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TIM e Vodafone paga sempre Pantalone!

 Il mio gestore telefonico TIM con un SMS mi ha comunicato quanto segue: “Modifica condizioni contrattuali: in ottemperanza alla Legge 172/17,dal 5/3/18 le offerte attive sulla tua linea si rinnoveranno con cadenza mensile,anzichè ogni 7,28 o 30giorni. La tua spesa annuale non sarà modificata e il costo mensile sarà riproporzionato alla nuova durata e i contenuti ampliati. Entro il 4/3/18 hai diritto di recedere o passare ad altro operatore senza penali ..Info su prezzo, contenuti e recesso su on.tim.it/info o chiama 409168”.

Ora mi chiedo a cosa serva avere in Italia un Garante delle telecomunicazioni (quindi nomina di natura politica) il cui stipendio viene pagato dai cittadini se poi conta come il due a briscola, visto che come risposta alle strombazzanti proposte di sanzioni per le compagnie inadempienti le stesse hanno risposto riportando la fatturazione a livello mensile ma di fatto spalmando 13 mensilità su 12 mesi – in pratica pagheremo tanto quanto con la fatturazione a 28 giorni.
Per la cronaca il Presidente dell’Agcom è nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, d’intesa con il Ministro delle Comunicazioni e previo parere delle competente Commissioni parlamentari.
Ma quale credibilità può avere l’intera classe politica italiana che in questi giorni sta dando il meglio di se stessa in una campagna elettorale h24 a reti unificate per annunciare di tutto e di più in fatto di sconti, riduzioni delle tasse, abolizione del canone RAI, del bollo auto e di decine di altre amenità se poi siamo governati da chi si fa governare dalle lobbies che alla faccia del bicarbonato di sodio se ne infischiano dell’Europa, dell’AGCOM e non da ultimo dei diritti dei propri clienti.

Però in questo caso tutti zitti, silenzio di tomba!

Abbiamo, io per primo scritto, di come sia ingiusto che un negozio faccia pagare 25 centesimi un sacchetto di carta (con tanto di marchio e pubblicità della ditta stessa e con riferimenti ai propri canali social) per portare via un regalo appena acquistato ( Kasanova a Cuneo), quando di fronte nella stessa via un identico sacchetto viene rilasciato gratis ( H&M Cuneo), intendiamoci non sono  i 25 centesimi il problema ma il fatto che la nuova normativa è riferita unicamente ai sacchetti biodegradabili per gli alimenti e non impone obblighi fiscali per quelli di carta.
Mi hanno risposto in rete che sono uno sprovveduto perché nell’era del biodegradabile devo andare a fare i regali portandomi i sacchetti da casa, mentre altri, i più, hanno scritto di tutto contro i 2 centesimi applicati sulla spesa ogni qualvolta si prenda uno dei nuovi sacchetti biodegradabili e ora che le compagnie telefoniche se ne infischiano delle normative europee e aggirano l’ostacolo della proibizione della fatturazione a 28 giorni spalmando il costo di 13 mensilità su 12 mesi tutto passa in silenzio!
Vi ricordate quel Carosello di tanti anni fa con Titti e Silvestro, con il primo che, per sfuggire al secondo, si metteva su una scatola di pelati De Rica e Silvestro che recitava lo slogan “Eh no, su De Rica non si può!”
Hai visto mai che Tim e Vodafone siano le DeRica dei giorni nostri!

 

Pensioni da fame?

pensioni-da-fameHai una pensione da fame?
Non ti preoccupare l’on.le Alessia Morani del PD ha la soluzione giusta per te : ipoteca la casa così la finisci con sta lagna che non riesci ad arrivare a fine mese!

