Creature grandi e piccole

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Nel 1937 James Herriot, giovane veterinario alle prime armi, viene chiamato per il ruolo di assistente veterinario a Darrowby, nello Yorkshire.
James ci racconta in questo libro i suoi primi due anni di professione trascorsi nello Yorkshire in cui la sua vita viene circondata da un mondo che egli impara presto ad amare e ad apprezzare: le creature grandi e piccole di cui si occupa per lavoro e i ruvidi, un po’ scontrosi ma anche capaci di una cordialità genuina, abitanti di quella regione.
Sono anni in cui James assiste alla trasformazione dell’agricoltura, che in quegli anni sta sostituendo il cavallo con le macchine agricole e nei quali deve affrontare i malanni degli animali senza poter far uso di penicillina e antibiotici, usando spesso e volentieri come uniche risorse: acqua fredda e sale inglese.
Tra i personaggi che lo circondano in questa sua avventura come non ricordare Siegfred Farnon, il suo bizzarro datore di lavoro e Tristan Farnon, lo spensierato fratello, studente universitario, e Helen la giovane donna con cui intreccia una storia d’amore che la porterà ad essere la futura moglie.
Un libro che affascinerà chi ama gli animali, la natura e chi vuole fuggire dalla routine quotidiana, dalla vita di città per vivere in armonia con la natura e le creature (grandi e piccole) che lo circondano.

herriot8Ho conosciuto James Herriot casualmente tanti anni fa, trovando una copia di “ Creature grandi e piccole “ in una piccola libreria; portai il libro a casa e lo divorai!
Mentre lo leggevo mi resi conto che mi ero imbattuto in uno di quei rari scrittori capaci di trasformare semplici fatti quotidiani in libri che possono diventare dei classici della letteratura; libri da consigliare come lettura nelle scuole sia medie che superiori, perché parlano di cose semplici, buone, di una vita fatta di lavoro ma non scandita dalla frenesia dei giorni nostri.
Da quel giorno l’ho seguito con grande interesse e ho letto e riletto più volte tutti i suoi libri, comprese le edizioni in inglese, provando ogni volta la stessa emozione come fosse la prima volta.
Se penso che ci sono bambini e ragazzi che non hanno mai visto una fattoria credo che mai come oggi i suoi libri possano essere utili ed educativi perché mentre Herriot si commuoveva per la nascita di un agnellino, oggi i telegiornali ci danno conto giornalmente di notizie pazzesche su bambini e animali martoriati!
Il progresso ha portato con sé una sorta di regresso e molti valori importanti si sono persi per strada, per cui credo che leggere Herriot in aula potrebbe aiutare a riscoprirli.
Il grande amore per la natura e un’abilità narrativa sorprendente fanno di Herriot un maestro del genere.

Consiglio anche:
Cose sagge e meravigliose
E il Signore le creò
Per amore di tutte le creature
Beato fra le bestie

CREATURE GRANDI E PICCOLE – La tenera e umana storia di un medico degli animali

herriotJames Herriot, pseudonimo di James Alfred Wight (Roker, 3 ottobre 1916 – Thirsk, 23 febbraio 1995), è stato uno scrittore e veterinario britannico.
Wight nacque nel Sunderland, ma durante il primo mese di vita si trasferì con la sua famiglia a Glasgow, dove rimase fino alla laurea in veterinaria, conseguita a 23 anni presso il Glasgow Veterinary College.
Nel 1937 andò ad abitare nello Yorkshire, più precisamente nella cittadina di Thirsk (la Darrowby dei romanzi), per svolgere la professione di veterinario dapprima come dipendente e poi come socio di Donald Sinclair (il Sigfried Farnon dei romanzi).
Il 5 novembre 1941 si sposò con Joan Catherine Anderson Danbury (la Helen Alderson dei romanzi), figlia di un benestante proprietario terriero. Ebbe due figli: James Alexander (nato nel 1943) e Rosemary (nata nel 1947).
Dal 1941 al 1943 Wight fu nella RAF. In seguito ad una operazione fu ritenuto non più idoneo come pilota e dopo un breve periodo di servizio a terra venne rimandato a casa.
Wight intendeva da anni scrivere un libro, ma con la maggior parte del suo tempo impegnato dalla medicina veterinaria e dalla famiglia, la sua ambizione di scrittura rimase ferma. Spronato da sua moglie, nel 1966, all’età di 50 anni, iniziò a scrivere..
Nel 1970 raggiunse un immediato successo con la pubblicazione di Creature grandi e piccole che narra delle sue esperienze lavorative frammiste alla sua vita privata.
Da questo romanzo venne tratto un film con Anthony Hopkins del 1974 (All Creatures Great and Small) e una serie televisiva per la BBC (1978).
I suoi libri hanno venduto oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo.

