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Marie De Moliner .. Profumo di carta e colla per creare collages unici

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non si è avventurato nella creazione di un collage, io sono uno di quelli e mi ricordo come se fosse oggi il giorno in cui a scuola mi fu consegnato durante l’ora di disegno un blocco di fogli colorati, un paio di forbici, un cartoncino nero e la mitica “ Coccoina “ colla bianca da stendere con il pennellino e dall’indimenticabile profumo di mandorla
Fu una esperienza bellissima per me che essendo una vera e propria frana con la matita e il pennello fui in grado di dar sfogo alla mia creatività realizzando un collage astratto che mi valse l’onore di vederlo attaccato con le puntine sul cordolino di legno presente sui muri dell’aula
Quando ho visto le opere di Marie De Moliner per la prima volta mi sono immediatamente ricordato della mia esperienza scolastica e ho capito molte cose che allora da ragazzo non avevo recepito, innanzitutto che il collage può sembrare una rottura rispetto alle tecniche nobili della pittura e del disegno, ma così non è perché questa forma d’arte comprende tecnica,forma e contenuto
Ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione che parte da una decostruzione per arrivare ad una ricostruzione vera e propria in cui l’artista si muove in un universo dove tutte le forme possono diventare significanti e la bravura dell’artista consiste nel far apparire nel sui lavoro l’imprevedibile .. quello che non ti saresti aspettato e capace di dare un tocco di originalità ed unicità al lavoro finito
Marie De Moliner è nata vicino a Parigi nel 1975 e negli anni novanta ha vissuto alcuni anni a New York dove ha frequentato la Parsons School of design e la Fordham University
Ritornata a Parigi nel 2003 si è laureata in Architettura e dal 2004 vive e lavora a Bergamo
Si è innamorata dell’arte fin da bambina, sperimentando sempre forme ed espressioni d’arte diverse (acquarello, pittura, scultura, arte digitale …), ma la sua vera espressione artistica è il collage realizzato con frammenti di carta riciclata
Ha una passione smodata e non potrebbe essere che così, per la raccolta di carta di qualsiasi tipo, fogli e ritagli da riviste, giornali, cataloghi, brochure pubblicitarie, volantini, biglietti, imballaggi, poster e questa fase di ricerca la porta a girare per mercatini dell’usato alla ricerca di quel pezzo di carta che le farà scattare l’idea per poter immaginare una nuova opera
Da buon architetto Marie trova conforto nella geometria ed è affascinata dalla grafica e non è difficile capire che la sua fonte principale d’ispirazione è la corrente architettonica dello Stile Internazionale
Nella sua serie di collage intitolata “Paesaggi urbani” , opere che sono state esposte ad una mostra personale a Venezia in occasione della biennale di architettura nel 2018 al primo colpo d’occhio si ritrovano immediatamente le peculiarità dello Stile Internazionale: l’organizzazione dello spazio e la prospettiva con un forte linguaggio geometrico
Del resto lo Stile Internazionale si basa su una radicale semplificazione della forma, un rifiuto dell’ornamento e l’adozione di vetro, acciaio e cemento come materiali preferiti mentre la trasparenza degli edifici, la costruzione (chiamata l’espressione onesta della struttura) e l’accettazione delle tecniche di produzione di massa industrializzate hanno contribuito alla filosofia di design dello stile internazionale che ha come obiettivo l’internazionalizzazione del linguaggio, quindi la sua massima diffusione, e non l’approfondimento delle regole di una specifica idealità architettonico/figurativa vista anche l’intenzionale riduzione di una vasta quantità di mezzi espressivi
Marie grazie all’uso di carta riciclata riesce a far emergere sulle tele dei scenari rigorosi e dal carattere pop con una lettura nostalgica e contemporanea
Marie De Moliner è sicuramente una “ numero uno “ nel variegato mondo artistico dove il collage trova una sua precisa collocazione al pari di disegno e pittura, e forse non tutti sapranno che anche il famosissimo Henri Matisse  sulla sedia rotelle a causa di una grave malattia, si aprì ad una nuova vita artistica, producendo collage di carte coloratissime, spesso in scala enorme

 

 

 

