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Referendum dal #Ciaone alla vittoria di Pirro!

Vota-QualunquementeOltre 15,5 milioni di italiani hanno disatteso l’invito del Premier Renzi di recarsi al mare e di questo 32,1% del corpo elettorale l’85,8% (pari a 13.334.764 milioni di persone) ha votato SI.
Non è stato raggiunto il quorum necessario per rendere valido il Referendum ma a mente fredda, oggi si può dire che sarebbe stato difficile il contrario, non fosse altro per il fatto che:
– si è votato in una sola giornata
– il Governo non ha voluto accorparlo alle amministrative di giugno
– vi è stata una totale disinformazione da parte dei media e del servizio pubblico RAI verso questo appuntamento referendario.
Dalle rilevazioni fornite dall’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni), giusto per capire il livello di disinformazione che ha accompagnato questo Referendum, nel periodo 4-10 aprile 2016 i TG di RAI 1 hanno dedicato in totale all’argomento del quesito referendario in sette giorni solo 13 minuti e 28 secondi (meno di 2 minuti al giorno tra tutti i TG mandati in onda nell’arco dell’intera giornata).
Che dire poi del giornalista Gerardo Greco (conduce su RAI 3 il programma Agorà) che durante la puntata del 6 aprile, presente in collegamento Michele Emiliano presidente PD della Regione Puglia (uno dei principali promotori del referendum) ha affermato che: “si vota soltanto in alcune regioni, in otto mi sembra” e dopo la precisazione di Emiliano sul fatto che si trattava di un voto nazionale ha continuato così: ”si vota dappertutto in Italia, ma ovviamente sono interessate soltanto le regioni che lo hanno promosso… se io vivo in Valle d’Aosta delle trivellazioni in adriatico diciamo che poco mi interessa” (per la cronaca in Valle d’Aosta sono andati a votare il 34,02% dei cittadini, al pari di regioni come l’Emilia Romagna o le Marche).
Che sia stato un Referendum anomalo gli osservatori più attenti lo hanno capito e non poteva essere diversamente dal comportamento del Presidente della Repubblica che si è recato a votare intorno alle 20,30, quando al contrario i suoi predecessori (tranne una volta Scalfaro) in passato si sono presentati al seggio sempre di buon mattino; non bisogna essere degli esperti di comunicazione per capire che il modus operandi di Mattarella ha di fatto precluso l’eventuale effetto traino che avrebbe potuto avere la notizia del voto del Presidente nei TG delle ore 13.
Mattarella ha scelto di non voler dare un significato politico al quesito referendario, ma nella realtà già nel corso della giornata si è capito (grazie agli interventi fuori luogo di alcuni esponenti della segreteria del PD) che il Referendum era per il PD l’ennesima conta interna tra Renzi e la minoranza del suo partito.
La conferma di tutto ciò è venuta alle 23.08 quando il Premier Renzi da Palazzo Chigi ha commentato l’esito del Referendum rivolgendosi quasi esclusivamente a “quei pochi, pochissimi consiglieri regionali e qualche presidente di Regione che hanno voluto cavalcare un referendum per esigenze personali politiche”.
Nel suo discorso farcito di tante baggianate degne del miglior “la qualunque” il Premier Renzi si è scagliato contro “una parte della classe dirigente di questo Paese che si mostra autoreferenziale: vivono su Twitter e Facebook. Ma l’Italia è molto più grande, fuori dalle telecamere c’è un Paese che chiede concretezza” e ancora “Per settimane autorevoli ospiti si sono chiusi nei talk show, hanno teorizzato spallate, hanno ipotizzato crolli”.
Non ho avuto il piacere di poter esprimere con un voto la legittimazione della carica che ricopre il Premier Renzi, ma sentito il discorso di ieri sera sono sempre più convinto che Renzi stia usando la sua carica per fare pulizia all’interno del suo partito e francamente trovo irrispettoso verso i cittadini che un Premier vada in conferenza stampa dopo l’esito di un Referendum per fare la lista dei cattivi tra i Presidenti di Regione del suo partito, quasi fosse l’ennesima resa dei conti all’interno del PD.
