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Cellia SAUBRY

Cellia Saubry o più comunemente Célia è nata a Rouen nel 1938
Ha iniziato a dipingere giovanissima incoraggiata dalla zia, quotata artista professionista
Si è trasferita molto giovane a Parigi dove si è sposata ed ha cominciato a dipingere con continuità senza peraltro esporre le sue opere per molti anni
Ha iniziato ad esporre le sue opere solo nel 1972 presso la Galerie Antoniette, poi dal 1980 al 1997 i suoi dipinti sono stati esposti alla Gallery Naifs et Primitifs di Parigi e fino al 1986 alla Gallery Naifs et Primitifs di New York; è stata invitata anche ad esporre le sue opere al Musée Huis Ten Bosh di Nagasaki in Giappone
I suoi lavori sono stati presentati in molte Fiere d’arte ed esibizioni, soprattutto a Basilea
La sua pittura si basa su tecnica e colori raffinati con cui dipinge delle vedute molto caratteristiche di Parigi che traggono ispirazione dalla vita di tutti i giorni, nonché dei bellissimi scorci di Provenza

 

 

Cellia Saubry or more commonly Célia was born in Rouen in 1938
While very young she began drawing with her uncle, a professional artist
As a young woman, she moved to Paris and was married; she began to paint seriously but for many years did not display her work
Finally, in 1972 she decided to exhibit her paintings, and they went on display at Galerie Antoinette
From 1980 to 1997 her work was on exhibit at Gallery Naifs et Primitifs in Paris, and at Gallery Naifs et Primitifs in New York City until 1986
Her work has been presented at many international art fairs and exhibits, pariticulary in Basel
Her painting is based on technique and refined colors with which she paints very characteristic views of Paris that draw inspiration from everyday life, as well as the beautiful views of Provence

Charlotte Lachapelle

charlotte-lachapelleCharlotte Lachapelle è nata nel 1955 a Souillac, un piccolo comune sul fiume Dordogne, nel dipartimento di Lot nel sud-ovest della Francia, nella regione Midi-Pyrénées di tradizione occitana che corrisponde approssimativamente all’antica Haut-Languedoc
Autodidatta, dipinge dall’infanzia e dall’età di 25 anni si è dedicata completamente alla pittura e le sue opere sono fortemente influenzate dalla dolcezza e poesia che i paesaggi della sua regione le hanno saputo trasmettere fin da ragazzina
E’ membro fondatore del gruppo di Primitivi Moderni “dit Naifs”
Nella sua pittura dove ama immaginare un mondo incantato a metà tra sogno e realtà nulla è statico, la tecnica è eccezionale e i colori sono dosati con un impeccabile maestria soprattutto nei suoi paesaggi bucolici
Ha partecipato a numerose esposizioni individuali e collettive e le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni d’Arte Naif nel mondo
Charlotte a proposito della sua attività è solita dire: « Pour moi la peinture est avant tout un plaisir.”

Ha tenuto mostre personali a : Paris, Reims, Epernay, Le Raincy, Lyon, Grenoble, Marseille, Montpellier, La Baule, Clairac, Pezenas, Nantes, Antibes, Chantilly, Rouen, Nimes e in Svizzera
Mentre ha partecipato a numerose mostre collettive in Francia, Belgio, Usa, Svizzera, Canada, Giappone, Germania, Spagna e Italia
Tra le partecipazioni più importanti vanno ricordate:
– Salon d’Automne, International Salon of Naïve Art, Paris, France
– Xxxx Sociétaire des artistes Francais, Paris, France
– 2007 “Naïve-Joie de Vivre”, Gina Gallery of International Naïve Art, Tel Aviv
– 2008 Galeria Eboli, Madrid
– 2010 “6th Biennale of Naive Art”, Space Julien Green, Andrésy, France

 

 

 

