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453° edizione della Fiera Fredda – dal 2 al 5 dicembre 2022 – Borgo San Dalmazzo (CN)

Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo ospita sino a lunedì 5 dicembre 2022, la 453° Edizione della Fiera Fredda fiera nazionale della lumaca –   un appuntamento che si rinnova puntualmente ogni anno ( salvo lo stop per la pandemia) da illo tempore e che vuol essere un momento di incontro per tutti gli abitanti delle valli, che un tempo scendevano in paese per procurarsi le ultime provviste prima del lungo inverno, mentre oggi ai tempi moderni vivono la Fiera attraverso un susseguirsi di importanti appuntamenti ed eventi che puntano a far conoscere l’immagine della città e delle vallate del circondario


All’interno del padiglione attrezzato di Palazzo Bertello vengono esposti i migliori prodotti locali, con particolare attenzione all’helix pomatia alpina e alle eccellenze eno-gastronomiche che permettono di gustare quei piatti divenuti degli autentici “must” della manifestazione.

Continua anche l’iniziativa “Sotto il segno della lumaca”  (dopo il grande successo delle precedenti edizioni) coinvolgendo numerosi ristoranti del territorio intorno a Borgo San Dalmazzo che offriranno la possibilità di degustare menu particolari a base di lumache e, in alternativa, menu con i prodotti tipici del territorio.

I ristoranti aderenti con i relativi menu si trovano qui 

La storia narra che il 18 dicembre 1569 Dalmasso Fenoglio e Biagio Pasquerio, allora Sindaci di Borgo San Dalmazzo, ottennero la concessione da Emanuele Filiberto di istituire una fiera in onore del santo Patrono, il 5 dicembre, della durata di tre giorni.

I valligiani convenuti a Borgo per la Fiera erano soliti recarsi nelle osterie locali per gustare i piatti divenuti classici di questa manifestazione e questo ha fatto sì che si sviluppasse una forte tradizione gastronomica di richiamo anche ai giorni nostri per numerosi visitatori e gourmet, che affollano la città nel periodo della Fiera Fredda.

In particolare, il piatto più tipico della manifestazione, è diventata l’Helix Pomatia Alpina, la chiocciola dalla carne bianca che sulle Alpi Marittime ha trovato il suo habitat naturale.

Secondo la più antica tradizione borgarina, le lumache venivano servite semplicemente lessate nel

proprio guscio dal quale venivano estratte con il caratteristico chiodo per ferrare i cavalli (usato anche ai giorni nostri) e intinte in salsa piccante a base di olio, sale, pepe e aglio, detta “salsa del cartuné”.

Il “cartun” era un carro coperto da un telo sostenuto da quattro centine di legno, trainato dal mulo; era la casa mobile del pastore delle vallate di Borgo: il “cartuné”. Erano proprio i carrettieri di passaggio a Borgo e diretti verso la Francia i principali frequentatori delle osterie locali, che hanno dato il nome alla famosa salsa.

In alternativa alla “cartunera” le lumache lessate potevano anche essere accompagnate da “ajé” (o “aiolì”), una maionese con aglio finemente pestato nel mortaio e dal sapore vagamente provenzale.

Per maggiori informazioni e programma dettagliato sulla 453° Fiera Fredda:

http://www.fierafredda.it

Pagina facebook Fiera Fredda

 

 

