Paul Robinson è nato a Penrith nel 1959, nella Contea di Cumbria nel Regno Unito ed è cresciuto nel villaggio di Lazonby nel cuore della Eden Valley.
Ha studiato arte al Carlisle College, quindi si è trasferito a Londra dove è diventato un illustratore di successo di molte pubblicazione tra cui The Sunday Times, Radio Times e Time Out magazine, per poi dedicarsi completamente alla pittura.
Nel 1999 si è trasferito nella Contea di Norfolk dove grazie alla contemplazione di un paesaggio fatto di mare e cielo ha trovato la giusta quiete per poter raccontare nelle sue tele con uno stile del tutto particolare la vita di tutti i giorni, quella che in pratica ciascuno degli abitanti può vedere dall’uscio di casa di un qualsiasi villaggio che si affaccia sulla costa del mare del Nord.
Paul Robinson was born in Penrith in 1959, in the County of Cumbria in the United Kingdom and grew up in the village of Lazonby in the heart of Eden Valley.
He studied art at Carlisle College, then moved to London where he became a successful illustrator of many publications including The Sunday Times, Radio Times and Time Out magazine, to then devote himself entirely to painting.
In 1999 he moved to the County of Norfolk where, thanks to the contemplation of a landscape made of sea and sky, he found the right quiet to be able to tell everyday in his canvases with a very particular style that life that each of the inhabitants can see from the door of a house of any village that overlooks the coast of the North Sea
Deborah Phillipsè una delle più affermate pittrici contemporanee scozzesi.
E’ nata a Dundee nel 1965, ed è la figlia del noto artista scozzese Douglas Phillips di cui a quanto pare ha seguito precocemente le orme. Deborah ha esposto il suo primo lavoro all’età di 14 anni alla Royal Scottish Academy e al Royal Glasgow Institute of Fine Art.
Si è laureata con BA(honours) nel 1987 al Duncan of Jordanstone College of Art di Dundee.
Dopo la laurea ha lavorato come Merchandise Designer con il National Trust for Scotland e con Historic Scotland.
I suoi lavori di design sono apparsi nei più quotati magazines femminili e i suoi dipinti sono presenti in International Artist, Artists and Illustrators, Picture Business and Art Business Today per fare solo qualche esempio.
Attualmente Deborah si sta dedicando alla pittura in acrilico nel suo studio di Dundee che si affaccia sul “the Firth of Tay” ( firth in scozzese vuol dire fiordo) e molti dei suoi lavori sono eseguiti su commissione; basti pensare che compagnie come Standard Life, Bank of Scotland e Mark e Spencer sono tra i principali collezionisti dei suoi sempre più popolari dipinti.
Espone prevalentemente in Scozia, Inghilterra e Irlanda, ma i suoi lavori si possono trovare in collezioni aziendali e private in tutto il mondo.
Un critico scrisse di lei: “ Deborah Phillips è una di quei talenti che possono dipingere una scena che noi tutti conosciamo, senza averla mai vista prima”.
Deborah Phillips is one of the most successful Scottish contemporary paintress
She was born in Dundee in 1965, and is the daughter of the famous Scottish artist Douglas Phillips, whose footsteps she followed earlyDeborah exhibited her first job at the age of 14 at the Royal Scottish Academy and at the Royal Glasgow Institute of Fine Art
She graduated with BA (honors) in 1987 at the Duncan of Jordanstone College of Art in Dundee
After graduating, he worked as a Merchandise Designer with the National Trust for Scotland and with Historic ScotlandHer design works have appeared in the most popular women’s magazines and his paintings are featured in International Artist, Artists and Illustrators, Picture Business and Art Business Today to give just a few examples
Currently Deborah is dedicating herself to acrylic painting in her Dundee studio overlooking the “the Firth of Tay” (Scottish firth means fjord) and many of her works are commissioned; just think that companies like Standard Life, Bank of Scotland and Mark and Spencer are among the main collectors of his increasingly popular paintings
She exhibits mainly in Scotland, England and Ireland, but his works can be found in corporate and private collections around the world
A critic wrote of her: “Deborah Phillips is one of those talents who can paint a scene that we all know without ever having seen it before”
Joan Gillchrest ( 2 novembre 1918 – 3 Gennaio 2008) è stata una delle più conosciute e quotate artiste naïf della Cornovaglia.
