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Sofia Fresia Art .. un tuffo nell’arte

Sofia Fresia è nata a Genova nel 1992 e vive tra Torino e la Valbormida dove vivono i suoi genitori

Dal  2015 studia pittura all’Accademia Albertina di Torino e attualmente frequenta l’ultimo anno del biennio specialistico della Scuola di Pittura

Nel 2014 ha ottenuto la laurea in infermieristica e nel 2018 quella di I livello con la tesi “Deriva e naufragio. L’arte del naufragio come ricerca di salvezza” che affronta il tema del fallimento e della mancanza di riferimenti stabili per i giovani attraverso immagini provenienti dal mondo del nuoto agonistico e delle piscine ricreative

Si è avvicinata all’arte per la prima volta grazie alla visita della mostra “Gli impressionisti e la neve” (2005), da cui ha tratto un enorme interesse verso la pittura figurativa e di paesaggio

Non avendo avuto la possibilità di  frequentare il liceo artistico, ha coltivato la sua passione da autodidatta finché la pittura non si è rivelata cruciale nell’affrontare un lungo ricovero ospedaliero

Dipingere ha riacceso in lei una scintilla di interesse per la vita e l’ha aiutata a trovare la forza per liberarsi dai suoi fantasmi

Agonista di nuoto per salvamento e accompagnatrice di media montagna, si interessa alle tematiche sociali e ambientali cui contribuisce anche con il volontariato

Ha sempre con se i suoi due  taccuini che utilizza prevalentemente in montagna d’estate o nel corso di qualche viaggio (particolarmente utili durante le traversate di più giorni in montagna, sia per tenere memoria delle singole giornate come una sorta di diario di bordo visivo, sia per riempire le lunghe attese in rifugio al termine di ogni tappa)

I suoi primi lavori erano a carattere fortemente figurativo e connessi agli aspetti che più sentiva legati alla sua  rinascita, come la montagna e il nuoto; usava la pittura per parlare di se a se stessa, come a dire “eccomi, sono qui e sono diventata questa persona”

In seguito ha iniziato a usare la pittura per parlare di se agli altri e questa è stata una rivoluzione perché si è resa conto che la comunicazione attraverso i dipinti era più incisiva di quella a parole, e le permetteva di affrontare problemi sui quali non avrebbe mai osato intavolare un discorso

Tra tutti i lavori quelli che sente al momento più “suoi” sono i dipinti a olio della serie Pools, nei quali pensa di essere riuscita a trovare la giusta via di mezzo tra il messaggio da veicolare e l’attrazione personale innata per la pittura di stampo accademico che ad oggi viene spesso vista più come un vincolo anacronistico che come un’abilità

 Piscine vuote, edifici e oggetti abbandonati, porte che si spalancano su mondi e tempi inaccessibili: nella sua ricerca l’artista utilizza alcuni soggetti ricorrenti nella propria esperienza di vita ricombinandoli in lavori di matrice surrealista che affrontano prevalentemente temi di carattere sociale

 

Sofia Fresia was born in Genoa in 1992 and lives between Turin and Valbormida where her parents live

Since 2015 she has been studying painting at the Albertina Academy in Turin and is currently attending the last year of the two-year specialist course at the School of Painting

In 2014 she obtained a degree in nursing and in 2018 the 1st level degree with the thesis “Drift and shipwreck. The art of shipwreck as a search for salvation ” which addresses the theme of failure and the lack of stable references for young people through images from the world of competitive swimming and recreational pools

She approached art for the first time thanks to a visit to the exhibition “The Impressionists and the Snow” (2005), from which she drew a huge interest in figurative and landscape painting

Not having had the opportunity to attend art high school, she cultivated her passion as a self-taught person until painting proved to be crucial in facing a long hospital stay

Painting rekindled a spark of interest in life in her and helped her find the strength to free herself from her ghosts

Swimming agonist for rescue and mid-mountain companion, she is interested in social and environmental issues to which she also contributes with volunteering

She  always has two notebooks with her  which she mainly uses in the mountains in the summer or during some travels (particularly useful during multi-day crossings in the mountains, both to keep memory of individual days as a sort of visual logbook, both to fill the long waits in the refuge at the end of each stage)

Her  first works were strongly figurative and connected to the aspects that she felt most linked to her rebirth, such as the mountains and swimming; she used painting to talk about herself to herself, as if to say “here I am, I’m here and I’ve become this person”