Marie De Moliner .. Perfume of paper and glue to create unique collages
Hands up those who at least once in their life have not ventured into creating a collage, I am one of those and I remember as if it were the day when I was given a block of colored sheets, a pair of scissors, a black card and the legendary “Coccoina” white glue during the drawing hour to be spread with the little brush and the unforgettable scent of almond
It was a beautiful experience for me that being a real landslide with the pencil and the brush I was able to give vent to my creativity by creating an abstract collage that earned me the honor of seeing it attached with the pins on the wooden cord on the classroom walls
When I saw the works of Marie De Moliner for the first time I immediately remembered my school experience and I understood many things that I had not understood then as a boy, first of all that collage may seem like a break from the noble techniques of painting and drawing, but this is not the case because this art form includes technique, form and content
We are faced with a real revolution that starts from a deconstruction to arrive at a real reconstruction in which the artist moves in a universe where all shapes can become meaningful and the skill of the artist consists in making appear in its work the unpredictable .. what you would not have expected and capable of giving a touch of originality and uniqueness to the finished work
Marie De Moliner was born near Paris in 1975 and in the 1990s lived a few years in New York where she attended the Parsons School of design and Fordham University

Returning to Paris in 2003, she graduated in Architecture and has lived and worked in Bergamo, Italy since 2004
She has fallen in love with art since she was a child, always experimenting with different forms and expressions of art (watercolor, painting, sculpture, digital art …), but her true artistic expression is the collage made with fragments of recycled paper
She has an unbridled passion and it could not be otherwise, for the collection of paper of any type, sheets and clippings from magazines, newspapers, catalogs, advertising brochures, flyers, tickets, packaging, posters and this research phase leads her to turn to flea markets in search of that piece of paper that will trigger the idea to be able to imagine a new work
As a good architect Marie finds comfort in geometry and is fascinated by graphics and it is not difficult to understand that her main source of inspiration is the architectural style of the International Style
In her series of collages entitled “Urban Landscape”, works that have been exhibited at a personal exhibition in Venice on the occasion of the architecture biennale in 2018 at the first glance you immediately find the peculiarities of the International Style: the organization of space and perspective with a strong geometric language
After all, the International Style is based on a radical simplification of the shape, a refusal of the ornament and the adoption of glass, steel and concrete as preferred materials while the transparency of the buildings, the construction (called the honest expression of the structure) and the acceptance of industrialized mass production techniques have contributed to the design philosophy of the International style which has as its objective the internationalization of language, therefore its maximum diffusion, and not the deepening of the rules of a specific architectural / figurative ideality also considering the intentional reduction of a vast amount of means of expression
Thanks to the use of recycled paper, Marie manages to bring out rigorous and pop scenes on the canvas with a nostalgic and contemporary reading
Marie De Moliner is certainly a “number one” in the varied artistic world where collage finds its precise location on a par with drawing and painting, and perhaps not everyone will know that even the very famous Henri Matisse, in a wheelchair due to a serious illness , opened up to a new artistic life, producing collages of colorful papers, often on a huge scale

Solo exhibitions
– February 2010 – Collages Caffè Letterario in Bergamo

Group exhibitions
– October 2010 – Proposte d’arte of Roberto Colleoni in Villa Suardi, Trescore Balneario – (Bergamo)
– May 2011 – Artemisia Laborart Gallery in Piedimulera (Piedmont)
Permanent Exhibition Colleoni Roberto & C. Tappezzieri in Bergamo

Publications
Catalogue “Art Events 2011” (Mazzoleni Art Gallery)

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Cellia SAUBRY

Cellia Saubry o più comunemente Célia è nata a Rouen nel 1938
Ha iniziato a dipingere giovanissima incoraggiata dalla zia, quotata artista professionista
Si è trasferita molto giovane a Parigi dove si è sposata ed ha cominciato a dipingere con continuità senza peraltro esporre le sue opere per molti anni
Ha iniziato ad esporre le sue opere solo nel 1972 presso la Galerie Antoniette, poi dal 1980 al 1997 i suoi dipinti sono stati esposti alla Gallery Naifs et Primitifs di Parigi e fino al 1986 alla Gallery Naifs et Primitifs di New York; è stata invitata anche ad esporre le sue opere al Musée Huis Ten Bosh di Nagasaki in Giappone
I suoi lavori sono stati presentati in molte Fiere d’arte ed esibizioni, soprattutto a Basilea
La sua pittura si basa su tecnica e colori raffinati con cui dipinge delle vedute molto caratteristiche di Parigi che traggono ispirazione dalla vita di tutti i giorni, nonché dei bellissimi scorci di Provenza