Il suo cognome da nubile era Gilbert Scott e la sua famiglia contava illustri personaggi quali il bisnonno Giorgio che fu l’architetto della stazione di San Pancrazio e la zia Sir Giles che fu l’architetto della Cattedrale di Liverpool, mentre suo padre fu uno stimato radiologo che lavorò con Marie Curie.
E’ nata in Bentinck Street a Londra, ma è cresciuta insieme a due sorelle e un fratello a Bourne End, vicino a Cookham nel Berkshire e dopo aver studiato in College all’età di 16 anni ottenne il permesso del padre per andare un anno a Parigi a studiare il francese e qui iniziò a coltivare l’interesse per la pittura.
Durante la guerra si è sposata con l’americano Samuel Gillchrest figlio di uno dei proprietari della British-American Tobacco.
Dall’unione sono nati due figli, Margherita nel 1943 e Paul nel 1947, ma il suo matrimonio non funzionò e nel 1953 divorziò da Samuel, e si trasferì a Chelsea.
Qui conobbe Adrian Ryan un carismatico artista con cui intrecciò una relazione, per poi trasferirsi insieme nel 1959 nel villaggio di Mousehole dove Ryan aveva già vissuto in passato con la moglie, la pittrice Peggy Rose.
Nel 1965 la loro relazione terminò, Adrian ritornò a Londra mentre Joan rimase a Mousehole per dedicarsi completamente alla pittura; la prima esposizione a Mousehole è del 1966, mentre dal 1969 iniziò ad esporre in solitaria prima in Cornovaglia e poi in tutto il Regno Unito. Mousehole è un piccolo villaggio di pescatori situato nella costa sud-occidentale della Cornovaglia, e Joan fu l’ispiratrice dell’inizio della tradizione di addobbare la cittadina e il porto con una moltitudine di luci colorate in occasione delle festività natalizie, tradizione che si è tramandata fino ai giorni nostri e che ha reso famoso il piccolo villaggio di pescatori che durante le festività natalizie assume un fascino del tutto particolare.
Le sue tele ritraggono in massima parte le più belle vedute del piccolo villaggio sullo sfondo del mare e con le barche in ferma nel piccolo porticciolo.
Quando la Pop Art diventa Fiaba When Pop Art becomes fairy tale Kun Pop Art tulee satu
Ho avuto modo di incontrare in rete le opere dell’artista Caterina Borghi e sono rimasto come rapito dalla sua capacità di trasferire la Pop Art nel mondo delle fiabe, pieno si di meraviglie ma anche di alcuni aspetti della società contemporanea che vengono evidenziati con maestria dal pennello dell’artista.
Quello che ci mostra Caterina Borghi è un mondo di sprechi, di narcisismo talvolta esasperato, del bisogno di apparire sempre e comunque dove la vanità prende spesso il posto della sostanza.
Al centro delle sue opere ci sono spesso le donne che vengono ritratte nella loro quotidianità mentre fanno le casalinghe, si divertono ad un party, vanno a fare la spesa oppure diventano cibo loro stesse sedute all’interno di un carrello, e che dire della maternità in cui la donna viene raffigurata con sullo sfondo delle catene, quasi a significare una limitazione della libertà.
Altro elemento spesso presente è il cibo che viene presentato in modo attraente ma spesso in maniera esagerata, quasi proprio a voler ricordare quell’abbondanza che spesso produce inevitabilmente una marea di sprechi, e che dire del cibo che si fa peluche per essere succhiato alla ricerca di quell’affetto che a molti di noi manca.
Ma il suo è anche un mondo ironico attraverso il quale rappresenta la quotidianità raccontata tra passato e presente, attraverso personaggi dei fumetti che sottolineano i contrasti che ci vengono mostrati nella vita di tutti i giorni.
Molto bello il quadro “L’albero dei ricordi” che ci riporta a quando la pubblicità era qualcosa di gradevole e mai invadente, quella per intenderci targata Calimero, Carmencita, Susanna tutta panna, l’Olandesina, o l’omino Permaflex.
Dentro le sue opere troviamo attraverso tre colori dominanti : il rosa, il rosso e il nero, la rappresentazione di un mondo che si racconta attraverso il bene, il male, la solitudine e ahimè le inevitabili bugie che lo hanno reso sempre più superficiale. Caterina Borghi esprime la sua arte in modo poliedrico attraverso dipinti, murales, allestimenti, installazioni e come stilista di moda femminile.
