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SMØRREBRØD… qualcosa più di un panino

mappaGirando per le strade di Copenaghen nell’arco dell’intera giornata vi capiterà di venire a contatto con delle vere e proprie istituzioni culturali che hanno nutrito generazioni di danesi negli ultimi 80 anni, sto parlando dei tanti chioschi degli hot-dog (pølsevogn in danese) che sono disseminati un po’ ovunque e in particolar modo nei punti di maggior passaggio.
Un hot-dog è uno spuntino deliziosamente differente, si possono scegliere i vari condimenti : ketchup, senape, salsa remolade, cipolle arrostite o crude e volendo anche il tipo di pane.
Se l’idea dell’hot-dog non vi intriga più di tanto allora vi consiglio di assaggiare un altro pezzetto di vita quotidiana danese, lo Smørrebrød, il classico panino aperto che risale al XIX secolo e viene servito giornalmente in moltissimi ristoranti della capitale danese e nel nuovo mercato dello street food.
Lo Smørrebrød un tempo era molto popolare in tutte le classi sociali, sia tra gli agricoltori, sia tra gli operai fino alla ricca borghesia urbana, poi dopo un periodo di appannamento è riuscito a tornare ai fasti dei tempi passati grazie anche alla tendenza danese di riportare il focus sui piatti e ingredienti tradizionali.
Lo Smørrebrød è qualcosa più di un panino tanto che lo si può definire “ panino a sorpresa “, una sorta di sandwich o meglio panino aperto, un concept senza fronzoli di cui si è innamorata un’intera nuova generazione.
Nei ristoranti di Smørrebrød a Copenaghen sono centinaia le varietà di ingredienti e le combinazioni che rendono questi panini aperti una specialità unica, i panini non vengono imbottiti, ma decorati con aringhe, salsicce, uova, paté, salmone, gamberetti e tanto altro ancora dando a ciascuno la possibilità di crearsi il proprio unico e personale Smørrebrød.
Vi segnalo alcuni tra i più rinomati ristoranti di Smørrebrød a Copenaghen, ricordandovi che esiste una applicazione per il vostro smartphone che sarà in grado di segnalarvi i vari ristoranti sulla cartina del centro della capitale.

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Aamanns Etablissement
In questo ristorante Adam Aamann e il suo team servono degli Smørrebrød speciali e piatti classici danesi per pranzo. Inoltre ci sono schnapps e birra biologica locale da assaggiare.
Ida Davidsen Restaurant
Ida Davidsen è probabilmente il posto più celebre di Copenaghen per assaggiare uno Smørrebrød.
Il menu è lungo 140 centimetri, ma niente paura, lo staff vi aiuterà a scegliere il panino giusto per voi; molti degli smørrebrød portano il nome delle celebrity che si sono guadagnati questo onore! .
Orangeriet
Il ristorante si trova in un bellissimo edificio all’interno dei Giardini del Re, là dove un tempo c’era il ristorante stellato Geranium.
Orangeriet è un grazioso ristorante dove mangiare con calma uno dei gustosi Smørrebrød a pranzo e un’ottima entrecote o del foie gras durante la cena, volendo si può prendere solo un dolce o un caffè.
Restaurant Told & Snaps
In questo ristorante tradizionale si assaggiano le versioni classiche dello Smørrebrød accompagnate da degustazioni di schnapp (acquavite).
Restaurant Kronborg
A Copenaghen il ristorante Kronborg è noto soprattutto per i pranzi e le cene di Natale, ma lo consiglio per tutte le altre stagioni, proprio per assaggiare gli Smørrebrød.
Grøften
Uno dei ristoranti più antichi della città, si trova all’interno del Tivoli e propone, oltre agli Smørrebrød, molti piatti della tradizione danese.
Cap Horn
Si trova lungo Nyhavn, all’interno di uno dei bellissimi edifici colorati che contraddistinguono il canale, ed è un posto molto suggestivo, dato che mantiene lo stile e gli arredi originali.
È possibile pranzare, cenare e fare il brunch, i piatti son tutti fatti in casa e gli ingredienti sono biologici..
Restaurant Schønnemann
Schønnemann è uno dei ristoranti più antichi di Copenaghen, fin dal 1877 la proprietà invita i clienti ad assaggiare i suoi Smørrebrød, le aringhe e potenti schnapp ghiacciate.

