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Senza parole!

Ho viaggiato su questo ponte migliaia di volte quando lavoravo a Genova, code interminabili, traffico impressionante, una manutenzione continua con cantieri sempre aperti nel corso degli anni … ma oggi nel 2018 in Italia si muore ancora per l’imperizia di qualcuno e come al solito verremo inondati da un fiume di parole che non serviranno a lenire il dolore di quanti hanno perso i loro cari
E’ venuta giù l’intera campata centrale di una struttura costruita negli anni sessanta e dopo un’ora dalla tragedia è partito puntuale il solito ritornello relativo alla mancata manutenzione e prevenzione!
Gente che non fa che parlare da anni di grandi opere e poi non si riesce a mettere in sicurezza opere vetuste e oberate da carichi di traffico impressionanti!
Senza parole!

I have traveled on this bridge thousands of times when I was working in Genoa, endless queues, impressive traffic, constant maintenance with building sites always open over the years … but today in 2018 in Italy you still die from someone’s inexperience and as usual we will be inundated by a river of words that will not serve to soothe the pain of those who have lost their loved ones
The entire central span of a structure built in the sixties has come down and after one hour from the tragedy the usual refrain on the lack of maintenance started on time!
People who do nothing but talk about years of great works and then you can not secure old works and overloaded with loads of impressive traffic!
Without word!

 

Bere latte italiano diventa quasi un lusso!