Ha partecipato a numerose esibizioni collettive ed allestito molte esibizioni personali che hanno riscosso notevole successo.
Tra le sue installazioni più recenti come non ricordare l’installazione Pelouches alla Casa del Mercante in occasione di Mantova Creativa.
I was able to meet the works of the artist Caterina Borghi on the web and I was captivated by her ability to transfer Pop Art to the world of fairy tales, full of wonders but also some aspects of contemporary society that are highlighted with skill by artist’s brush.
What shows us Caterina Borghi is a world of waste, sometimes exasperated narcissism, the need to always appear where the vanity often takes the place of substance.
At the center of his works there are often women who are portrayed in their daily lives while they are housewives, having fun at a party, go shopping or become food themselves sitting in a cart, and what about motherhood in which the woman is depicted with the background of the chains, as if to signify a limitation of freedom.
Another element often present is the food that is presented in an attractive but often exaggerated way, almost just to remember that abundance that often inevitably produces a lot of waste, and what about the food that is stuffed to be sucked looking of that affection that is missing for many of us.
But his is also an ironic world through which he represents the everyday life told between past and present, through comics characters that underline the contrasts that are shown to us in everyday life.
Very nice picture “The tree of memories” that takes us back to when the advertising was something pleasant and never intrusive, to understand the plaque Calimero, Carmencita, Susanna all cream, the holland, or the little man Permaflex.
Inside his works we find three dominant colors: pink, red and black, the representation of a world that is told through good, evil, loneliness and unfortunately the inevitable lies that have made it ever more superficial. Caterina Borghi expresses her art in a multifaceted way through paintings, murals, installations, installations and as a fashion designer for women.
He has participated in numerous collective exhibitions and set up many personal performances that have been very successful.
Among his most recent installations, how can we forget the Pelouches installationat the Casa del Mercante on the occasion of Mantova Creativa.
Biografia Studia a Brera a Milano, poi lavora in aziende di abbigliamento come stilista di moda femminile e prova a raccontare con i colori la capacità di sognare. La visione fiabesca della vita. Espone in spazi alternativi, quali ristoranti, caffè, negozi, barche…shop art…fino alla personale del 1995 “Rosa Rosae” presso la galleria 2E di Suzzara (Mn) città del premio. Segue “La favola rosa” nel 2007 alla Loggia degli Artisti in Mantova presso la Camera di Commercio con il progetto e l’allestimento di un “libro” con un racconto della vita in rosa. Recenti sono l’installazione Pelouches alla Casa del Mercante in occasione di Mantova Creativa e la mostra al MuVi di Viadana (Mn). Viaggia molto per lavoro e per diletto e coglie ovunque un pensiero rapido e diretto che arriva al cuore delle cose.
Biography After studying in Milan at Brera, later she worked in fashion houses as a designer of female fashions and tried to translate into colours her vision of dreams and the enchanted side of life. She exhibited in alternative spaces, such as restaurants, cafès, shops, boats…shop art…until in 1995 her personal exhibition “Rosa Rosae“ was held at the 2E Gallery in Suzzara (Mn) town of prize. Then followed “La Favola Rosa” in 2007, at the “Loggia degli Artisti“ in the Mantuan Chamber of Commerce, a plan for the preparation of a book to recount “La vie en rose”. She travels extensively for work and pleasure and everywhere grasps a direct and candid feeling for the essential things in life.
Video relativo al Progetto Nutrix
mostra “Fame d’arte”
Home gallery 1 Stile – Mantova
Karla Gerard è un’artista naif che vive a Waterville nello stato del Maine in America.
Ha iniziato ad amare la pittura e a dipingere fin da ragazzina e oggi che è una signora di mezza età continua a dipingere, e questa passione che ha coltivato da autodidatta l’ha portata ad essere una pittrice molto apprezzata a livello mondiale nel genere naif.
Ha uno stile unico e molto particolare in cui fonde mirabilmente l’arte popolare e l’astrattismo, utilizzando in maniera sapiente i colori, attraverso i quali riesce a trasmettere piacevoli sensazioni.