Asti – 9° edizione del Bagna Cauda Day dal 26 al 28 novembre 2021

A Monaco di Baviera celebrano l’October Fest, Asti e il Piemonte puntano sul novembre dedicato alla Bagna Cauda con una punta d’ironia a cominciare dal logo: Bagna Cauda Day si può leggere anche Bagna Cauda d’aj, cioè d’aglio in piemontese.
Asti e dintorni ospita l’evento (che quest’anno spegne nove candeline)  promosso dall’Associazione Astigiani con lo scopo di mettere insieme la tradizione del più famoso piatto piemontese con la novità di un incontro che diventa festa, un po’ happening, un po’ evento a sorpresa, BCD (l’acronimo di Bagna Cauda Day, gioca tra il piemontese e l’inglese) è convocato via Internet e aperto a tutti i fans della Bagna Cauda nel mondo
Quest’anno dopo l’edizione in delivery del 2020 si ritorna in presenza e per dare la possibilità ai tantissimi bagnacaudisti che vorranno degustare questo piatto prelibato la manifestazione si terrà in due weekend, dal 26 al 28 novembre e dal 3 al 5 dicembre quando in un centinaio di ristoranti, vinerie, cantine storiche ad Asti, in altre località del Piemonte e del Mondo verrà celebrata  la Bagna Cauda, il piatto della convivialità, con la possibilità di scegliere a seconda dei propri gusti la versione più indicata a ciascun palato:
Rossa:Come Dio Comanda” (ricetta tradizionale), Gialla:Eretica” (poco aglio),Verde:Atea” (senza aglio)
Cuochi e cuoche dell’Astigiano, Langa e Roero proporranno la loro Bagna Cauda tradizionale e la fortunata formula non cambia, con  un prezzo di riferimento del piatto in tutti i locali che sarà di 25 euro, mentre il vino verrà proposto al prezzo di 12 euro a bottiglia, grazie all’accordo con quattro importanti case vinicole astigiane leader della Barbera: Bava di Cocconato, Braida di Rocchetta Tanaro, Cascina Castlet di Costigliole e Coppo di Canelli.

Le prenotazioni possono essere fatte telefonando direttamente ai locali indicati sul sito web della manifestazione, dove sarà possibile verificare in tempo reale la disponibilità dei posti ancora liberi per ogni singolo ristorante aderente all’iniziativa.
I bagnacaudisti riceveranno in omaggio  il bavaglione d’autore, firmato da Sergio Ponchione in tessuto, con logo del Bagna Cauda Day  e ben visibile la scritta ” Quarta dose! “ da usare e tenere a ricordo dell’evento.

LA RICETTA della BAGNA CAUDA
Esistono varie ricette per realizzare la bagna cauda, a libera interpretazione del singolo cuoco o secondo tradizioni famigliari tramandate di madre in figlia o di generazione in generazione.
Tra tutte, l’Accademia Italia della Cucina ne ha depositata una, registrata il 7 febbraio 2005, ritenuta dopo vari assaggi la più affidabile e tramandabile.

Ingredienti per 12 persone:

12 teste d’aglio
6 bicchieri da vino di olio d’oliva e, se possibile un bicchierino di olio di noci
6 etti di acciughe rosse di Spagna

Tagliare a fettine gli spicchi d’aglio precedentemente svestiti e privati del germoglio, quindi mettere l’aglio in un tegame di coccio, aggiungere un bicchiere d’olio e iniziare la cottura a fuoco molto basso rimescolando con un cucchiaio di legno, senza fargli prendere colore.
Aggiungere poi le acciughe dissalate e diliscate continuando a rimescolare, quindi versare il restante olio e portare l’intingolo a cottura a fuoco basso per circa mezz’ora evitando che la bagna frigga.
Al termine della cottura si può aggiungere a piacere un pezzetto di burro freschissimo per dare un gusto più morbido alla bagna.
La bagna una volta pronta va versata negli appositi “fujot” (forellini di coccio) e accompagnata con le seguenti verdure:
crude: cardi gobbi di Nizza, topinanbours, cuori di cavolo bianco, indivia e scarola, peperoni freschi e sotto graspa, cipollotti inquartati ed immersi nel vino barbera crudo;
cotte: barbabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno, zucca fritta, peperoni arrostiti.
La tradizione vuole che alla fine lo “spesso della bagna” si raccolga strapazzandovi dentro un uovo

In last weekend of november in Piedmont the “Bagna Cauda Day” is celebrated, this tasty and very particular sauce will be served in many restaurants
The bagna cauda typical winter dish of the Piedmont region (in Italian is called “hot sauce“) is history, tradition, encounter of cultures and flavors
The preparation of bagna cauda is based on a few basic ingredients (garlic, extra virgin olive oil and anchovies) and then the classic seasonal vegetables to dip in the wet come on the scene: cardoon, pepper, topinamburs, cabbage, fennel, celery, artichokes, spring onions, beets, etc.
My recipe adapted for Finnish friends is this: remove the inner core from the garlic so that it is more digestible and soak it in milk for 1 hour, then finely chop it
Fry the garlic in an earthenware pot (or in a normal pot) in plenty of extra virgin olive oil and then add the desalted anchovies or those in oil
When the anchovies begin to melt, add 100 ml of cream, mix well and serve hot in single portion cups where everyone can dip the various raw and cooked vegetables (the delicious Finnish potatoes are also perfect )