Charlotte Lachapelle was born in 1955 in Souillac, a small town on the Dordogne river, in the department of Lot in the south-west of France, in the Midi-Pyrénées region of Occitan tradition which corresponds approximately to the ancient Haut-Languedoc
Self-taught, she paints since childhood and from the age of 25 she devoted herself completely to painting and her works are strongly influenced by the sweetness and poetry that the landscapes of her region have been able to convey since she was a young girl
She is a founding member of the group of Modern Primitives “dit Naifs”
In her painting where she loves to imagine an enchanted world somewhere between dream and reality, nothing is static, the technique is exceptional and the colors are dosed with impeccable mastery in her bucolic landscapes
She has participated in numerous individual and collective exhibitions and her works are present in the most important Naif Art collections in the world.
Charlotte usually says of her activity: “Pour moi la peinture est avant tout un plaisir.”
She held personal exhibitions at: Paris, Reims, Epernay, Le Raincy, Lyon, Grenoble, Marseille, Montpellier, La Baule, Clairac, Pezenas, Nantes, Antibes, Chantilly, Rouen, Nimes, Svizzera
While she has participated in numerous group exhibitions in France, Belgium, USA, Switzerland, Canada, Japan, Germany, Spain and Italy
The most important participations include:
– Salon d’Automne, International Salon of Naïve Art, Paris, France
– Xxxx Sociétaire des artistes Francais, Paris, France
– 2007 “Naïve-Joie de Vivre”, Gina Gallery of International Naïve Art, Tel Aviv
– 2008 Galeria Eboli, Madrid
– 2010 “6th Biennale of Naive Art”, Space Julien Green, Andrésy, France

Elisabeth DAVY – BOUTTIER

Elisabeth Davy-Bouttier è una pittrice francese, è nata nel 1960 a Beaupréau un piccolo paesino nel dipartimento del Maine e Loira
Nel 1980 si trasferisce a Parigi dove lavora come responsabile della comunicazione in una Società americana; dal 1987 si è trasferita a Tolosa
Inizia a dipingere nel 1994 e dal 1998 si dedica completamente alla pittura che considera la sua grande passione
Ha partecipato a numerose esposizioni collettive e individuali in Francia, Spagna, Svizzera, Israele,Italia,Inghilterra,Australia,Canada e Portogallo
La sua pittura trasmette un senso di pace e di rilassamento

 

 

 

Elisabeth Davy-Bouttier is a French paintress, she was born in 1960 in Beaupréau a small village in the department of Maine and the Loire
In 1980 she moved to Paris where she worked as a communications manager in an American company; since 1987 she has moved to Toulouse
She began painting in 1994 and from 1998 she devoted herself completely to painting, which she considered her great passion
She has participated in numerous group and individual exhibitions in France, Spain, Switzerland, Israel, Italy, England, Australia, Canada and Portugal
Her painting conveys a sense of peace and relaxation

Goodbye Adieu à Bocuse

Se ne è andato “monsieur Paul” così ha annunciato poche ore fa ai francesi Gerard Collomb, ministro dell’Interno francese che ha ricordato come Bocuse fosse semplicemente la Francia.
E’ stato uno degli esponenti di spicco della Nouvelle Cousine, e ha mantenuto ininterrottamente dal 1965 le 3 stelle Michelin.
Tra i suoi piatti più memorabili come non ricordare la Spigola in crosta farcita con mousse di astice o la Poularde de Bresse en vessie – il pollo cotto nella vescica di maiale.
Era amico di Gaultiero Marchesi nonostante la sana rivalità che da sempre esiste in tutti i campi con i nostri cugini d’oltralpe.
La grandeur francese però oggi ha segnato un punto a suo favore, è venuto a mancare un grande di Francia e la notizia l’ha data il ministro dell’Interno.

“Monsieur Paul”died as he announced a few hours ago to the French Gerard Collomb, Minister of the Interior who recalled how Bocuse was simply France.
He was one of the leading exponents of the Nouvelle Cousine, and has kept the 3 Michelin stars uninterrupted since 1965.
Among his most memorable dishes do not remember “the sea bass stuffed with lobster mousse” or “the Poularde de Bresse en viesse” – the chicken cooked in the pork bladder.
He was a friend of Gaultiero Marchesi despite the healthy rivalry that has always existed in all fields with our cousins across the Alps.
The French grandeur, however, today scored a point in his favor, a great Frenchman came missing and the Minister of the Interior gave the news.