She later started using painting to talk about herself to others and this was a revolution because she realized that communication through paintings was more incisive than words, and allowed her to face problems she would never have dared to strike up a speech

Among all the works, the ones she feels most “hers” at the moment are the oil paintings of the Pools series, in which she thinks she has managed to find the right middle ground between the message to convey and the innate personal attraction for painting by academic style that today is often seen more as an anachronistic constraint than as a skill

Empty swimming pools, abandoned buildings and objects, doors that open wide onto inaccessible worlds and times: in her  research the artist uses some recurring subjects in her own life experience, recombining them in surrealist works that mainly deal with social themes

For more information on the artist

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A bag made with love

Oggi voglio presentarvi Sara una bravissima artigiana che vive e lavora a Torino
Per amore delle sue figlie Emma e Matilde, dopo essersi separata dal marito ha lasciato un lavoro fisso per dedicare più tempo alle sue figlie
Grazie ad un’amica è entrata nel magico mondo del crochet che si può sviluppare in centinaia di modi e lei ha scelto di dedicare la sua abilità manuale e creativa alle borse, iniziando a creare modelli unici intrecciando cordini di cotone con la manualità che le ha regalato il suo papà, che per tutta la vita ha intrecciato cesti di vimini
Quando ho visto le sue borse per la prima volta mi sono piaciute a tal punto che ne ho comprate due per regalarle alle mie figlie per il loro compleanno e la cosa bella è che puoi averle personalizzate con i tuoi colori preferiti
A prima vista possono sembrare borse semplici ma sono molto carine, capienti e adatte per tutti i giorni
Una volta ordinata la borsa tramite la sua pagina Instagram o Facebook, in pochi giorni Sara vi confezionerà la vostra borsa e la riceverete a casa vostra attraverso un corriere espresso

 

 

 

Today I want to introduce you to Sara a very good craftswoman who lives and works in Turin
For the sake of her daughters Emma and Matilde, after separating from her husband she left a steady job to devote more time to them
Thanks to a friend, she entered the magical world of crochet which can be developed in hundreds of ways and she chose to dedicate her manual and creative skills to bags, starting to create unique models by weaving cotton cords with the manual skills that her dad gave her, who throughout her life has woven wicker baskets
When I saw her bags for the first time I liked them so much that I bought two of them to give them to my daughters for their birthday and the nice thing is that you can have them personalized with your favorite colors
At first glance they may seem simple bags but they are very nice, capacious and suitable for everyday use
Once you have ordered the bag through her Instagram or Facebook page, in a few days Sara will pack your bag and you will receive it at your home through an express courier

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Se ne va un annus horribilis.. Auguri per il 2017!

Il 2016 è stato un annus horribilis, Buon 2017.. che possa essere davvero un anno sereno!

Renzi si è autorottamato!

