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Renzi non abdica, anzi il piccolo principe vuol farsi Imperatore!

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renzi-e-moglie-spallaDomenica notte quando Renzi ha concluso la sua conferenza stampa da Palazzo Chigi e si è avvicinato alla moglie Agnese mettendole il braccio sopra la spalla per guadagnare l’uscita ho capito che il piccolo principe non avrebbe abdicato ma al contrario era già pronto strategicamente ad imboccare la strada che per soddisfare la sua smodata ambizione lo porterà a tentare di essere incoronato Imperatore!
Da quella conferenza si è voluto fa uscire  l’immagine  mediatica di un ragazzo dedito alla famiglia e grato alla moglie che l’ha supportato in un’avventura in cui lui per il bene dell’Italia e degli italiani non ha esitato a trascurare le persone più care, peccato che nessun italiano sappia che faccia abbia la moglie del suo predecessore Enrico Letta.
Renzi è il classico politico che vuole rottamare chi lo ha preceduto a botte di distinguo : “io non sono come quelli là” ma poi come ha raccontato Emiliano, presidente della Regione Puglia, a Matrix su canale 5 intervistato da Nicola Porro, in occasione delle primarie che lo hanno incoronato segretario del PD si è succhiato l’appoggio incondizionato di Emiliano (che per darglielo ha litigato con Bersani e D’Alema) e poi una volta ottenuto ciò che voleva non si è più fatto vedere in Puglia, nemmeno per promuovere la campagna elettorale di Emiliano alla Regione.
Diciamo le cose come stanno, quale Premier al mondo non avrebbe annunciato le proprie dimissioni dopo una sconfitta elettorale come quella subita dal Pinocchietto di Pontassieve, stiamo parlando di venti punti percentuali capaci di mettere ko non solo un Premier ma anche il partito che lo esprime e la compagine governativa che lo ha sostenuto (ricordiamoci che D’Alema, l’ultimo Premier a dimettersi per una sconfitta elettorale, lo fece per molto meno essendo incappato in una debacle del partito alle elezioni regionali nel ‘2000).
Il problema è un altro, Renzi in piena campagna elettorale aveva annunciato che in caso di vittoria del NO si sarebbe non solo dimesso ma avrebbe considerato chiusa la sua esperienza politica!
Ma quanti sono quelli che non gli hanno creduto? A vedere i risultati del Referendum si direbbe che siano stati una marea gli italiani che si sono portati avanti in quel difficile campo talvolta minato che si chiama “democrazia”, della serie.. per intanto ti voto contro e poi vediamo se te ne andrai veramente a casa!
A proposito ve lo ricordate Cameron,dopo la batosta rimediata con la Brexit, immortalato mentre mangia fish and chips su un muretto in compagnia della moglie!