Goodbye Adieu à Bocuse

Se ne è andato “monsieur Paul” così ha annunciato poche ore fa ai francesi Gerard Collomb, ministro dell’Interno francese che ha ricordato come Bocuse fosse semplicemente la Francia.
E’ stato uno degli esponenti di spicco della Nouvelle Cousine, e ha mantenuto ininterrottamente dal 1965 le 3 stelle Michelin.
Tra i suoi piatti più memorabili come non ricordare la Spigola in crosta farcita con mousse di astice o la Poularde de Bresse en vessie – il pollo cotto nella vescica di maiale.
Era amico di Gaultiero Marchesi nonostante la sana rivalità che da sempre esiste in tutti i campi con i nostri cugini d’oltralpe.
La grandeur francese però oggi ha segnato un punto a suo favore, è venuto a mancare un grande di Francia e la notizia l’ha data il ministro dell’Interno.

“Monsieur Paul”died as he announced a few hours ago to the French Gerard Collomb, Minister of the Interior who recalled how Bocuse was simply France.
He was one of the leading exponents of the Nouvelle Cousine, and has kept the 3 Michelin stars uninterrupted since 1965.
Among his most memorable dishes do not remember “the sea bass stuffed with lobster mousse” or “the Poularde de Bresse en viesse” – the chicken cooked in the pork bladder.
He was a friend of Gaultiero Marchesi despite the healthy rivalry that has always existed in all fields with our cousins across the Alps.
The French grandeur, however, today scored a point in his favor, a great Frenchman came missing and the Minister of the Interior gave the news.

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Addio al maestro Gualtiero Marchesi

Gualtiero-MarchesiMourning in the world of Italian cuisine and not only, is died Gualtiero Marchesi.

Se ne è andato Gualtiero Marchesi, un artista nonché un uomo colto, il primo Chef italiano a tre stelle ma anche e soprattutto il “maestro” che ha segnato il prima e il dopo nella storia della cucina italiana.

La sua vita è stata da sempre legata alla gastronomia ed alla cultura del cibo e mai titolo fu più azzeccato di quel “Marchesi si nasce” per il suo libro edito da Rizzoli nel 2012.

Un cuoco che ha saputo primo tra tutti coniugare una visione di cucina totale che si regge non solo sul contenuto ma anche sul contenitore, il cibo, la tavola e il servizio, dove tutti questi elementi concorrono all’esperienza del cibo avendo ben chiare tre regole fondamentali a cui deve attenersi un cuoco: l’onestà, la pulizia, il rispetto.

E’ stato un autentico innovatore che ha reso internazionale la cucina italiana con piatti indimenticabili quali il trittico di piatti usciti nei primi anni ottanta: il riso oro e zafferano inventato nel 1981, il raviolo aperto del 1982, e la seppia al nero del 1983.

Norcia – 53° Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Nero Pregiato

Invito all'assaggio 6 bottiglie di Prosecco di Valdobbiadene Superiore DOCG con spedizione gratuita!