Edizioni Rizzoli – Bur

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Buona Pasqua – Happy Easter – Hyvää Pääsiäistä – Felices Pascuas – naif 2023

 

Possa essere una Pasqua serena e felice!

Happy Easter

May it be a peaceful and happy Easter!

Hyvää pääsiäistä

Olkoon rauhallista ja iloista pääsiäistä! 

Felices Pascuas

Que sea una Pascua serena y feliz!

 

 

 

 

Emma Davis

Emma Davis è nata nel 1975 in Scozia in una famiglia di artisti.
Ha studiato Arte contemporanea e pittura per quattro anni alla Scuola d’Arte di Glasgow dove si è laureata nel 1998.
Ha esposto le sue opere in molte gallerie d’arte della Scozia e nel 1999 ha vinto il Alexander Graham Munro Travel Award, assegnato dalla Royal Scottish Society of Painters in Watercolours (RSW).
Nel 2002 Emma Davis ha vinto il Sir William Giles art award alla RSW nella annuale esibizione.
Ha vinto numerosi altri premi durante le varie mostre tenute attraverso il Regno Unito.
Emma Davis dei suoi dipinti dice : “ Io da sempre amo I paesaggi della Scozia e sono cresciuta circondata dalle bellezze del mio Paese. Le mie opere esprimono la mia personalità e le mie emozioni verso particolari zone della mia Scozia, la tonalità della luce e dei colori che vedo intorno a me influenzano ciò che dipingo ogni giorno”.

 

 

 

 

Emma Davis was born in 1975 in Scotland into a family of artists
She studied contemporary art and painting for four years at the Glasgow School of Art where she graduated in 1998
She exhibited her works in many Scottish art galleries and won the Alexander Graham Munro Travel Award in 1999, awarded by the Royal Scottish Society of Painters in Watercolors (RSW)
In 2002 Emma Davis won the Sir William Giles art award at RSW in the annual performanceShe has won numerous other awards during various exhibitions held across the UK
Emma Davis of her paintings says: “I have always loved the landscapes of Scotland and I grew up surrounded by the beauties of my country. My works express my personality and my emotions towards particular areas of my Scotland, the tone of light and the colors I see around me influence what I paint every day “

 

 

Jo Grundy

JoGrundyJo Grundy è nata e cresciuta in una fattoria nel West Berkshire e queste sue origini le hanno dato un amore per la natura e il paesaggio inglese che ha voluto trasmettere agli altri nei suoi dipinti con cui ritrae talvolta in maniera stravagante il mutare delle stagioni del paesaggio inglese.
Nei primi anni ottanta ha studiato grafica al Berkshire College of Art and Design, poi ha lavorato come designer per circa 14 anni prima di avere i suoi due figli.
Dopo essersi dedicata alla crescita dei figli, ha iniziato il suo percorso artistico creando dei biglietti di auguri fatti in casa per poi passare a sviluppare il suo stile di pittura.
Nei suoi dipinti utilizza una tecnica mista che la porta ad utilizzare anche carta, colla e perline per creare opere particolarmente decorate.
Recentemente ha sviluppato ulteriormente il suo stile, utilizzando solo vernice acrilica e in modo particolare una specifica marca di vernice chiamata Jo Sonja da Chroma che può essere utilizzata indifferentemente su svariate superfici tra cui legno e vetro, ma anche molto bene su carta e tela.
La sua vena artistica trae ispirazione dalle stagioni sempre mutevoli del paesaggio inglese che ama rappresentare attraverso i suoi caratteristici piccoli cottage che si annidano tra dolci colline e circondati dalla fauna selvatica, fiori e uccelli.
La sua stagione preferita è l’inverno e spesso e volentieri i quadri che ha in lavorazione vengono venduti prima di essere finiti.
Solitamente vende le sue opere online, attraverso siti specializzati, e suoi dipinti sono presenti in collezioni in tutto il mondo.
Ha una gamma di oltre 50 immagini in licenza per la realizzazione di biglietti di auguri, stampe e kit di punto croce.