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Dalle urne è uscito un verdetto chiaro e forte, agli italiani non “garba” il governo Renzi e chi lo sostiene, e cosa assai più importante vogliono poter scegliere con il proprio voto da chi essere governati.
Appare quindi inevitabile che non si perda ulteriore tempo e si metta il popolo in condizione di poter ritornare alle urne in tempi brevi per scegliere la propria classe dirigente.
Nel momento in cui Renzi ha capito di aver perso alla grande, che cosa ha fatto? Ha subito rilanciato la palla nel campo avversario invitando i vincitori a proporre loro le soluzioni per uscire dal tunnel in cui lui stesso l’ha confinato!
Ma come? Non era Renzi che in campagna elettorale aveva promesso non solo a Cuperlo (che nel Pd conta come il 2 a briscola) ma anche agli italiani che avrebbe rimesso mano all’Italicum!
E se avesse vinto il SI cosa sarebbe successo? Pinocchietto avrebbe incassato la vittoria e mandato il Paese a nuove elezioni con l’attuale legge elettorale a marzo del prossimo anno per fare tabula rasa di chi si fosse ancora frapposto alla sua incoronazione a Imperatore.
Ma il dramma è che questo irresponsabile tale ambizione continua a coltivarla nonostante la scoppola che ha preso e la riprova si è avuta nella Direzione del PD tenutasi l’altro giorno; una Direzione assai anomala per un partito che ha il termine “democratico” nel proprio simbolo!
In Direzione ha parlato solo il segretario che così facendo ha umiliato non solo le varie componenti del partito ma credo anche tutti quei militanti che difficilmente potranno riconoscersi in un segretario che con il suo entourage di ex democristiani sta mettendo sotto assedio il partito che fu di Gramsci e Togliatti.
Tutto studiato a tavolino, parla solo il segretario e la Direzione viene convocata in maniera permanente il che significa in termini pratici che a breve non sarà convocata nessuna ulteriore Direzione in cui le varie componenti possano chiedere conto al segretario della sua sconfitta.
Del resto cosa fare Renzi lo ha ben chiaro, mettere in condizioni il Presidente Mattarella di ridargli nuovamente l’incarico per un Renzi bis oppure fare un governo di scopo con a capo un suo uomo di fiducia (e mantenuto a galla ancora con i Verdini,gli Alfano,ecc.) che possa traghettarlo senza ulteriori traumi alle prossime elezioni dove sicuramente lui sarà il candidato Premier del PD, altro che lasciare la politica!
Pinocchietto è convinto che alle prossime elezioni, da tenersi il più tardi possibile (in modo da permettere alla marea di neoeletti di maturare il vitalizio, che si materializzerà il 17 settembre 2017) potrà contare su quei 13 milioni di italiani che hanno votato SI.
Credo che Renzi non abbia recepito appieno il messaggio che gli italiani gli hanno mandato il 4 dicembre e continui a pensare che con un’ulteriore campagna elettorale lunga e infarcita di balle possa risorgere e poter arrivare alla guida del Paese da eletto e non da nominato.
Da un esame dei flussi elettorali non è così difficile capire che quei 13 milioni di voti non sono tutti suoi o del PD ma anche di elettori che pur non votando normalmente PD si sono espressi per il SI al Referendum.
Pinocchietto vuol far credere che si andrà presto alle elezioni ma al contrario sta lavorando per ottenere un nuovo incarico che gli consenta di governare ancora per un anno o al peggio di mettere un suo clone, perché nessuno lo scrive o dice, ma nei primi mesi del prossimo anno il governo dovrà procedere a una marea di nomine che sicuramente non saranno lasciate decidere ad un esecutivo di unità nazionale perché non è difficile capire che ogni forza politica vorrà poter accedere alla propria fetta di una torta che si prospetta più che prelibata visto che stiamo parlando delle nomine dei vertici di : Finmeccanica, Poste, Eni, Enel, Terna, Tesoro e Banca d’Italia.
Ma vi sembra possibile che quando si è voluto varare la riforma Fornero sulle pensioni il Parlamento l’abbia fatto in 16 giorni e ora dopo un pronunciamento chiaro e inequivocabile del popolo che chiede di indire nuove elezioni politiche si debba aspettare il pronunciamento della Consulta che avverrà solo il 24 gennaio 2017 ( Consulta dove peraltro il Presidente Mattarella è di casa, visto che ne ha fatto parte dal 2011 fino alla sua elezione a Presidente della Repubblica).
Gli italiani hanno dimissionato il Governo Renzi ma non il Parlamento e allora i nostri tra virgolette (visto che sono tutti nominati) “rappresentanti” si riuniscano e producano collegialmente una nuova legge elettorale che risponda a due priorità assolute: far scegliere agli elettori i propri rappresentanti, consentire a spoglio avvenuto che la colazione vincente possa essere messa in condizione di governare, grazie non solo al premio di maggioranza che riceverà, ma anche e soprattutto all’introduzione del divieto di cambio di casacca per i parlamentari eletti.
In questa vicenda grottesca non vanno sottaciute le enormi responsabilità di chi nel fare informazione si è schierato con chi ha il potere, penso ai tanti colleghi giornalisti che hanno raccontato alla gente quell’Italia che non c’è, dando per buone tutte le balle che il Premier ha raccontato non solo in campagna elettorale ma day by day nei suoi 1000 giorni di governo.
Per raccontare le cose come stanno non è necessario avere in tasca la tessera di un partito o di un movimento, è sufficiente vivere una giornata tra la gente magari cominciando al mattino presto quando ti tocca aspettare per decine di minuti il treno in ritardo, per poi passare davanti all’edicola dove rinunci a comprare il giornale e al bar dove la colazione, cappuccio e cornetto, per molti è solo un bel ricordo.
Ma se ti metti a scrivere di queste cose vieni bollato come un populista da quelli come Renzi che credono di aver capito tutto e vanno in mezzo alla gente solo quando devono chiedere voti!
Io sarò un populista e non capirò niente, ma una cosa l’ho intesa, quella di domenica per Renzi e il PD è stata una sconfitta epocale e al prossimo sbaglio o balla che sia il popolo non farà nessun tipo di sconto!