neronorcialogoNero Norcia, la più importante rassegna espositiva dell’agro-alimentare in Umbria torna per due weekend consecutivi, il 26-28 febbraio e il 04-06 marzo, per far scoprire e raccontare le eccellenze gastronomiche dei territori italiani attraverso i loro prodotti tipici.
Il protagonista indiscusso sarà ovviamente il tartufo nero, con incontri e degustazioni dedicate al “diamante nero” della tavola, ma anche le “Norcinerie”, antico metodo di lavorazione della carne di maiale, sapranno catturare l’attenzione e il palato di chi frequenterà la Mostra Mercato.
La manifestazione, durante i due weekend, ospiterà ospiti illustri, ma sicuramente il clou per il pubblico sarà rappresentato dagli espositori, provenienti da tutte le regioni d’Italia, che metteranno in mostra il gusto e la tradizione dei migliori prodotti della loro terra.
Ggli stand degli espositori saranno aperti durante i giorni di manifestazione dalla mattina alle 9 fino alla sera alle 20.
Il Tartufo Nero Pregiato (Melanosporum Vittadini), prodotto da cui prende il nome la manifestazione viene raccolto in zona dal 1 dicembre fino alla metà di marzo, per cui i tartufi freschi che verranno proposti alla manifestazione saranno tutti “appena raccolti”.
Norcia è la città prima in classifica per la produzione di questo tartufo nero che oltre ad essere il più pregiato sul mercato è il vero protagonista di molte ricette di cucina nazionale e internazionale.
Nonostante la sua raffinatezza e il suo prezzo non sempre abbordabile (che varia in funzione dell’andamento stagionale, dei quantitativi raccolti e della richiesta del mercato) viene comunemente usato per la preparazione di ricette tipicamente popolari come:
Antipasto di tartufo e parmigiano
Bruschette al tartufo nero pregiato
Crostini di Spoleto al tartufo nero
Spaghetti con il tartufo nero pregiato
Tagliatelle con tartufo e salsiccia al tartufo
Trota con salsa di tartufo nero
Agnello tartufato
Piccioni tartufati
Frittata al tartufo nero

Senza dimenticare l’Amaro al tartufo nero di Norcia, un vero e proprio must per gli amanti del diamante nero.

Per maggiori informazioni:
www.neronorcia.com

Vini Vigna Dogarina

41° edizione Fiera del formaggio di fossa – Sogliano al Rubicone

fossa11Sogliano al Rubicone il paese che il grande Giovanni Pascoli definì “piccolo grandemente amato paese di Romagna” ospita dal 22 novembre fino al 6  dicembre la quarantunesima edizione della Fiera del formaggio di fossa.
Un evento storico che non passa mai di moda e che rende omaggio al formaggio di fossa che è un tipico prodotto di Sogliano (che si estende tra le vallate del Rubicone e del Marecchia) e che nel 2009 ha ottenuto il marchio Dop con la denominazione “Formaggio di Fossa di Sogliano Dop”.
La manifestazione organizzata da illo tempore dalla locale Proloco in collaborazione con il Comune di Sogliano è nata con l’intento di valorizzare questo formaggio il cui nome deriva dagli ambienti sotterranei, scavati nel tufo, in cui avviene la stagionatura attraverso un processo di fermentazione naturale.
Durante la Fiera del formaggio di fossa è possibile mangiare gustosi piatti romagnoli presso i locali della Proloco e acquistare non solo il formaggio di fossa ma anche altri tipici prodotti soglianesi: il Savòr (è una dolce marmellata, tipica della frazione di Montegelli, ottenuta dopo una lunga lavorazione e composta da mosto d’uva, mele, mele cotogne, pere e frutta secca), la Saba, le Teglie in argilla di Montetiffi (ideali per la cottura della piadina), miele e salumi.
Il programma della manifestazione prevede una serie di eventi collaterali e mostre varie (di pittura, scultura, arte varia); stand della Strada dei vini e dei sapori e stand dell’Associazione Nazionale “Città dei Sapori” (presso i quali sarà possibile degustare e acquistare i prodotti tipici che i Comuni aderenti presenteranno); stand degli allevatori e coltivatori di Sogliano ( con esposizione dei prodotti delle aziende agricole locali).
Molto interessanti sono le mostre permanenti di Palazzo Marcosanti: la Collezione di Arte Povera, il Museo Linea Christa e la Raccolta Veggiani.
Quest’anno come negli anni precedenti la tradizionale apertura delle fosse si terrà mercoledì 25 novembre ( festa di Santa Caterina d’Alessandria ) alle ore 10, in via Le Greppe 14 – presso Fosse Pellegrini.