PDcracChe l’aria non fosse delle migliori per Renzi e il PD in questa tornata elettorale amministrativa lo si era già capito al termine del primo turno quando a urne chiuse i risultati avevano consegnato un quadro politico chiaro che raccontava di un PD in evidente difficoltà un po’ ovunque.
Renzi nella conferenza stampa post voto aveva tentato di minimizzare parlando di un PD quasi ovunque sopra il 40% e di importanti successi registrati in comuni piccoli dove il candidato del PD veniva eletto al primo turno.
Non è necessario essere degli osservatori attenti o dei fini politologi per capire che da quella conferenza post voto del primo turno si è avvertito che per la prima volta dal suo avvento al potere Renzi cominciava a perdere qualche colpo nonostante l’atteggiamento un po’ spavaldo con cui di fatto liquidava quello che per lui null’altro era che un incidente di percorso.
Resta il fatto che il Premier iper presente nella campagna elettorale per il primo turno è letteralmente sparito dalla circolazione nelle due settimane precedenti i ballottaggi non fosse altro perché sia Renzi che il suo entourage, ma ancor di più i candidati sindaci al ballottaggio, hanno capito in maniera inequivocabile che la presenza di Renzi al fianco degli aspiranti sindaci del PD avrebbe fatto perdere ulteriori voti.
Ma ahimè la frittata ormai era fatta e nonostante il buon Renzi abbia girato alla larga dai ballottaggi, gli elettori hanno capito che il nuovo che avanza non è rappresentato dal Renzismo ma dalle facce nuove dei candidati grillini che su venti comuni in cui sono andati al ballottaggio contro un sindaco espressione del PD hanno vinto 19 volte.
Le vittorie di Raggi a Roma e di Appendino a Torino dicono che Renzi, il suo governo e la sua idea di PD sono stati totalmente asfaltati da una forza nuova a cui la stragrande maggioranza degli elettori ha deciso di affidare il governo delle due capitali d’Italia.
E’ successo quello su cui nessuno sei mesi fa avrebbe scommesso un’euro, Renzi non è più il nuovo che avanza e da rottamatore si è autorottamato per aver voluto forzare la mano a un elettorato che con il voto di eri ha dimostrato di non seguirlo più.
Renzi è il principale artefice di questa debacle del PD ma anche i componenti più stretti del suo entourage ci hanno messo del loro e penso a quel burlone che ha lanciato un bel #Ciaone agli elettori il giorno dopo la consultazione referendaria; alla vice segretaria Serracchiani che aveva parlato di un buon esito elettorale al primo turno e che da Presidente del Friuli Venezia Giulia oggi deve incassare il passaggio al centro-destra del capoluogo di regione Trieste; al senatore Esposito (già assessore nella giunta Marino a Roma) che nella sua Torino ha visto cadere sotto i colpi del nuovo che avanza il sindaco uscente Fassino a cui la candidata del M5S Appendino ha rifilato un distacco di quasi 20 punti in quindici giorni di campagna elettorale per i ballottaggi (Appendino partiva da – 11 punti e alla fine ne ha dati 9 di distacco a Fassino); che dire poi del Presidente del PD Orfini che ha sparato a raffica sul candidato del M5S a Roma mentre a disastro avvenuto non ha avuto neppure il coraggio di commentare un risultato che vede il PD romano travolto non solo da mafia capitale ma dagli stessi elettori che avevano incoronato sindaco il buon Marino.
La vera analisi politica sul tracollo del PD la si può fare in maniera compiuta analizzando non solo i risultati provenienti dalle grandi città ma anche e soprattutto quelli dei capoluoghi di provincia dove il PD era da illo tempo al governo della città.
Mi piace ricordare il dato di Savona, città in cui sono nato, da sempre “rossa” dove per trovare un sindaco non del PD negli ultimi 34 anni bisogna risalire al 1994 quando il candidato del centro destra Francesco Gervasio diventò sindaco battendo Aldo Pastore del PD.
Da quel lontano 1994, dopo 18 anni di governo della città a totale appannaggio della sinistra con gli ultimi due sindaci del PD (Ruggeri e Berruti) eletti entrambi per due mandati consecutivi, ieri Savona ha voltato pagina affidando la guida della città a Ilaria Caprioglio del centro-destra.
Alle elezioni nella mia città mi legano bellissimi ricordi, quando da giovanotto fui chiamato per una quindicina di anni a svolgere la funzione di presidente di seggio in una città dove l’allora Partito Comunista poteva vantare sull’apporto di una folta schiera di militanti che presenziavano alle attività all’interno del seggio (con i loro rappresentati di lista, tra cui alcuni che erano delle vere e proprie istituzioni) e all’organizzazione del servizio di rifocillamento (focaccia calda, caffè, panini, ecc.) nonché alla trasmissione a tempo di record dei risultati dei singoli seggi alla segreteria cittadina del partito.
Credo che buona parte del disastro elettorale dell’attuale PD sia da imputare a Renzi che ha voluto per sua ambizione personale trasformare il partito della sinistra in una sorta di accozzaglia di soggetti che nulla hanno a che spartire con i militanti di quello che un tempo era il Partito Comunista, penso ai vari Verdini, Bondi e consorte, oltre ai vari fuoriusciti dalle più disparate forze politiche.
Nelle precedenti elezioni amministrative il PD e il centro sinistra governavano in 21 capoluoghi, il centro-destra in 4, oggi la situazione è decisamente diversa con il PD/centro sinistra al governo in 9 capoluoghi, il centro-destra in 10 e il M5S in 3 ( Roma, Torino, Carbonia).
A dire il vero di Renzi al momento non c’è traccia, niente conferenza stampa ieri notte e nessun messaggio sulla sua pagina facebook dove questa mattina i commenti che lo irridono stanno arrivando a pioggia e tra i più gettonati vi è quello in cui gli viene ricordato a proposito del suo silenzio se “abbia finito i giga”.
Nessuno al momento si è fatto avanti per suggerire un passo indietro a Renzi, ma credo che se il PD non vorrà correre il rischio di un continuo e fluente travaso di voti verso il M5S qualcuno dovrà pur chiedere all’uomo che si è fatto Premier di lasciare la guida del partito anche perché i risultati elettorali di ieri sono il peggio del peggio per un partito che ha la pretesa di governare un paese senza aver vinto le elezioni politiche e grazie ai giochi di palazzo che hanno portato tre dicasi tre presidenti del consiglio al potere senza essere stati mai eletti dal popolo.
Poiché il cerino rimane in mano come vuole la consuetudine all’ultimo della fila, tocca al buon Renzi farsi carico di prendere atto che ieri gli elettori hanno mandato un messaggio molto chiaro all’inquilino di Palazzo Chigi, ma ancora di più al segretario del PD.
Il vento è cambiato, niente più gioco delle tre carte, niente più slide, niente più mance elettorali, niente più riforme a scatola chiusa, niente più partito della nazione, ma facce nuove a cui affidare per iniziare l’amministrazione delle città, piccole o grandi che siano.
Provare per credere, avrebbe detto il Renzi dei tempi migliori!