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Se ne va un annus horribilis.. Auguri per il 2017!

Il 2016 è stato un annus horribilis, Buon 2017.. che possa essere davvero un anno sereno!

Essere o non essere Charlie?

amatricedLa rete in questi giorni è stata squassata da un vera e propria turbolenza con migliaia di commenti al vetriolo a seguito delle vignette pubblicate dalla rivista francese Charlie Hebdo che non hanno risparmiato le zone del centro Italia colpite dal terremoto e soprattutto le vittime che sono state raffigurate come dei piatti di penne gratinate e al pomodoro o peggio ancora come delle lasagne farcite di morti.
Una vignetta che fa schifo incapace di trasmettere nel momento in cui la guardi quello che la satira dovrebbe suscitare, un momento di riflessione. Una vignetta sbagliata!
Vignetta che in Francia era passata del tutto inosservata, ma al contrario appena comparsa in Italia ha suscitato un tale pandemonio da costringere la rivista a pubblicare sulla propria pagina facebook due giorni dopo un’ulteriore vignetta che forniva una sorta di spiegazione per meglio comprendere la prima vignetta che a detta della rivista non era stata capita!
La seconda vignetta si rivolge direttamente agli italiani e recita: “Italiani, non è Charlie Hebdo che ha costruito le vostre case ma la mafia!”.
Questa ulteriore precisazione ha mobilitato ancora di più la rete e migliaia di persone che solo venti mesi fa hanno postato sulla propria pagina facebook il motto “JesuisCharlie” oggi lo sostituiscono con un il più consono “JesuisnepasCharlie”.
Quando Parigi e la redazione di Charlie Hebdo vennero prese d’assalto dai terroristi scrissi un articolo dal titolo “La strage di Parigi racconta che l’Europa è in guerra!” in cui invitato ad andare a rivedere con la dovuta calma le vignette pubblicate da Charlie Hebdo nel corso degli ultimi anni per scoprire che i giornalisti di questa testata non hanno pubblicato solo vignette irriverenti contro il mondo islamico o contro la chiesa o questo o quel politico, ma anche centinaia di vignette in cui invitavano i potenti a fare una seria riflessione sulle conseguenze che avrebbero potuto avere i continui interventi armati in quei paesi da cui attraverso propri emissari ( e non per un tragico destino ) sono stati barbaramente uccisi.
Charlie Hebdo è Charlie Hebdo e non cambierà mai, ma una vignetta dura lo spazio di un attimo ( mentre un terremoto ti segna per la vita), e in questo infinitesimo lasso di tempo deve essere in grado di promuovere una riflessione, talvolta può anche far sorridere ma se ci riesce è un di più, la satira è molto differente dalla comicità!
Prima del tragico assalto terroristico in cui fu sterminata la redazione, Charlie Hebdo aveva serie difficoltà economiche e andava in edicola tirando 10.000 copie.
La tragedia ha scatenato una catena di solidarietà a livello mondiale, tanto che grazie alla marea di donazioni il numero mandato in edicola dopo la tragedia fu tirato in un milione di copie.
Oggi Charlie Hebdo a venti mesi dalla tragedia è ritornata ad essere una rivista per pochi intimi, incapace tra l’altro di riuscire a sostituire in maniera adeguata gli autori che caddero sotto il fuoco dei terroristi.
Per carità, chi facendo il proprio lavoro non ha mai commesso un errore? Ma quella vignetta che raffigura le lasagne infarcite di morti a guardarla bene mi ricorda tanto quel “Macheronì” con cui venivano chiamati all’inizio del secolo i nostri migranti in Francia, e chissà che dentro non ci sia anche un pizzico d’invidia per quel sugo all’amatriciana servito su tutte le tavole del mondo e che per la sua semplicità suona come un affronto per chi si riempie la bocca citando piatti ( Soupe gratinée à l’oignon, Boeuf bourguignon, Tarte tatin, Bouillabaisse, Confit de canard, Coq au vin, Foie gras, Quiche Lorraine, Escargot à la bourguignonne) che per quanto elaborati e appetibili non sapranno mai trasmettere la goduria che sa dare un piatto di pasta all’italiana (che noi italiani ci sogniamo ad occhi aperti ogni qualvolta siamo in giro per il mondo).
La seconda vignetta, quella che ci ricorda che le nostre case sono costruite dalla mafia, fa parte della visione che molti stranieri hanno dell’Italia e degli italiani : “pasta,pizza,mafia e mandolini”, dove spesso e volentieri per mafia s’intende malaffare e corruzione.
E qui l’attimo di riflessione può scattare, basti pensare:
– a quelle risate che si scambiavano alle 4 del mattino, subito dopo il terremoto dell’Aquila, quegli imprenditori che già pregustavano lasagne infarcite di appalti per le loro aziende;
– a tutti quei tecnici che a suon di timbri hanno dato per sicuri edifici che sono miseramente crollati al suolo;
– a quella manciata di condannati per il disastro de L’Aquila che a ottobre vedranno cadere in prescrizione tutti i procedimenti non ancora portati a termine.
E che dire di un’Italia che a Messina a distanza di oltre cent’anni dal tragico terremoto del 1908 vede ancora in piedi nel quartiere dell’Annunziata le baracche tirate su dagli svizzeri e dai prussiani.
Ecco allora che quella seconda vignetta può diventare una sorta di manifesto di quello che rappresenta il terremoto per l’Italia, una marea di soldi pubblici distribuiti a raffica per mettere in sicurezza e ristrutturare territori ed edifici, finiti il più delle volte in prebende a tecnici e imprenditori.
Del resto fino a quando avremo politici ed esponenti del governo che vedono nel terremoto un volano per l’economia saremo sempre esposti al vignettista di turno!