La storia del formaggio di fossa
L’usanza di “seppellire” il formaggio viene tramandata nei secoli quale parte integrante delle tradizioni contadine del luogo; l’origine di tale pratica è ignota, anche se documenti risalenti al XV secolo testimoniano in modo tangibile che esisteva anche a quei tempi.
Il formaggio deve essere preventivamente richiuso in sacchetti di panno, preferibilmente bianco ove i proprietari delle fosse apporranno, con olio cotto e nero fumo 2 numeri; il primo corrisponde al proprietario, il secondo al peso ancora espresso tradizionalmente in libbre.
Le fosse per la maturazione non sono altro che ambienti sotterranei di probabile origine medievale, scavate nel tufo dell’abitato soglianese ed un tempo adibite a deposito di grano.
Possono essere di varia forma e misura; in generale sono a forma di fiasco con un base di 2 mt. di circonferenza ed un’altezza di circa 3mt. compreso il collo.
Le fosse vengono aperte ogni anno il 16 agosto; da questo giorno i contadini, i commercianti o semplici privati hanno tempo fino ai primi di settembre per portare il proprio formaggio a maturare nelle fosse.
Operai esperti iniziano, di buon mattino, a bruciare paglia all’interno delle fosse allo scopo sia di togliere l’umidità accumulata sia per una sorta di sterilizzazione contro certi germi che potrebbero nuocere ad una normale fermentazione.
Si passa poi al rivestimento delle pareti per isolare il tufo con uno strato di circa 10 cm. di paglia sostenuta da un’impalcatura di canne verticali legate orizzontalmente da cerchi di legno, sul fondo vengono sistemate delle tavole anch’esse in legno.
A questo punto le fosse sono pronte per ricevere il formaggio dopodiché vengono chiuse per essere riaperte quasi 3 mesi più tardi a miracolo compiuto: il normale formaggio depositato in agosto è diventato il formaggio di fossa dal sapore e fragranza inconfondibili.
A causa della fermentazione e della sgrassatura il formaggio può subire un calo di peso e si presenta in forme irregolari, prive di crosta e con una pasta di consistenza dura o semidura a seconda del formaggio di partenza, mentre il colore è giallo paglierino.

Per maggiori informazioni e programma dettagliato:
Comune di Sogliano al Rubicone
Pro loco Sogliano al Rubicone

La ricetta per fare il Savòr
Si prendono 8 litri di mosto d’uva nera (sangiovese) e si fa bollire fino a quando il mosto sia ben denso e ne sia rimasto circa 2 litri. In questo concentrato zuccherino si mettono a bollire 2,5 kg di frutta autunnale, pere, mele, mele cotogne sbucciate e tagliate a dadi piuttosto grossi, fichi, gherigli di noci e gherigli di mandorle sbucciati, scorza di limone non trattato, poca cannella. Poi si procede come per una normale marmellata. Quando il savor avrà raggiunto la consistenza desiderata si pone, ancora bollente, in vasi dalla chiusura ermetica, dove si conserverà a lungo.

Per maggiori informazioni:
Associazione Culturale Montegelli

NOVEMBER PORC – la staffetta più golosa d’Italia

novemberPORClogoLa terra di Verdi e Guareschi a novembre ospita la staffetta più golosa d’Italia fra 4 città e in quattro weekend.
Siamo nella Bassa parmense (celebre per i prodotti gastronomici e il particolare dialetto stretto) dove novembre è il mese dedicato alla “festa” del maiale che viene celebrata con un abbuffata di maxi salumi per tutti: il Mariolone più grosso a Sissa, il Prete più Pesante a Polesine Parmense, lo Strolghino da Guinness a Zibello e la Cicciolata più Grande a Roccabianca.
NOVEMBERPORC ….speriamo ci sia la nebbia!, ideato e organizzato dalla Strada del Culatello di Zibello e dal Consorzio Antichi Produttori di Culatello e Spalla Cruda, con il sostegno dei 4 Comuni e il patrocinio della Provincia di Parma è uno degli appuntamenti più golosi d’Italia, molto apprezzato anche da tanti turisti stranieri.
La formula del successo di questa manifestazione è semplice ma molto intrigante visto che di fatto le 4 località passandosi la staffetta golosa nel corso dei 4 weekend di novembre danno la possibilità ai buongustai di potersi gustare nei singoli weekend i quattro salumi separatamente.
La tradizione vuole che NOVEMBER PORC apra a Sissa per la degustazione del Mariolone più grosso, per proseguire nel secondo weekend a Polesine Parmense, sull’argine del Po, con “Ti cuociamo Preti e Vescovi” e con il Prete più pesante (lo scorso anno fu di 380 kg).
Il terzo weekend la kermesse si sposta a Zibello con “Piaceri e delizie alla corte di Re Culatello” e lo Strolghino più lungo, mentre il gran finale si avrà dal 27 al 29 novembre a Roccabianca, con “Armonia di Spezie e Infusi” e con la distribuzione della Cicciolata più grande servita con la polenta.
NOVEMBER PORC è nata nel settembre del 2002 quando di ritorno da un viaggio in terra tedesca il Presidente Spigaroli lanciò quello che doveva diventare un vero e proprio Must : “se qui fanno l’October Fest noi faremo il November Porc!” che in pratica voleva dire “vendere” la Bassa nel periodo di novembre… nebbia compresa!
Quella nebbia così importante per la realizzazione degli squisiti salumi e capace di donare al paesaggio un’atmosfera magica,sfumandone i contorni.
Tra i salumi vanno ricordati degli autentici capolavori di bontà come il culatello (il cui segreto risiede nella stagionatura favorita dalle nebbie autunnali e dalle estati afose della bassa, nonchè nell’accurata scelta delle carni), la spalla cotta di San Secondo, il salame, la coppa e il salame Strolghino (il primo salume che si mangiava dopo poche settimane dalla lavorazione del maiale).
Oggi a 13 anni di distanza quell’idea è diventata un evento capace di attirare nei quattro appuntamenti più di 90.000 persone provenienti da tutto il territorio nazionale.