 

 

Cellia Saubry or more commonly Célia was born in Rouen in 1938
While very young she began drawing with her uncle, a professional artist
As a young woman, she moved to Paris and was married; she began to paint seriously but for many years did not display her work
Finally, in 1972 she decided to exhibit her paintings, and they went on display at Galerie Antoinette
From 1980 to 1997 her work was on exhibit at Gallery Naifs et Primitifs in Paris, and at Gallery Naifs et Primitifs in New York City until 1986
Her work has been presented at many international art fairs and exhibits, pariticulary in Basel
Her painting is based on technique and refined colors with which she paints very characteristic views of Paris that draw inspiration from everyday life, as well as the beautiful views of Provence

When the passion for felt becomes Art


Juliane Gorman vive a Gibsonia, in Pennsylvania dal 2014, mentre in precedenza ha vissuto per 11 anni nella pittoresca Norwich, in Inghilterra
Tutti i suoi cappelli fatti a mano vengono realizzati nel suo  piccolo studio a Gibsonia
Molto tempo fa, Juliane Gorman ha lavorato come studentessa d’arte alla Rhode Island School of Design e durante questo periodo, esplorando varie forme di arti artificiali, ha realizzato una serie di sculture di copricapo misti
Dopo la laurea, ha frequentato corsi di modista presso il Fashion Institute of Technology (NY) insieme ad alcuni freelance in negozi di costumi
Tuttavia, l’incanto della creazione è andato in letargo mentre lei ha intrapreso vari lavori e si è dedicata alla famiglia
Fortunatamente,nel 2011, ha visto un braccialetto in feltro in una fiera dell’artigianato; mentre cercava un libro fai-da-te sull’argomento, invece, ne trovò uno dedicato alla produzione di cappelli infeltriti, ecco il suo momento di eureka: trovare un mestiere che combina il suo amore per la fibra colorata, con la sua passione per il copricapo
Da quel momento lei inizia  a creare ed a esplorare  usando solo lana Merino, acqua saponata e le sue mani
Naturalmente, la lana è leggera, resistente all’acqua e, inoltre, calda; ma, soprattutto, è una fibra magica, creativamente piena di possibilità, che sposa la pittura con la scultura!
Cosi’, stimolata dal mondo naturale, dalle fiabe e dalle belle arti, Juliane crea cappelli da indossare che sono utili,  e con un tocco di fantasia
I suoi cappelli sono capaci di dare energia e aiutano a godersi meglio ogni periodo dell’anno, perchè la vita non deve essere grigia!
I suoi pratici e fantastici lavori vengono venduti in tutto il mondo sotto l’etichetta FeltHappiness
Spesso espone a livello locale e internazionale, con cappelli in collezioni private in Australia, Asia, Europa e Nord America.

 

 

Juliane Gorman lives in Gibsonia, Pennsylvania since 2014, while previously she lived for 11 years in picturesque Norwich, England
All her handcrafted hats are made in her small studio in Gibsonia
Long ago, Juliane Gorman felted as an art student at the Rhode Island School of Design  and during this period, exploring other forms of fiber arts, she made a series of mixed-media headdress sculptures
After graduation, she attended millinery classes at Fashion Institute of Technology (NY) along with some freelancing in costume shops
However, the enchantment of creating went into dormancy while she pursued various jobs and parenthood
Serendipitously, in 2011, she saw a felted bracelet at a craft fair, while looking for a DIY book on the topic, instead, she found one devoted to making felted hats; here was her eureka moment: finding a craft which combined her love of colorful fiber, with her passion for headwear
From that moment she makes, she explores, using just Merino wool, soapy water, and her hands
Of course, wool is lightweight, water-resistant, and moreover, warm; but, above all, it’s a magical fiber, creatively full of possibilities, that marries painting with sculpture!
So, energized by the natural world, fairy tales and fine art, Juliane creates wearable art hats that are useful, flattering, and with a touch of whimsey
Her hats  will energize you and help you better enjoy your Winter, Spring or Fall, because life need not be gray
Her  practical and fantastical work sells in all the world  under the FeltHappiness label
Frequently, she exhibits locally and internationally, with hats in private collections in Australia, Asia, Europe, and North America