29° Salone Internazionale del Libro di Torino – dal 12 al 16 maggio 2016

Salone-Libro-logo-miniOggi ha preso il via nei padiglioni 1, 2, 3 e 5 di Lingotto Fiere la ventinovesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, un appuntamento da non perdere per gli amanti della lettura.
Da questa edizione parte il nuovo assetto della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura : oltre ai Soci storici (Regione Piemonte, Città di Torino e Torino Metropoli) e al recente ingresso di Miur e Mibact, entra fra i Soci Fondatori anche Intesa Sanpaolo quale importante partner privato.
I quattro padiglioni di Lingotto Fiere (51.000 metri quadri di superficie) ospiteranno: 37 sale convegni e laboratori, più di 1.100 editori (chi con proprio stand, chi all’interno di spazi collettivi e istituzionali), oltre 1200 convegni e dibattiti in programma, più di 500 gli gli operatori internazionali accreditati all’International Book Forum, di cui più di 250 stranieri provenienti da 41 Paesi.
Dal 1988 il Salone Internazionale del Libro di Torino è non solo la più grande libreria italiana del mondo, ma anche un enorme festival culturale capace di richiamare oltre 250.000 visitatori nei cinque giorni di apertura.
Saranno 70 i nuovi espositori che debuttano al Salone; fra loro La Conchiglia di Capri, raffinato libraio-editore di scuola napoletana, molto attivo sul fronte degli incontri fra le culture del Mediterraneo, e i 24 editori indipendenti dell’Incubatore che provengono da tutta Italia e hanno meno di due anni di vita, sarà presente per la prima volta anche l’Istituto Luce.
Dopo Calabria, Veneto e Lazio, la Regione Ospite d’onore nel 2016 è la Puglia, mentre le altre Regioni Italiane presenti con un proprio spazio sono Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta.
La Puglia accoglierà i visitatori già all’esterno del Salone, con il Villaggio Puglia, allestito sul Piazzale antistante il Lingotto, mentre all’interno nello stand del padiglione 3 sarà possibile curiosare tra le librerie dei 37 editori pugliesi presenti.
Il titolo del Salone 2016 è Visioni, e il suo filo conduttore vuole dare spazio alle esperienze di chi ha la capacità di guardare lontano, di darsi e vincere sfide che sembrano impossibili, di lavorare per il futuro attuando progetti forti, basati su una conoscenza vera, ma anche sul patrimonio letterario, artistico e filosofico che costituisce la nostra identità culturale, e dunque nell’indispensabile saldatura tra cultura scientifica e cultura umanistica.
Al centro di questa edizione vi saranno dunque i visionari che, nei rispettivi rami di attività, si sono distinti per la lungimiranza del progetto, le capacità d’innovazione, l’originalità dei metodi operativi, ma anche la sapienza divulgativa e comunicativa.
Vi sono inoltre i progetti speciali che rappresentano un importante elemento dell’identità del Salone e un preciso punto di riferimento per pubblico, editori e operatori specializzati:

