d’oro, un Ciak d’oro alla carriera e un Leone d’oro alla carriera a Venezia
Ha recitato in più di 50 film, e ci lascia in eredità personaggi indimenticabili da cui le giovani attrici emergenti potrebbero imparare molto
Monica Vitti, all’anagrafe Maria Luisa Ceciarelli era nata il 3 novembre 1931 e da tempo malata, si era ritirata dalle scene dal 2001 quando fu ricevuta al Quirinale per la consegna dei David di Donatello

 

Monica Vitti, one of the greatest actresses of Italian cinema, passed away in silence
A woman of extraordinary beauty has established herself as unique in the golden age of Italian cinema thanks to her face, her slightly hoarse voice, her sympathy and a charisma that no other has managed to repeat
She started as Muse of the great director Michelangelo Antonioni and then moved on to the classic Italian comedy where she worked alongside the greatest Italian actors, from Alberto Sordi to Nino Manfredi, from Ugo Tognazzi to Vittorio Gassman
She has won numerous awards, including 5 David di Donatello as best actress, 3 Silver ribbon, 12 Golden Globes, a Golden Ciak for Lifetime Achievement and a Golden Lion for Lifetime Achievement in Venice
She has starred in more than 50 films, and leaves us unforgettable characters that young emerging actresses could learn a lot from
Monica Vitti, born Maria Luisa Ceciarelli on 3 November 1931 and ill for some time, had retired from the scene in 2001 when she was received at the Quirinale for the delivery of the David di Donatello

 

Ciao Giampiero .. grazie!

Se fossi a Roma oggi andrei a rendere omaggio a un grande giornalista sportivo che non a caso veniva chiamato nell’ambiente dei cronisti sportivi “il maestro”
Giampiero Galeazzi in età giovanile ha praticato con successo il canottaggio e da giornalista ha inventato un modo nuovo di raccontare non solo il canottaggio ma anche il tennis e il calcio in Tv
Lui era sempre presente dove gli altri non riuscivano ad entrare .. in campo alla fine degli incontri importanti e poi negli spogliatoi a fine match durante i festeggiamenti, sempre ben accettato da giocatori e tecnici che lo hanno sempre considerato uno di loro
Da cronista riusciva sempre ad essere in prima linea usando piccole invenzioni che gli aprivano porte per altri chiuse
Mitica la sua trovata quando a Torino pur di riuscire ad avvicinare l’avvocato Agnelli blindato dalla security in tribuna gli gridò da dove lo trattenevano: “ Avvocato mi ha dato una Ritmo che ci piove dentro “ frase che gli valse il lasciapassare per andare a intervistare l’avvocato che lo invitò ad avvicinarsi
Il ricordo della sua grandezza è rimbalzato in maniera virale sui social dal momento della notizia della sua scomparsa e la sua grandezza è testimoniata dal fatto che migliaia di persone, atleti e dirigenti compresi, lo hanno ricordato non con una delle solite frasi di circostanza ma con un ricordo di vicinanza diretta e questo dimostra come lui abbia saputo lasciare un ricordo di se stesso a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di apprezzarne la competenza, la disponibilità e la gentilezza che lo hanno sempre accompagnato ovunque lui sia andato
Mancherà molto a tutti e quando ci mancherà di più basterà pensarlo mentre ora sta remando felice sul suo Tevere
Grazie Giampiero, per aver scritto una pagina importante e indimenticabile del giornalismo sportivo

Ciao Raffaella .. mancherai a tutti!

Se ne è andata una star universale, la vera regina della Tv dove ha saputo portare una vera trasformazione del modo di fare Tv
Ha venduto 60 milioni di dischi in tutto il mondo e i suoi brani ancora oggi sono delle vere hit in discoteca
Grande professionista ha vissuto gran parte della sua vita sotto le luci della ribalta ma ha scelto di andarsene in silenzio per non dare un dispiacere ai milioni di suoi fan con la notizia della sua malattia
Se ne è andata uno spirito libero che ha saputo dare voce a chi non aveva voce

Raffaella Carrà era nata a Bologna il 18 giugno 1943

 

 

Hi Raffaella .. everyone will miss you!