 

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When there is a piece of history behind a hat


Ann Decker-Montarello è cresciuta e attualmente vive a metà strada tra New York e Montreal, nello stato di New York, negli Stati Uniti
Ha  avuto un interesse nel design della moda e cucito per  la maggior parte della sua vita, ha iniziato a cucire su una normale macchina da cucire da bambina giocando con i pezzi di stoffa dei progetti di cucito di sua madre
Dopo aver frequentato un corso di modista alla FIT di New York, si è subito innamorata  dell’arte
Nel 2014 ha acquistato la sua prima macchina da cucire a treccia di paglia, una Wilcox & Gibbs 1878 e da quel momento ha iniziato a fare pratica giorno e notte, perché questa macchina che ha 141 anni è un vero e proprio pezzo di storia ma richiede un grande impegno considerato che non esistono più manuali o libretti di istruzioni
Le piace creare cappelli con cui  le donne o gli uomini si possano sentire a proprio agio indossandoli ovunque, formali o informali
Ann mi ha detto che lei  usa solo trecce, tessuti, pelli, fili e nastri di prima qualità sia a macchina che cuciti a mano con attenzione ai dettagli

 

 

Ann Decker-Montarello has grown up and is currently living halfway between New York and Montreal, in upstate New York, USA
She had an interest in fashion design and sewing for most of her life, she started sewing on a normal sewing machine as a child playing with scraps of fabric from her mother’s sewing projects
After attending a Millinery course at the FIT ,NYC she immediately fell in love with art
In 2014 she bought her first straw braid sewing machine, a Wilcox & Gibbs 1878 and from that moment she started to practice day and night, because this 141-year-old machine is a real piece of history but it requires a great deal of effort considering that there are no more manuals or instruction booklets
She likes to create hats with which women or men can feel comfortable wearing them everywhere, formal or informal
Ann  told me that se uses only first quality braids, fabrics, leathers, threads and ribbons either machine or hand sewn fabrication with attention to detail

 

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White Christmas – la canzone dei record

BingfilmUn giorno Philip Roth, uno dei più importanti scrittori ebrei in lingua inglese se ne uscì con questa frase: “ Dio diede a Mosè i dieci comandamenti e poi diede a Irving Berlin White Christmas ”.
Niente di più vero visto che questa canzone con cui il suo autore ha di fatto reinventato il Natale risulta essere quella più eseguita nella storia della musica registrata con oltre 500 versioni in 25 lingue diverse.
La versione di Bing Crosby, il giovanotto che fu chiamato “ il cantante del salotto” ha fatto registrare oltre 35 milioni di copie vendute in tutto il mondo a cui vanno aggiunte tutte le ulteriori utilizzazioni legate alle trasformazioni della registrazione elettrica in un arco temporale che va dal 78 giri alle suonerie telefoniche dei giorni nostri.
L’autore di questo successo planetario fu un ebreo russo che in origine si chiamava Israel Baline, nato nel 1888 a Temun in Russia, e arrivato a New York con la famiglia all’età di cinque anni.
Poverissimo, riuscì a farsi strada nel mondo della musica non prima di aver cambiato nome diventando quell’Irving Berlin che sfornò 812 composizioni di cui 451 capaci di scalare le classifiche del successo; è sua giusto per capire la portata del suo mix di “ genio e regolatezza ” la famosissima  Cheek to cheek.
White Christmas entrò per la prima volta nella classifica Usa il 3 ottobre 1942 e mantenne il primo posto per undici settimane consecutive, e vi rientrò per altri vent’anni, ogni anno nel mese di dicembre, arrivando a collezionare 38 settimane al primo posto e 86 settimane di presenze complessive.
Non è facile spiegare il successo di questa canzone con cui l’autore ha saputo in qualche modo catturare la quotidianità degli americani e forse la migliore spiegazione la si può trovare in una dichiarazione dello stesso autore che a proposito della bontà di una canzone affermava “ Una buona canzone incarna i sentimenti della gente e un autore di canzoni non è molto di più di uno specchio che riflette questi sentimenti ”, come dargli torto!