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Licenziato Renzi!

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renzi-a-casaIl Premier Renzi ha chiamato a raccolta gli italiani per avere, in un delirio di onnipotenza, il lasciapassare per modificare la Costituzione a suo piacimento e il popolo italiano ha accolto in pieno questo invito facendo registrare un affluenza alle urne da record che ha sfiorato il 70% (68,48).
Dalle urne è uscita una sonora bocciatura per Renzi e per tutto il suo entourage, i risultati parlano chiaro e soprattutto non lasciano spazio a quel teatrino della politica in cui dopo una tornata elettorale solitamente si fa fatica a trovare chi ha perso.
Questa volta non è andata così, più di 19 milioni di italiani hanno detto NO licenziando di fatto Renzi e il suo governo, un risultato che in termini percentuale fissa al 59,14 % i NO e al 40,86% i SI, che in termini pratici sta a significare uno scarto percentuale di circa 20 punti.
L’Italia ha detto NO a Renzi e lo ha fatto in maniera omogenea considerato che solo tre regioni hanno fatto registrare una leggera supremazia del SI: Trentino Alto Adige (53,87 SI), Toscana (52,51 SI), Emilia Romagna (50,39 SI– poco più di 20.000 voti di vantaggio sul NO).
Nel resto della penisola il NO ha trionfato e soprattutto al Sud si è avuta la più sonora bocciatura per il Premier: Sardegna ( 72,22 NO), Sicilia (71,58 NO), Campania (68,52 NO), mentre al Nord è il Veneto la regione con la percentuale più alta di NO (61,94).
Gli italiani con il voto di ieri hanno dimostrato che quando si deve decidere sul futuro del nostro Paese hanno ancora voglia di poter dire la loro, lo hanno fatto mandando un messaggio molto chiaro non solo a Renzi ma all’intera classe politica: è finito il tempo di firmare cambiali in bianco a chicchessia, gli italiani vogliono poter scegliere da chi essere rappresentati in Parlamento!
Il NO di ieri non è solo un NO a Renzi ma anche e soprattutto a chi cambiando casacca ha permesso al suo governo di stare a galla ( Verdini, Alfano e transfughi vari), un esecutivo che come i due precedenti (Monti e Letta) non è stato votato dagli italiani ma creato a tavolino sotto l’abile regia di quel Giorgio Napolitano che per tale servizio ha ricevuto i gradi di “ Presidente emerito”.
La palla ora passa nelle mani del Presidente Mattarella al quale toccherà cogliere il messaggio lanciato dagli italiani, basta giochini di palazzo, si dia l’incarico a un traghettatore che nel giro di un paio di mesi licenzi una nuova legge elettorale che permetta agli italiani di decidere chi mandare in Parlamento e poi nel più breve tempo possibile si vada nuovamente a votare per scegliere chi finalmente ci governerà in maniera legittima per i prossimi cinque anni.
Renzi uscirà di scena? Non ne sarei così convinto anche se avrà il suo da fare a rimettere in sesto un PD che da questo Referendum esce profondamente lacerato al suo interno e decisamente indebolito.
Certo a veder le facce di molti suoi compagni di partito messi in naftalina mi viene in mente l’epitaffio sulla tomba di Lucio Cornelio Silla : “Nessun amico mi ha reso servigio, nessun nemico mi ha recato offesa, che io non abbia ripagati in pieno.”
Amen!

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Perché scelgo NO!