A universal star has gone, the true queen of TV where she has been able to bring a real transformation of the way of doing TV
She has sold 60 million records in all the world and her songs are still real hits in the disco today
A great professional, she has lived most of her life in the limelight but has chosen to leave in silence so as not to displease the millions of her fans with the news of her illness
A free spirit has gone who has been able to give a voice to those who had no voice

Raffaella Carrà was born in Bologna on June 18, 1943

 

 

Ciao Raffaella .. Grazie!

 

La colonna sonora d’iItalia si è spenta

E’ mancato oggi a Roma il maestro Ennio Morricone il più grande compositore di musica contemporanea.
Le sue colonne sonore straordinarie ci hanno fatto amare, sognare e ci hanno raccontato quello che nel film non si vedeva, perché con lui la musica di un film è diventata protagonista al pari della scena
Sono talmente tanti i film di successo che ha firmato che è quasi impossibile ricordarli tutti
Era un genio della musica ed è grazie a lui che nelle canzoni è stato introdotto l’arrangiamento
Non so dove possa essere in questo momento ma mi piace pensarlo seduto ad un tavolo a discutere di crome e biscrome con Mozart e Beethoven
Una cosa è certa la sua musica in questo mondo vivrà per sempre!
Grazie Maestro!

 

The Italian soundtrack has turned off
Ennio Morricone, the greatest contemporary music composer, passed away today in Rome.
His extraordinary soundtracks made us love, dream and told us what we didn’t see in the film, because with him the music of a film became the protagonist on a par with the scene
There are so many successful films that he has signed that it is almost impossible to remember them all
He was a genius of music and it is thanks to him that the arrangement was introduced in the songs
I don’t know where it can be at the moment but I like to think of it sitting at a table discussing quavers and biscrome with Mozart and Beethoven
One thing is for sure his music in this world will live forever!
Thank you Maestro!

 

Se ne va un annus horribilis.. Auguri per il 2017!

Il 2016 è stato un annus horribilis, Buon 2017.. che possa essere davvero un anno sereno!

Raggirata o sbugiardata?