Proprio vero che il Governo Renzi pensa proprio a tutto e a tutti!
Sei un pensionato avanti con gli anni e hai una pensione che non ti permette di poterti curare o di pagare tasse e bollette varie e che problema c’è?
L’on.le Alessia Morani, vice presidente del gruppo PD alla Camera dei Deputati, ospite il 24 ottobre 2016 nel programma tv “Quinta Colonna”condotto da Del Debbio ha dato a un’anziana pensionata che percepisce 650 euro di assegno mensile la soluzione giusta per risolvere ogni suo problema!
L’on.le Morani ha consigliato alla signora di rivolgersi a una banca per richiedere un prestito vitalizio ipotecario!!!
Il prestito vitalizio ipotecario, meglio conosciuto nel mondo anglosassone con il termine di “reverse mortgage” è una particolare forma di finanziamento a cui possono accedere i cittadini che abbiano compiuto i 60 anni di età e che dispongano della proprietà di un immobile non gravato da altre iscrizioni ipotecarie.
All’anziano viene concesso un finanziamento a fronte dell’iscrizione di un’ipoteca sulla casa di proprietà ( in cui potrà continuare a vivere) mentre la restituzione del capitale e degli interessi sarà a carico, in tutto o in parte, degli eredi posteriormente al decesso del mutuatario.
Nel caso in cui gli eredi si rifiutino di pagare la banca potrà vendere l’immobile per soddisfare il suo credito con il ricavato, restituendo agli eredi l’eventuale eccedenza.
Che dire all’on.le Alessia Morani se non un bel.. bene brava bis!!!
Mentre il Premier Renzi è in giro per la penisola in piena campagna elettorale per il Referendum a raccontare che aumenterà le pensioni minime a tutti, la Morani ti manda in banca a chiedere un prestito!
amazonNella Riforma costituzionale voluta dalla Renzi&Boschi company è inserita una legge elettorale che ancora una volta porterà ad avere un Parlamento di nominati e non di eletti.
I parlamentari devono essere eletti con le preferenze dai cittadini attraverso i collegi elettorali, solo così si darà la possibilità al popolo di poter giudicare l’operato dei propri rappresentanti.
Secondo voi l’on.le Alessia Morani eletta nel 2013 nella circoscrizione delle Marche in una lista blindata del PD ( era collocata al nono posto della lista e in quella circoscrizione al PD sono stati assegnati 9 seggi), alle prossime elezioni politiche potendo esprimere la preferenza sarebbe nuovamente eletta?

Per la cronaca.. il prestito vitalizio ipotecario è stato previsto con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 22 dicembre 2015 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 38 del 16 febbraio 2016, in attuazione dell’articolo 1, legge 2 aprile 2015, n. 44, con la quale viene tentata la rivitalizzazione di questa particolare forma di finanziamento dedicata a soggetti anziani d’età.

Un grande, Bertolt Brecht delle banche diceva: “Che cos’è rapinare una banca, in confronto al fondarla?”

Spray Corpo Profumati

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Chi trova un amico trova un TESORO!

posteIn questi tempi lo slogan che va più di moda tra i nostri governanti è quello che recita : “ è ora che la gente non veda più lo Stato come un nemico! Dobbiamo riavvicinare la gente alla politica e per farlo non c’è miglior cosa che trasmettere fiducia!”.
Parole sacrosante che il Premier Renzi & company non passa giorno che recitino in ogni intervento pubblico, a maggior ragione in questi giorni in cui è scattato il conto alla rovescia per il Referendum costituzionale del 4 dicembre.
Caso ha voluto che proprio in questi giorni ho avuto modo di recuperare mentre ero in fila ad uno sportello delle Poste Italiane una copia del volantino/circolare nel quale si da conto della scaletta degli accrediti delle pensioni per tutto l’anno 2017.
Dal calendario allegato si può facilmente notare che nel 2017 le pensioni non verranno più accreditate il primo di ogni mese ma bensì: 5 volte al 2 del mese e ben 7 volte al 3 del mese; ma il bello è che nei dodici mesi del prossimo anno solo 4 volte il primo del mese cadrà in un giorno festivo.
Per chi riceve la pensione tramite conto corrente postale e utilizza un normale bancomat per fare la spesa o per pagare medicinali, bollette, ecc. vale la regola che se sul conto corrente non vi è capienza il bancomat non funziona.
Pensando a quei pensionati che ricevono pensioni poco superiori ai 500 euro mensili mi chiedo se sia normale che queste persone per ben sette volte in un anno debbano essere per due giorni al mese a rischio di non poter fare la spesa o peggio ancora di non poter acquistare dei medicinali.
Come al solito a dover tirare la cinghia sono sempre i più deboli, persone avanti con gli anni che al contrario dovrebbero essere tutelate.
In tempi di campagna elettorale per il referendum si sente parlare solamente di bonus, aumenti delle pensioni minime ecc.ecc. ma questi venditori di fumo lo sanno che dal prossimo anno (carta canta) i pensionati per 19 giorni in un anno non potranno disporre dei loro soldi!
E questo dovrebbe essere lo Stato amico, quello da tenerti stretto come un tesoro!
Per dirla alla Bud Spencer e Terence Hill mi sa che sia giunto il momento di un bel “Altrimenti ci arrabbiamo!!!”.
E basta no!

Vini Vigna Dogarina

postepensioni

 copertinaiovotono

Bere latte italiano diventa quasi un lusso!