NOVEMBER PORC è anche una manifestazione da record e come ogni anno, ciascuno ha il suo:
– Il Mariolone più grosso (6-7-8 Novembre 2015 Sissa)
– il Prete più Pesante (13-14-15 novembre 2015 Polesine Parmense)
– lo Strolghino da Guinness (20-21-22 Novembre 2015 Zibello)
– la Cicciolata più Grande (27-28-29 Novembre 2014 Roccabianca)

Per maggiori informazioni e programma dettagliato:
http://novemberporc.it/

Pagina Facebook November Porc

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29° Mostra dall’A alla ZUCCA – Murta, Val Polcevera

zucca_murtaMurta in Val Polcevera si appresta ad ospitare la 29° edizione della Mostra dall’A alla ZUCCA, che quest’anno avrà come tema: Zucche EXPO. Gustose, semplici e salutari ricette della tradizione.
Nei due weekend dedicati ai festeggiamenti in onore di San Martino (7, 8 e 14, 15 novembre 2015) gli amanti dei sapori e della zucca in particolare avranno la possibilità di partecipare a un evento in cui gli stand gastronomici proporranno piatti a base di zucca secondo la Tradizione del Ricettario di Murta ( ricettario che sarà disponibile presso gli stand).
Torte, panini dolci, ravioli ripieni, marmellata, e la buonissima grappa di zucca vi aspettano per un pranzo all’insegna della zucca, il tutto innaffiato da un ottimo vino bianco novello.
Durante la Mostra verranno premiate:
la Zucca più grossa
la Zucca più lunga
la Zucca più strana
la Zucca più bella
La Zucca più strana e la Zucca più bella saranno determinate in base alla votazione da parte dei visitatori.

Orari della Mostra
Sabato 07 Novembre dalle ore 10.30 alle ore 18.00
Domenica 08, sabato 14 e domenica 15 novembre dalle ore 9.00 alle ore 18.00

Per maggiori informazioni:
http://www.murtaezucche.it

Pagina Facebook della Mostra della Zucca Murta

Dal Ricettario di Murta, la ricetta della Torta di Zucca alla Murtese

ricettarioMurtaIngredienti:
1 Kg di Zucca trombetta
150 g di farina
75 g di polenta
mezzo litro di latte
panna liquida a piacere
sfoglia salata, sale

Preparazione:
Lessare la zucca in poca acqua e quindi strizzarla, aggiungere farina, polenta, latte, mezza dose di panna e salare a piacere.
Foderare una teglia ben oliata con una sfoglia salata, versarvi il ripieno e al di sopra la panna rimasta, quindi infornare in forno pre-riscaldato a 180 gradi per 40 minuti.

