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When the passion for felt becomes Art


Juliane Gorman vive a Gibsonia, in Pennsylvania dal 2014, mentre in precedenza ha vissuto per 11 anni nella pittoresca Norwich, in Inghilterra
Tutti i suoi cappelli fatti a mano vengono realizzati nel suo  piccolo studio a Gibsonia
Molto tempo fa, Juliane Gorman ha lavorato come studentessa d’arte alla Rhode Island School of Design e durante questo periodo, esplorando varie forme di arti artificiali, ha realizzato una serie di sculture di copricapo misti
Dopo la laurea, ha frequentato corsi di modista presso il Fashion Institute of Technology (NY) insieme ad alcuni freelance in negozi di costumi
Tuttavia, l’incanto della creazione è andato in letargo mentre lei ha intrapreso vari lavori e si è dedicata alla famiglia
Fortunatamente,nel 2011, ha visto un braccialetto in feltro in una fiera dell’artigianato; mentre cercava un libro fai-da-te sull’argomento, invece, ne trovò uno dedicato alla produzione di cappelli infeltriti, ecco il suo momento di eureka: trovare un mestiere che combina il suo amore per la fibra colorata, con la sua passione per il copricapo
Da quel momento lei inizia  a creare ed a esplorare  usando solo lana Merino, acqua saponata e le sue mani
Naturalmente, la lana è leggera, resistente all’acqua e, inoltre, calda; ma, soprattutto, è una fibra magica, creativamente piena di possibilità, che sposa la pittura con la scultura!
Cosi’, stimolata dal mondo naturale, dalle fiabe e dalle belle arti, Juliane crea cappelli da indossare che sono utili,  e con un tocco di fantasia
I suoi cappelli sono capaci di dare energia e aiutano a godersi meglio ogni periodo dell’anno, perchè la vita non deve essere grigia!
I suoi pratici e fantastici lavori vengono venduti in tutto il mondo sotto l’etichetta FeltHappiness
Spesso espone a livello locale e internazionale, con cappelli in collezioni private in Australia, Asia, Europa e Nord America.

 

 

Juliane Gorman lives in Gibsonia, Pennsylvania since 2014, while previously she lived for 11 years in picturesque Norwich, England
All her handcrafted hats are made in her small studio in Gibsonia
Long ago, Juliane Gorman felted as an art student at the Rhode Island School of Design  and during this period, exploring other forms of fiber arts, she made a series of mixed-media headdress sculptures
After graduation, she attended millinery classes at Fashion Institute of Technology (NY) along with some freelancing in costume shops
However, the enchantment of creating went into dormancy while she pursued various jobs and parenthood
Serendipitously, in 2011, she saw a felted bracelet at a craft fair, while looking for a DIY book on the topic, instead, she found one devoted to making felted hats; here was her eureka moment: finding a craft which combined her love of colorful fiber, with her passion for headwear
From that moment she makes, she explores, using just Merino wool, soapy water, and her hands
Of course, wool is lightweight, water-resistant, and moreover, warm; but, above all, it’s a magical fiber, creatively full of possibilities, that marries painting with sculpture!
So, energized by the natural world, fairy tales and fine art, Juliane creates wearable art hats that are useful, flattering, and with a touch of whimsey
Her hats  will energize you and help you better enjoy your Winter, Spring or Fall, because life need not be gray
Her  practical and fantastical work sells in all the world  under the FeltHappiness label
Frequently, she exhibits locally and internationally, with hats in private collections in Australia, Asia, Europe, and North America

 

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When there is a piece of history behind a hat


Ann Decker-Montarello è cresciuta e attualmente vive a metà strada tra New York e Montreal, nello stato di New York, negli Stati Uniti
Ha  avuto un interesse nel design della moda e cucito per  la maggior parte della sua vita, ha iniziato a cucire su una normale macchina da cucire da bambina giocando con i pezzi di stoffa dei progetti di cucito di sua madre
Dopo aver frequentato un corso di modista alla FIT di New York, si è subito innamorata  dell’arte
Nel 2014 ha acquistato la sua prima macchina da cucire a treccia di paglia, una Wilcox & Gibbs 1878 e da quel momento ha iniziato a fare pratica giorno e notte, perché questa macchina che ha 141 anni è un vero e proprio pezzo di storia ma richiede un grande impegno considerato che non esistono più manuali o libretti di istruzioni
Le piace creare cappelli con cui  le donne o gli uomini si possano sentire a proprio agio indossandoli ovunque, formali o informali
Ann mi ha detto che lei  usa solo trecce, tessuti, pelli, fili e nastri di prima qualità sia a macchina che cuciti a mano con attenzione ai dettagli