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++ Roma: Raggi in fascia tricolore, onorata servire città ++Tempo addietro scrissi che il M5S mi ricordava ( non per la connotazione politica ma per il modo in cui è nato) per certi versi quel Partito dell’Uomo Qualunque che Guglielmo Giannini fondò nel 1946 come conseguenza naturale della fondazione del settimanale “L’uomo qualunque” che si proponeva agli italiani come il messaggero dell’antipolitica.
Alle elezioni amministrative del 1946 il Fronte dell’Uomo Qualunque ottenne un lusinghiero successo in termini di consensi e sempre nello stesso anno riuscì a far eleggere 30 deputati all’Assemblea costituente.
Poi nel breve giro di due anni il Fronte si disunisce, i suoi deputati confluiscono in altre formazioni e di fatto il movimento sparisce.
Nel’46 si partì da un settimanale mentre di fatto il M5S è partito da un Blog che attraverso la rete ha cominciato a lanciare il credo pentastellato.
Quello che sta accadendo in questi giorni a Roma non vorrei che fosse l’anticamera di uno sfaldamento del M5S.
Che governare Roma non sarebbe stata una passeggiata credo che Grillo e i maggiorenti del movimento lo avessero messo in conto, ma da come stanno andando le cose mi sembra che ci stiano mettendo del loro per vanificare la fiducia che i romani gli hanno accordato.
A ben guardare qualcosina che non quadra c’è e allora mi vengono spontanee alcune riflessioni:
– la Raggi non è una neofita della politica, avendo ricoperto l’incarico di consigliera comunale durante la consiliatura Marino e allora mi chiedo ma se ti candidi a fare il Sindaco vorrai prepararti per tempo una squadra fidata e irreprensibile con cui governare o no?
– in un solo giorno la giunta della Raggi ha perso per revoca il Capo di Gabinetto, e per dimissioni lassessore al bilancio e tre manager a capo delle partecipate Atac e Ama; ora in un’Italia della politica dove non si dimette mai nessuno appare del tutto strano che cinque soggetti si dimettano tutti lo stesso giorno;
– l’assessore Muraro sembrerebbe essere indagata e cosa non secondaria la Raggi pur essendone a conoscenza dal 19 luglio ha omesso di rendere pubblica la notizia;
– l’assessore De Dominicis nominato al posto del dimissionario Minenna sembra essere stato contattato per fornire la sua disponibilità da un avvocato amico della Raggi e non da lei stessa in prima battuta.
Credo che una esponente del M5S chiamata dai romani a governare la Capitale non possa permettersi situazioni di imbarazzo come queste, perché anche il solo pensiero che una di queste possa essere vera accomunerebbe il M5S a quel modo di fare politica che ha portato in tutti questi anni alla sfascio in cui versa Roma.
Che l’assessore Muraro dia le dimissioni penso sia un atto dovuto, non tanto per l’avviso di garanzia* ricevuto ma per il fatto di averlo nascosto, ma quello che più preme è che il Sindaco Raggi chiarisca in maniera definitiva cosa vuole fare da grande, se poi avesse anche l’umiltà di chiedere scusa sarebbe cosa buona e saggia!
Prima di andare in giro per il mondo a coltivare ambizioni future di governare il paese ( Di Maio a giro per il mondo) o calcare le piazze italiane in una sorta di eterna campagna elettorale (DiBattista) credo che i maggiorenti del movimento avrebbero dovuto stringersi intorno alla Raggi per consentirle di partire con il piede giusto alla guida di quella capitale che può essere veramente il trampolino di lancio per un futuro governo del paese.
Se però questa o quella nomina anche nel M5S deve rispondere ad interessi di correnti che si stanno creando tra i singoli componenti del direttorio o di quelli che sono contro al direttorio, beh è prevedibile che la fiducia ricevuta dagli elettori ben presto verrà revocata.
Che non sia facile districarsi in un ginepraio di interessi che ruotano intorno al governo della capitale è pacifico, come è altrettanto chiaro che proprio quelli che hanno mangiato e lucrato su Roma faranno di tutto e di più per rendere la vita difficile alla Raggi e poco importa che Giachetti e il PD se ne escano con frasi trionfali del tipo : “già si sapeva che ci sarebbero stati problemi” perché questi soggetti dovrebbero ricordare che proprio il PD ha mandato da un notaio i suoi consiglieri comunali a formalizzare le loro dimissioni al fine di defenestrare Marino che sarà stato un extra-terrestre o un incapace, ma anche l’unico che ha fatto segnare una diminuzione del debito pubblico ( sul Sole 24 ore nell’ottobre del 2015 il giornalista Gianni Dragoni propose una classifica giornaliera dell’aumento medio del debito attribuito agli ultimi quattro sindaci: Rutelli ha prodotto un aumento giornaliero di 892.937 euro, Veltroni di 416.476 euro, Alemanno di 450.160 euro, mentre Ignazio Marino è l’unico con il segno meno, avendo diminuito il debito ogni giorno di 13 mila euro).
Il M5S si è da sempre proclamato diverso da tutti gli altri partiti, come un movimento libero da condizionamenti e quindi capace di cambiare l’Italia, bene, ora deve dimostrare di riuscire dove gli altri hanno fallito ma per farlo il web, il Blog di Grillo e le consultazioni online servono a poco, a maggior ragione se in streaming ci va solo quello che ci deve andare ( non per esempio la riunione di questa sera).
Questa sera Di Maio aveva preannunciato la sua presenza al nuovo programma tv su RAI 3 “Politics” ma all’ultimo minuto trovando una scusa non si è presentato e così facendo non ha reso un buon servizio non solo agli italiani ma allo stesso movimento, perché così facendo si è messo sullo steso piano di quei politici che non sopportiamo più e che si sottraggono alle domande.
Male non fare, paura non avere!