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scelgono1Quella che sta per finire è stata senza alcun dubbio una delle peggiori campagne elettorali di sempre, piena di insulti e toni accesi tra le forze politiche e di invasioni di campo da parte di chi con le proprie esternazioni a favore del SI ha voluto mettere in guardia gli italiani su possibili scenari apocalittici per il futuro del nostro Paese.
Confindustria, Marchionne, Jp Morgan, l’ambasciatore Usa in Italia, la troika Ue, agenzie di rating e chi più ne ha più ne metta ci hanno voluto dire che le lobby e i poteri forti sono dalla parte del Premier Renzi.
Ma questi sostenitori del Premier messo lì per fare le Riforme sono coscienti di avere una buona parte di colpa per averci trascinato nelle condizioni in cui versiamo, o no?
Un campagna elettorale in cui il Premier e tutti i componenti del suo Governo si sono spesi a dismisura (promettendo pure guarigioni miracolose) non solo lungo l’intera penisola ma addirittura all’estero per promuovere il SI a favore di una Riforma che se approvata cambierà in peggio la nostra Costituzione.
Eminenti colleghi giornalisti che appaiono un giorno si e l’altro pure in Tv si sono spesso trincerati durante questa “campagna anomala” dietro la più classica delle giustificazioni: “come giornalista non posso schierarmi” per poi attaccare a spron battuto il politico di turno non proprio in sintonia con la linea editoriale seguita dalla testata o rete di appartenenza del collega.
Io credo che ci sia una profonda differenza tra un voto politico/amministrativo e uno referendario con il quale ci viene chiesto se cambiare o meno la nostra Costituzione.
Ritengo quindi che anche un giornalista abbia non solo il diritto ma anche il dovere di pronunciarsi su un Referendum di tale importanza, ragion per cui io scelgo di votare NO a questa riforma.
Questa Riforma ci è stata venduta come la possibilità unica e irripetibile di cambiare una carta ferma da 70 anni! Niente di più falso visto che la Costituzione dal ’48 ad oggi è stata modificata per ben 35 volte e chi come il sottoscritto ha scelto di dire NO, non lo fa perché non la vuole cambiare a prescindere ma solo per preservarla da un cambiamento in peggio!
Quanto proposto dalla ditta Renzi&Boschi tende a stravolgere più di un terzo della Carta (47 articoli su 139) e lo fa in malo modo visto che è scritta male e in maniera confusionale, tanto da trasformare le 9 parole dell’art.70 in un interminabile sproloquio in cui non si capisce niente.
Potrei scrivere e argomentare una serie infinita di motivi validi per cui scelgo di votare NO a questa riforma, ma per non tediarvi su argomenti triti e ritriti mi soffermo unicamente su alcuni aspetti a mio modo di vedere importanti e in qualche modo dirimenti sulla preferenza di voto per il NO.
Voto NO a questa riforma perché non prevede l’introduzione del vincolo di mandato per i parlamentari.
Il Premier Renzi ha tuonato che questa riforma porrà fine alla giostra dei governi in un Paese che ha avuto 63 governi in 70 anni! Ma si è chiesto il novello riformatore toscano perché dal 1946 ad oggi sono stati solo 27 i presidenti del consiglio in Italia? (De Gasperi ne ha guidati 8, Andreotti 7, Fanfani 6 e via via tutti gli altri).
La risposta è semplicissima, i governi sono caduti per i giochi di palazzo e per il trasformismo dei parlamentari che pur di ottenere questo o quell’incarico di governo non hanno esitato anno dopo anno a contribuire alla caduta dei vari governi negando di volta in volta la fiducia a questo o quell’esecutivo.
Un mini dossier approntato da Openpolis ha fotografato molto bene la situazione dei cambi di casacca nella XVII legislatura, quella in corso e in carica dal febbraio 2013; in poco più di tre anni sono ben 252 (tra deputati e senatori) i parlamentari che hanno cambiato gruppo, in pratica uno ogni tre giorni.
Voto NO a questa riforma perché il nuovo Senato non sarà più eletto dai cittadini ma dai consigli regionali e dal Capo dello Stato.
Il Senato voluto da Renzi&Boschi sarà formato da 100 senatori: 5 nominati dal capo dello Stato, 21 nominati dai Consigli Regionali tra i sindaci, 74 nominati dai Consigli Regionali tra i consiglieri regionali.
Avrei tanto piacere che i due illuminati toscani spiegassero come faranno i cittadini a scegliere quali saranno i 21 sindaci che andranno al Senato?
Senza contare che il tanto strombazzato risparmio di 500 milioni di euro l’anno che si otterrà con il nuovo Senato è stato prontamente smentito dalla Ragioneria Generale che ha calcolato un taglio non superiore ai 50 milioni di euro.
Voto NO a questa riforma perché non è assolutamente vero che in Italia sono necessari anni per approvare le leggi, quando vi è la volontà politica le leggi si approvano anche in 16 giorni come nel caso della legge Fornero che ha fregato e rovinato milioni di italiani.
Voto NO a questa riforma perché triplica da 50 a 150 mila le firme per presentare disegni di legge di iniziativa popolare e rimanda ad una futura legge costituzionale i referendum propositivi.
Voto NO a questa riforma fatta da Renzi a braccetto con la Boschi e Verdini grazie a una nuova maggioranza nata raccogliendo tutti i transfughi dalle formazioni politiche attraverso le quali si erano presentati al cospetto degli elettori nel febbraio del 2013.
Voto NO a questa riforma per la quale il Premier ha promesso prebende e bonus a tutti pur di strappare qualche SI, arrivando da Presidente del Consiglio a scrivere una lettera agli italiani all’estero in cui ha spiegato solo le ragioni del SI e non anche quelle del NO, fatto questo che inchioda il Premier a delle assunzioni di responsabilità ben precise in caso di sconfitta del SI.
Questo Referendum è nato come un voto pro o contro Renzi, ed è stato lui il primo a venderlo come una cosa sua; quindi un politico così diverso dai precedenti e lontano anni luce dai rappresentanti della casta non avrà alcuna difficoltà in caso di vittoria del NO a trarre le dovute conseguenze, del resto Berlusconi gli ha già offerto pubblicamente un posto da annunciatore a Mediaset.
Hai visto mai che è la volta buona che pensionano Mastrota!