 

 

Ann Decker-Montarello has grown up and is currently living halfway between New York and Montreal, in upstate New York, USA
She had an interest in fashion design and sewing for most of her life, she started sewing on a normal sewing machine as a child playing with scraps of fabric from her mother’s sewing projects
After attending a Millinery course at the FIT ,NYC she immediately fell in love with art
In 2014 she bought her first straw braid sewing machine, a Wilcox & Gibbs 1878 and from that moment she started to practice day and night, because this 141-year-old machine is a real piece of history but it requires a great deal of effort considering that there are no more manuals or instruction booklets
She likes to create hats with which women or men can feel comfortable wearing them everywhere, formal or informal
Ann  told me that se uses only first quality braids, fabrics, leathers, threads and ribbons either machine or hand sewn fabrication with attention to detail

 

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When a dream becomes a hat


Ci sono cappelli che quando li guardi ti raccontano di sogni e di una grazia infinita come i cappelli creati da questa artista che oggi vi voglio presentare
Lei è Judith Sturm un artista poliedrica che vive tra Berlino,Vienna e Palma di Maiorca e che dal 2012 ha iniziato a disegnare e creare anche cappelli oltre a quadri, stoffe, legni lavati dal mare, linoleum.carta ( molto belli i suoi Fenicotteri di Maiorca)
Judith è nata nel 1973 a Saarlouis, si è diplomata nel 2000 in fine art painting and objects at the college of fine arts, mentre nel 2002 ha conseguito il Master of Fine Arts con il Prof. Bodo Baumgarten
I suoi quadri sono molto quotati, collezionati ed esposti in molteplici mostre in  giro per il mondo, mentre i suoi cappelli hanno vinto moltissimi 1° e 2° premi nelle varie esibizioni
I suoi cappelli che realizza personalmente nel suo atelier vengono creati con passione ed amore e ad ognuno di loro viene assegnato un nome, ecco quindi che troviamo i modelli: Catherine,Diana102,Marilyn_3, Meghan, Maxima2,Peachy sunrise2,Seaworld4,Seaworld9,Golden eye, Golden eye3,Lovebirds,Seaworld10, Halo crown Nicky,Dotty ( indossato dalla piccola musa Maxima, la sua piccola figlia)
Nel mese di agosto dal 3 al 9 Judith sarà la curatrice della Mostra Internazionale del Cappello a Palma di Maiorca

 

 

There are hats that when you look at them tell you about dreams and an infinite grace like the hats created by this artist that today I want to present to you
She is Judith Sturm a multifaceted artist who lives between Berlin,Vienna and Mallorca and who since 2012 has begun to design and create hats as well as paintings, canvas, sea washed wood, lino cut,paper ( so beautiful hers Mallorca Flamingos)
Judith was born in 1973 in Saarlouis, graduated in 2000 in fine art painting and objects at the college of Fine Arts, while in 2002 she obtained a Master of Fine Arts with Prof. Bodo Baumgarten
Her  paintings are highly rated, collected and exhibited in multiple exhibitions around the world, while his hats have won many 1st and 2nd prizes in the various exhibitions
Her hats, she personally creates in her atelier are created with passion and love and each of them is given a name, so here we find the models: Catherine,Diana102,Marilyn_3, Meghan, Maxima2,Peachy sunrise2,Seaworld4,Seaworld9,Golden eye, Golden eye3,Lovebirds,Seaworld10, Halo crown Nicky,Dotty (worn by the little muse Maxima, her little daughter )
In August 3 through 9 Judith will be the curator of International Hat Exibhition Palm Hat Week

You can find more information about this talented artist on her website qnd social pages

www.judithsturm.com

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There is hat and hat – C’è cappello e cappello ..