White Musk / Muschio Bianco

*Nota: durante l’audizione presso la commissione parlamentare di inchiesta sulle Ecomafie in cui sono state sentite il Sindaco Raggi e l’assessore Muraro quest’ultima ha affermato di non essere stata raggiunta da alcun avviso di garanzia.
Resta il fatto che l’assessore Muraro è iscritta nel registro degli indagati dal 21 aprile e ne ha avuto contezza dal 18 luglio, giorno in cui le è stato autorizzato l’accesso agli atti che la riguardano. Rimane quindi il fatto non trascurabile che fino all’udienza in Commissione parlamentare l’assessore Muraro ha sempre negato di essere indagata.

Renzi si è autorottamato!

PDcracChe l’aria non fosse delle migliori per Renzi e il PD in questa tornata elettorale amministrativa lo si era già capito al termine del primo turno quando a urne chiuse i risultati avevano consegnato un quadro politico chiaro che raccontava di un PD in evidente difficoltà un po’ ovunque.
Renzi nella conferenza stampa post voto aveva tentato di minimizzare parlando di un PD quasi ovunque sopra il 40% e di importanti successi registrati in comuni piccoli dove il candidato del PD veniva eletto al primo turno.
Non è necessario essere degli osservatori attenti o dei fini politologi per capire che da quella conferenza post voto del primo turno si è avvertito che per la prima volta dal suo avvento al potere Renzi cominciava a perdere qualche colpo nonostante l’atteggiamento un po’ spavaldo con cui di fatto liquidava quello che per lui null’altro era che un incidente di percorso.
Resta il fatto che il Premier iper presente nella campagna elettorale per il primo turno è letteralmente sparito dalla circolazione nelle due settimane precedenti i ballottaggi non fosse altro perché sia Renzi che il suo entourage, ma ancor di più i candidati sindaci al ballottaggio, hanno capito in maniera inequivocabile che la presenza di Renzi al fianco degli aspiranti sindaci del PD avrebbe fatto perdere ulteriori voti.
Ma ahimè la frittata ormai era fatta e nonostante il buon Renzi abbia girato alla larga dai ballottaggi, gli elettori hanno capito che il nuovo che avanza non è rappresentato dal Renzismo ma dalle facce nuove dei candidati grillini che su venti comuni in cui sono andati al ballottaggio contro un sindaco espressione del PD hanno vinto 19 volte.
Le vittorie di Raggi a Roma e di Appendino a Torino dicono che Renzi, il suo governo e la sua idea di PD sono stati totalmente asfaltati da una forza nuova a cui la stragrande maggioranza degli elettori ha deciso di affidare il governo delle due capitali d’Italia.
E’ successo quello su cui nessuno sei mesi fa avrebbe scommesso un’euro, Renzi non è più il nuovo che avanza e da rottamatore si è autorottamato per aver voluto forzare la mano a un elettorato che con il voto di eri ha dimostrato di non seguirlo più.
Renzi è il principale artefice di questa debacle del PD ma anche i componenti più stretti del suo entourage ci hanno messo del loro e penso a quel burlone che ha lanciato un bel #Ciaone agli elettori il giorno dopo la consultazione referendaria; alla vice segretaria Serracchiani che aveva parlato di un buon esito elettorale al primo turno e che da Presidente del Friuli Venezia Giulia oggi deve incassare il passaggio al centro-destra del capoluogo di regione Trieste; al senatore Esposito (già assessore nella giunta Marino a Roma) che nella sua Torino ha visto cadere sotto i colpi del nuovo che avanza il sindaco uscente Fassino a cui la candidata del M5S Appendino ha rifilato un distacco di quasi 20 punti in quindici giorni di campagna elettorale per i ballottaggi (Appendino partiva da – 11 punti e alla fine ne ha dati 9 di distacco a Fassino); che dire poi del Presidente del PD Orfini che ha sparato a raffica sul candidato del M5S a Roma mentre a disastro avvenuto non ha avuto neppure il coraggio di commentare un risultato che vede il PD romano travolto non solo da mafia capitale ma dagli stessi elettori che avevano incoronato sindaco il buon Marino.