Io-Bevo-latte-italiano-1In questi giorni è scoppiato il caso che ha visto contrapposti la Cooperativa dei produttori di Latte della Valpolcevera e la Parmalat, partecipata del gruppo Lactalis.
Motivo del contendere la decisione da parte di Lactalis di non rinnovare il contratto con gli allevatori liguri ai quali in fase di rinnovo ha offerto 25 centesimi al litro, una cifra inidonea a coprire i costi di produzione che si aggirano intorno ai 36/40 centesimi al litro a cui vanno aggiunti i costi di trasporto ( circa 9/10 centesimi al litro).
Fortunatamente, grazie alla mediazione della Coldiretti Liguria e al tempestivo intervento dell’assessorato all’Agricoltura di Regione Liguria si è riusciti a trovare un accordo in tempi brevi con il Gruppo Caseario Pugliese-Conrado, di Lauriano, in provincia di Torino che assorbirà 100 quintali di latte per produrre con il marchio Caseificio Pugliese formaggi freschi a pasta filata 100% made in Italy, questo almeno fino al 30 settembre.
La pagina Facebook della Parmalat è stata presa d’assalto e i responsabili della comunicazione dell’azienda hanno postato sulla pagina un comunicato stampa, cercando di rispondere alla marea di commenti negativi postati dai consumatori; risposte che a dire il vero sono sembrate una sorta di copia incolla personalizzato di volta in volta con l’inserimento del nome della persona a cui si tentava di rispondere.
Una brutta storia figlia di quelle politiche europee che permettono l’ingresso in Italia di latte proveniente dall’estero a prezzi stracciati.
L’episodio che ha visto come protagonisti gli allevatori liguri porta noi consumatori a una riflessione su come possa succedere che un litro di latte pagato alla stalla meno di 0,40 cent lo si possa ritrovare sullo scaffale del supermercato ad un cifra che oscilla tra 1 euro e 40/80 cent.
Ci troviamo di fronte in pratica a un aumento che in alcuni casi giunge a toccare la ragguardevole percentuale di più del 300% ( il 260% lo impone il trasformatore e il 30-40% il venditore finale ).
Ma è per tutti così o in altri Paesi il latte ha prezzi più ragionevoli? E come al solito andando a vedere in casa dei nostri cugini francesi e degli eterni avanti tedeschi scopriamo che in Francia a fronte di un prezzo alla stalla di 0,34 cent. di euro il latte sullo scaffale viene venduto ad un prezzo che oscilla tra 0,75 e 0,90 cent. di euro, mentre in Germania dove la stalla riceve 0,39 cent. di euro il prezzo al pubblico è assestato su 0,90 cent. di euro (in pratica in questi paesi il costo di un litro di latte è pari al doppio di quello che lo si paga alla stalla che lo produce).
Ma allora c’é qualcosa che non funziona? che cosa ? E qui chi più ne ha più ne metta… incomincia un incredibile giro di valzer dove la responsabilità del prezzo finale del latte viene rimbalzata a destra e a manca e ovviamente ognuno tra quanti commercializzano il latte si sente legittimato a dire la sua, per cui ci tocca sentir dire che : in Germania il latte costa di meno perché i tedeschi ne consumano giornalmente di più, sempre in Germania il latte ha una durata di 10 giorni anziché di 6 come in Italia, e ancora l’Italia a differenza degli altri Paesi ha una commercializzazione estremamente frammentaria che richiede di conseguenza una struttura logistica-distributiva articolata e complessa (e giù paroloni, ma stiamo parlando di latte!), e ancora l’Italia con la sua forma lunga e stretta (già siamo una penisola) è un paese difficile da distribuire, la produzione non può essere accentrata altrimenti il latte non riuscirebbe ad arrivare in tempo sugli scaffali, e ancora se ci facessero produrre quel milione e mezzo di tonnellate di latte in più di cui abbiamo bisogno, e che invece siamo costretti ad importare, forse potremmo contenere i prezzi, e ancora per ultimo che il prezzo della Francia è un caso a parte in quanto in Francia il consumo di latte fresco è irrilevante (e allora poiché noi ne beviamo più di loro dobbiamo pagarlo più caro? strano però che i tedeschi che ne sono grandi consumatori lo paghino di meno… qui qualcuno non la dice giusta!).
E’ chiaro che le dichiarazioni sono state tutte rilasciate da soggetti che commercializzano il latte ed è proprio a questi signori che mi verrebbe da porre una domanda: come è possibile che in un qualsiasi supermercato italiano un litro di latte parzialmente scremato prodotto in una Centrale del Latte che dista 100 km da casa mia costi 1,60 cent. di euro, mentre nella stessa città in un supermercato di una catena tedesca un litro di latte con le stesse caratteristiche e prodotto a 1.000 km di distanza da casa mia costi 1 euro? E i costi di trasporto e il caro carburante? .
Ma c’è di più, siamo poi sicuri che il latte italiano che ci viene venduto a un prezzo da bene di lusso sia veramente prodotto in Italia? In ogni caso sempre meglio dare una guardatina all’etichetta per vedere la provenienza del latte che stiamo acquistando.
Possibile che bere un buon bicchiere di latte italiano possa diventare per molte famiglie ( penso a quelle numerose) quasi un lusso!
Non sarebbe opportuno che i “trasformatori” si sforzassero di ottimizzare le fasi intermedie della filiera e magari allineare i margini di guadagno a quelli “più umani” dei paesi vicini, per evitare di pagare un litro di latte quanto un litro di benzina!

Burri Corpo

Il PD perde i pezzi, Cofferati se ne va sbattendo la porta!