Julia KantsianIl cappello è da sempre una parte integrante dell’outfit di una donna a maggior ragione quando in qualche modo può diventare un elemento distintivo capace di esaltare la personalità di chi lo indossa
Ci sono cappelli e cappelli, quelli che vi sto per presentare sono creazioni molto particolari di una designer finlandese che ha fatto dell’originalità dei suoi cappelli il vero punto di forza della sua creatività
Julia Kantsian vive a Helsinki dove ha creato il suo brand Kan Kan Hats anche se attualmente sta lavorando in Pärnu in Estonia alla ristrutturazione di una vecchia scuola ( da lei comprata 3 anni fa ) dove conta di aprire il prossimo anno un Museo per bambole e cappelli
Julia è una donna con una forte personalità ed una vena artistica che non conosce confini e ha iniziato a creare i suoi cappelli nel 2013
Il motivo che l’ha spinta a creare i suoi cappelli è molto semplice, vestendo in maniera elegante ma preferendo abiti piuttosto strani ha sempre trovato enormi difficoltà a compare un cappello giusto per lei e così si è creata il suo primo cappello che  poi un amico norvegese a cui è piaciuto moltissimo  ha voluto comprare per 3000 corone norvegesi, facendo capire in quel momento a Julia che stava nascendo una nuova vita, quella che poi lei chiamerà “ philosophy of Hats ”

Per creare i suoi cappelli principalmente usa lana merino ma anche materiali diversi riciclati con cui cura in maniera minuziosa i diversi particolari che compongono il cappello, per arrivare al termine della creazione ad un pezzo che si può considerare un “ unicum “
I suoi cappelli sembrano evocare il mondo delle favole e storie magiche, ma a ben guardarli mostrano  la personalità della donna per cui è stato creato che non può essere che una donna ambiziosa, che sa quello che vuole e che ama vivere la vita con quel pizzico di frivolezza che talvolta aiuta a piacersi di più
Le sue creazioni si possono trovare in alcune galleria d’arte ma anche compare attraverso la pagina instagram di Kan Kan Hats – i prezzi vanno da 150 a 500 euro

la modella che indossa alcuni suoi cappelli è Tatyana Neklyudova una bella e famosa modella over 60

 

 

 

The hat has always been an integral part of a woman’s outfit, even more so when in some way it can become a distinctive element capable of enhancing the personality of the beare
There are hats and hats, the ones I’m about to present are very special creations of a Finnish designer who has made the originality of her hats the real strength of her creativity
Julia Kantsian lives in Helsinki where she created her “Kan Kan Hats” brand even though she is currently working at Pärnu in Estonia on the renovation of an old school (she bought 3 years ago) where she plans to open a Museum for dolls and hats next year
Julia is a woman with a strong personality and an artistic bent that knows no boundaries and started creating her hats in 2013
The reason that prompted her to create her hats is very simple, dressing elegantly but preferring rather strange clothes has always found enormous difficulties to appear a hat just right for her and so she created her first hat that then a friend Norwegian who liked very much wanted to buy for 3000 Norwegian kroner, making it clear at that moment to Julia that a new life was being born, what she would later call “philosophy of Hats”

To create her hats she mainly uses merino wool but also different recycled materials with which she takes care of the different details that make up the hat, to get to the end of the creation to a piece that can be considered a ” unique “
Her hats seem to evoke the world of fairy tales and magical stories, but on closer inspection they show the personality of the woman for whom it was created that can only be an ambitious woman, who knows what she wants and who loves to live life with that pinch of frivolity that sometimes helps you to like yourself more
Her creations can be found in some art galleries but also appear through the Kan Kan Hats instagram page – prices range from 150 to 500 euros

the model wearing some of her hats is Tatyana Neklyudova a beautiful and famous model over 60

 

Binge drinking? …no grazie!