Che Renzi non sia credibile, lo si capisce dalla boutade di scagliarsi contro chi sta tutto il giorno su Twitter e Facebook, che detto da uno che sui social ha lanciato addirittura l’hastag #MatteoRispode con tanto di diretta in contemporanea su entrambi i social, sa un po’ di presa in giro!
Che dire poi del comportamento dell’onorevole Ernesto Carbone che a votazione aperta alle 15.12 ha sentito il bisogno di salutare quanti avevano esercitato il loro diritto di voto o stavano per farlo con il seguente tweet: “Prima dicevano quorum. Poi il 40. Poi il 35. Adesso, per loro, l’importante è partecipare. #ciaone”, per la cronaca questo personaggio fa parte della I Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati oltre che essere un componente della segreteria del PD.
Qualche ora prima il vicesegretario del PD Lorenzo Guerini, appena resi noti i dati del Ministero in merito all’affluenza delle 12 se ne è uscito con questa dichiarazione: : “I dati che ci giungono dalla Rete del Pd che segue l’andamento dell’affluenza ai seggi sono in linea, anzi direi addirittura meglio, con le nostre aspettative. Aspettiamo chiaramente i dati ufficiali del Viminale, ma per quanto è in nostro possesso lo possiamo fare con assoluta serenità. Comunque per una valutazione complessiva del risultato parlerà a urne chiuse il nostro segretario”.
Non poteva mancare per chiudere al meglio le esternazione dei dirigenti del PD il tweet della ministra Boschi che alle 23.51 scrive: “Questo Governo è più forte dei sondaggi, dei talk e delle polemiche #avantitutta” che scritto da lei che nel Porta a Porta di martedì 5 aprile ha avuto come ospite nientemeno che Bruno Vespa è tutto dire!
Quasi mai nell’immediatezza dell’esito elettorale si ha la prontezza di passare sotto la lente d’ingrandimento il responso che viene dalle urne e talvolta ci si limita a prendere per buone alcune dichiarazioni rilasciate a caldo dai leader dei vari partiti, una su tutte quella di Renzi che in conferenza stampa ha parlato dei lavoratori delle piattaforme come i veri vincitori di questa consultazione popolare, invitando a brindare con le donne e gli uomini di Ravenna (un territorio che si è sempre distinto per affluenza) dove si è registrato un dato al di sotto della media nazionale.
A bocce ferme andando a vedere i dati delle Elezioni Regionali in Emilia Romagna del 23 novembre 2014 si scopre che in provincia di Ravenna :
– su 303.931 elettori sono andati a votare in 125.284 pari al 41,31%
– la lista del PD ha ottenuto 56.420 voti
Mentre per il Referendum di ieri è successo che:
– su 294.249 elettori sono andati a votare in 84.131 pari al 28,59%
– hanno votato SI 58.532 persone (70,60%) e NO 24.298 (29,40%)
Non è difficile ipotizzare che coloro che hanno votato SI sono +2.100 rispetto a quanti votarono PD nel 2014.
Se poi si vanno a guardare i dati della Camera del 2013 e delle Europee del 25 maggio 2014 si scopre che:
– nel 2013 alla Camera su 46.905.154 elettori sono andati a votare in 35.270.926 pari al 75,20%
– nel 2104 alle Europee su 49.256.169 elettori sono andati a votare in 29.908.004 pari al 58,69%
– la lista del PD ha ottenuto 8.646.034 voti pari al 25,43 alla Camera 2013
– la lista del PD ha ottenuto 11.172.861 voti pari al 40,82% alle Europee 2014
Mentre per il Referendum di ieri:
– su 50.675.406 elettori sono andati a votare in 15.806.788 pari al 31,19%
– hanno votato SI 13.334.764 elettori che sono quasi 5 milioni di voti in più rispetto ai voti del PD del 2013 e 2,2 milioni in più rispetto a quelli del 2014.
Considerato che per il referendum costituzionale previsto per il prossimo mese di ottobre non sarà richiesto il quorum credo che il risultato di ieri possa essere considerato per Renzi & company una vittoria di Pirro, perché se è vero che il referendum non è passato è altrettanto vero che su un tema non del tutto accattivante le opposizioni hanno saputo mettere in fila oltre 13 milioni di #staiserenomatteo ai quali mi auguro si aggiungeranno anche quelli di quanti quotidianamente si lamentano che l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!
La prossima volta non ci saranno alibi, tutti quanti avremo ben chiaro il motivo per cui saremo chiamati alle urne: dare il nostro voto a Renzi o mandarlo a casa!