 

 

 

Jo Grundy was born and raised on a farm in West Berkshire and her origins have given her a love for nature and the English landscape, which she wanted to convey to others in her paintings which sometimes extravagantly portray the changing seasons of the English landscape
In the early eighties he studied graphics at Berkshire College of Art and Design, then worked as a designer for about 14 years before having her two childrenIn her paintings he uses a mixed technique that leads her to also use paper, glue and beads to create particularly decorated works.
Her artistic vein draws inspiration from the ever changing seasons of the English landscape that he loves to represent through his characteristic little cottages nestling among rolling hills and surrounded by wildlife, flowers and birds.
She  usually sells her works online, through specialized sites, and his paintings are present in collections all over the world.She  has a range of over 50 licensed images for making greeting cards, prints and cross stitch kits

 

Per maggiori informazioni :
http://www.jogrundyart.co.uk/

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Siti web che vendono le sue opere:
https://www.artgallery.co.uk/artist/josephine_grundy_2
https://www.etsy.com/uk/shop/JoGrundyArtist

 

 

Il gioco di colori di Ana Sánchez Marín

Ana è nata a Malaga, ma vive a Valladolid dal 2005 Due sono le passioni che la accompagnano fin da quando era piccola, le lingue ( ha un diploma di turismo e una laurea in inglese ) e la pittura Sua mamma racconta che Ana già a tre anni sapeva dipingere e girava per casa dipingendo tutto quello che vedeva, vasi, statuine di ceramica, quindi matite colorate e tubetti di colore sono diventati suoi buon amici si può dire da sempre! Ama molto la storia dell’arte ma nonostante l’incoraggiamento dei suoi genitori a frequentare dei corsi di pittura, Ana ha preferito imparare da sola e da buona autodidatta si è documentata e ha studiato molto e ha una grande ammirazione per gli artisti del Rinascimento, in particolare per Leonardo da Vinci che non era solo un pittore ma uno di quegli artisti a tutto tondo ( architetto,inventore,scultore..) Da quando si è trasferita a Valladolid ha iniziato a dedicarsi in maniera professionale alla pittura sviluppando un suo stile del tutto personale che utilizza nei suoi dipinti ad olio e nelle numerose varietà di illustrazioni che esegue sempre ad olio su tela L’arte naif descritta come ingenua, si caratterizza il più delle volte per essere un dipinto semplice ma è fuor di dubbio che chi lo realizza deve saper dipingere e bene per creare un quadro che possa saper trasmettere emozioni in chi lo guarda L’arte naif è uno stile di vita più che uno stile artistico e la visione dell’artista è molto importante perché rende un quadro naif un pezzo unico in cui l’artista aggiungendo il suo tocco d’immaginazione Ana predilige dipingere le città che sono piene di vita e a lei piace soffermarsi su quello che si vede ogni giorno nella vita quotidiana di una città, grande o piccola che sia, dove albergano personaggi,animali,macchine, monumenti e molto altro, mentre i campi sono il suo secondo ambiente prediletto perché niente come la natura sa donare in un dipinto un senso di serenità In fondo a ben pensarci l’arte Naif è la pittura del cuore e nei dipinti di Ana si coglie al primo sguardo non c’è solo fantasia ma anche molto della sua anima Il mondo è pieno di colori e Ana con la sua padronanza dei colori di base opportunamente miscelati riesce a farci vedere proprio il mondo di tutti i giorni riuscendo a trasmettere quel senso di gioia che è la vera essenza dell’arte Naif Ana ha partecipato a molte esposizioni in tutta Europa e i suoi quadri sono visibili e acquistabili attraverso il suo sito web e i suoi canali social

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The play of colors by Ana Sánchez Marín