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Pensioni da fame?

pensioni-da-fameHai una pensione da fame?
Non ti preoccupare l’on.le Alessia Morani del PD ha la soluzione giusta per te : ipoteca la casa così la finisci con sta lagna che non riesci ad arrivare a fine mese!

Proprio vero che il Governo Renzi pensa proprio a tutto e a tutti!
Sei un pensionato avanti con gli anni e hai una pensione che non ti permette di poterti curare o di pagare tasse e bollette varie e che problema c’è?
L’on.le Alessia Morani, vice presidente del gruppo PD alla Camera dei Deputati, ospite il 24 ottobre 2016 nel programma tv “Quinta Colonna”condotto da Del Debbio ha dato a un’anziana pensionata che percepisce 650 euro di assegno mensile la soluzione giusta per risolvere ogni suo problema!
L’on.le Morani ha consigliato alla signora di rivolgersi a una banca per richiedere un prestito vitalizio ipotecario!!!
Il prestito vitalizio ipotecario, meglio conosciuto nel mondo anglosassone con il termine di “reverse mortgage” è una particolare forma di finanziamento a cui possono accedere i cittadini che abbiano compiuto i 60 anni di età e che dispongano della proprietà di un immobile non gravato da altre iscrizioni ipotecarie.
All’anziano viene concesso un finanziamento a fronte dell’iscrizione di un’ipoteca sulla casa di proprietà ( in cui potrà continuare a vivere) mentre la restituzione del capitale e degli interessi sarà a carico, in tutto o in parte, degli eredi posteriormente al decesso del mutuatario.
Nel caso in cui gli eredi si rifiutino di pagare la banca potrà vendere l’immobile per soddisfare il suo credito con il ricavato, restituendo agli eredi l’eventuale eccedenza.
Che dire all’on.le Alessia Morani se non un bel.. bene brava bis!!!
Mentre il Premier Renzi è in giro per la penisola in piena campagna elettorale per il Referendum a raccontare che aumenterà le pensioni minime a tutti, la Morani ti manda in banca a chiedere un prestito!
amazonNella Riforma costituzionale voluta dalla Renzi&Boschi company è inserita una legge elettorale che ancora una volta porterà ad avere un Parlamento di nominati e non di eletti.
I parlamentari devono essere eletti con le preferenze dai cittadini attraverso i collegi elettorali, solo così si darà la possibilità al popolo di poter giudicare l’operato dei propri rappresentanti.
Secondo voi l’on.le Alessia Morani eletta nel 2013 nella circoscrizione delle Marche in una lista blindata del PD ( era collocata al nono posto della lista e in quella circoscrizione al PD sono stati assegnati 9 seggi), alle prossime elezioni politiche potendo esprimere la preferenza sarebbe nuovamente eletta?