Io-Bevo-latte-italiano-1In questi giorni è scoppiato il caso che ha visto contrapposti la Cooperativa dei produttori di Latte della Valpolcevera e la Parmalat, partecipata del gruppo Lactalis.
Motivo del contendere la decisione da parte di Lactalis di non rinnovare il contratto con gli allevatori liguri ai quali in fase di rinnovo ha offerto 25 centesimi al litro, una cifra inidonea a coprire i costi di produzione che si aggirano intorno ai 36/40 centesimi al litro a cui vanno aggiunti i costi di trasporto ( circa 9/10 centesimi al litro).
Fortunatamente, grazie alla mediazione della Coldiretti Liguria e al tempestivo intervento dell’assessorato all’Agricoltura di Regione Liguria si è riusciti a trovare un accordo in tempi brevi con il Gruppo Caseario Pugliese-Conrado, di Lauriano, in provincia di Torino che assorbirà 100 quintali di latte per produrre con il marchio Caseificio Pugliese formaggi freschi a pasta filata 100% made in Italy, questo almeno fino al 30 settembre.
La pagina Facebook della Parmalat è stata presa d’assalto e i responsabili della comunicazione dell’azienda hanno postato sulla pagina un comunicato stampa, cercando di rispondere alla marea di commenti negativi postati dai consumatori; risposte che a dire il vero sono sembrate una sorta di copia incolla personalizzato di volta in volta con l’inserimento del nome della persona a cui si tentava di rispondere.
Una brutta storia figlia di quelle politiche europee che permettono l’ingresso in Italia di latte proveniente dall’estero a prezzi stracciati.
L’episodio che ha visto come protagonisti gli allevatori liguri porta noi consumatori a una riflessione su come possa succedere che un litro di latte pagato alla stalla meno di 0,40 cent lo si possa ritrovare sullo scaffale del supermercato ad un cifra che oscilla tra 1 euro e 40/80 cent.
Ci troviamo di fronte in pratica a un aumento che in alcuni casi giunge a toccare la ragguardevole percentuale di più del 300% ( il 260% lo impone il trasformatore e il 30-40% il venditore finale ).
Ma è per tutti così o in altri Paesi il latte ha prezzi più ragionevoli? E come al solito andando a vedere in casa dei nostri cugini francesi e degli eterni avanti tedeschi scopriamo che in Francia a fronte di un prezzo alla stalla di 0,34 cent. di euro il latte sullo scaffale viene venduto ad un prezzo che oscilla tra 0,75 e 0,90 cent. di euro, mentre in Germania dove la stalla riceve 0,39 cent. di euro il prezzo al pubblico è assestato su 0,90 cent. di euro (in pratica in questi paesi il costo di un litro di latte è pari al doppio di quello che lo si paga alla stalla che lo produce).
Ma allora c’é qualcosa che non funziona? che cosa ? E qui chi più ne ha più ne metta… incomincia un incredibile giro di valzer dove la responsabilità del prezzo finale del latte viene rimbalzata a destra e a manca e ovviamente ognuno tra quanti commercializzano il latte si sente legittimato a dire la sua, per cui ci tocca sentir dire che : in Germania il latte costa di meno perché i tedeschi ne consumano giornalmente di più, sempre in Germania il latte ha una durata di 10 giorni anziché di 6 come in Italia, e ancora l’Italia a differenza degli altri Paesi ha una commercializzazione estremamente frammentaria che richiede di conseguenza una struttura logistica-distributiva articolata e complessa (e giù paroloni, ma stiamo parlando di latte!), e ancora l’Italia con la sua forma lunga e stretta (già siamo una penisola) è un paese difficile da distribuire, la produzione non può essere accentrata altrimenti il latte non riuscirebbe ad arrivare in tempo sugli scaffali, e ancora se ci facessero produrre quel milione e mezzo di tonnellate di latte in più di cui abbiamo bisogno, e che invece siamo costretti ad importare, forse potremmo contenere i prezzi, e ancora per ultimo che il prezzo della Francia è un caso a parte in quanto in Francia il consumo di latte fresco è irrilevante (e allora poiché noi ne beviamo più di loro dobbiamo pagarlo più caro? strano però che i tedeschi che ne sono grandi consumatori lo paghino di meno… qui qualcuno non la dice giusta!).
E’ chiaro che le dichiarazioni sono state tutte rilasciate da soggetti che commercializzano il latte ed è proprio a questi signori che mi verrebbe da porre una domanda: come è possibile che in un qualsiasi supermercato italiano un litro di latte parzialmente scremato prodotto in una Centrale del Latte che dista 100 km da casa mia costi 1,60 cent. di euro, mentre nella stessa città in un supermercato di una catena tedesca un litro di latte con le stesse caratteristiche e prodotto a 1.000 km di distanza da casa mia costi 1 euro? E i costi di trasporto e il caro carburante? .
Ma c’è di più, siamo poi sicuri che il latte italiano che ci viene venduto a un prezzo da bene di lusso sia veramente prodotto in Italia? In ogni caso sempre meglio dare una guardatina all’etichetta per vedere la provenienza del latte che stiamo acquistando.
Possibile che bere un buon bicchiere di latte italiano possa diventare per molte famiglie ( penso a quelle numerose) quasi un lusso!
Non sarebbe opportuno che i “trasformatori” si sforzassero di ottimizzare le fasi intermedie della filiera e magari allineare i margini di guadagno a quelli “più umani” dei paesi vicini, per evitare di pagare un litro di latte quanto un litro di benzina!

Burri Corpo