Il Premier Renzi ha chiamato a raccolta gli italiani per avere, in un delirio di onnipotenza, il lasciapassare per modificare la Costituzione a suo piacimento e il popolo italiano ha accolto in pieno questo invito facendo registrare un affluenza alle urne da record che ha sfiorato il 70% (68,48).
Dalle urne è uscita una sonora bocciatura per Renzi e per tutto il suo entourage, i risultati parlano chiaro e soprattutto non lasciano spazio a quel teatrino della politica in cui dopo una tornata elettorale solitamente si fa fatica a trovare chi ha perso.
Questa volta non è andata così, più di 19 milioni di italiani hanno detto NO licenziando di fatto Renzi e il suo governo, un risultato che in termini percentuale fissa al 59,14 % i NO e al 40,86% i SI, che in termini pratici sta a significare uno scarto percentuale di circa 20 punti.
L’Italia ha detto NO a Renzi e lo ha fatto in maniera omogenea considerato che solo tre regioni hanno fatto registrare una leggera supremazia del SI: Trentino Alto Adige (53,87 SI), Toscana (52,51 SI), Emilia Romagna (50,39 SI– poco più di 20.000 voti di vantaggio sul NO).
Nel resto della penisola il NO ha trionfato e soprattutto al Sud si è avuta la più sonora bocciatura per il Premier: Sardegna ( 72,22 NO), Sicilia (71,58 NO), Campania (68,52 NO), mentre al Nord è il Veneto la regione con la percentuale più alta di NO (61,94).
Gli italiani con il voto di ieri hanno dimostrato che quando si deve decidere sul futuro del nostro Paese hanno ancora voglia di poter dire la loro, lo hanno fatto mandando un messaggio molto chiaro non solo a Renzi ma all’intera classe politica: è finito il tempo di firmare cambiali in bianco a chicchessia, gli italiani vogliono poter scegliere da chi essere rappresentati in Parlamento!
Il NO di ieri non è solo un NO a Renzi ma anche e soprattutto a chi cambiando casacca ha permesso al suo governo di stare a galla ( Verdini, Alfano e transfughi vari), un esecutivo che come i due precedenti (Monti e Letta) non è stato votato dagli italiani ma creato a tavolino sotto l’abile regia di quel Giorgio Napolitano che per tale servizio ha ricevuto i gradi di “ Presidente emerito”.
La palla ora passa nelle mani del Presidente Mattarella al quale toccherà cogliere il messaggio lanciato dagli italiani, basta giochini di palazzo, si dia l’incarico a un traghettatore che nel giro di un paio di mesi licenzi una nuova legge elettorale che permetta agli italiani di decidere chi mandare in Parlamento e poi nel più breve tempo possibile si vada nuovamente a votare per scegliere chi finalmente ci governerà in maniera legittima per i prossimi cinque anni.
Renzi uscirà di scena? Non ne sarei così convinto anche se avrà il suo da fare a rimettere in sesto un PD che da questo Referendum esce profondamente lacerato al suo interno e decisamente indebolito.
Certo a veder le facce di molti suoi compagni di partito messi in naftalina mi viene in mente l’epitaffio sulla tomba di Lucio Cornelio Silla : “Nessun amico mi ha reso servigio, nessun nemico mi ha recato offesa, che io non abbia ripagati in pieno.”
Amen!