I suoi quadri parlano di un mondo magico, dove sicuramente tutti noi vorremmo vivere, un mondo che si mostra attraverso colori brillanti e una prospettiva intuitiva e molto personale che prevede tra le altre cose anche l’assenza di criteri definiti nelle proporzioni.
Nei suoi dipinti a ben guardare non manca alcun dettaglio e nei suoi paesaggi si viene trasportati in un mondo onirico fatto di alberi a forma di lecca-lecca o verso i ricordi della propria infanzia risucchiati lungo le spirali dei rami dei suoi alberi imponenti che riflettono il carattere ottimista dell’artista e la sua indubbia eccentricità.
Da anni vende le sue opere in tutto il mondo attraverso ebay.com ed etsy.com
Recentemente ha pubblicato “Fanciful Folk Art” un bellissimo libro da colorare, che raccoglie 45 illustrazioni pronte per essere colorate.
Ann Cowan è nata nel 1974 ed è cresciuta nel Scottish Borders (area amministrativa della Scozia, creata nell’anno 1975 dalla fusione di quattro contee storiche: Berwickshire, Peebles-shire, Roxburghshire e Selkirkshire).
Figlia di un artista e di un architetto, nonostante arte e architettura abbiano sempre avuto un ruolo importante nella sua vita, Ann inizialmente decise di studiare legge alla Edinburgh University lavorando come avvocato per nove anni.
Dopo l’arrivo dei suoi due figli, Thomas e Sophie, Ann ha colto l’occasione per cambiare direzione alla sua carriera, seguendo il suo “amore di una vita”, quello per l’arte e l’architettura.
Ha quindi studiato al Edinburgh College of Art specializzandosi nella pittura del paesaggio urbano.
Ha esposto le sue opere presso le RSA, RSW e VAS ( mostre annuali aperte ) e passa il suo tempo a disegnare e dipingere l’architettura d’ispirazione di Edimburgo, oltre a prendersi cura della sua famiglia.
Nei suoi lavori Ann celebra l’architettura e l’ambiente urbano, e lo fa passando molto tempo a dipingere direttamente sul luogo che sta ritraendo.
Predilige forti forme architettoniche e modelli che ricerca nella sua Edimburgo attraverso l’ispirazione che le arriva da : porte, vetrine colorate, motivi decorativi e scritte.
I suoi dipinti più grandi si sviluppano dalle idee riportate sui suoi taccuini e vengono costruiti nel tempo con strati di collage, pittura acrilica e inchiostro.
Nei suoi lavori non è così difficile ritrovare una sorta di fusione tra astrazione e figurazione.
Dal 18 ottobre all’8 novembre 2015 a Cuneo nei suggestivi spazi della Fondazione Peanosi terrà la 3° edizione della manifestazione dedicata al Carnet di viaggio disegnato nella Provincia Granda.
Organizzata dalla Fondazione Peano in collaborazione con l’Associazione Matite in Viaggio e con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Cuneo, la manifestazione, curata da Ivana Mulatero, Annamaria Spiazzi e Ursula Zich è inserita nel cartellone delle iniziative collaterali proposte dal Comune di Cuneo in occasione della 17° edizione della Fiera nazionale del Marrone.
A questa terza edizione parteciperanno una cinquantina di carnettisti: artisti, disegnatori naturalistici, illustratori, architetti, incisori, progettisti, fotografi, provenienti dalle più significative manifestazioni italiane dedicate alla cultura del carnet di viaggio disegnato.
La loro adesione conferma l’attitudine ormai consolidata di CuneoVualà di essere una manifestazione capace di intercettare questa particolare forma d’arte, in sinergia con alcune importanti realtà italiane e internazionali che operano nel settore, come l’Associazione Matite in Viaggio di Mestre e la Rendez-Vous du Carnet de Voyage di Clermont Ferrand.
Quest’anno, la manifestazione CuneoVualà invita i carnettistia intrufolarsi nelle aree mercatali di Cuneo durante la Fiera Nazionale del Marrone.
Il carnet de voyage, diviene con CuneoVualà, uno degli strumenti privilegiati per la conoscenza della città contemporanea.
Il concorso del disegno “live”
Rivolto ai “carnettisti”, ai professionisti di varie discipline, agli amatori e al pubblico delle scuole, si svolge nella sola giornata di sabato 17 ottobre 2015.