Una preghiera per Parigi

Ancora una volta la Torre Eiffel si spegne sotto i colpi del terrorismo nella notte in cui l’Europa intera ha ricevuto una pugnalata al cuore.
In questi momenti le parole non servono per commentare un’umanità fatta di tanta disumanità!
Che sia in atto una Guerra è ormai un fatto concreto e allora l’Europa intera dovrà prenderne atto già da domani mattina e mettere al bando ogni e qualsivoglia forma di buonismo!

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Gli italiani viaggeranno anche nel 2015!

lastFUn sondaggio condotto da OnePoll in cinque Paesi europei per lastminute.com (   campione nel settore dei viaggi e delle vacanze all’ultimo minuto ) racconta che gli italiani non sono solo un popolo di santi, poeti e navigatori ma anche e soprattutto di viaggiatori.
Infatti nonostante una situazione economica non certo incoraggiante gli italiani stando al sondaggio si dimostrano desiderosi di continuare a viaggiare anche nel 2015 e con il proposito di approntare un budget di spesa non inferiore a quello dell’anno appena trascorso.
I tre dati che emergono con vigore ad una prima lettura del sondaggio sono:

  • – il 38% degli italiani progetta di concedersi almeno due vacanze quest’anno;
  • – L’87% aspira a vacanze più avventurose e due terzi dichiara di voler essere più spontaneo per il 2015;
  • – Oltre il 70% prenoterà le proprie vacanze online.