Ana was born in Malaga, but has lived in Valladolid since 2005 There are two passions that have accompanied her since she was little, languages (she has a diploma in tourism and a degree in English) and painting. Her mother says that Ana already knew how to paint at the age of three and went around the house painting everything she saw, vases, ceramic figurines, so colored pencils and tubes of color became her good friends, you can tell they have always been! She loves art history very much but despite her parents’ encouragement to attend painting classes, Ana preferred to learn on her own and as a good self-taught she is well documented and studied a lot and has great admiration for Renaissance artists, in particular for Leonardo da Vinci who was not only a painter but one of those artists in the round (architect, inventor, sculptor ..) Since she moved to Valladolid she began to devote herself professionally to painting developing her own completely personal style which she uses in her oil paintings and in the numerous varieties of illustrations she always performs in oil on canvas Naive art described as naïve, is characterized most of the time for being a simple painting but there is no doubt that whoever makes it must know how to paint well to create a picture that can convey emotions in the viewer Naive art is a lifestyle more than an artistic style and the artist’s vision is very important because it makes a naive painting a unique piece in which the artist adding her touch of imagination Ana prefers to paint cities that are full of life and she likes to dwell on what you see every day in the daily life of a city, large or small, where characters, animals, cars, monuments and much more dwell, while the fields they are his second favorite environment because nothing like nature can give a sense of serenity in a painting After all, thinking about it, Naive art is the painting of the heart and in Ana’s paintings you can see at first glance there is not only fantasy but also a lot of her soul The world is full of colors and Ana with her mastery of properly mixed basic colors manages to show us the everyday world managing to convey that sense of joy which is the true essence of Naive art Ana has participated in many exhibitions throughout Europe and her paintings are visible and purchasable through her website and social channels

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El juego de colores de Ana Sánchez Marín

Ana nació en Málaga, pero vive en Valladolid desde 2005 Hay dos pasiones que la acompañan desde pequeña, los idiomas (es diplomada en turismo y licenciada en inglés) y la pintura Su mamá dice que Ana ya sabía pintar a los tres años y andaba por la casa pintando todo lo que veía, jarrones, figuritas de cerámica, así que los lápices de colores y los tubos de colores se convirtieron en sus buenos amigos, ¡se nota que siempre lo han sido! Ama mucho la historia del arte pero a pesar de que sus padres la animaron a asistir a clases de pintura, Ana prefirió aprender sola y como buena autodidacta está bien documentada y estudió mucho y tiene una gran admiración por los artistas del Renacimiento, en particular por Leonardo. da Vinci que no solo fue pintor sino uno de esos artistas de ronda (arquitecto, inventor, escultor..) Desde que se trasladó a Valladolid empezó a dedicarse profesionalmente a la pintura desarrollando un estilo propio y totalmente personal que utiliza en sus óleos y en las numerosas variedades de ilustraciones que siempre realiza al óleo sobre lienzo El arte naïf descrito como naïf, se caracteriza la mayoría de las veces por ser una simple pintura pero no cabe duda de que quien lo realiza debe saber pintar bien para crear un cuadro que pueda transmitir emociones en el espectador El arte naif es un estilo de vida más que un estilo artístico y la visión del artista es muy importante porque hace de una pintura naif una pieza única en la que el artista aporta su toque de imaginación Ana prefiere pintar ciudades llenas de vida y le gusta detenerse en lo que uno ve cada día en el día a día de una ciudad, grande o pequeña, donde habitan personajes, animales, autos, monumentos y mucho más, mientras los campos son su segundo ambiente favorito porque nada como la naturaleza puede dar una sensación de serenidad en una pintura Al fin y al cabo, pensándolo bien, el arte naïf es la pintura del corazón y en los cuadros de Ana se puede ver a simple vista que no solo hay fantasía sino también mucho de su alma El mundo está lleno de colores y Ana con su dominio de los colores básicos convenientemente mezclados logra mostrarnos el mundo cotidiano logrando transmitir esa sensación de alegría que es la verdadera esencia del arte naïf Ana ha participado en muchas exposiciones en toda Europa y sus pinturas se pueden ver y comprar a través de su sitio web y sus redes sociales

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Buon Natale – Hyvää joulua – Merry Christmas naif 2022

Auguri di Buon Natale – Hyvää joulua –  Merry Christmas – Feliz Navidad 

con un collage di opere naif e un Aiku natalizio

with a collage of naive works and a Christmas Aiku

 

Nel presepe cresce l’attesa
tra foglie di agrifoglio
giungono i doni

The wait grows in the manger
between holly leaves
the gifts arrive

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453° edizione della Fiera Fredda – dal 2 al 5 dicembre 2022 – Borgo San Dalmazzo (CN)

Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo ospita sino a lunedì 5 dicembre 2022, la 453° Edizione della Fiera Fredda fiera nazionale della lumaca –   un appuntamento che si rinnova puntualmente ogni anno ( salvo lo stop per la pandemia) da illo tempore e che vuol essere un momento di incontro per tutti gli abitanti delle valli, che un tempo scendevano in paese per procurarsi le ultime provviste prima del lungo inverno, mentre oggi ai tempi moderni vivono la Fiera attraverso un susseguirsi di importanti appuntamenti ed eventi che puntano a far conoscere l’immagine della città e delle vallate del circondario


All’interno del padiglione attrezzato di Palazzo Bertello vengono esposti i migliori prodotti locali, con particolare attenzione all’helix pomatia alpina e alle eccellenze eno-gastronomiche che permettono di gustare quei piatti divenuti degli autentici “must” della manifestazione.