Ritrovo alle ore 9.00 in Piazza Galimberti lato Tribunale, quindi percorso accompagnato per scoprire e disegnare gli spazi e le attività umane: i mercati di Cuneo.
Una giuria selezionerà i carnets di viaggio più rappresentativi ed evocativi delle aree mercatali di Cuneo.
I particolari carnets saranno esposti negli spazi della Fondazione Peano(corso Francia 47, Cuneo).
La mostra
Apre domenica 18 ottobre 2015 alle ore 17.30 e include i reportages sulle aree mercatali cuneesi e, inoltre, un centinaio di opere di repertorio mai esposte a Cuneo.
Saranno una cinquantina gli autori in mostra con un centinaio di opere, tra carnets, tavole illustrate, disegni, cartoline e diari in forma di immagine.
Un ventaglio di stili e di modi espressivi diversi che configura il tema dei mercati in ambito locale e internazionale, ampliando lo sguardo su storie e azioni umane provenienti dai luoghi più impensati visitati con il taccuino e la matita.
Molti sono gli autori in mostra ben noti al pubblico internazionale con le partecipazioni alla rassegna Rendez-Vous du Carnet de Voyagedi Clermont Ferrand. Giovanni Cocco, Claudio Borsato, Lorenzo Marcolin, Dorina Petronio, Anna Cottone e molti altri, hanno realizzato dei taccuini all’interno delle saline italiane, ripercorrendo le vie del sale dalla Sicilia all’Emilia, dal Veneto alla Slovenia.
Il mercato e i suoi prodotti, ma anche gli spazi architettonici delle piazze urbane che accolgono l’esposizione delle bancarelle, fino a includere le fiere di paese arricchite dai colori e dai sapori dei cibi speciali.
Firme prestigiose accanto ad altre che si segnalano per la qualità e la raffinatezza della veduta, ben esemplificata dalle tavole in mostra di Federico Gemma, premiato nel 2013 con il “Langford Field Sketches Award” per i migliori taccuini naturalistici.
Votazione del pubblico
Per questa nuova edizione, CuneoVualà assume una dimensione culturale partecipata, invitando il pubblico a votare il carnet preferito.
Nella prima settimana della mostra, dal 18 al 25 ottobre 2015, i visitatori potranno esprimere le loro preferenze.
Evento di chiusura della mostra
Nell’evento previsto per domenica 8 novembre 2015, la presentazione del catalogo sarà accompagnata dalla comunicazione dei nomi dei vincitori designati dal pubblico, che si aggiungeranno a quelli selezionati dalla commissione di giuria.
Il manifesto
L’edizione 2015 raffigura ben tre immagini di mercato realizzate dagli autori premiati nella scorsa edizione di CuneoVualà 2014.
Sono Walter Tesio con sketches sui mercati cuneesi, GianVittorio Plazzogna con una veduta sulle bancarelle di Porto Marghera a Venezia, e Matteo Gallo, autore dell’immagine del Columbia Flower Market di Londra.
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 8 novembre 2015 con il seguente orario: da giovedì a domenica ore 15.30-18.30 Ingresso gratuito
Da venerdì 24 a mercoledì 29 luglio Valpelline si tuffa nella tradizione valdostana riproponendo per la 47° volta la Sagra Seupa à la Vapelenentse che è diventata con il passare degli anni un vero e proprio rito dell’estate in cui buona parte degli abitanti del paese vengono coinvolti per la preparazione della tradizionale Seupa che diventa qualcosa di più di un semplice piatto contadino a base di pane bianco raffermo e fontina per trasformarsi in un momento in cui attraverso una sorta di appartenenza collettiva una comunità tramandae mantiene viva la propria tradizione.
La sagra nacque negli ’60 proponendo ai pochi turisti che si spingevano in zona la Seupa à la Vapelenentse come piatto tipico della tradizione Valpellinesee dell’intera regione, poi con il passare degli anni e il crescente interesse suscitato dalle sagre in genere questo appuntamento è diventato una vera e propria attrattiva enogastronomica.
E’ un piatto semplice, che può considerarsi “piatto unico” per la sua corposità e sostanza ma capace di trasmettere piacevoli sensazioni e gli abili cuochi della Pro Loco di Valpelline preparano la Seupaseguendo l’antica ricetta a cui il Comune di Valpelline ha assegnato la Denominazione Comunale di Origine.