Andando più nel dettaglio si può notare che un italiano su cinque spera di potersi concedere almeno quattro fughe vacanziere quest’anno, anche se in media gli italiani partiranno in vacanza al massimo tre volte, così come accaduto nel 2014 e spendendo quanto l’anno scorso (51%).
I dati rivelano che anche se gli italiani hanno il minor numero di ferie annuali rispetto alla media europea, desiderano usare per viaggiare almeno 15 dei loro 23 giorni feriali (la media delle ferie in Europa è pari a 28 giorni).
Lo studio ha inoltre rivelato che rispetto agli altri paesi europei, gli italiani sono i più soddisfatti di come sfruttano le proprie vacanze: il 79% crede di prendere il giusto numero di ferie durante l’anno (contro una media europea del 66%).
Inoltre, gli italiani sono i meno abitudinari, quelli che ripetono meno le stesse vacanze ogni anno (42% contro una media europea del 56%) e sono tra quelli più propensi ad essere più avventurosi in questo 2015 (87% contro una media europea del 59%).
La spontaneità dei viaggiatori italiani è in continua crescita fatto questo che fotografa l’Italia come un paese di viaggiatori last minute, dove quasi il 48% prenoterà le proprie vacanze solo quindici giorni prima della partenza, mentre il 67% dichiara l’intenzione di voler prenotare all’ultimo minuto. I motivi? Il 20% per cercare ed ottenere le migliori offerte, il 15% per l’eccitazione e la spontaneità della prenotazione last minute, mentre il 13% per scappare dalla routine quando ne sentono il bisogno.
Ma quali sono le aspirazioni degli italiani in fatto di vacanze per il 2015? Dove andremo e cosa faremo? Destinazione dei sogni o realtà?
Tutti amiamo sognare in grande quando si tratta di viaggi! La ricerca ha evidenziato che le fantasie di viaggio più sognate dagli italiani vedono ai primi posti un lungo viaggio per vedere tutti i luoghi preferiti in una sola vacanza, un viaggio intorno al mondo, crogiolarsi al sole di una remota isola con spiagge paradisiache e assistere a fenomeni naturali come l’aurora boreale. Grandi viaggi e grandi sogni non c’è che dire, ma anche a causa della paura della crisi, nemmeno il 14% di questi verrà portato a compimento entro la fine dell’anno.
Ma non c’è bisogno di andare lontano o fare il viaggio della vita per divertirsi! L’Italia continua ad essere la destinazione preferita, scelta dal 40% degli intervistati (contro il 63% del 2014).
Ma quando si tratta di viaggiare all’estero, sono Spagna e Stati Uniti ad avere la meglio. Ecco la Top 10 dei paesi europei preferiti:

  1. Spagna (34%)
  2. USA (29%)
  3. Francia (26%)
  4. Gran Bretagna (24%)
  5. Australia (23%)
  6. Grecia (22%)
  7. Caraibi (18%)
  8. Egitto (18%)
  9. Germania (16%)
  10. Maldive (15%)

La buona notizia per i suoi risvolti economici è che l’Italia rientra nella TOP 3 delle destinazioni da visitare quest’anno per i viaggiatori europei con il 21% delle preferenze, superata solo da Spagna (32%) e Francia (29%).
Gli italiani in vacanza: godersi la vita e conoscere nuove culture!Cosa fare in vacanza?
Non c’è dubbio per gli italiani: vacanze al mare e weekend in città, con qualche giorno di relax e benessere ovviamente. Ma qualsiasi meta sia quella prescelta, gli italiani optano sempre di più per vivere esperienze uniche: al primo posto della classifica delle attività privilegiate per le vacanze 2015, si trovano a pari merito la visita di nuove città e stare stesi al sole (66%) seguiti da sperimentare la cucina locale (64%), conoscere una nuova cultura (54%) e godersi trattamenti di bellezza (45%).
Noiosi? Abitudinari? Tutt’altro…c’è spazio per un po’ di adrenalina:
rispetto allo scorso anno sono aumentati di sei volte i temerari che progettano di nuotare con gli squali (6% vs 1%) e sono più che duplicati coloro che sognano una vacanza fatta di immersioni (18% vs 8%) o scorribande sulle moto d’acqua (17% vs 7%).
Top 10 delle attività da fare in vacanza nel 2015:

  1. Visitare una città (66%)
  2. Stare stesi al sole (66%)
  3. Provare la cucina locale (64%)
  4. Escursioni culturali (54%)
  5. Trattamenti benessere (45%)
  6. Andare a teatro/opera (29%)
  7. Scalare una montagna (24%)
  8. Andare in bicicletta (21%)
  9. Immersioni (18%)
  10. Moto d’acqua (17%)

Note sul sondaggio
La dimensione totale del campione di adulti selezionato in cinque paesi consiste in 5.000 individui: 1.000 in Gran Bretagna, 1.000 in Germania, 1.000 in Francia, 1.000 in Spagna, 1.000 in Italia. Il sondaggio è stato condotto online.
I dati, a cui è stato dato peso statistico, sono rappresentativi di tutti gli adulti (maggiori di 18 anni) nei rispettivi paesi.