Continua anche l’iniziativa “Sotto il segno della lumaca”  (dopo il grande successo delle precedenti edizioni) coinvolgendo numerosi ristoranti del territorio intorno a Borgo San Dalmazzo che offriranno la possibilità di degustare menu particolari a base di lumache e, in alternativa, menu con i prodotti tipici del territorio.

I ristoranti aderenti con i relativi menu si trovano qui 

La storia narra che il 18 dicembre 1569 Dalmasso Fenoglio e Biagio Pasquerio, allora Sindaci di Borgo San Dalmazzo, ottennero la concessione da Emanuele Filiberto di istituire una fiera in onore del santo Patrono, il 5 dicembre, della durata di tre giorni.

I valligiani convenuti a Borgo per la Fiera erano soliti recarsi nelle osterie locali per gustare i piatti divenuti classici di questa manifestazione e questo ha fatto sì che si sviluppasse una forte tradizione gastronomica di richiamo anche ai giorni nostri per numerosi visitatori e gourmet, che affollano la città nel periodo della Fiera Fredda.

In particolare, il piatto più tipico della manifestazione, è diventata l’Helix Pomatia Alpina, la chiocciola dalla carne bianca che sulle Alpi Marittime ha trovato il suo habitat naturale.

Secondo la più antica tradizione borgarina, le lumache venivano servite semplicemente lessate nel

proprio guscio dal quale venivano estratte con il caratteristico chiodo per ferrare i cavalli (usato anche ai giorni nostri) e intinte in salsa piccante a base di olio, sale, pepe e aglio, detta “salsa del cartuné”.

Il “cartun” era un carro coperto da un telo sostenuto da quattro centine di legno, trainato dal mulo; era la casa mobile del pastore delle vallate di Borgo: il “cartuné”. Erano proprio i carrettieri di passaggio a Borgo e diretti verso la Francia i principali frequentatori delle osterie locali, che hanno dato il nome alla famosa salsa.

In alternativa alla “cartunera” le lumache lessate potevano anche essere accompagnate da “ajé” (o “aiolì”), una maionese con aglio finemente pestato nel mortaio e dal sapore vagamente provenzale.

Per maggiori informazioni e programma dettagliato sulla 453° Fiera Fredda:

http://www.fierafredda.it

Pagina facebook Fiera Fredda

 

 

Galway – 68° International Oyster & Seafood Festival

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Galway la cittadina irlandese amata da scrittori ed artisti, centro della cultura gaelica e della musica tradizionale ospiterà dal 23 al 25 settembre 2022 la 68° edizione del Festival Internazionale delle ostriche e dei frutti di mare.
Il più vecchio Festival al mondo dedicato alle ostriche fu lanciato nel settembre del 1954 da Brian Collins, manager del Great Southern Hotel (oggi chiamato Hotel Meyrick).
Dal 1968 all’interno della manifestazione ha fatto la sua comparsa il Campionato mondiale di apertura delle ostriche (a cui partecipano concorrenti provenienti da più di 20 Nazioni ) che ogni anno decreta come vincitore chi riuscirà ad aprire nel minor tempo possibile 30 ostriche; il record mondiale (a tutt’oggi imbattuto) appartiene a Willie Morans che nel 1977 aprì le 30 ostriche in 1 minuto e 31 secondi, mentre il vincitore della prima edizione fu John Cummins con il tempo di 3 minuti e 34 secondi.
festivalgalway6The Galway International Oyster & Seafood Festival che porta tanta notorietà a Galway si tiene ogni anno nel mese di settembre quando si possono gustare le prime ostriche della nuova stagione.
La stagione delle ostriche inizia infatti a settembre, poiché la regola vuole che le ostriche migliori siano consumate nei mesi che hanno una ” r “ nel nome, e quindi da settembre ad aprile.
E’ il Festival ad hoc per chi ama le ostriche (quelle irlandesi sono particolarmente deliziose) per cui grandi scorpacciate di ostriche alla tartara e fiumi di birra Guinness per chi deciderà di trascorrere l’ultimo week end di settembre a Galway.
Il programma del Festival prevede anche un interessantissimo Seafood Trail che consentirà agli amanti dei frutti di mare di assaggiarli nei principali ristoranti che hanno aderito all’iniziativa ( consultare la relativa cartina).
Il successo del Festival è sancito dall’aver saputo richiamare durante le varie edizioni oltre mezzo milione di visitatori che hanno consumato più di 3 milioni di ostriche innaffiate con fiumi di birra Guinness e Champagne.