Come arrivare a Murta

in auto
uscendo dal casello autostradale di Genova Bolzaneto, dirigersi verso Pontedecimo percorrendo il cavalcavia per Via Romairone, quindi seguire direzione mare; all’altezza della stazione ferroviaria è presente la deviazione per il paese (percorso di circa 2 Km).
Provenendo dal centro di Genova dirigersi verso Bolzaneto quindi, una volta giunti sul lato sinistro del torrente Polcevera, seguire le indicazioni all’altezza della stazione ferroviaria – ponte di San Francesco;

in autobus-treno
linea urbana AMT numero 74, il cui capolinea di Bolzaneto si trova nelle immediate vicinanze della fermata dei mezzi pubblici provenienti dal centro città e della stazione ferroviaria di Bolzaneto;

a piedi
da Bolzaneto percorrendo le caratteristiche mattonate, in circa 20-30 minuti.

Riolo Terme – 23° Fiera dello Scalogno di Romagna IGP

scalogno5Riolo Terme fino a domenica 26 luglio all’ombra dell’imponente Rocca Sforzesca ospiterà la ventitreesima edizione della sagra dedicata a sua Maestà lo scalogno e creata nel lontano 1992 dalla locale Pro Loco con l’intento di esaltare e promuovere un prodotto della terra che nasconde al suo interno una sorta di laboratorio chimico.
La raccolta dello Scalogno avviene a metà giugno e quindi la scelta del mese di luglio per celebrarlo è una tappa obbligata in quanto in questo periodo il prodotto si presenta fresco e profumato.
Coltivato da sempre in Romagna, lo Scalogno è un piccolo bulbo appartenente alla famiglia delle Liliacee ( come l’aglio e la cipolla) e fu portato in Italia da popoli provenienti dall’oriente già tre mila anni fa; pur essendo cugino di aglio e cipolla ha un gusto più dolce e deciso rispetto alla cipolla e decisamente meno inteso di quello dell’aglio; ha un colore bianco violaceo ed è avvolto all’esterno da una pellicola la cui colorazione può variare dal ramato al rossastro.
Ha varie proprietà benefiche grazie alle sue componenti che lo rendono un ottimo disinfettante intestinale, battericida e fluidificante del sangue (solfuro di allile); può essere un buon antinvecchiamento per effetto della componente solfidrica che lo rende un valido antiradicalico, mentre il Selenio (Se) che ha in se gli conferisce un azione antiossidante.
Un’alimentazione che preveda l’utilizzo costante dello Scalogno può portare benefici nelle carenze di calcio, nelle malattie polmonari, nelle infezioni della vescica.
Dal 1997 lo Scalogno di Romagna ha ottenuto il riconoscimento IGP (indicazione geografica protetta) presso la Comunità Europea.
La fiera ospita la mostra mercato degli agricoltori che sono in possesso della certificazione del prodotto e per tutta la durata della manifestazione i ristoratori locali proporranno menu a tema mentre nello stand gastronomico allestito dalla Pro Loco il piccolo bulbo troverà la sua esaltazione grazie alle sapienti capacità culinarie degli addetti ai fornelli che proporranno un menu comprendente: scalogno sott’olio, crostini misti di scalogno, fiori di cipolline e salsa di scalogno, tagliolini allo scalogno, risotto allo scalogno, polenta al ragù di scalogno, tartare allo scalogno, salsiccia allo scalogno, arrosto al forno con scalogno, castrato allo scalogno, frittate di scalogno, patate al forno con scalogno, scalogno al forno.
In contemporanea alla Fiera dello Scalogno di Romagna IGP, Riolo Terme ospiterà per il quarto anno consecutivo anche la “Fiera del libro romagnolo” nella centrale Piazza Mazzanti.

23° Fiera dello Scalogno di Romagna IGP – Riolo Terme
Orari:
feriale: dalle ore 19.00 alle ore 24.00
festivo: dalle ore 12.00 alle ore 24.00
Ingresso gratuito

Per maggiori informazioni:
www.comune.rioloterme.ra.it
www.terredifaenza.it
www.riolotermeturismo.it

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Cracco reinventa l’amatriciana e Amatrice dice no!