La strage di Parigi racconta che l’Europa è in guerra!

charlieDurante le cinquantasei ore che hanno messo sotto choc la capitale francese si è scritto e raccontato di tutto e di più sui giornali, alla radio e in tv, mentre i due principali social a cui ognuno di noi dovrebbe affidarsi per socializzare con la propria comunità di amici (forse sarebbe più corretto scrivere “conoscenti“) hanno ospitato online ogni sorta di nefandezze a testimonianza dell’uso improprio di questi mezzi di comunicazione che sono diventati delle vere e proprie bacheche dove massacrare impunemente a colpi di post o tweet chi non professa lo stesso credo sia esso politico o religioso.
Diventa quindi difficile poter aggiungere qualcosa di concreto nel mare infinito di parole che ci ha sommerso con la solita spettacolarizzazione tipica dei media, che tendono a soffermarsi su quello che maggiormente fa audience e relegano nei sottotitoli che scorrono sotto le immagini in diretta la notizia che quasi in contemporanea in Nigeria venivano massacrate 2000 persone.
Quello che nessuno ha detto, a meno che non mi sia sfuggito, è che quello di Parigi non è stato un attacco terroristico ( che solitamente ha una natura occasionale ) ma un atto politico bello e buono e quindi un’azione di guerra, di quella guerra che è iniziata nel settembre del 2001 e che oggi è arrivata a tutti gli effetti in Europa.
Qualcuno ha omesso di dire che l’Europa è da 14 anni in una sorta di guerra continua, avendo combattuto in Afganistan, Iraq, Siria, Libano e Africa; e noi italiani non siamo da meno con gli interventi in Libia e in Siria che la nostra classe politica si è sempre preoccupata di tenere in qualche modo offuscati.
Quindi non aspettiamoci nulla di buono e se ne abbiamo voglia andiamoci a rivedere con la dovuta calma le vignette pubblicate da Charlie Hebdo nel corso degli ultimi anni per scoprire che i giornalisti di questa testata non hanno pubblicato solo vignette irriverenti contro il mondo islamico o contro la chiesa o questo o quel politico, ma anche centinaia di vignette in cui invitavano i potenti a fare una seria riflessione sulle conseguenze che avrebbero potuto avere i continui interventi armati in quei paesi da cui attraverso propri emissari ( e non per un tragico destino ) sono stati barbaramente uccisi.
Non è più possibile tenere la testa sotto la sabbia, perché ieri è toccato alla Francia e domani potrebbe toccare a un altro paese europeo o magari proprio all’Italia, per cui occorre ragionare in maniera seria e determinata su di un piano di sicurezza centralizzato che possa garantire la dovuta tranquillità a tutti gli europei.
Per concludere mi piace riportare il pensiero che ha avuto nei confronti del proprio padre la figlia di Wolinski che postando su Instagram la foto della sua scrivania vuota ha scritto: “se n’è andato papà, non Wolinski“.

Marie CARDOUAT

Marie Cardouat è nata in Francia il 7 agosto 1981.
Dopo il diploma della prestigiosa Scuola Superiore di Arti Decorative di Strasburgo, conseguito nel 2006, Marie si trasferisce a Parigi, città in cui lavora e risiede tutt’oggi.
Tra le esperienze più importanti che hanno orientato il suo percorso professionale c’è l’anno di studi nel Québec, a Montréal, poco prima del diploma.
Durante quei mesi intensi e proficui, Marie consolida la sua passione per il colore e la pittura, e decide di fare dell’illustrazione la sua attività anche per il futuro.
A Parigi lavora nel suo atelier traendo ispirazione dalla vita quotidiana, e creando intorno a sé un mondo immaginario impregnato di colori che fondono insieme malizia e tenerezza; le sue rappresentazioni sono fresche, oniriche e delicatamente colorate, per non dire quasi ovattate.
Accanto alla sua attività di pittrice trova spazio anche quella di illustratrice di libri per bambini, almanacchi e cartoline.