Alla base della ricetta vi sono il pane raffermo e la fontina e a scanso di equivoci è bene precisare da subito che la Seupa (secondo la ricetta tradizionale) non si cucina aggiungendo agli strati di pane e fontina anche strati di cavolo verza, ma utilizzandolo esclusivamente nella preparazione del brodo.
La documentazione storica relativa alla ricetta della “Seupa à la Vapelenentse” si perde nella notte dei tempi e agli abitanti di Valpelline è stata tramandata da nonne e bisnonne verbalmente o per mezzo dei loro quaderni di ricette.
Si prepara con il pane bianco perché questo pane, comprato un tempo quasi esclusivamente per i malati e per le persone anziane, dato il suo alto costo non doveva essere sprecato e quindi, anche se raffermo, veniva tutto utilizzato.
La ricetta tradizionale, quella per intenderci riconosciuta con la Denominazione Comunale di Origine, recita:
Ingredienti per quattro persone: – 400 grammi di pane bianco (tipo brutto e buono) – 400 grammi di Fontina – 150 grammi di burro – un pizzico di cannella in polvere – 1 litro e ½ circa di brodo di carne preparato con salvia, rosmarino, alloro, ¼ di cavolo verza e verdure varie a piacere (carote, cipolle …)
– Affettare il pane, possibilmente acquistato il giorno precedente, in fettine di circa 1 cm. di spessore; – Affettare la fontina in fettina di circa 2/3 mm di spessore; – Imburrare una teglia da forno; – Stendere uno strato di pane, disponendolo ben vicino in modo da non lasciare spazi vuoti, poi stendere nello stesso modo uno strato di fontina, badando che ricopra completamente lo strato di pane, ripetere l’operazione per tre volte; – Versare sulla Seupa così preparata il brodo bollente e punzecchiare con una forchetta per verificare che penetri in maniera uniforme, attenzione, a non esagerare; – Far fondere il burro con il pizzico di cannella, e versarlo sempre uniformemente sulla Seupa; – Infornare per 40 minuti a 200/220°, prestando attenzione a che la superficie diventi dorata, ma senza bruciarla, eventualmente spennellarla ancora con un pezzetto di burro; – Togliere dal forno alcuni minuti prima di servire in tavola e lasciare riposare.
Nel caso non abbiate la possibilità di presenziare alla Sagra per gustarvi sul posto la Seupa ma voleste provare a farla a casa vi suggerisco di abbinarlaa due eccellenti vini valdostani: il primo è il mitico Vallée d’Aoste Enfer Arvier DOC(un vino rosso, dal sapore intenso e corposo e dal colore rubino), mentre il secondo giusto per osare è il Blanc de Morgex et de La Salle (servito alla temperatura di 8-10° C).
Centro visitatori / Museo della Fontina
Poco lontano da Valpelline in frazione Frissonnière si trova il Centro Visitatoriche in realtà è un vero e proprio museo della Fontina che attraverso un’area espositiva suddivisa in tre sezioni: :”La storia”, “L’Ambiente”, “La lavorazione”racconta tutto quello che c’è da sapere su questo formaggio DOP così unico.
Nella sala proiezione ( 50 i posti a sedere) è possibile visionare un filmato molto esauriente che ripercorre tutte le fasi della produzione della Fontina.
La visita al museo ed al centro comprende anche gli spettacolari magazzini di stagionatura delle fontine scavati nella roccia, uno dei quali ricavato all’interno dell’antica miniera di rame.
Sono presenti anche una postazione multimediale e un piccolo spazio dedicato all’artigianato valdostano.
Centro visitatori / Museo della Fontina Fraz. Frissonnière 11010 VALPELLINE (AO)
Riolo Terme fino a domenica 26 luglio all’ombra dell’imponente Rocca Sforzesca ospiterà la ventitreesima edizione della sagra dedicata a sua Maestà lo scalogno e creata nel lontano 1992 dalla locale Pro Loco con l’intento di esaltare e promuovere un prodotto della terra che nasconde al suo interno una sorta di laboratorio chimico.
La raccolta dello Scalognoavviene a metà giugno e quindi la scelta del mese di luglio per celebrarlo è una tappa obbligata in quanto in questo periodo il prodotto si presenta fresco e profumato.