Asti – 9° edizione del Bagna Cauda Day dal 26 al 28 novembre 2021

A Monaco di Baviera celebrano l’October Fest, Asti e il Piemonte puntano sul novembre dedicato alla Bagna Cauda con una punta d’ironia a cominciare dal logo: Bagna Cauda Day si può leggere anche Bagna Cauda d’aj, cioè d’aglio in piemontese.
Asti e dintorni ospita l’evento (che quest’anno spegne nove candeline)  promosso dall’Associazione Astigiani con lo scopo di mettere insieme la tradizione del più famoso piatto piemontese con la novità di un incontro che diventa festa, un po’ happening, un po’ evento a sorpresa, BCD (l’acronimo di Bagna Cauda Day, gioca tra il piemontese e l’inglese) è convocato via Internet e aperto a tutti i fans della Bagna Cauda nel mondo
Quest’anno dopo l’edizione in delivery del 2020 si ritorna in presenza e per dare la possibilità ai tantissimi bagnacaudisti che vorranno degustare questo piatto prelibato la manifestazione si terrà in due weekend, dal 26 al 28 novembre e dal 3 al 5 dicembre quando in un centinaio di ristoranti, vinerie, cantine storiche ad Asti, in altre località del Piemonte e del Mondo verrà celebrata  la Bagna Cauda, il piatto della convivialità, con la possibilità di scegliere a seconda dei propri gusti la versione più indicata a ciascun palato:
Rossa:Come Dio Comanda” (ricetta tradizionale), Gialla:Eretica” (poco aglio),Verde:Atea” (senza aglio)
Cuochi e cuoche dell’Astigiano, Langa e Roero proporranno la loro Bagna Cauda tradizionale e la fortunata formula non cambia, con  un prezzo di riferimento del piatto in tutti i locali che sarà di 25 euro, mentre il vino verrà proposto al prezzo di 12 euro a bottiglia, grazie all’accordo con quattro importanti case vinicole astigiane leader della Barbera: Bava di Cocconato, Braida di Rocchetta Tanaro, Cascina Castlet di Costigliole e Coppo di Canelli.

Le prenotazioni possono essere fatte telefonando direttamente ai locali indicati sul sito web della manifestazione, dove sarà possibile verificare in tempo reale la disponibilità dei posti ancora liberi per ogni singolo ristorante aderente all’iniziativa.
I bagnacaudisti riceveranno in omaggio  il bavaglione d’autore, firmato da Sergio Ponchione in tessuto, con logo del Bagna Cauda Day  e ben visibile la scritta ” Quarta dose! “ da usare e tenere a ricordo dell’evento.

LA RICETTA della BAGNA CAUDA
Esistono varie ricette per realizzare la bagna cauda, a libera interpretazione del singolo cuoco o secondo tradizioni famigliari tramandate di madre in figlia o di generazione in generazione.
Tra tutte, l’Accademia Italia della Cucina ne ha depositata una, registrata il 7 febbraio 2005, ritenuta dopo vari assaggi la più affidabile e tramandabile.

Ingredienti per 12 persone:

12 teste d’aglio
6 bicchieri da vino di olio d’oliva e, se possibile un bicchierino di olio di noci
6 etti di acciughe rosse di Spagna