Casa CookBook, l’area interamente dedicata alle pubblicazioni enogastronomiche, che da 4 anni coinvolge editori, autori, grandi chef e associazioni con presentazioni, dibattiti e showcooking.
Book to the future, lo spazio interamente dedicato all’editoria del futuro. Per il terzo anno consecutivo ospita 10 startup internazionali che offrono servizi innovativi per la fruizione dei contenuti editoriali.
L’Incubatore, che dal 2007 a oggi ha ospitato oltre 250 case editrici con meno di due anni di vita, molte diventate nel frattempo concrete realtà del panorama editoriale nazionale.
La quarta edizione dello spazio collettivo dedicato all’editoria per ragazzi: le migliori proposte per i più piccoli, dalle favole illustrate ai titoli didattico-educativi, dalle graphic novel ai libri dedicati a chi ha difficoltà cognitive.
Per gli appassionati di lettura nordica, vi segnalo la presenza della casa editrice Iperborea ( queste le coordinate: G84-H83, padiglione 2) che esporrà tutti i classici del catalogo e le ultime novità, tra cui “Assassinio di marzo” di Dan Turéll, “La politica dell’impossibile” di Stig Dagerman, “L’ultimo bicchiere di Klingsor” di Torgny Lindgren in anteprima e “Una moglie giovane e bella” di Tommy Wieringa, che sarà presentato direttamente dall’autore in due diverse occasioni: venerdì 13 alle 17 nell’ambito del Salone OFF (Libreria Trebisonda) e sabato 14 alle 12 al Lingotto (Sala Blu).
Fra le novità più rilevanti di questo Salone il biglietto ridotto che da 9,00 € scende a 8,00 (invariato a 10 € l’intero), e l’introduzione del nuovo biglietto ridotto preserale a soli 5,00 €, valido dopo le ore 18 e per il quale è stata ideata una nuova striscia di eventi e concerti serali con grandi nomi della musica italiana.
Tutti i biglietti possono essere acquistati in prevendita online sul sito web del Salone.

Orari
Giovedì, domenica e lunedì dalle 10 alle 22
Venerdì e sabato dalle 10 alle 23

Per maggiori informazioni e programma dettagliato:
http://www.salonelibro.it/

San Ponso Canavese – 36° Sagra delle rane

Sagra-rane-san-ponso-volantino-piccoloDal 22 aprile al 1 maggio a San Ponso, piccolo centro dell’Alto Canavese, si terrà la 36° edizione della sagra delle Rane – tradizionale appuntamento nato con l’intento di promuovere la specialità tipica della zona: la rana fritta in pastella.
La Sagra delle rane è nata da una brillante idea della Pro Loco locale che ha messo a frutto il soprannome “i Ranër” (in piemontese, “quelli delle rane”) con cui vengono chiamati nel Canavese gli abitanti di San Ponso.
Questo soprannome deriva agli abitanti locali dal fatto che in epoca pre-romana parte del territorio canavesano (San Ponso incluso) era formato da una miriade di specchi d’acqua che lo rendevano un ambiente paludoso e umido; nonostante l’opera di bonifica operata dai romani molte zone rimasero acquitrinose e in queste continuarono a proliferare rane e rospi che ben presto diventarono una fonte importante di sostentamento per le popolazioni locali.
Le rane saranno le protagoniste dell’offerta culinaria, ma dalla cucina allestita dalla locale Pro Loco usciranno tante altre specialità del territorio non a base di rane.
Le rane fritte da asporto verranno servite tutte le sere fino alle ore 19, mentre per pranzi e cene sotto il tendone è preferibile prenotare.
Durante la sagra saranno organizzati anche tre raduni: dei 4×4 con un percorso di circa 70 km. in fuoristrada (domenica 24 aprile), delle Fiat 500 e auto storiche (lunedì 25 aprile), dei trattori d’epoca e moto storiche (domenica 1 maggio) e non mancheranno le serate danzanti.
San Ponso dista circa 40 km da Torino e 36 da Ivrea.

Per maggiori informazioni :
http://www.sagradelleranesanponsocanavese.it/
Pagina facebook

Vi è venuta voglia di rane? Provate questo Risottino con le rane

Ingredienti
300 gr di riso Acquerello, 2 dozzine di rane, un mazzetto di prezzemolo, un mazzetto di costine, 3 carote, 3 scalogni, 1 spicchio d’aglio, 2 gambe di sedano, 1 porro, 30 gr di burro, olio extra vergine, parmigiano reggiano grattugiato, brodo vegetale, vino bianco, sale, pepe.