La vera analisi politica sul tracollo del PD la si può fare in maniera compiuta analizzando non solo i risultati provenienti dalle grandi città ma anche e soprattutto quelli dei capoluoghi di provincia dove il PD era da illo tempo al governo della città.
Mi piace ricordare il dato di Savona, città in cui sono nato, da sempre “rossa” dove per trovare un sindaco non del PD negli ultimi 34 anni bisogna risalire al 1994 quando il candidato del centro destra Francesco Gervasio diventò sindaco battendo Aldo Pastore del PD.
Da quel lontano 1994, dopo 18 anni di governo della città a totale appannaggio della sinistra con gli ultimi due sindaci del PD (Ruggeri e Berruti) eletti entrambi per due mandati consecutivi, ieri Savona ha voltato pagina affidando la guida della città a Ilaria Caprioglio del centro-destra.
Alle elezioni nella mia città mi legano bellissimi ricordi, quando da giovanotto fui chiamato per una quindicina di anni a svolgere la funzione di presidente di seggio in una città dove l’allora Partito Comunista poteva vantare sull’apporto di una folta schiera di militanti che presenziavano alle attività all’interno del seggio (con i loro rappresentati di lista, tra cui alcuni che erano delle vere e proprie istituzioni) e all’organizzazione del servizio di rifocillamento (focaccia calda, caffè, panini, ecc.) nonché alla trasmissione a tempo di record dei risultati dei singoli seggi alla segreteria cittadina del partito.
Credo che buona parte del disastro elettorale dell’attuale PD sia da imputare a Renzi che ha voluto per sua ambizione personale trasformare il partito della sinistra in una sorta di accozzaglia di soggetti che nulla hanno a che spartire con i militanti di quello che un tempo era il Partito Comunista, penso ai vari Verdini, Bondi e consorte, oltre ai vari fuoriusciti dalle più disparate forze politiche.
Nelle precedenti elezioni amministrative il PD e il centro sinistra governavano in 21 capoluoghi, il centro-destra in 4, oggi la situazione è decisamente diversa con il PD/centro sinistra al governo in 9 capoluoghi, il centro-destra in 10 e il M5S in 3 ( Roma, Torino, Carbonia).
A dire il vero di Renzi al momento non c’è traccia, niente conferenza stampa ieri notte e nessun messaggio sulla sua pagina facebook dove questa mattina i commenti che lo irridono stanno arrivando a pioggia e tra i più gettonati vi è quello in cui gli viene ricordato a proposito del suo silenzio se “abbia finito i giga”.
Nessuno al momento si è fatto avanti per suggerire un passo indietro a Renzi, ma credo che se il PD non vorrà correre il rischio di un continuo e fluente travaso di voti verso il M5S qualcuno dovrà pur chiedere all’uomo che si è fatto Premier di lasciare la guida del partito anche perché i risultati elettorali di ieri sono il peggio del peggio per un partito che ha la pretesa di governare un paese senza aver vinto le elezioni politiche e grazie ai giochi di palazzo che hanno portato tre dicasi tre presidenti del consiglio al potere senza essere stati mai eletti dal popolo.
Poiché il cerino rimane in mano come vuole la consuetudine all’ultimo della fila, tocca al buon Renzi farsi carico di prendere atto che ieri gli elettori hanno mandato un messaggio molto chiaro all’inquilino di Palazzo Chigi, ma ancora di più al segretario del PD.
Il vento è cambiato, niente più gioco delle tre carte, niente più slide, niente più mance elettorali, niente più riforme a scatola chiusa, niente più partito della nazione, ma facce nuove a cui affidare per iniziare l’amministrazione delle città, piccole o grandi che siano.
Provare per credere, avrebbe detto il Renzi dei tempi migliori!