Tagliare a fettine gli spicchi d’aglio precedentemente svestiti e privati del germoglio, quindi mettere l’aglio in un tegame di coccio, aggiungere un bicchiere d’olio e iniziare la cottura a fuoco molto basso rimescolando con un cucchiaio di legno, senza fargli prendere colore.
Aggiungere poi le acciughe dissalate e diliscate continuando a rimescolare, quindi versare il restante olio e portare l’intingolo a cottura a fuoco basso per circa mezz’ora evitando che la bagna frigga.
Al termine della cottura si può aggiungere a piacere un pezzetto di burro freschissimo per dare un gusto più morbido alla bagna.
La bagna una volta pronta va versata negli appositi “fujot” (forellini di coccio) e accompagnata con le seguenti verdure:
crude: cardi gobbi di Nizza, topinanbours, cuori di cavolo bianco, indivia e scarola, peperoni freschi e sotto graspa, cipollotti inquartati ed immersi nel vino barbera crudo;
cotte: barbabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno, zucca fritta, peperoni arrostiti.
La tradizione vuole che alla fine lo “spesso della bagna” si raccolga strapazzandovi dentro un uovo

In last weekend of november in Piedmont the “Bagna Cauda Day” is celebrated, this tasty and very particular sauce will be served in many restaurants
The bagna cauda typical winter dish of the Piedmont region (in Italian is called “hot sauce“) is history, tradition, encounter of cultures and flavors
The preparation of bagna cauda is based on a few basic ingredients (garlic, extra virgin olive oil and anchovies) and then the classic seasonal vegetables to dip in the wet come on the scene: cardoon, pepper, topinamburs, cabbage, fennel, celery, artichokes, spring onions, beets, etc.
My recipe adapted for Finnish friends is this: remove the inner core from the garlic so that it is more digestible and soak it in milk for 1 hour, then finely chop it
Fry the garlic in an earthenware pot (or in a normal pot) in plenty of extra virgin olive oil and then add the desalted anchovies or those in oil
When the anchovies begin to melt, add 100 ml of cream, mix well and serve hot in single portion cups where everyone can dip the various raw and cooked vegetables (the delicious Finnish potatoes are also perfect )

Cuneo – Mercato Europeo dal 10 al 12 maggio 2019

Mercato-europeoCuneo ospiterà nella centralissima Piazza Galimberti da venerdì 10 a domenica 12 maggio il Mercato Europeo del commercio ambulante, organizzato da Fiva Confcommercio (l’Associazione nazionale che rappresenta gli operatori del commercio ambulante).
Questa manifestazione che fu lanciata a livello nazionale nel 2001 torna nel capoluogo della Granda dopo l’edizione dello scorso anno che ha saputo richiamare oltre 200.000 mila visitatori.
Il successo di questo Mercato è dovuto al fatto che riesce ad offrire ai visitatori la possibilità di fare uno shopping “europeo” e al tempo stesso di assaporare le specialità culinarie proposte dagli stand provenienti da vari Paesi europei e non, visto che sono presenti anche gli stand gastronomici di Thailandia, Argentina e Brasile.
Per i buongustai vi è solo l’imbarazzo della scelta tra: churrasco brasileiro, l’asado argentino, la paella spagnola, stinchi cotti alla brace, gulasch, fiorentine, arrosticini, olive ascolane, dolci cotti e sfornati in tempo reale.
Tra le bancarelle dello shopping si possono trovare oltre alle migliori eccellenze enogastronomiche (speck tirolese, formaggi sardi, toscani e piemontesi, peperoncini e pomodorini secchi calabresi, wurstel, brezel, tonno di Favignana, pasticceria siciliana, porchetta, soppressata, pane toscano, spezie, tartufi, formaggi francesi, biscotti bretoni, cakes inglesi, torta sacher, strudel alle mele, ecc.), tantissimi prodotti dell’artigianato tipico dei vari Paesi presenti: maglioni e cappelli finlandesi, felpe irlandesi, lavanda e saponi della Provenza, piccoli soprammobili lituani, oggetti in legno, bulbi olandesi, matrioske,ecc.
Il Mercato Europeo è sicuramente una manifestazione capace di attirare l’interesse di quel pubblico a cui piace curiosare tra le bancarelle dei vari Paesi presenti, pregustando magari la voglia di programmarvi un viaggio futuro, ma al tempo stesso offre anche la possibilità a chi ha viaggiato in questi Paesi di rivivere il proprio viaggio attraverso un oggetto o una particolare specialità culinaria.
Un appuntamento da non perdere!