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AmatriceQAnni fa mentre ero di passaggio ad Amatrice fui ospitato per il pranzo da alcuni conoscenti “ amatriciani da generazioni “ e provai la goduria di assaporare un piatto di spaghetti all’amatriciana preparati secondo tradizione; sarà stata la fame, l’aria buona, il guanciale nostrano o il pecorino locale, fatto sta che quel piatto di spaghetti fumanti rimane a tutt’oggi la miglior amatriciana di sempre.
Sabato sera ho avuto modo di vedere alcuni spezzoni del programma “C’è posta per te” condotto da Maria De Filippi su Canale 5 e ho assistito alla performance dello Chef Carlo Cracco che essendo il regalo per la destinataria della posta l’ha coinvolta in un giochino per poterle assegnare come premio un invito a pranzo presso il suo ristorante di Milano.
Lo Chef stellato ha coinvolto la festeggiata in una sorta di Cracco Quiz con tre domande che riguardavano la conoscenza degli ingredienti di alcune ricette classiche, tra cui il famoso sugo all’amatriciana.
Il buon Cracco memore dello slogan coniato per la pubblicità delle patatine San Carlo “ La cucina ha bisogno di audacia “ non ha trovato di meglio che inserire tra gli ingredienti del sugo all’amatriciana l’aglio in camicia!
Si sa che gli Chef alla Cracco ogni tanto se ne escono con alcune stravaganze per lanciare qualche piatto che andrà ad arricchire i loro menu artistici, ma bene ha fatto il Comune di Amatrice a rivendicare immediatamente la paternità della ricetta originale i cui ingredienti erano e rimangono: guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino.
L’Amministrazione Comunale sulla propria pagina facebook si è detta sconcertata e si augura che quello di Cracco sia stato un vero e proprio “ lapsus”, per cui pur non avendo nulla in contrario sul fatto che lo Chef possa liberamente inserire nel sugo da lui preparato “l’aglio in camicia” resta del tutto evidente che tale sugo non potrà essere chiamato “ Amatriciana “.
Stiamo infatti parlando di un sugo che ha reso celebre la cucina romana nel mondo, ma che nella realtà deve la sua origine ai pastori amatriciani che lo preparavano con gli ingredienti che avevano a disposizione quando portavano al pascolo le loro greggi.
Agli inizi il piatto preparato con guanciale tagliato a cubetti o in fettine sottilissime, pecorino e spaghetti fu chiamato “ unto e cacio “; con il tempo questa ricetta chiamata anche “gricia”  fu in qualche modo impreziosita con l’aggiunta di pomodoro e qualche lacrima di olio d’oliva, per diventare la vera “amatriciana”.
Nell’Ottocento quando molti amatriciani ( a causa della crisi della pastorizia ) emigrarono a Roma e trovarono lavoro nei ristoranti locali vi fu per l’amatriciana la vera e propria diffusione a livello nazionale.
Il primo ristorante amatriciano a Roma lo aprì nel 1860 Luigi Sagnotti chiamandolo “ Il Passetto “ dato che attraverso il ristorante si poteva passare dal vicolo del passetto a piazza Navona.
Il vero boom l’amatriciana lo raggiunse a metà degli anni ’90 grazie all’attore Aldo Fabrizi che ne divenne in pratica l’indiretto testimonial parlandone spesso durante le sue trasmissioni radiofoniche e televisive.
Ma tornando ad Amatrice, piccolo borgo montano in provincia di Rieti, è utile sapere che proprio recentemente ( il 23 gennaio 2015 ) la Giunta comunale , ha deliberato di concedere il riconoscimento De.Co. a tre prodotti della tradizione amatriciana: il Pecorino di Amatrice, il Guanciale amatriciano e gli Gnocchi ricci, approvandone i relativi disciplinari di produzione predisposti dalla Commissione di esperti.
Amatrice inoltre ospita l’ultimo fine settimana di agosto “ La Sagra degli spaghetti all’amatriciana “ e quella che si terrà il prossimo agosto sarà la 49° edizione.

Curiosità
– Alla semplicità degli ingredienti di questo piatto, il poeta Carlo Baccari (1878 – 1978) dedicò questi suoi versi:
“… E li tra gli armenti, da magica mano, nascesti gioiosa nel modo più strano
la pecora mite e il bravo maiale, donarono insieme formaggio e guanciale”.

– Agli “Ingredienti degli spaghetti all’amatriciana e città di Amatrice“, il 29 agosto 2008, è stato dedicato dalle Poste Italiane un francobollo, policromo e dentellato del valore di 0,60 euro

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