Referendum-Ernesto-Carbone

Referendum-Maria-Elena-Boschi

Referendum-Renzi-twitter

Riolo Terme – 23° Fiera dello Scalogno di Romagna IGP

scalogno5Riolo Terme fino a domenica 26 luglio all’ombra dell’imponente Rocca Sforzesca ospiterà la ventitreesima edizione della sagra dedicata a sua Maestà lo scalogno e creata nel lontano 1992 dalla locale Pro Loco con l’intento di esaltare e promuovere un prodotto della terra che nasconde al suo interno una sorta di laboratorio chimico.
La raccolta dello Scalogno avviene a metà giugno e quindi la scelta del mese di luglio per celebrarlo è una tappa obbligata in quanto in questo periodo il prodotto si presenta fresco e profumato.
Coltivato da sempre in Romagna, lo Scalogno è un piccolo bulbo appartenente alla famiglia delle Liliacee ( come l’aglio e la cipolla) e fu portato in Italia da popoli provenienti dall’oriente già tre mila anni fa; pur essendo cugino di aglio e cipolla ha un gusto più dolce e deciso rispetto alla cipolla e decisamente meno inteso di quello dell’aglio; ha un colore bianco violaceo ed è avvolto all’esterno da una pellicola la cui colorazione può variare dal ramato al rossastro.
Ha varie proprietà benefiche grazie alle sue componenti che lo rendono un ottimo disinfettante intestinale, battericida e fluidificante del sangue (solfuro di allile); può essere un buon antinvecchiamento per effetto della componente solfidrica che lo rende un valido antiradicalico, mentre il Selenio (Se) che ha in se gli conferisce un azione antiossidante.
Un’alimentazione che preveda l’utilizzo costante dello Scalogno può portare benefici nelle carenze di calcio, nelle malattie polmonari, nelle infezioni della vescica.
Dal 1997 lo Scalogno di Romagna ha ottenuto il riconoscimento IGP (indicazione geografica protetta) presso la Comunità Europea.
La fiera ospita la mostra mercato degli agricoltori che sono in possesso della certificazione del prodotto e per tutta la durata della manifestazione i ristoratori locali proporranno menu a tema mentre nello stand gastronomico allestito dalla Pro Loco il piccolo bulbo troverà la sua esaltazione grazie alle sapienti capacità culinarie degli addetti ai fornelli che proporranno un menu comprendente: scalogno sott’olio, crostini misti di scalogno, fiori di cipolline e salsa di scalogno, tagliolini allo scalogno, risotto allo scalogno, polenta al ragù di scalogno, tartare allo scalogno, salsiccia allo scalogno, arrosto al forno con scalogno, castrato allo scalogno, frittate di scalogno, patate al forno con scalogno, scalogno al forno.
In contemporanea alla Fiera dello Scalogno di Romagna IGP, Riolo Terme ospiterà per il quarto anno consecutivo anche la “Fiera del libro romagnolo” nella centrale Piazza Mazzanti.

23° Fiera dello Scalogno di Romagna IGP – Riolo Terme
Orari:
feriale: dalle ore 19.00 alle ore 24.00
festivo: dalle ore 12.00 alle ore 24.00
Ingresso gratuito

Per maggiori informazioni:
www.comune.rioloterme.ra.it
www.terredifaenza.it
www.riolotermeturismo.it

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