Il fenomeno del “ Binge drinking “- bere per ubriacarsi si sta affacciando anche in Italia dove un numero sempre maggiore di adolescenti e giovani beve con l’intento di ubriacarsi; nato nei Campus americani questo fenomeno con una certa rapidità si è propagato in Europa trovando spazio anche in quell’area mediterranea dove sino a qualche anno fa vigeva un modello di approccio all’alcol ritenuto da sempre come uno dei più salutari e cioè il bere moderate quantità di vino durante i pasti, ” modello ” che veniva addirittura salutato dagli scienziati come un ottimo coadiuvante per tenere in buona salute cuore e arterie.
Ma questo trend che ha accompagnato per oltre un secolo le abitudini alimentari degli italiani ha subito un brusco cambiamento negli ultimi anni, nel momento in cui il vino non lo si è più considerato un alimento al pari di pane e pasta.
La famiglia si è disabituata a consumare il pasto nella sua interezza, ognuno mangia in base ai propri orari ,il più delle volte in maniera sregolata, ed ecco quindi che molti adulti bevono al di fuori del pasto e gli adolescenti non fanno altro che seguirne l’esempio e del resto a loro supporto giungono film e pubblicità varie in cui l’alcol viene rappresentato come un innocuo divertissement, il più delle volte associato ad una sorta di espressione di successo sociale, è il trionfo dell’happy hour continuo che sforna a tutte le ore bevande alcoliche che mascherano nei loro colori sgargianti e nella loro veste un po’ trendy un elevato tasso alcolico.
Ecco quindi che il flasback nella nostra gioventù in cui a famiglia tutta riunita il nonno stappava la bottiglia di vino buono ed iniziava il giovincello ai sapori del vino, non si materializza più.Shots on a bar La brusca, per non dire tremenda realtà ci porta ai dati emersi da una serie di ricerche commissionate dal Ministero della Sanità al centro per la Promozione della salute e della ricerca sull’alcol dell’Istituto Superiore di Sanità: più di 700 mila adolescenti al di sotto dei sedici anni in Italia consumano alcol, di questi il 74% bevono il sabato sera e cosa assai più impressionante lo fanno anche il 67% dei ragazzini tra i 13 e i 15 anni; di questi bevitori imberbi il 20% lo fa con il preciso intento di ubriacarsi ed ecco che scatta l’appartenenza alla categoria dei ” binge drinking ” che sono gli individui che tracannano giù almeno sei bicchieri in un brevissimo spazio di tempo.
Il fenomeno come si può capire non è dei più edificanti e soprattutto avrà nel tempo un effetto devastante sui nostri giovani ( basti pensare che già oggi il 10% del totale dei decessi in giovane età in Italia è causato dall’abuso di alcol).
Vale quindi la pena che si corra al riparo finché si è in tempo, proibendo in maniera drastica la vendita dei super alcolici ai minori in qualsiasi locale pubblico, senza però andare a sprofondare nel ferreo proibizionismo che porterebbe a danni ben maggiori, basterà fare un’opera di acculturamento dei nostri giovani verso uno degli alimenti e sottolineo la parola alimento più importanti che abbiamo in Italia, il vino.
E di questo fardello dovranno farsi carico le istituzioni, ma anche le associazioni di produttori di vino, avvicinando i nostri giovani, nella maniera giusta e corretta, a questo nettare prelibato … da che mondo e mondo un buon bicchiere di vino non ha mai ammazzato nessuno….e allora insegniamo ai nostri ragazzi a bere un buon bicchiere di vino piuttosto che un miscuglio di bevande alcoliche che saranno pure fashion… ma anche capaci di produrre talvolta danni irreparabili.

alcol

Tattoo Life Map, ma un tatuaggio è per sempre?

tatuaggi8Per gli amanti dei tatuaggi è nata, creata da Miki Vialetto (uno dei principali esperti dell’arte del tatuaggio e fondatore di Tattoo Life Production, casa editrice specializzata in pubblicazioni sull’arte del tatuaggio e sulla street art), Tattoo Life Map che offre la possibilità di trovare a portata di smartphone, ovunque ci si trovi, un elenco degli studi e tatuatori “giusti”.
L’applicazione è ovviamente personalizzabile e consente di affinare le ricerche in base alle proprie esigenze, oltre a salvare tra i preferiti gli studi selezionati e condividere quanto trovato sull’app con i propri contatti sui social network.
Tra i tatuatori più gettonati troviamo :
Antonio Mack Todisco
Deno 
Jondix
Ottorino D’Ambra – Otto –
Rudy Fritsch
Volker Merschky e Simone Pfaff
Tiny-Miss-Becca ( pagina facebook)