Cala il sipario per Paolo Poli il genio del teatro

paolo-poli6Paolo Poli che avrebbe compiuto 87 anni tra due mesi se ne è andato dopo una lunga malattia mentre era ricoverato al Fatebenefratelli di Roma.
Aveva esordito in teatro nel 1958, portando in scena “Finale di partita” di Samuel Beckett e in quasi 60 anni di carriera era diventato uno dei più importanti attori teatrali italiani, talvolta imprestato al cinema e alla televisione.
Un artista decisamente sui generis, colto e raffinato, una sorta di Peter Pan dotato di una comicità brillante che affidandosi spesso e volentieri a personaggi “en travesti” ha portato in scena visioni oniriche accompagnate talvolta da doppi sensi eleganti e mai volgari.
La scrittrice Natalia Ginzubrg che rifiutò l’offerta di Poli per trasformare il suo libro “Le piccole virtù” in una piece teatrale lo definì: “Un lupo in pelle d’agnello”.
Era lontano dal teatro dal giugno del 2014 quando rappresentò per l’ultima volta lo spettacolo “Aquiloni”.
In Tv era ritornato da protagonista lo scorso anno con il programma-conversazione (in otto puntate) curato dall’amico Pino Strabioli, «E lasciatemi divertire» (è una citazione da Palazzeschi) nel quale tra ricordi personali, citazioni, letture e canzoni ha raccontato a modo suo i sette vizi capitali: lussuria, gola, ira, invidia, accidia, avarizia e superbia.
Un ritorno, quello in Tv, avvenuto quarant’anni dopo “Babau”, uno spettacolo in quattro puntate, scritto da Poli con Vito Molinari e Ida Omboni in cui venivano descritte, in una sorta di indagine/inchiesta, le maggiori caratteristiche negative dell’uomo medio italiano raccontando di: mammismo, conformismo, arrivismo e intellettualismo.
Il programma fu realizzato a Torino nel 1970 ma fu mandato in onda, nella RAI riformata, solo durante la programmazione estiva del 1976 a causa di una censura che ne vietò la trasmissione per ben sei anni.
Poli è stato in Italia uno dei primi personaggi pubblici dichiaratamente omosessuali e a proposito della sua dichiarata omosessualità una delle sue citazioni più calzanti fu: “Sapevo fin dall’inizio di essere gay. Entrai in una panetteria, e vidi che mi garbava il fornaio. Andai al cinema, davano King Kong, avevo cinque anni, e vidi che mi garbava pure il gorilla”.
Nel 2013 è uscita per Rizzoli la sua autobiografia “Sempre fiori mai un fioraio” in cui tra una passeggiata romana e una serie di pranzi ­ sempre nello stesso ristorante ­, Paolo Poli racconta a Pino Strabioli e ai lettori, che quasi per magia diventano spettatori, i suoi ottant’anni da “regina” delle scene.
Ha realizzato come interprete anche alcuni audiolibri per la Emons tra cui:
– I Promessi sposi
– La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, di Pellegrino Artusi

Altre sue citazioni famose:
“La mente è come l’ombrello: per funzionare deve essere aperta”
“Quando i nostri idoli cadono dagli altari, i lividi ce li facciamo noi”

Sempre fiori mai un fioraio. Ricordi a tavola

Quando l’autogol è un capolavoro!