cofferatipaitaCerto che non deve essere stato facile per Sergio Cofferati, meglio conosciuto come il cinese, prendere la decisione che ha preso: quella di andarsene da quel partito di cui è stato co-fondatore e nel quale ha militato per oltre 40 anni ligio alla più ferrea disciplina di partito.
Speriamo che quanto accaduto in occasione delle primarie liguri serva a far capire in maniera chiara e precisa a chi vota da sempre a sinistra dove stia portando il Partito democratico il segretario del partito nonché Premier Matteo Renzi.
L’immagine che esce fuori dal brutto pasticciaccio delle primarie liguri è quella di un partito che si sta allontanando sempre più dai suoi elettori con decisioni che hanno dell’incredibile, come quella presa dal segretario Renzi che nel corso della Direzione del partito tenutasi a Roma ha liquidato la vicenda ligure in maniera frettolosa e soprattutto superficiale, affermando: “La discussione sulla primarie liguri per noi finisce qui, da oggi si lavora per vincere le elezioni, alle primarie liguri è successo un casino, ci sono stati problemi, abbiamo trovato una soluzione. Ora per cortesia bisogna smetterla di fare i tafazzi sulle primarie
Non so voi, ma la vicenda ligure più che una tafazzata mi ricorda quel Cetto La Qualunque con cui Antonio Albanese ci ha regalato quel magnifico affresco della classe politica italiana che è “Qualunquemente
Forse il buon Renzi non si è accorto che alle primarie liguri hanno partecipato 54.000 votanti, mentre nel dicembre del 2013 si recarono ai seggi 81.870 cittadini, il che vuol dire che il 34% degli elettori di sinistra sono rimasti a casa, senza contare che a quanto sembrerebbe una buona parte di chi si è recato a votare nulla ha a che vedere con il PD e tanto meno con la sinistra.
Basta scorrere l’elenco dei 13 seggi in cui è stato dichiarato nullo il voto espresso da tutti quelli che si sono recati al seggio ( Lavagna, Moconesi, Beverino, Albisola Superiore, Savona Villapiana, Badalucco, Perinaldo, Spezia Centro, Santo Stefano al Mare, Deiva Marina, Sarzana 48, Millesimo, Savona Lavagnola ) per capire come si possa parlare di primarie da annullare anziché da ratificare.
Sono stati annullati quasi 4000 voti sui 54.000 scrutinati ( in pratica il 7,5% ) e su altri due seggi sono in corso indagini da parte della magistratura e dell’antimafia e il buon Renzi seguito a ruota dal segretario regionale del partito non hanno trovato di meglio che ratificare i risultati delle primarie senza nemmeno aspettare la fine dei lavori della commissione di garanzia.
Giusto per fare un esempio che può meglio spiegare gli aiutini avuti dalla candidata Paita nella sola provincia di Savona è opportuno ricordare l’esito di un sondaggio realizzato da Opimedia consulting con il metodo delle interviste telefoniche tra il 29 novembre e il primo dicembre 2014 su di un campione di 680 persone residenti in provincia di Savona; tale sondaggio sentenziò che Cofferati al momento della rilevazione avrebbe avuto un seguito del 57%, contro il 37% della Paita e il 4% di Tovo; considerato che l’errore statistico medio atteso per tale sondaggio era del 2,8% viene da porsi in maniera legittima una domanda:
perché i dati del sondaggio sembrano in sintonia ( al lordo dell’errore statistico previsto ) con il risultato raggiunto da Toso in provincia di Savona ( 0,81% reale contro il 4% assegnato dal sondaggio, 4% – 2,8%= 1,2% poco lontano dall’0,81%) mentre risultano completamente sballati rispetto agli altri due contendenti: Cofferati dato al 57% dal sondaggio prende un 31% reale, mentre la Paita data al 37% dal sondaggio prende un 67% reale!
Può darsi che nel giro di un mese gli elettori delle primarie della provincia di Savona abbiano cambiato a 360 gradi la loro opinione sui due principali contendenti, oppure come sembra più veritiero, qualcuno estraneo all’elettorato di sinistra ha mosso un buon numero di truppe cammellate per favorire la candidata Paita.
Le notizie che arrivano da Albenga, Savona, Imperia e da alcune zone di Genova raccontano di numerosi stranieri giunti ai seggi per votare senza peraltro saper giustificare il motivo della loro presenza in loco, o di intere squadre giovanili portate a votare, ma credo che l’immagine più eloquente sulla validità di queste primarie sia quella registrata nel seggio di Albisola Superiore dove l’attuale Sindaco ( e altri esponenti della sua maggioranza ) a capo di una lista civica di espressione di centro destra, quel Franco Orsi già vice Presidente della Regione Liguria per Forza Italia ( dal 2000 al 2005 ) e senatore della Repubblica per il Popolo della Libertà ( dal 2008 al 2013 ) si è recato a votare dichiarando apertamente di aver votato per Raffaella Paita.
Per carità, in politica i cambi di casacca sono perennemente all’ordine del giorno e del resto che la futura presidenza Paita possa voler dire una ripetizione a livello regionale dell’accordo con il centro destra che regge l’attuale governo è cosa risaputa non fosse altro per il messaggio lanciato dal ministro Pinotti ( che i genovesi bocciarono alle primarie non volendola come futuro Sindaco ) in occasione della sua visita a Genova per sostenere la candidata Paita (messaggio mai smentito dalla direzione e dal segretario nazionale del PD).
Questa brutta vicenda segna la fine di una pratica di “democrazia diretta” che il PD aveva sbandierato come simbolo della propria politica innovativa; le primarie sono servite a far salire “sulla barca che va” più gente possibile per legittimare a suon di milioni di voti la salita al potere di un segretario nazionale che non ha fatto alcuna distinzione tra chi gli assegnato il proprio voto generando di fatto un meccanismo che ha mandato a fondo la barca nel momento in cui come nel caso della Liguria sono salite a bordo una quantità imprevista ma non imprevedibile di zavorre!