tattoomapTattoo Life Map vi conduce in una sorta di tour tra centinaia di tattoo shop in Italia, Francia, Spagna, Austria, Germania e Gran Bretagna, attraverso le schede di più di 500 studi e migliaia di immagini di tatuaggi.
Detto di questa app più che interessante per chi ha in mente di farsi un tatuaggio viene però da chiedersi : ma un tatuaggio è per sempre?
Da quanto si sente in giro e soprattutto da quanto viene fuori da uno studio condotto da Quanta System Observatory effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1600 italiani di eta’ compresa tra i 18 e i 60 anni sembrerebbe proprio che la nuova tendenza del tattoo-changing (che trasforma in pratica il nostro corpo in una lavagna da ridisegnare) stia spopolando tra chi vuole liberarsi di tatuaggi che hanno segnato una fase della propria vita ma che ora si detestano (non è difficile pensare al nome dell’ex oppure a frasi che non hanno più ragione di esistere).
Con l’arrivo del tattoo-changing la cancellazione definitiva non è più l’unica soluzione, infatti stando ai dati dello studio promosso da Quanta System Observatory il 51% dei pentiti preferisce modificarli o sostituirli anziché eliminarli definitivamente.
Gli italiani che si sono pentiti della loro scelta iniziale sembra possano essere oltre 1 milione e duecentomila su una popolazione di tatuati (in base agli ultimi dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanita’) di oltre 7 milioni.
Potrà sembrare strano ma la tecnologia più potente al mondo per soddisfare le esigenze dei “tattoo-pentiti” è made in Italy; si tratta infatti del trattamento laser Discovery Pico di Quanta System che oltre ad essere efficace e rapido, presenta meno possibili effetti collaterali.
Ma qual è la TOP 10 dei tatuaggi di cui gli italiani si sono più pentiti:

1 – Il nome o l’iniziale di un partner del passato (58%)
2 – Le citazioni celebri o tratte da film (45%)
3 – I grossi disegni tribali che ricoprono braccia e gambe (41%)
4 – I tatuaggi fatti con le ex amiche o amici del cuore (37%)
5 – I disegni venuti male (35%)
6 – Gli scudetti o gli stemmi della propria squadra del cuore (31%)
7 – Quelli troppo evidenti o impressi su una parte del corpo esposta (25%)
8 – I tattoo ritenuti imbarazzanti come un lecca-lecca o una pin-up (19%)
9 – Quelli che fanno riferimento a partiti politici o a ideologie (15%)
10 – I tatuaggi ritenuti troppo infantili come i personaggi dei cartoni animati (12%)

Questo invece l’identikit del perfetto pentito del tatuaggio:
E’ donna al 54% e uomo al 48%, ha un’età compresa tra i 30/40 anni nel 68% dei casi, percentuale che scende al 45% tra i 18/29 anni e al 41% tra gli over 40.
E’ occupato come: manager (23%), professionista (21%), impiegato statale (18%), insegnante (15%), impiegato (11%), operaio (9%).

Ma in cosa consiste il trattamento messo a punto dal laser ai picosecondi?
Il Discovery Pico è il primo laser ai picosecondi di nuova generazione che, grazie alla sua tecnologia esclusiva (patent pending), risulta lo strumento più innovativo e potente presente oggi sul mercato per il trattamento di tatuaggi e lesioni pigmentate; utilizza la più avanzata tecnologia di emissione ai picosecondi attraverso impulsi di energia estremamente brevi e potenti.
Gli impulsi generano un puro effetto fotoacustico mirato agli inchiostri e alle macchie cutanee, lasciando la pelle circostante intatta.
A differenza dei tradizionali laser Q-Switch che frammentano i pigmenti in granuli, il laser ai picosecondi li riduce in un particolato finissimo che risulta più facilmente eliminabile dal corpo anche attraverso il processo di fagocitosi.