Per la cronaca.. il prestito vitalizio ipotecario è stato previsto con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 22 dicembre 2015 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 38 del 16 febbraio 2016, in attuazione dell’articolo 1, legge 2 aprile 2015, n. 44, con la quale viene tentata la rivitalizzazione di questa particolare forma di finanziamento dedicata a soggetti anziani d’età.

Un grande, Bertolt Brecht delle banche diceva: “Che cos’è rapinare una banca, in confronto al fondarla?”

Spray Corpo Profumati

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http://dai.ly/x4yzn6b

Chi trova un amico trova un TESORO!

posteIn questi tempi lo slogan che va più di moda tra i nostri governanti è quello che recita : “ è ora che la gente non veda più lo Stato come un nemico! Dobbiamo riavvicinare la gente alla politica e per farlo non c’è miglior cosa che trasmettere fiducia!”.
Parole sacrosante che il Premier Renzi & company non passa giorno che recitino in ogni intervento pubblico, a maggior ragione in questi giorni in cui è scattato il conto alla rovescia per il Referendum costituzionale del 4 dicembre.
Caso ha voluto che proprio in questi giorni ho avuto modo di recuperare mentre ero in fila ad uno sportello delle Poste Italiane una copia del volantino/circolare nel quale si da conto della scaletta degli accrediti delle pensioni per tutto l’anno 2017.
Dal calendario allegato si può facilmente notare che nel 2017 le pensioni non verranno più accreditate il primo di ogni mese ma bensì: 5 volte al 2 del mese e ben 7 volte al 3 del mese; ma il bello è che nei dodici mesi del prossimo anno solo 4 volte il primo del mese cadrà in un giorno festivo.
Per chi riceve la pensione tramite conto corrente postale e utilizza un normale bancomat per fare la spesa o per pagare medicinali, bollette, ecc. vale la regola che se sul conto corrente non vi è capienza il bancomat non funziona.
Pensando a quei pensionati che ricevono pensioni poco superiori ai 500 euro mensili mi chiedo se sia normale che queste persone per ben sette volte in un anno debbano essere per due giorni al mese a rischio di non poter fare la spesa o peggio ancora di non poter acquistare dei medicinali.
Come al solito a dover tirare la cinghia sono sempre i più deboli, persone avanti con gli anni che al contrario dovrebbero essere tutelate.
In tempi di campagna elettorale per il referendum si sente parlare solamente di bonus, aumenti delle pensioni minime ecc.ecc. ma questi venditori di fumo lo sanno che dal prossimo anno (carta canta) i pensionati per 19 giorni in un anno non potranno disporre dei loro soldi!
E questo dovrebbe essere lo Stato amico, quello da tenerti stretto come un tesoro!
Per dirla alla Bud Spencer e Terence Hill mi sa che sia giunto il momento di un bel “Altrimenti ci arrabbiamo!!!”.
E basta no!

Vini Vigna Dogarina

postepensioni

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Attenti a quei due! Per loro il Referendum è una bufala