Chi sono i protagonisti :

paita1Raffaella Paita
È nata alla Spezia il 23 novembre 1974 ed è sposata con Luigi Merlo attuale Presidente dell’Autorità portuale di Genova.
Ha una lunga militanza nella sinistra, nei primi anni novanta è stata segretaria provinciale e poi regionale della Sinistra Giovanile.
Dal 1997 al 2002 è stata capogruppo dei Ds nel Consiglio comunale della Spezia, e dal 2002 al 2007 capo di gabinetto del sindaco della Spezia, Giorgio Pagano.
Nel 2007 è stata nominata assessore della Spezia nella squadra del sindaco Massimo Federici.
Nel 2010 è eletta consigliere regionale della Liguria e assume il ruolo di capo-gruppo del Partito Democratico; nell’ottobre dello stesso anno entra a far parte della Giunta regionale ligure con la delega alle infrastrutture ( che fu del marito nella precedente giunta Burlando ).

cofferati1Sergio Cofferati
È nato a Sesto e Uniti (CR) il 30 gennaio 1948, grande appassionato di fantascienza, musica lirica e fumetti ( in particolare di Tex ).
Inizia a lavorare alla Pirelli di Milano e da semplice iscritto al sindacato FILCEA (CGIL), che raccoglie i dipendenti del comparto chimico, percorre tutta la scala organizzativa del sindacato, arrivando nel 1988 a dirigere la FILCEA, divenendone segretario generale.
Viene nominato nella segreteria nazionale della CGIL nel 1990, e nel 1994 succede a Bruno Trentin nel ruolo di segretario generale, incarico che ricopre fino al 21 settembre 2002.
Nel giugno del 2004 diventa Sindaco di Bologna e prima della fine del suo mandato annuncia che non si ricandiderà per un secondo mandato avendo l’esigenza di stare vicino alla sua famiglia a Genova.
Si appresta quindi a ritornare al suo lavoro alla Pirelli ma quasi in contemporanea l’allora segretario del PD Franceschini annuncia che il partito lo candiderà alle ormai imminenti elezioni europee nella circoscrizione del Nord-Ovest.
Cofferati risulterà eletto al Parlamento Europeo nel giugno del 2009 e verrà riconfermato per un secondo mandato nelle elezioni del maggio 2014.

merloLuigi Merlo
È nato alla Spezia il 31 marzo 1965, sposato con Raffaella Paita attuale assessore alle infrastrutture della Regione Liguria e candidata Presidente alle prossime elezioni regionali.
Dal 1990 al 1997 è stato Consigliere comunale alla Spezia.
Dal 1997 al 2005 è stato Vice Sindaco della Spezia e Assessore alle seguenti deleghe:
personale, organizzazione, informatica, riforma sistema culturale, pubblica istruzione, sanità, attività economiche e infine urbanistica.
Dal maggio 2005 al febbraio 2008 è stato Assessore regionale ai porti, trasporti, infrastrutture e logistica (assessorato oggi retto da sua moglie).
Sino a Luglio 2012 è stato Presidente del Retroporto di Alessandria e Presidente di Ligurian Ports.
Dal luglio 2012 al luglio 2013 è stato Presidente di Assoporti (Associazione Porti Italiani).
Attualmente ricopre inoltre gli incarichi di:
Presidente dell’Autorità Portuale di Genova dal febbraio 2008.
Vicepresidente Vicario di Assoporti dal luglio 2013.