Per maggiori informazioni:
http://galwayoysterfestival.com/

Galway, the Irish town loved by writers and artists, center of Gaelic culture and traditional music, will host the 68th edition of the International Oyster and Seafood Festival from 23 to 25 September 2022.
The oldest oyster festival in the world was launched in September 1954 by Brian Collins, manager of the Great Southern Hotel (now called Hotel Meyrick).
Since 1968, the World Oyster Opening Championship (in which competitors from more than 20 countries participate) has made its appearance within the event, which each year decides as the winner who will be able to open 30 oysters in the shortest possible time; the world record (still undefeated) belongs to Willie Morans who in 1977 opened the 30 oysters in 1 minute and 31 seconds, while the winner of the first edition was John Cummins with a time of 3 minutes and 34 seconds
The Galway International Oyster & Seafood Festival which brings such notoriety to Galway is held every year in September when the first oysters of the new season can be tasted.
In fact, the oyster season begins in September, as the rule dictates that the best oysters are consumed in the months that have an “r” in their name, and therefore from September to April.
It is the festival ad hoc for those who love oysters (the Irish ones are particularly delicious) for which a large feast of tartare oysters and rivers of Guinness beer for those who decide to spend the last weekend of September in Galway.
The Festival program also includes a very interesting Seafood Trail that will allow seafood lovers to taste them in the main restaurants that have joined the initiative (see the relevant map).
The success of the Festival is sanctioned by having been able to attract over half a million visitors during the various editions who have consumed more than 3 million oysters washed down with rivers of Guinness beer and Champagne

 

TAIGA Colors a different way of doing design

Today I want to present you and recommend a very special Finnish design shop for your purchases
TAIGA Colors is located in the heart of Helsinki, between the Market Square and Senate Square in Tori Quarters and also belongs to Design District Helsinki
When I visited this interesting little but nice shop I met the founder of TAIGA Colors, the photographer and designer Jutta Kuure, and her told me that has always loved the colors and when she  was a little girl his best friends were the pens and a kaleidoscope
TAIGA Colors  is a Finnish design company specialized in pattern design, and has its own bag and interior design collection ( their customers include for example the Finnish Defence Forces, the Ministry for Foreign Affairs of Finland and Team Finland)  for private customers
The key values of TAIGA Colors  are high quality and 100% Finnish work, their  patterns include Finnish nature and urban Helsinki themes, all  the patterns are created by Jutta Kuure
In autumn 2014 Jutta Kuure designed patterns on Finnish nature and urban Helsinki, named them TAIGA Colors, and ran a successful crowd-funding campaign for the collection, in  December 2014 TAIGA Colors Helsinki is opened
Very interesting is the story of Juuso bear that gave Jutta the inspiration to create a new collection that includes cushions, bags and zipper pouches
The Predator Center in Kuusamo has six brown bears, and one of them, Juuso, loves painting and “JuJu Collection”  is designed based on Juuso’s original paintings
All Taiga Colors items, also the “JuJu Collection”, are manufactured in Finland.
The material used on Taiga Colors products has been certified bear-proof, since Juuso has tested the products  – 10 % of the sales of the “ JuJu Collection” is donated to The Predator Center in Kuusamo
If you want to buy a very special and original item for your home I recommend you when you will be in Helsinki to go and have a look at this really nice shop
There is also a shop online in their website https://www.taigacolors.fi/
You can find TAIGA Colors also in the most important social
https://www.facebook.com/taigacolors.fi
https://www.instagram.com/jutta_taigacolors/
https://twitter.com/TaigaColors

 