Referendum-Vota-SI-24Certo che noi italiani siamo proprio fortunati ad avere un Presidente del Consiglio, il Premier Renzi, che bolla come una “Bufala” il Referendum del 16 aprile e un ex Presidente della Repubblica (ora “emerito”) che rincara la dose definendolo “un’iniziativa pretestuosa” invitando di fatto gli italiani a non andare a votare!
Sarebbe troppo facile liquidare le esternazioni dei due compagni di cordata, che buttarono giù dal burrone il buon Letta, come le dichiarazioni di due politici non interessati al quesito referendario, e no!
Renzi al di là della sua carica di segretario del PD è il Presidente del Consiglio, il capo di quel governo che sta governando il paese ed è inaccettabile che un capo di governo inviti il popolo a disertare le urne, mentre al contrario il Presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi invita ad andare a votare.
Napolitano da par suo non è una novità che consideri il ricorso al voto popolare un rischio, del resto nel corso del suo mandato ha sempre preferito ricercare accordi di Palazzo con i quali ha di fatto imposto scelte politiche che andavano ben oltre i suoi compiti istituzionali, per cui oggi da lui ci si aspettava più che un accorato appello a non andare a votare una serena autocritica sugli esiti a cui ha portato la sua presidenza; credo comunque che quest’ultima esternazione del “Presidente emerito” possa considerarsi una sorta di mesto commiato dalla vita politica.
La consultazione popolare di domenica costerà alle casse dello Stato dai 350 ai 400 milioni di euro (a Milano la macchina organizzativa costerà quasi 5 milioni, mentre per Roma ci vorranno non meno di 17 milioni) e gli uomini che rappresentano le istituzioni che fanno? Invitano gli italiani a non andare a votare!
Il segretario del PD Renzi, dimentica o meglio fa finta di non ricordare che il Referendum di domenica è l’unico rimasto in campo dei sei quesiti referendari sulla ricerca e l’estrazione degli idrocarburi in Italia promossi nel 2015 da dieci consigli regionali (Abruzzo, Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna,Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) di cui ben otto governati dal centro sinistra. L’Abruzzo si è poi ritirato dalla lista dei promotori.
Renzi invita a non andare a votare ma i Giovani Democratici di Basilicata, Puglia, Abruzzo, Calabria e Molise fanno cartello insieme e invitano alla partecipazione per un’Italia che guarda avanti!
Il Premier e il suo cerchio magico si affannano a ricordare che l’astensione è comportamento legittimo, e lo fa pure la vice segretaria del PD Serracchiani che il 21 gennaio 2012 postava un twitter che recitava:Oggi a Monopoli ho partecipato alla manifestazione per la difesa del mare Adriatico dai rischi delle trivellazioni petrolifere”.
Sarebbe troppo facile tirare in ballo la recentissima vicenda di “trivellopoli” che ha visto come protagonista l’ex ministra Guidi e il suo compagno per avere un motivo in più per andare a votare domenica, ma credo che quel twitter di quattro anni fa della Serracchiani, oggi totalmente sconfessato sia molto di più che un invito ad andare a votare SI.

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Renzi – 18 miliardi tasse in meno e tredicesime da 1 euro

1euroNel girotondo di annunci che il buon Renzi ha snocciolato in tutti questi mesi uno dei più roboanti è stato quello di fine novembre in cui durante una video conferenza con gli imprenditori della CNA ha promesso “una riduzione di 18 miliardi di tasse” e che “per la prima volta lo Stato dimagrisce anziché ingrassare, ma anche che tale riduzione è “l’inizio di un processo rivoluzionario“.
E provare per credere puntuale come un orologio svizzero è arrivata la prima fotografia indelebile di cosa siano oggi le tasse in Italia dopo 10 mesi di Governo Renzi.
La protagonista di questa istantanea “ tutta da ridere “ è un insegnante della scuola primaria che insegna in Toscana come precaria con un contratto a tempo determinato dal 27 ottobre 2014 al 3 di febbraio 2015.
Nella sua busta paga il totale della tredicesima è di 482,23 euro ma la somma delle ritenute per addizionale Irpef e addizionale comunale oltre a quelle previdenziali, ammontano a 481,23 euro e il conto è presto fatto: le rimane a disposizione 1 euro!
Ma al danno si aggiunge pure la beffa perché l’insegnante precaria a tutt’oggi non ha ancora ricevuto nessuna mensilità di stipendio e le hanno detto che potrebbe vedere qualche spicciolo a partire dal mese di gennaio!
Che bei tempi quelli in cui il simpatico Tino Scotti si affacciava dal tubo catodico per ricordarci che con “ Falqui, basta la parola! ” e in effetti bastava eccome, mentre oggi in una sorta di ballo del Blabla il buon pinocchietto Renzi con l’ausilio ed il conforto di media compiacenti è libero di sfornare una balla dietro l’altra.

Credits photo: palermomania.it