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Creature grandi e piccole

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Nel 1937 James Herriot, giovane veterinario alle prime armi, viene chiamato per il ruolo di assistente veterinario a Darrowby, nello Yorkshire.
James ci racconta in questo libro i suoi primi due anni di professione trascorsi nello Yorkshire in cui la sua vita viene circondata da un mondo che egli impara presto ad amare e ad apprezzare: le creature grandi e piccole di cui si occupa per lavoro e i ruvidi, un po’ scontrosi ma anche capaci di una cordialità genuina, abitanti di quella regione.
Sono anni in cui James assiste alla trasformazione dell’agricoltura, che in quegli anni sta sostituendo il cavallo con le macchine agricole e nei quali deve affrontare i malanni degli animali senza poter far uso di penicillina e antibiotici, usando spesso e volentieri come uniche risorse: acqua fredda e sale inglese.
Tra i personaggi che lo circondano in questa sua avventura come non ricordare Siegfred Farnon, il suo bizzarro datore di lavoro e Tristan Farnon, lo spensierato fratello, studente universitario, e Helen la giovane donna con cui intreccia una storia d’amore che la porterà ad essere la futura moglie.
Un libro che affascinerà chi ama gli animali, la natura e chi vuole fuggire dalla routine quotidiana, dalla vita di città per vivere in armonia con la natura e le creature (grandi e piccole) che lo circondano.

herriot8Ho conosciuto James Herriot casualmente tanti anni fa, trovando una copia di “ Creature grandi e piccole “ in una piccola libreria; portai il libro a casa e lo divorai!
Mentre lo leggevo mi resi conto che mi ero imbattuto in uno di quei rari scrittori capaci di trasformare semplici fatti quotidiani in libri che possono diventare dei classici della letteratura; libri da consigliare come lettura nelle scuole sia medie che superiori, perché parlano di cose semplici, buone, di una vita fatta di lavoro ma non scandita dalla frenesia dei giorni nostri.
Da quel giorno l’ho seguito con grande interesse e ho letto e riletto più volte tutti i suoi libri, comprese le edizioni in inglese, provando ogni volta la stessa emozione come fosse la prima volta.
Se penso che ci sono bambini e ragazzi che non hanno mai visto una fattoria credo che mai come oggi i suoi libri possano essere utili ed educativi perché mentre Herriot si commuoveva per la nascita di un agnellino, oggi i telegiornali ci danno conto giornalmente di notizie pazzesche su bambini e animali martoriati!
Il progresso ha portato con sé una sorta di regresso e molti valori importanti si sono persi per strada, per cui credo che leggere Herriot in aula potrebbe aiutare a riscoprirli.
Il grande amore per la natura e un’abilità narrativa sorprendente fanno di Herriot un maestro del genere.

Consiglio anche:
Cose sagge e meravigliose
E il Signore le creò
Per amore di tutte le creature
Beato fra le bestie

CREATURE GRANDI E PICCOLE – La tenera e umana storia di un medico degli animali

herriotJames Herriot, pseudonimo di James Alfred Wight (Roker, 3 ottobre 1916 – Thirsk, 23 febbraio 1995), è stato uno scrittore e veterinario britannico.
Wight nacque nel Sunderland, ma durante il primo mese di vita si trasferì con la sua famiglia a Glasgow, dove rimase fino alla laurea in veterinaria, conseguita a 23 anni presso il Glasgow Veterinary College.
Nel 1937 andò ad abitare nello Yorkshire, più precisamente nella cittadina di Thirsk (la Darrowby dei romanzi), per svolgere la professione di veterinario dapprima come dipendente e poi come socio di Donald Sinclair (il Sigfried Farnon dei romanzi).
Il 5 novembre 1941 si sposò con Joan Catherine Anderson Danbury (la Helen Alderson dei romanzi), figlia di un benestante proprietario terriero. Ebbe due figli: James Alexander (nato nel 1943) e Rosemary (nata nel 1947).
Dal 1941 al 1943 Wight fu nella RAF. In seguito ad una operazione fu ritenuto non più idoneo come pilota e dopo un breve periodo di servizio a terra venne rimandato a casa.
Wight intendeva da anni scrivere un libro, ma con la maggior parte del suo tempo impegnato dalla medicina veterinaria e dalla famiglia, la sua ambizione di scrittura rimase ferma. Spronato da sua moglie, nel 1966, all’età di 50 anni, iniziò a scrivere..
Nel 1970 raggiunse un immediato successo con la pubblicazione di Creature grandi e piccole che narra delle sue esperienze lavorative frammiste alla sua vita privata.
Da questo romanzo venne tratto un film con Anthony Hopkins del 1974 (All Creatures Great and Small) e una serie televisiva per la BBC (1978).
I suoi libri hanno venduto oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo.