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Renzi-Rowhani-conferenzaDa ragazzino quando seguivo i miei genitori in casa di qualche loro amico mi arrivava puntuale, pur essendo un tipo piuttosto tranquillo, la predica di rito : “mi raccomando comportati bene, stai al tuo posto, a tavola non fare richieste strane, mangia quello che ti viene servito e ricordati che non sei a casa tua”.
In quei tempi l’essere ospite in casa di altri significava rispettare le regole non scritte del galateo e credo che ancora oggi le persone educate e di buon senso abbiano ben chiaro quale sia il giusto mix di comportamenti da seguire da una parte e dall’altra per portare a compimento nei migliore dei modi un momento d’incontro.
Quello che è successo in occasione della visita romana del presidente iraniano Hassan Rouhani è qualcosa di avvilente per la cultura del nostro Paese e soprattutto per gli italiani.
Si potrebbe disquisire su quanto possa essere discutibile ospitare il presidente di un regime dove le esecuzioni capitali sono perennemente all’ordine del giorno, che incarcera e tortura i prigionieri politici, che umilia le donne e che nonostante fosse stato approvato dall’Onu un documento proposto dall’Unione europea sulla depenalizzazione dell’omosessualità, ritiene per il momento di considerare ancora un reato l’omosessualità, punibile con la condanna a morte. ( fonte: formiche.net).
Secondo i dossier di «Nessuno tocchi Caino» in Iran sono state giustiziate nel 2015, 1.084 persone contro le 753 del 2014.
Forse più che coprire le nudità delle statue capitoline qualcuno di quelli che gli hanno stretto calorosamente la mano (Matteo Renzi, Sergio Mattarella) avrebbero dovuto chiedergli conto del mancato rispetto dei diritti umani nel suo Paese, visto che l’Italia è tra coloro che stanno punendo con sanzioni la Russia di Putin.
E’ il caso di dire che mai come in questo caso “pecunia non olet” visto che Rouhani ha portato con sé 17 miliardi di euro di accordi per le aziende italiane, ben accolti dal presidente di Confindustria Squinzi.
Che pensare poi di un Pontefice amato in tutto il mondo (non volle stringere la mano al Dalai Lama per non urtare il regime cinese) che pure lui si è piegato al quel dio denaro che giorno dopo giorno dice di voler combattere.
Ma il bello dell’intera vicenda è che come sempre avviene in Italia ogni qualvolta la politica ne combina una delle sue, prontamente parte il giochino dello scarica barile!
Il Governo dice di non saperne nulla, il ministro Franceschini ancora meno e prontamente scarica il tutto sulla Sovrintendenza della Capitale, la quale a sua volta rigetta le accuse alla Presidenza del Consiglio!
E così al segretario generale di Palazzo Chigi non pare vero di poter dare il meglio di se stesso ( che per un buropolitocratico è una vera goduria) avviando un’indagine interna per poter accertare le responsabilità e fornire tutti i necessari chiarimenti in merito alla vicenda.
Ma per scoprire chi ha coperto migliaia di anni di arte e cultura per non turbare la sensibilità di un regime che non brilla certo per umanità, non era sufficiente fare duebarratre telefonate?
Si fa il nome di Ilva Sapora, dirigente dell’ufficio del Cerimoniale della presidenza del Consiglio, che in pratica guida il Cerimoniale da tre anni.
Questa signora segue il Premier in Italia e all’Estero pur avendo una conoscenza dell’inglese a livello elementare, come recita il suo curriculum sul sito della Presidenza del Consiglio ( ma questo aspetto potrebbe essere un pregio, per un Premier che è fermo a “the pen is on the table”).
Come sostiene il Corriere sembra quanto mai improbabile, visto il metodo di lavoro di Renzi, “che possa aver preso la decisione di coprire i nudi del Campidoglio in totale autonomia”.
Ad avvalorare questa tesi c’è fatto non secondario il precedente dell’ottobre scorso, quando a Firenze, in occasione del vertice bilaterale con lo sceicco Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, Renzi fece oscurare dal cerimoniale di Palazzo Chigi e di Palazzo Vecchio con un pannello blu gigliato una scultura di Jeff Koons ex marito della pornostar Cicciolina.

