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Gaglianico – 5° Festival Nazionale del Risotto

risottoLogoDa oggi 17 aprile ( giorno dell’inaugurazione ) fino al 2 giugno Biella Fiere a Gaglianico ospiterà in tutti i week end a venire la quinta edizione del Festival nazionale del risotto targato Edoardo Raspelli.
Nel corso della serata inaugurale vi sarà l’esibizione del “Coro delle Mondine” e la possibilità di ammirare una ricca selezione di reperti storici provenienti dal Museo “LA RISAIA” di Livorno Ferraris, creato con lo scopo di dare la possibilità al pubblico di assistere a una fantastica ricostruzione della vita delle mondine.
Cinque i maestri “risottieri” piemontesi/lombardi si alterneranno ai fornelli per mettere a punto nuove ricette e abbinamenti, da affiancare ai grandi classici della tradizione piemontese come gli agnolotti e i tajarin o i grandi “secondi” di carne.
Il Menu del week end che va dal 17 al 19 aprile prevede :

  • RISOTTO al Ratafià Rapa di noci con granella e Maccagno (Maurizio Coda)
  • RISOTTO alla zucca con pesto di nocciole delle Langhe mantecato con olio E.V.O. (Silvia Saltarelli)
  • RISOTTO al pomodoro e guanciale croccante alla maniera di Amatrice (Silvia Saltarelli)
  • RISOTTO lamponi e lime mantecato al pepe nero (Michele Ingiulla)*
  • PANISSA Roasiana (Carla Mila)
  • RISO Venere (Nero) con gamberetti e zucchine (Carla Mila)
  • RISOTTO al Bramaterra con Gorgonzola e Maccagno (Carla Mila)
  • RISOTTO allo zafferano e midollo di bue (Gian Luca Bellardone)
  • RISOTTO Paletta e Maccagno sfumato alla birra Menabrea ambrata (Gian Luca Bellardone)
  • RISOTTO con crema di Gorgonzola e pesto di nocciole IGP di Magnano (Michele Ingiulla)*
  • RISOTTO salsiccia e zafferano (Maurizio Coda)
  • RISOTTO con Maccagno biellese e riduzione al Bramaterra (Michele Ingiulla)*
  • AGNOLOTTI piemontesi al sugo d’arrosto (Maurizio Coda)
  • TAPULONE con polenta o puré di patate (Maurizio Coda)

* Michele Ingiulla del Ristorante Palazzo Boglietti e i suoi risotti saranno di scena domenica 19 aprile.

Orari e prezzi
L’ingresso è libero e la manifestazione sarà aperta dalle ore 11.00 alle 23.00 il sabato e la domenica, e dalle ore 18.00 alle 23.00 il venerdì.
Il costo del singolo primo piatto (risotto o agnolotto) è di 7 € e del piatto di carne è di 10 €, che diventano rispettivamente 6 € e 9 € utilizzando il buono scaricabile online dal sito web della manifestazione: http://www.festivaldelrisottoitaliano.it

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Curiosità

Museo “LA RISAIA” – Livorno Basteris
Il Museo si trova a Livorno Ferraris presso “La Colombara”, una cascina a corte chiusa risalente al ‘500 in cui, su 2000 giornate piemontesi di risaia, facevano “la stagione” oltre 800 mondine, il museo si propone l’obiettivo di raccontare la vita quotidiana delle mondine e il loro duro lavoro nei campi.
Per farlo, sono stati ricreati gli ambienti di un tempo, contando su oggetti e utensili di quegli anni donati dalla gente, per riproporre il più fedelmente possibile le atmosfere di questo luogo negli anni successivi alla fine del secondo conflitto mondiale.
Si sono così riallestiti i dormitori delle donne, con brande, vestiti, persino i giornali femminili del tempo; ma è stata anche ricostruita la scuola, con banchi, lavagna, vecchi pallottolieri; il laboratorio del sellaio con annessa dependance d’epoca, quello del fabbro, la bottega del falegname e l’angolo del maniscalco.
Il ricordo dei canti delle mondine e del loro instancabile lavoro giornaliero irrompe nel silenzio di questa cascina, che oltre a essere una riseria è divenuta anche sede dell’atelier dell’artista tedesca Claudia Haberkern e di un piccolo spazio espositivo delle opere scultoree dell’artista uruguayano Ricardo Santerini.

Il riso Acquerello
Acquerello è il riso Carnaroli Superfino unico al mondo, coltivato e confezionato dalla famiglia Rondolino nella Tenuta Colombara, nel cuore della provincia di Vercelli.
Il suo successo è il frutto di un lungo studio e dell’esperienza familiare, l’unione di tradizione e innovazione permette infatti una lavorazione unica. Il cereale ancora grezzo viene dapprima invecchiato, poi raffinato lentamente e reintegrato con la sua preziosa gemma.
Sono proprio i processi di invecchiamento, lavorazione e gemmatura a rendere Acquerello più buono, più ricco e più sano. E’ riconosciuto dagli chef e gourmet più famosi come il riso numero uno al mondo.
I suoi chicchi sono integri, sodi, sgranati e saporiti, l’unico riso sempre perfetto per i tutti i piatti, con Acquerello non si sbaglia mai un risotto.
Per preservare le sue qualità viene venduto in pratiche lattine sottovuoto di vari formati e lavorazione e confezionamento vengono effettuati con cura direttamente in cascina, nel pieno rispetto della natura e dell’habitat circostante.