Edizioni Rizzoli – Bur

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Cala il sipario per Paolo Poli il genio del teatro

paolo-poli6Paolo Poli che avrebbe compiuto 87 anni tra due mesi se ne è andato dopo una lunga malattia mentre era ricoverato al Fatebenefratelli di Roma.
Aveva esordito in teatro nel 1958, portando in scena “Finale di partita” di Samuel Beckett e in quasi 60 anni di carriera era diventato uno dei più importanti attori teatrali italiani, talvolta imprestato al cinema e alla televisione.
Un artista decisamente sui generis, colto e raffinato, una sorta di Peter Pan dotato di una comicità brillante che affidandosi spesso e volentieri a personaggi “en travesti” ha portato in scena visioni oniriche accompagnate talvolta da doppi sensi eleganti e mai volgari.
La scrittrice Natalia Ginzubrg che rifiutò l’offerta di Poli per trasformare il suo libro “Le piccole virtù” in una piece teatrale lo definì: “Un lupo in pelle d’agnello”.
Era lontano dal teatro dal giugno del 2014 quando rappresentò per l’ultima volta lo spettacolo “Aquiloni”.
In Tv era ritornato da protagonista lo scorso anno con il programma-conversazione (in otto puntate) curato dall’amico Pino Strabioli, «E lasciatemi divertire» (è una citazione da Palazzeschi) nel quale tra ricordi personali, citazioni, letture e canzoni ha raccontato a modo suo i sette vizi capitali: lussuria, gola, ira, invidia, accidia, avarizia e superbia.
Un ritorno, quello in Tv, avvenuto quarant’anni dopo “Babau”, uno spettacolo in quattro puntate, scritto da Poli con Vito Molinari e Ida Omboni in cui venivano descritte, in una sorta di indagine/inchiesta, le maggiori caratteristiche negative dell’uomo medio italiano raccontando di: mammismo, conformismo, arrivismo e intellettualismo.
Il programma fu realizzato a Torino nel 1970 ma fu mandato in onda, nella RAI riformata, solo durante la programmazione estiva del 1976 a causa di una censura che ne vietò la trasmissione per ben sei anni.
Poli è stato in Italia uno dei primi personaggi pubblici dichiaratamente omosessuali e a proposito della sua dichiarata omosessualità una delle sue citazioni più calzanti fu: “Sapevo fin dall’inizio di essere gay. Entrai in una panetteria, e vidi che mi garbava il fornaio. Andai al cinema, davano King Kong, avevo cinque anni, e vidi che mi garbava pure il gorilla”.
Nel 2013 è uscita per Rizzoli la sua autobiografia “Sempre fiori mai un fioraio” in cui tra una passeggiata romana e una serie di pranzi ­ sempre nello stesso ristorante ­, Paolo Poli racconta a Pino Strabioli e ai lettori, che quasi per magia diventano spettatori, i suoi ottant’anni da “regina” delle scene.
Ha realizzato come interprete anche alcuni audiolibri per la Emons tra cui:
– I Promessi sposi
– La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, di Pellegrino Artusi

Altre sue citazioni famose:
“La mente è come l’ombrello: per funzionare deve essere aperta”
“Quando i nostri idoli cadono dagli altari, i lividi ce li facciamo noi”

Sempre fiori mai un fioraio. Ricordi a tavola