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Che pizzaa .. sta pizza di Cracco!

In questi giorni sui social si è scatenata la bagarre sulla pizza margherita un po’ esotica e made in Italy lanciata dallo chef Carlo Cracco nel suo nuovo ristorante – bistrot da poco aperto in Galleria a Milano.
La sua rivisitazione della più classica delle pizze italiane ha ottenuto una generale stroncatura sul web da parte dei puristi che ritengono non sia cosa buona e giusta usare per l’impasto farina integrale “Petra 9” con un aggiunta di cereali in modo da creare un disco scuro e croccante a mo’ di biscottino, per non parlare della farcitura realizzata con una salsa di pomodoro San Marzano, densa al punto da sembrare un sugo al ragù con l’aggiunta di pomodorini confit e robuste fette di mozzarella di bufala ‘a crudo’ quasi a trasformarla in una caprese.
A chiudere il cerchio sulla sonora bocciatura tributata allo chef meneghino il prezzo, 16 euro ritenuti dai più uno sproposito per una pizza margherita.
Beh, credo che il prezzo non sia dei più corretti ma siamo nel salotto buono di Milano e mi sembra quanto meno assurdo avere la pretesa di mangiare in Galleria con 10 euro!
Ma la vera eresia è andare a mangiare la pizza da Cracco, se si vuole mangiare una buona pizza fatta a regola d’arte penso che non occorra andare dalla Pizzeria Brandi in   Salita S. Anna di Palazzo a Napoli (dove nel 1889 è nata la pizza margherita) ma in alcune ottime pizzerie di Milano che hanno come mission primaria quella di servire la pizza, quella giusta per intenderci; perché non sono dell’idea che la pizza buona la si mangia solo a Napoli, la si può mangiare ovunque vi sia un pizzaiolo che fa con passione e serietà il suo mestiere.
Chiariti gli aspetti economici del contendere vorrei fare un paio di considerazioni sulla definizione di Chef che nulla ha a che vedere con la parola Cuoco.
Nel corso degli anni lo Chef che notoriamente è il capo della brigata di cucina è diventato sempre più un manager, un business man più attento ai propri introiti derivanti da comparsate in programmi tv o da pubblicità talvolta non in linea con quello che questi soloni dell’arte culinaria dicono quando si ergono a giudici nelle cucine televisive della miriade di programmi tv in cui si parla di cucina h24.
Una per tutte la pubblicità delle patatine San Carlo in cui il buon Cracco recita: ”la cucina ha bisogno di audacia”, beh difficile pensare che le patatine in genere possano essere una cibo da gourmet, ma ancora più triste è il vedere dove sia finito uno chef che agli inizi del suo viaggio per fare il figo usava lo scalogno!
Questi manager per stare a galla hanno la necessità di fare sempre e comunque notizia, è il caso dell’amatriciana con aglio dello stesso Cracco o del pesto di Bottura preparato con l’aggiunta di prezzemolo, menta e servito con l’accompagnamento di qualche fogliolina di lavanda.
Sono nato fisicamente nella cucina del ristorante di famiglia dove mio nonno faceva l’artista e credo che esista in tutto ciò che è arte un confine, una linea sottile che quando viene superata trasforma la creatività in una sorta di deturpazione.
Ma tornando alla pizza di Cracco, c’era veramente bisogno di inserire nel menu anche la pizza, anche se solo nel bistrot, in un ristorante stellato (quest’anno per la cronaca ne ha persa una) che presenta un menu degustazione a 190 euro, o una tagliatella di tuorlo marinato “panna prosciutto e piselli” a 36 euro, per non parlare delle noci di capesante dorate, ceci e lardo di Spigaroli all’artemisia a 48 euro, o del vitello alla milanese patata alle olive e maionese di pomodoro a 48 euro, e giusto per finire una crema bruciata al tè bergamotto, mandarini fondenti e noci di pecan a 36 euro.
La pizza ormai la si mangia in tutto il mondo e non credo che un turista straniero senta il bisogno impellente di assaggiare la buona pizza italiana in Galleria a Milano, e tantomeno un turista italiano che la trova buona e al giusto prezzo tutto l’anno nella sua città.
Questa pizza made in Cracco è una bella trovata per ottenere pubblicità indiretta e gratis per il nuovo locale, non a caso Oscar Wilde scriveva : There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about”“C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.”, per cui niente di meglio per chi si affaccia con una nuova attività sul mercato, parlatene bene o male, ma parlatene!
La vera pizza napoletana di solito cominci a mangiarla già con gli occhi, non appena la portano al tavolo, quella di Cracco mette tristezza solo a vederla!

