Il tempo passa inesorabile e sulla vicenda dei Marò si sono alternati tre differenti Presidenti del Consiglio, Mario Monti, Enrico Letta e buon ultimo speedy Gonzales alias Matteo Renzi.
Che l’uomo in loden e quello giubilato via twitter non abbiano prodotto nulla di valido per risolvere una situazione che ridicolizza il nostro paese ci può stare perché entrambi erano espressione del “vecchio modo” di fare politica, quella del fare tutto per fare niente!
Ma la vera vergogna è che a produrre il nulla sia proprio il Premier Renzi ( quello de #lavoltabuona ) che nei suoi 300 giorni di governo ha stordito gli italiani con un annuncio dopo l’altro e con slogan del tipo “ una riforma al mese “ che nei fatti sono rimaste solo ipotetiche enunciazioni.
Siamo alle prese con un Premier che vuol far credere agli italiani che i politici con lui lavorano fino alle 5 del mattino ( giusto per far passare in maniera anti-democratica leggi di cui non si ha contezza del testo che le illustrano ) e pure la vigilia di Natale ( è convocato un Consiglio dei Ministri ); che le tasse diminuiscono, che l’Italia è in ripresa e che gli italiani hanno più soldi in tasca da spendere!
Peccato che alle favole non creda più nessuno e che durante le ormai imminenti festività natalizie 9 italiani su 10 rimarranno a casa per evidenti problemi economici e che molti alberghi, ristoranti, pizzerie e negozi di ogni genere siano di fronte allo spettro di una possibile chiusura delle loro attività nell’anno che verrà.
Già, il tempo passa inesorabile ma le dichiarazioni e i tweet rimangono a testimoniare come agli annunci non siano seguiti i fatti, dimostrando all’opinione pubblica che tra Monti, Letta e il buon Renzi di fatto non vi sia alcuna differenza!
Erano le 17.30 del 22 febbraio 2014 quando il neo Premier Renzi affidò a twitter la prima dichiarazione sui Marò che recitava «Ho appena parlato al telefono con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Faremo semplicemente di tutto» #palazzochigi.
Al tweet seguì poi una nota di Palazzo Chigi in cui si affermava che il Presidente del Consiglio al telefono aveva rassicurato i due Marò dicendo loro: “ Consideriamo il vostro caso una priorità, siamo pronti a fare tutto quanto è in nostro potere per arrivare il più rapidamente possibile ad una soluzione positiva “.
Lo seguirono a ruota il ministro degli Esteri Federica Mogherini che alle 20.03 dello stesso giorno scrive su twitter ” Prime due telefonate, oggi. Ai nostri due #Marò, per garantire vicinanza e impegno massimo. E al nostro ambasciatore a #Kiev”, e il ministro della Difesa Roberta Pinotti che lasciando il Quirinale dopo la cerimonia del giuramento del nuovo governo afferma: “È la mia preoccupazione, è il primo pensiero che dobbiamo avere”.
Ma per rendere maggiormente incisiva la sua azione propagandistica il Premier Renzi si è spinto oltre volendo incontrare insieme alla Mogherini e alla Pinotti, nel giorno previsto per la fiducia alla Camera al suo governo, prima di entrare in Aula le mogli dei due Marò per assicurare loro che: “Riportarli subito a casa è una questione d’onore, il governo farà di tutto perché Salvatore Girone e Massimiliano Latorre tornino in Italia al più presto”. Parola di Matteo Renzi.
Sono trascorsi 10 mesi e nulla è successo se non alcuni ulteriori annunci nel mese di agosto e di novembre in occasione dell’incontro tra Renzi e il premier indiano a margine del G20 di Brisbane.
Poi il 16 dicembre arriva come una doccia fredda la notizia che la Corte suprema indiana ha rigettato l’istanza dei due Marò volta ad ottenere una attenuazione delle condizioni della libertà provvisoria, decisione che di fatto revoca il permesso a Latorre ( invitandolo pertanto a rientrare in India ) e non concede la licenza per le festività natalizie a Girone, che rimane quindi in India.
E qui le nostre istituzioni sono state in grado di superarsi: il presidente della repubblica non trova di meglio che dirsi “ fortemente contrariato dopo le notizie giunte dall’India “, il neo ministro degli Esteri Gentiloni si dice irritato e come reazione si affretta a richiamare in Italia il nostro ambasciatore in India ( una mossa che ha lo stesso peso di quando giocando a briscola si cala un 2 sul tavolo ), mentre il ministro Pinotti afferma : “è una decisione grave che non ci aspettavamo. Siamo vicini ai nostri militari e come Italia pensiamo a come rispondere“.
Bene bravi bis! E qui va in scena il vero capolavoro del Premier pinocchietto Renzi che come d’incanto si eclissa, o meglio diventa una sorta di desaparecidos e lascia per una volta ampio spazio ai suoi due ministri che con le loro dichiarazioni ricordano molto da vicino quei concorrenti che venivano catapultati sul palco in quella fortunata trasmissione di Corrado, la ricordate?
Si chiamava: “ La Corrida – dilettanti allo sbaraglio”.
Povera Italia!
D’accordo. Ma, secondo te, cosa dovrebbe fare un governo “serio”, dichiarare guerra all’India?
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Grazie per il commento, cerco di rispondere seppur brevemente per chiarire meglio il mio pensiero.
Partirei da cosa si sarebbe dovuto fare e non si è fatto : la Procura della Repubblica di Roma, è competente per i crimini commessi dai cittadini italiani all’estero, per cui data l’esistenza nel codice italiano dell’obbligatorietà dell’azione penale sarebbe stato sufficiente avviare al loro rientro un procedimento per il presunto omicidio con conseguente ritiro del passaporto creando di fatto un impedimento ineccepibile dal punto di vista del diritto internazionale; questo comportamento avrebbe avuto natura puramente legale evitando che venisse intaccata la loro parola d’onore, data al momento del rilascio.
Nulla di tutto ciò è stato fatto ed oggi ci troviamo con i Marò ancora in India dove sembrano essere più che dei cittadini stranieri indagati di un reato dei veri e propri ostaggi.
Ma se si tratta come sembra di ostaggi credo sia opportuno muoversi di conseguenza e quindi allertare l’ONU, l’Unione Europea e tutti gli alleati affinchè si muovano per mettersi al fianco dell’Italia per sbloccare quello che ritengo sia un vero e proprio sopruso; un paese moderno e guidato da un Premier che ha fatto della comunicazione il suo miglior biglietto da visita dovrebbe a mio modo di vedere lasciare per un attimo da parte le slide e mandare un telegramma a chi di dovere scrivendo che se i Marò non torneranno nei tempi brevi l’Italia ritirerà i suoi militari da tutte le azioni umanitarie in cui sono impegnati in giro per il mondo.
Se poi a qualcuno fa comodo che le nostre forze armate continuino a spendere soldi in giro per il mondo con tutto ciò che ne consegue ( armamenti, approvvigionamenti, servizi mensa, ecc.ecc. ) esiste anche la strada dell’arbitrato internazionale che se il Premier Renzi avesse intrapreso 1 anno fa, forse oggi sarebbe ad uno stadio più che avanzato.
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