Coltivato da sempre in Romagna, lo Scalogno è un piccolo bulbo appartenente alla famiglia delle Liliacee( come l’aglio e la cipolla) e fu portato in Italia da popoli provenienti dall’oriente già tre mila anni fa; pur essendo cugino di aglio e cipolla ha un gusto più dolce e deciso rispetto alla cipolla e decisamente meno inteso di quello dell’aglio; ha un colore bianco violaceo ed è avvolto all’esterno da una pellicola la cui colorazione può variare dal ramato al rossastro.
Ha varie proprietà benefiche grazie alle sue componenti che lo rendono un ottimo disinfettante intestinale, battericida e fluidificante del sangue (solfuro di allile); può essere un buon antinvecchiamento per effetto della componente solfidrica che lo rende un valido antiradicalico, mentre il Selenio (Se) che ha in se gli conferisce un azione antiossidante.
Un’alimentazione che preveda l’utilizzo costante dello Scalogno può portare benefici nelle carenze di calcio, nelle malattie polmonari, nelle infezioni della vescica.
Dal 1997 lo Scalogno di Romagna ha ottenuto il riconoscimento IGP(indicazione geografica protetta) presso la Comunità Europea.
La fiera ospita la mostra mercato degli agricoltori che sono in possesso della certificazione del prodotto e per tutta la durata della manifestazione i ristoratori locali proporranno menu a tema mentre nello stand gastronomico allestito dalla Pro Loco il piccolo bulbo troverà la sua esaltazione grazie alle sapienti capacità culinarie degli addetti ai fornelli che proporranno un menu comprendente: scalogno sott’olio, crostini misti di scalogno, fiori di cipolline e salsa di scalogno, tagliolini allo scalogno, risotto allo scalogno, polenta al ragù di scalogno, tartare allo scalogno, salsiccia allo scalogno, arrosto al forno con scalogno, castrato allo scalogno, frittate di scalogno, patate al forno con scalogno, scalogno al forno.
In contemporanea alla Fiera dello Scalogno di Romagna IGP, Riolo Terme ospiterà per il quarto anno consecutivo anche la “Fiera del libro romagnolo” nella centrale Piazza Mazzanti.
23° Fiera dello Scalogno di Romagna IGP – Riolo Terme Orari: feriale: dalle ore 19.00 alle ore 24.00 festivo: dalle ore 12.00 alle ore 24.00 Ingresso gratuito
Se avete programmato nei prossimi mesi una vacanza a Londra e siete appassionati di cinema vi segnalo che la metropoli multietnica celebra Audrey Hepburn (1929-1993) con una mostra fotografica che racconta per immagini la sua carriera cinematografica e l’impegno come ambasciatrice Unicef.
Le oltre 70 immagini in mostra alla National Portrait Gallery documentano i percorsi della vita di quella che rimane una indimenticabile icona di stile; la vedrete mentre muove i primi passi come giovanissima modella e poi attraverso una miscellanea di fotografie, copertine di riviste di moda, articoli di giornali e locandine dei suoi film.
La mostra si avvale anche degli scatti dei più importanti fotografi al mondo quali Richard Avedon, Cecil Beaton, Terry O’Neill, Norman Parkinson and Irving Penn.
La mostra ha avuto il supporto della Bernard Lee Schwartz Foundation e del Audrey Hepburn Exhibition Supporters Group e la sua organizzazione è avvenuta con il supporto di Audrey Hepburn Estate / Luca Dotti & Sean Hepburn Ferrer ( la fondazione dei figli Sean Hepburn Ferrer e Luca Dotti).
La mostra sarà aperta fino al 18 ottobre 2015 Biglietti:
Tickets with donation* Full price £10 / Concessions £8.50
Tickets without donation Full price £9 / Concessions £7.50
Concessions include: senior citizens (over 60), students, children 12–18 years.
Orario di apertura
Giornalmente 10.00 – 18.00
Giovedì e venerdì fino alle 21.00.
National Portrait Gallery St Martin’s Place London WC2H 0HE 020 7306 0055
Il catalogo della mostra pubblicato il 2 luglio 2015, composto da 192 pagine e 145 illustrazioni è disponibile per essere acquistato presso i negozi della Galleria al prezzo di £29.95 con copertina rigida e £19.95 nella versione in brossura, volendo lo si può acquistare anche online quando si prenota il biglietto.
#Hepburn
un giornalista in viaggio che non sopporta gli ombrelli