In these days on social media has been unleashed the brawl on pizza a bit ‘exotic and made in Italy launched by chef Carlo Cracco in his new restaurant – bistro recently opened in the Galleria in Milan.
His reinterpretation of the most classic Italian pizzas has obtained a general cut-off on the web from purists who believe it is not good and right to use for the dough wholemeal flour “Petra 9” with an addition of cereals in order to create a dark and crispy disk like a biscuit, not to mention the filling made with a San Marzano tomato sauce thick to the point of looking like a sauce with meat sauce with the addition of confit tomatoes and robust slices of Bufala mozzarella ‘used raw’ almost to transform it into a “caprese”.
To close the circle on the sound rejection granted to the Milanese chef the price, 16 euros considered by most a blunder for a pizza margherita.
Well, I think that price is not the most correct but we are in the good living room of Milan and it seems to me at least absurd to have the claim to eat in the Gallery with 10 euros!
But the real heresy is going to eat pizza from Cracco, if you want to eat a good pizza made to perfection I think it is not necessary to go to the Pizzeria Brandi in Salita S. Anna di Palazzo in Naples (where pizza margherita was born in 1889) but in some excellent pizzeria in Milan whose primary mission is to serve pizza, the right one to be clear; because I’m not of the idea that good pizza is eaten only in Naples, you can eat it anywhere there is a pizzaiolo (pizza chef) who does his job with passion and seriousness.
Clarify the economic aspects of the dispute I would like to make a couple of considerations on the definition of chef that has nothing to do with the word cook.
Over the years, the chef who is notoriously the head of the kitchen brigade has increasingly become a manager, a business man more attentive to their revenues from appearances in TV programs or advertising sometimes not in line with what these culinary art pundits say when they stand up to judges in the television kitchens of the myriad of TV programs in which we talk about kitchen h24.
One for all the advertising of the fries San Carlo in which the good Cracco plays “The kitchen needs audacity”, It’s hard to think that the fries can usually be gourmet food, but even more sad is seeing where a chef is finished who used the shallot at the beginning of his trip to do the cool!
These managers to stay afloat have the need to always do news, it is the case of amatriciana with garlic of the same Cracco or Bottura pesto prepared with the addition of parsley, mint and served with the accompaniment of a few leaves of lavender.
I was born in the kitchen of the family restaurant where my grandfather was an artist and I believe that there is in everything that art is a border, a thin line that when it is over turns creativity into a kind of disfigurement.
But back to Cracco’s pizza, there was really a need to include pizza in the menu, even if only in the bistro of a starred restaurant (this year just to know it has lost one) that presents a tasting menu at 190 euros, or a marinated egg tagliatella “cream ham and peas” for 36 euros, not to mention the “noci of capesante dorate” , chickpeas and bacon flavored Spigaroli for 48 euros, or Milanese veal, potato with olives and tomato mayonnaise at 48 euros, and just to finish a cream burnt with bergamot tea, dark tangerines and pecans at 36 euros.
The pizza is now eaten all over the world and I don’t think that a foreign tourist feels the urgent need to taste good Italian pizza in the Galleria in Milan, let alone an Italian tourist who finds it good and at the right price all year round in his city.
This pizza made in Cracco is a nice idea to get indirect and free advertising for the new restaurant no coincidence that Oscar Wilde wrote: ” There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about “, so nothing better for those who start with a new activity in the city, talk about it good or bad, but talk about it.
The real pizza napoletana usually begins to eat it already with the eyes, as soon as they bring it to the table, Cracco’s one puts sadness only to see it!