Preparazione
Pulire e spellare le rane, usando solo le cosce private dell’ossicino, e lavarle accuratamente.
Tritare le foglie delle costine insieme alle foglie di prezzemolo e allo spicchio d’aglio, privato dell’anima.
Tritate a pezzetti con il coltello le 2 carote, 2 dei 3 scalogni e la gamba di sedano.
In una casseruola mettete questo trito a cui aggiungerete tre/quarti del trito precedente (costine,prezzemolo e aglio), aggiungete una manciatina di sale grosso e una grattata di pepe.
Fate rosolare per un paio di minuti e quindi unite le cosce delle rane, coprite e fate cuocere a fuoco moderato girando di tanto in tanto.
A parte preparate in una pentola un brodo vegetale fatto aggiungendo all’acqua portata ad ebollizione : 1 carota, 1 gamba di sedano e 1 porro, tagliati grossolanamente.
In un’altra casseruola mettete lo scalogno rimasto (tritato finemente), un cucchiaio d’olio e fatelo rosolare, quindi unite il riso e dopo averlo fatto colorire bagnatelo con un bicchiere di vino bianco e fate evaporare.
Portate il riso a cottura, aggiungendo un mestolo alla volta del brodo vegetale preparato in precedenza.
Quando il riso è a tiro, regolatelo di sale e pepe, unite il trito rimasto di prezzemolo, costine e aglio.
Mantecate, unite le rane con il loro sughetto e il burro fuso e versate il risotto sul piatto da portata avendo cura di spolverare il bordo con il parmigiano grattugiato.

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Capodanno 2016 – Parigi e Roma le mete più gettonate su Venere.com

Invito all'assaggio 6 bottiglie di Prosecco di Valdobbiadene Superiore DOCG con spedizione gratuita!

venere-logo-200x200Dopo il Natale trascorso in famiglia gli Italiani per Capodanno amano volare nelle grandi capitali europee o scoprire i tesori offerti dalle città d’arte italiane: sono questi i risultati dell’analisi effettuata da Venere.com, lo specialista europeo dell’accomodation online, sui trend delle prenotazioni per i soggiorni di Capodanno.

EUROPA
Nonostante i recenti fatti di cronaca, in testa alle preferenze per le vacanze in Europa a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno rimane Parigi.
La magia della capitale francese, con le sue luci e le sue atmosfere romantiche, conquista infatti la vetta della classifica delle mete europee più prenotate su Venere.com.
Al secondo posto un’altra meta classica nelle preferenze degli Italiani in vacanza, Barcellona.
La città spagnola è da sempre sinonimo di allegria e divertimento e quale miglior destinazione per trascorrere la notte più lunga dell’anno?
Il terzo gradino del podio rappresenta invece una vera e propria sorpresa: Monaco di Baviera ha infatti superato non soltanto la connazionale Berlino, ma persino Londra nelle preferenze degli Italiani a Capodanno.
Tra cenoni, feste con giri di valzer e grandi padiglioni per la disco-music, la città tedesca offre un’ottima alternativa ai classici veglioni nelle capitali europee.
Chiudono la top 5 Londra, da sempre una delle capitali più apprezzate nel periodo natalizio, e Amsterdam, i cui canali si arricchiscono di magia con le luminarie ed i brindisi al nuovo anno.
Questa la classifica completa delle 10 mete europee più prenotate dagli utenti italiani di Venere.com:

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ITALIA
Qualche giorno alla scoperta di una città d’arte italiana è quello che ci vuole per iniziare al meglio il nuovo anno, secondo gli utenti di Venere.com.
Roma occupa saldamente il primo posto della classifica delle mete italiane più prenotate a Capodanno e, complice anche il Giubileo, si appresta ad ospitare un gran numero di turisti in occasione delle festività.
Medaglia d’argento per Firenze, una delle città d’arte più amate, che anche in occasione dei festeggiamenti della fine dell’anno sarà tra le destinazioni preferite dagli Italiani.
Al terzo posto le atmosfere romantiche di Venezia, dove, allo scoccare della mezzanotte, è tradizione da diversi anni un grande bacio collettivo tra coppie di tutto il mondo: un appuntamento imperdibile per gli innamorati!
Il folclore dei festeggiamenti partenopei porta Napoli al quarto posto della classifica, mentre chiude la top 5 la città di Torino, dove tra cenoni, fuochi d’artificio e balli, il Capodanno si preannuncia un evento da non perdere.
Questa la classifica completa delle 10 città italiane più prenotate dagli utenti italiani di Venere.com:

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