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Cracco reinventa l’amatriciana e Amatrice dice no!

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AmatriceQAnni fa mentre ero di passaggio ad Amatrice fui ospitato per il pranzo da alcuni conoscenti “ amatriciani da generazioni “ e provai la goduria di assaporare un piatto di spaghetti all’amatriciana preparati secondo tradizione; sarà stata la fame, l’aria buona, il guanciale nostrano o il pecorino locale, fatto sta che quel piatto di spaghetti fumanti rimane a tutt’oggi la miglior amatriciana di sempre.
Sabato sera ho avuto modo di vedere alcuni spezzoni del programma “C’è posta per te” condotto da Maria De Filippi su Canale 5 e ho assistito alla performance dello Chef Carlo Cracco che essendo il regalo per la destinataria della posta l’ha coinvolta in un giochino per poterle assegnare come premio un invito a pranzo presso il suo ristorante di Milano.
Lo Chef stellato ha coinvolto la festeggiata in una sorta di Cracco Quiz con tre domande che riguardavano la conoscenza degli ingredienti di alcune ricette classiche, tra cui il famoso sugo all’amatriciana.
Il buon Cracco memore dello slogan coniato per la pubblicità delle patatine San Carlo “ La cucina ha bisogno di audacia “ non ha trovato di meglio che inserire tra gli ingredienti del sugo all’amatriciana l’aglio in camicia!
Si sa che gli Chef alla Cracco ogni tanto se ne escono con alcune stravaganze per lanciare qualche piatto che andrà ad arricchire i loro menu artistici, ma bene ha fatto il Comune di Amatrice a rivendicare immediatamente la paternità della ricetta originale i cui ingredienti erano e rimangono: guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino.
L’Amministrazione Comunale sulla propria pagina facebook si è detta sconcertata e si augura che quello di Cracco sia stato un vero e proprio “ lapsus”, per cui pur non avendo nulla in contrario sul fatto che lo Chef possa liberamente inserire nel sugo da lui preparato “l’aglio in camicia” resta del tutto evidente che tale sugo non potrà essere chiamato “ Amatriciana “.
Stiamo infatti parlando di un sugo che ha reso celebre la cucina romana nel mondo, ma che nella realtà deve la sua origine ai pastori amatriciani che lo preparavano con gli ingredienti che avevano a disposizione quando portavano al pascolo le loro greggi.
Agli inizi il piatto preparato con guanciale tagliato a cubetti o in fettine sottilissime, pecorino e spaghetti fu chiamato “ unto e cacio “; con il tempo questa ricetta chiamata anche “gricia”  fu in qualche modo impreziosita con l’aggiunta di pomodoro e qualche lacrima di olio d’oliva, per diventare la vera “amatriciana”.
Nell’Ottocento quando molti amatriciani ( a causa della crisi della pastorizia ) emigrarono a Roma e trovarono lavoro nei ristoranti locali vi fu per l’amatriciana la vera e propria diffusione a livello nazionale.
Il primo ristorante amatriciano a Roma lo aprì nel 1860 Luigi Sagnotti chiamandolo “ Il Passetto “ dato che attraverso il ristorante si poteva passare dal vicolo del passetto a piazza Navona.
Il vero boom l’amatriciana lo raggiunse a metà degli anni ’90 grazie all’attore Aldo Fabrizi che ne divenne in pratica l’indiretto testimonial parlandone spesso durante le sue trasmissioni radiofoniche e televisive.
Ma tornando ad Amatrice, piccolo borgo montano in provincia di Rieti, è utile sapere che proprio recentemente ( il 23 gennaio 2015 ) la Giunta comunale , ha deliberato di concedere il riconoscimento De.Co. a tre prodotti della tradizione amatriciana: il Pecorino di Amatrice, il Guanciale amatriciano e gli Gnocchi ricci, approvandone i relativi disciplinari di produzione predisposti dalla Commissione di esperti.
Amatrice inoltre ospita l’ultimo fine settimana di agosto “ La Sagra degli spaghetti all’amatriciana “ e quella che si terrà il prossimo agosto sarà la 49° edizione.

Curiosità
– Alla semplicità degli ingredienti di questo piatto, il poeta Carlo Baccari (1878 – 1978) dedicò questi suoi versi:
“… E li tra gli armenti, da magica mano, nascesti gioiosa nel modo più strano
la pecora mite e il bravo maiale, donarono insieme formaggio e guanciale”.

– Agli “Ingredienti degli spaghetti all’amatriciana e città di Amatrice“, il 29 agosto 2008, è stato dedicato dalle Poste Italiane un francobollo, policromo e dentellato del valore di 0,60 euro

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