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Il Nord? E’ dietro l’angolo! – The North? It’s around the corner!

Dal 23 al 25 marzo torna a Milano – presso la Microsoft HouseBe Nordic, l’evento per gli amanti dei paesi e del lifestyle nordico!
Quello che vi aspetta sarà un Nord senza segreti, tutto da scoprire attraverso tre giorni di eventi, workshop ed esperienze nordiche che vi permetteranno di partire per un viaggio alla scoperta di Danimarca, Finlandia e Norvegia.
Questo evento, giunto alla sua quinta edizione, organizzato dalle tre organizzazioni ufficiali turistiche dei Paesi Nordici (VisitDenmark, Visit Finland, Visit Norway), sarà l’occasione per vivere in prima persona l’esperienza dello stile di vita nordico in tutte le sue declinazioni.
Qualsiasi sia la vostra passione, a Be Nordic la potrete soddisfare e se avete dei bimbi non lasciateli a casa, perché per loro è pronto un ricco calendario di eventi a loro dedicati.
La Microsoft House è una location fortemente voluta dal team che ne condivide i valori di apertura, collaborazione, flessibilità e innovazione, da sempre elementi fondanti della cultura nordica.
L’esplorazione del Nord passa per la scoperta della sua architettura, della gastronomia e del design. Non mancheranno i racconti di viaggio, le lezioni di fotografia, i mini corsi di lingua per imparare i primi rudimenti, o i laboratori creativi fai da te, una pratica molto diffusa nei paesi del Nord.
Alla manifestazione saranno presenti diversi professionisti del turismo a disposizione per spunti e consigli di viaggio.
Be Nordic aprirà ufficialmente al pubblico venerdì 23 marzo alle 10:00 (venerdì e sabato chiusura alle 21.30), con un ampio calendario di eventi che proseguiranno fino alle 20:00 di domenica 25 marzo.
Il programma in corso di definizione sarà disponibile sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/benordic/

From 23rd to 25th March, the event for lovers of Nordic countries and lifestyle returns to Milan – at the Microsoft HouseBe Nordic!
What awaits you will be a North without secrets, all to be discovered through three days of Nordic events, workshops and experiences that will allow you to set off on a journey to discover Denmark, Finland and Norway.
This event, now in its fifth edition, organized by the three official tourist organizations of the Nordic countries (VisitDenmark, Visit Finland, Visit Norway), will be an opportunity to experience first hand the experience of the Nordic lifestyle in all its forms.
Whatever your passion, in Be Nordic you can satisfy it and if you have children do not leave them at home, because they are ready for a rich calendar of events dedicated to them.
The Microsoft House is a location strongly desired by the team that shares the values of openness, collaboration, flexibility and innovation, which have always been fundamental elements of Nordic culture.
The exploration of the North passes through the discovery of its architecture, gastronomy and design.
Do not miss the travel stories, photography classes, mini language courses to learn the basics, or creative workshops do it yourself, a practice very common in the countries of the North.
At the event will be present several tourism professionals available for ideas and travel tips.
Be Nordic will officially open to the public on Friday 23 March at 10:00 (Friday and Saturday closing at 9:30 pm), with an extensive calendar of events that will continue until 8:00 pm on Sunday 25 March.
The program currently being defined will be available on the Facebook page https://www.facebook.com/benordic/

Diamo una mano al pesto genovese

Il più classico dei condimenti liguri “ il pesto alla Genovese” che ha portato il sole nei piatti non solo dei liguri ma di tutto il mondo è oggetto di una campagna promozionale lanciata dalla Regione Liguria per sostenere la candidatura di questa antica modalità di preparazione del pesto genovese a Patrimonio Immateriale dell’UNESCO.
La campagna durerà una settimana e i cittadini potranno firmare i moduli a sostegno della candidatura Sabato 17 marzo a Genova in piazza De Ferrari e nei nove Municipi e da domenica 18 marzo in tutti i 233 restanti comuni della Liguria.
Se vi piace il pesto, se lo usate per condire la vostra pasta potete condividere le vostre foto su Instagram utilizzando l’hastag #orgogliopesto non dimenticando di scrivere da quale parte del mondo postate la vostra foto.
E’ un S.O.S. quello lanciato dal pesto genovese,dopo aver portato il sole sulle vostre tavole per tanto tempo ora vi chiede una firma per farlo entrare a imperitura memoria nella storia.