Ministra-Guidi-chador
Ma c’è di più, le nostre politiche quando vanno a Teheran o nel mondo islamico (come testimoniano le foto, tra cui una assolutamente fantastica della ministra Guidi in chador) sentono il bisogno di indossare il burqua per rispetto alla cultura islamica, mentre noi al contrario quando Rouhani viene a Roma ci auto censuriamo coprendo il nostro patrimonio culturale!
Detto che le statue non andavano coperte, se proprio era irrefrenabile il bisogno di prostrarsi si poteva evitare questo clamoroso autogol cambiando il percorso della visita ed evitando una figuraccia mondiale!
Per la cronaca, è opportuno precisare che durante le visite ufficiali le rappresentanti di altri Paesi, nel mondo islamico non sono tenute a indossare il velo, ma come ha chiarito Stefania Craxi ( in occasione della presentazione a Udine sul libro delle vicende di Sigonella) quando si incontra un autorità religiosa l’uso del velo è giusto.
Peccato che in occasione della visita del Premier Renzi e del suo entourage a Papa Francesco nessuna delle donne presenti abbia sentito il bisogno di coprire il capo con un velo nero, così come aveva già fatto anche la presidente della Camera Boldrini e la figlia del Presidente Mattarella.
Potrei parlare del vino non servito durante il pranzo conviviale per rispettare la cultura islamica, in un Paese che è il primo produttore al mondo di vino, ma non voglio infierire oltre per rispetto ai produttori di vino italiani.
A proposito di rispetto mi piace ricordare un fatto accaduto nel maggio del 2007, quando durante una visita a Udine dell’ex presidente dell’Iran Khatami fu programmato un incontro, con i vertici dell’Assindustria friulana, al quale non ha potuto partecipare Giannola Nonino in quanto produttrice di grappa.
Sta bene adeguarsi alle regole altrui quando si va all’estero, ma anche chi viene in Italia dovrebbe rispettare le nostre regole, la nostra cultura e la nostra religione.

Papa-Renzi

Capodanno 2016 – Parigi e Roma le mete più gettonate su Venere.com

Invito all'assaggio 6 bottiglie di Prosecco di Valdobbiadene Superiore DOCG con spedizione gratuita!

venere-logo-200x200Dopo il Natale trascorso in famiglia gli Italiani per Capodanno amano volare nelle grandi capitali europee o scoprire i tesori offerti dalle città d’arte italiane: sono questi i risultati dell’analisi effettuata da Venere.com, lo specialista europeo dell’accomodation online, sui trend delle prenotazioni per i soggiorni di Capodanno.

EUROPA
Nonostante i recenti fatti di cronaca, in testa alle preferenze per le vacanze in Europa a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno rimane Parigi.
La magia della capitale francese, con le sue luci e le sue atmosfere romantiche, conquista infatti la vetta della classifica delle mete europee più prenotate su Venere.com.
Al secondo posto un’altra meta classica nelle preferenze degli Italiani in vacanza, Barcellona.
La città spagnola è da sempre sinonimo di allegria e divertimento e quale miglior destinazione per trascorrere la notte più lunga dell’anno?
Il terzo gradino del podio rappresenta invece una vera e propria sorpresa: Monaco di Baviera ha infatti superato non soltanto la connazionale Berlino, ma persino Londra nelle preferenze degli Italiani a Capodanno.
Tra cenoni, feste con giri di valzer e grandi padiglioni per la disco-music, la città tedesca offre un’ottima alternativa ai classici veglioni nelle capitali europee.
Chiudono la top 5 Londra, da sempre una delle capitali più apprezzate nel periodo natalizio, e Amsterdam, i cui canali si arricchiscono di magia con le luminarie ed i brindisi al nuovo anno.
Questa la classifica completa delle 10 mete europee più prenotate dagli utenti italiani di Venere.com:

capodanno1

ITALIA
Qualche giorno alla scoperta di una città d’arte italiana è quello che ci vuole per iniziare al meglio il nuovo anno, secondo gli utenti di Venere.com.
Roma occupa saldamente il primo posto della classifica delle mete italiane più prenotate a Capodanno e, complice anche il Giubileo, si appresta ad ospitare un gran numero di turisti in occasione delle festività.
Medaglia d’argento per Firenze, una delle città d’arte più amate, che anche in occasione dei festeggiamenti della fine dell’anno sarà tra le destinazioni preferite dagli Italiani.
Al terzo posto le atmosfere romantiche di Venezia, dove, allo scoccare della mezzanotte, è tradizione da diversi anni un grande bacio collettivo tra coppie di tutto il mondo: un appuntamento imperdibile per gli innamorati!
Il folclore dei festeggiamenti partenopei porta Napoli al quarto posto della classifica, mentre chiude la top 5 la città di Torino, dove tra cenoni, fuochi d’artificio e balli, il Capodanno si preannuncia un evento da non perdere.
Questa la classifica completa delle 10 città italiane più prenotate dagli utenti italiani di Venere.com:

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Doccia Gel