Oggi voglio presentarvi e consigliare un negozio di design finlandese molto speciale per i vostri acquisti
TAIGA Colors si trova nel cuore di Helsinki, tra la Piazza del Mercato e la Piazza del Senato, nel quartiere di Tori e appartiene anche al Design District di Helsinki
Quando ho visitato questo piccolo ma interessante negozio ho incontrato la fondatrice di TAIGA Colors, la fotografa e designer Jutta Kuure, e lei mi ha detto di aver sempre amato i colori e quando era una bambina i suoi migliori amici erano le penne e un caleidoscopio
TAIGA Colors è una società di design finlandese specializzata in design di modelli e ha una propria collezione di borse e interior design
I valori chiave di TAIGA Colors sono alta qualità e lavoro al 100% finlandese, i loro modelli includono la natura finlandese e temi urbani di Helsinki, tutti i modelli sono stati creati da Jutta Kuure nell’autunno 2014 e nel dicembre 2014 TAIGA Colors Helsinki è stato aperto
Molto interessante è la storia dell’orso Juuso che ha dato a Jutta l’ispirazione per creare una nuova collezione che include cuscini, borse e portafogli con cerniera
Il Predator Center di Kuusamo ha sei orsi bruni, e uno di loro, Juuso, ama dipingere e “JuJu Collection” è stata progettata sulla base dei dipinti originali di Juuso
Tutti gli articoli TAIGA Colors, così come la collezione JuJu, sono fabbricati in Finlandia
Il materiale utilizzato per i prodotti TAIGA Colors è stato certificato a prova di orso, dal momento che Juuso ha testato i prodotti – il 10% delle vendite della “Collezione JuJu” è donato al Centro Predator di Kuusamo

TAIGA COLORS
Unioninkatu 28
HELSINKI
opening hours:
Mon-Fri 10 am to 6 pm
Sat 10 am to 5 pm

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Purtroppo dalla mia ultima visita questo negozio ha chiuso la propria attività, un vero peccato perchè offriva articoli molto carini ed interessanti dal punto di vista creativo
rimane aperto il negozio online
Unfortunately since my last visit this shop has closed its business, a real shame because it offered very nice and interesting items from a creative point of view
the online shop remains open

 

 

Omicidio al Savoy

Savoy“ Dalle finestre aperte si udiva il rumore delle automobili che passavano e dei treni in manovra nella zona di smistamento (tra l’altro la più grande della Scandinavia) dall’altro lato del canale; il traghetto per Copenaghen emetteva il suo fischio roco all’imbocco del porto, e da qualche parte sulla riva una ragazza rideva.
Questa dunque era la situazione in quel placido e caldo mercoledì di luglio; erano circa le otto e mezza di sera. Bisogna utilizzare la parola “circa” perché nessuno è riuscito a stabilire l’ora esatta in cui il fatto accadde.
Un uomo entrò dalla parta principale, lanciò un’occhiata in direzione della reception, dove c’erano gli uomini d’affari stranieri e il portiere in divisa, girò subito a destra superando il guardaroba e il vestibolo stretto e lungo fuori dal bar ed entrò nella sala da pranzo, tranquillo e determinato, con un passo non esattamente rapido. Non c’era nulla che destasse l’attenzione in quell’uomo, nessuno lo guardò e lui non si curò nemmeno di guardarsi in giro. Superò l’organo Hammond, il pianoforte a coda e il buffet con le sue invitanti prelibatezze, e proseguì oltre le due grosse colonne che reggevano il soffitto. Con la stessa determinazione egli puntò dritto verso la compagnia seduta all’angolo, dove il capotavola parlava dandogli le spalle. Quando fu a circa cinque passi di distanza, l’uomo infilò la mano destra nella giacca; una delle donne sedute al tavolo lo vide, e l’oratore girò un po’ la testa per guardare cosa l’avesse distratta. Gettò un’occhiata rapida e indifferente all’uomo ormai vicino e fece per voltarsi nuovamente verso gli ospiti, senza interrompere la sua relazione nemmeno per un secondo; in quello stesso istante il nuovo arrivato estrasse un oggetto azzurrino d’acciaio col calcio scanalato e una lunga canna, prese la mira e sparò alla testa dell’oratore.”