 

Support pesto genovese
The most classic of Ligurian condiments “il pesto alla Genovese” which brought the sun into the dishes not only of the Ligurians but of the whole world is the subject of a promotional campaign launched by the Liguria Region to support the candidacy of this ancient method of preparing “pesto alla Genovese” for UNESCO’s Intangible Heritage.
The campaign will last a week and citizens will be able to sign the forms to support their candidature on Saturday, March 17 at Genoa in Piazza De Ferrari and in the nine Municipalities and from Sunday 18 March in all 233 remaining municipalities of Liguria.
If you like pesto, if you use it to season your pasta you can share your photos on Instagram using the hashtag #orgogliopesto not forgetting to write from which side of the world you post your picture.
It is a S.O.S. the one launched by “pesto alla Genovese” after bringing the sun to your tables for a long time now it asks for a signature to make it enter imperishable memory in history.

Goodbye Adieu à Bocuse

Se ne è andato “monsieur Paul” così ha annunciato poche ore fa ai francesi Gerard Collomb, ministro dell’Interno francese che ha ricordato come Bocuse fosse semplicemente la Francia.
E’ stato uno degli esponenti di spicco della Nouvelle Cousine, e ha mantenuto ininterrottamente dal 1965 le 3 stelle Michelin.
Tra i suoi piatti più memorabili come non ricordare la Spigola in crosta farcita con mousse di astice o la Poularde de Bresse en vessie – il pollo cotto nella vescica di maiale.
Era amico di Gaultiero Marchesi nonostante la sana rivalità che da sempre esiste in tutti i campi con i nostri cugini d’oltralpe.
La grandeur francese però oggi ha segnato un punto a suo favore, è venuto a mancare un grande di Francia e la notizia l’ha data il ministro dell’Interno.

“Monsieur Paul”died as he announced a few hours ago to the French Gerard Collomb, Minister of the Interior who recalled how Bocuse was simply France.
He was one of the leading exponents of the Nouvelle Cousine, and has kept the 3 Michelin stars uninterrupted since 1965.
Among his most memorable dishes do not remember “the sea bass stuffed with lobster mousse” or “the Poularde de Bresse en viesse” – the chicken cooked in the pork bladder.
He was a friend of Gaultiero Marchesi despite the healthy rivalry that has always existed in all fields with our cousins across the Alps.
The French grandeur, however, today scored a point in his favor, a great Frenchman came missing and the Minister of the Interior gave the news.

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Addio al maestro Gualtiero Marchesi

Gualtiero-MarchesiMourning in the world of Italian cuisine and not only, is died Gualtiero Marchesi.

Se ne è andato Gualtiero Marchesi, un artista nonché un uomo colto, il primo Chef italiano a tre stelle ma anche e soprattutto il “maestro” che ha segnato il prima e il dopo nella storia della cucina italiana.

La sua vita è stata da sempre legata alla gastronomia ed alla cultura del cibo e mai titolo fu più azzeccato di quel “Marchesi si nasce” per il suo libro edito da Rizzoli nel 2012.

Un cuoco che ha saputo primo tra tutti coniugare una visione di cucina totale che si regge non solo sul contenuto ma anche sul contenitore, il cibo, la tavola e il servizio, dove tutti questi elementi concorrono all’esperienza del cibo avendo ben chiare tre regole fondamentali a cui deve attenersi un cuoco: l’onestà, la pulizia, il rispetto.

E’ stato un autentico innovatore che ha reso internazionale la cucina italiana con piatti indimenticabili quali il trittico di piatti usciti nei primi anni ottanta: il riso oro e zafferano inventato nel 1981, il raviolo aperto del 1982, e la seppia al nero del 1983.