Nella sala da pranzo del prestigioso ristorante dell’Hotel Savoy di Malmo viene assassinato un facoltoso magnate, proprietario di svariate aziende e speculatore finanziario, Viktor Palmgren. L’omicida è riuscito a dileguarsi fuggendo da una finestra e inforcando una bicicletta. Tutti l’hanno visto ma nessuno lo conosce. Vista l’importanza della vittima, il caso assume rilievo nazionale ed internazionale. L’inchiesta si concentra sulle attività di Palmgren, non tutte limpidissime, nonché sulla giovane moglie Charlotte che si ritrova erede di un impero finanziario. Il commissario Beck e i suoi uomini indagano con la consueta caparbietà, scoprono un’inaspettata serie di illeciti negli affari dell’imprenditore, sufficiente a far andare in galera buona parte dei suoi collaboratori, ma nessuno di essi sembra essere direttamente coinvolto nell’assassinio. Alla fine verranno a capo del mistero, ma la verità sarà molto amara, così amara che nemmeno Martin Beck potrà essere felice di aver risolto il caso.

Omicidio al Savoy è un altro piccolo gioiello di Maj Sjöwall e Per Wahlöö, la coppia di scrittori svedesi che hanno di fatto creato in dieci anni dal 1965 al 1975 il Maigret del Nord impersonato dal commissario Martin Beck che durante le sue indagini si avvale di alcuni collaboratori (Gunvald Larsson, Åsa Torell, Lennart Kollberg) attraverso i quali gli autori raccontano, con una scrittura scorrevole, la polizia, la società e l’umanità svedesi degli anni settanta.
Per chi ama il giallo i romanzi della prolifica coppia svedese sono ancora oggi la punta dell’iceberg dei thriller nordici che in questi anni si sono creati un notevole spazio nel panorama letterario internazionale.
La novità che ha dato il via al grande successo dei loro romanzi è stata quella di far arrivare sulla scena letteraria del crimine quel Martin Beck che di fatto porta a essere protagonista di un giallo un poliziotto e non una delle tante persone comuni che si improvvisavano investigatori.
La scelta poi di descriverlo in modo del tutto realistico attraverso il suo lavoro, la vita famigliare e i suoi problemi quotidiani lo hanno da subito reso simpatico al pubblico che anno dopo anno ne ha decretato lo strabiliante successo editoriale.

Consiglio anche:
Roseanna
L’uomo che andò in fumo
L’uomo al balcone
Il poliziotto che ride
L’autopompa fantasma
L’uomo sul tetto
La camera chiusa
Un assassino di troppo

Omicidio al Savoy (La memoria)

Maj SjöwallMaj Sjöwall
Nata a Stoccolma il 25 settembre 1935, è una scrittrice e traduttrice svedese, famosa soprattutto per aver creato insieme al marito Per Wahlöö il personaggio di Martin Beck, prima sovrintendente e poi commissario della omicidi di Stoccolma.
Ha lavorato per varie case editrici: Ahlen & Åkerlund tra il 1954 ed il 1959, Wahlstrom & Widstrand tra il 1959 ed il 1961 ed infine Esselte dal 1961 al 1963.
Nel 1961 incontra Wahlöö, che sposa l’anno seguente e col quale inizia una proficua collaborazione, interrotta dalla morte dello stesso nel 1975.

Per-WahlooPer Fredrik Wahlöö (Halland, 5 agosto 1926 – Malmö, 22 giugno 1975)
Nato ad Halland e cresciuto a Stoccolma, l’autore si è laureato presso l’Università di Lund nel 1946. La sua carriera professionale inizia come giornalista e successivamente, negli anni ’50, inizia a pubblicare i suoi primi romanzi.
Nel 1962 sposa la scrittrice Maj Sjöwall (incontrata l’anno prima) con la quale ha scritto una serie di libri che hanno per protagonista il commissario Martin Beck.

MajePerMaj Sjöwall e Per Fredrik Wahlöö come scrive Andrea Camilleri nella sua prefazione al romanzo possono essere considerati “ papà e mamma del poliziesco d’oggi “ e in effetti i dieci romanzi scritti a quattro mani tra il 1965 e il 1975 (uno all’anno, seguendo un progetto ben definito) dai due autori, furono considerati l’origine del genere poliziesco cosiddetto procedurale, tanto che nel 1971 l’Accademia svedese degli scrittori gialli ha creato il Martin Beck Award, un nuovo premio letterario dedicato al protagonista della serie “Romanzo su un crimine”.

un giornalista in viaggio che non sopporta gli ombrelli