A questo punto due sono le strade possibili:
– state pensando a un nuovo tatuaggio e siete alla ricerca di qualcosa di originale? Beh allora è d’obbligo una visita a Tattoo Life Map;
– siete in quella fase di ripensamento e quindi vorreste modificare quello che non vi piace più del vostro vecchio tatuaggio? Potete approfondire l’argomento sul laser ai picosecondi facendo visita alla pagina web di Quanta System.

Moleskine Milano Limited Edition

moleskine5Il 2015 sarà l’anno di Milano e gli occhi di tutto il mondo saranno rivolti alla città che ospiterà l’EXPO.
Per l’occasione Moleskine lancia sul mercato un taccuino Limited Edition con il quale vuole celebrare la ricca eredità della città in fatto di moda, design, architettura, sport e cultura.
Immagini iconografiche locali vengono assemblate sulla copertina per guidarvi alla vostra personale scoperta di strade, canali, cocktail e personaggi.
La vendita di questo prodotto da collezione sarà riservata in esclusiva per i Moleskine Store online e di Milano.

Queste le caratteristiche del taccuino:

  • Copertina rigida a tema, per una comoda esperienza di scrittura anche senza superficie di appoggio
  • Formato cm. 13×21 con angoli arrotondati
  • Chiusura elastica
  • Carta color avorio Moleskine
  • Peso della carta: 70 g/m2
  • Tasca interna espandibile dello stesso colore del taccuino
  • Etichetta “in case of loss” stampata nel risguardo
  • Nastrino segnalibro dello stesso colore del taccuino
  • Apertura a 180°

Prezzo : € 19.90

moleskineacquista

MALEFATTE – come riciclare l’arte facendola viaggiare

borse10Cosa accade ai banner in PVC realizzati per le mostre organizzate a Palazzo Venier dei Leoni?
Semplice, diventano borse! La Collezione Peggy Guggenheim aderisce al progetto “Malefatte”, ideato dalla Cooperativa sociale Rio Terà dei Pensieri: un nome ironico e divertente scelto dalla cooperativa stessa per una linea di borse interamente realizzate nei laboratori di serigrafia e pelletteria del carcere maschile di Santa Maria Maggiore di Venezia.
Le borse “Malefatte” sono pezzi unici, create a mano, diventate in poco tempo un ricercato fenomeno di moda, capace di coniugare intento artistico, sociale ed ecologico con un immancabile tocco di ironia. Si tratta di creazioni da collezione, che nascono dai frammenti di grandi striscioni pubblicitari, decontestualizzati e ricuciti per dar vita a lavori originali, non seriali, pronti al primario uso del trasporto. Le borse realizzate con i banner della Collezione Peggy Guggenheim portano con sé memorie di mostre, e sono un inevitabile richiamo alla figura dell’estrosa mecenate americana Peggy Guggenheim da sempre icona di stile e moda. Ciascuna borsa contiene al suo interno il catalogo di un’esposizione passata, diventando così un originale strumento che porta l’arte a viaggiare in tutto il mondo, un’arte senza confini. E chiunque acquisti una borsa “Malefatte” potrà scattare una foto della sua Banner Bag in un luogo d’arte e postarla direttamente sulla pagina Facebook del museo.
La Cooperativa sociale Rio Terà dei Pensieri gestisce dal 1994 attività di formazione professionale e lavorazioni artigianali all’interno delle carceri veneziane, e promuove forme innovative di impresa sociale a partire dall’attenzione all’ambiente e all’equità nel lavoro, cercando di dare un’impostazione eco-sostenibile ai propri prodotti.

Calvin Klein – se porti la 42 sei “ curvy !“

Myla1E’ ancora Calvin Klein a scatenare le reazioni sdegnate dei frequentatori della rete che sono insorti contro l’ultima campagna pubblicitaria lanciata dall’azienda di moda per promuovere la linea over size “ Perfectly Fit  “.
L’azienda ha parlato di una vera e propria rivoluzione nell’affidare a Myla Dalbesio, una modella “ in carne “, il ruolo di protagonista che in passato fu nientemeno che della trasparente Kate Moss.
Gli internauti l’hanno presa decisamente male e francamente mi pare che la 27enne del Minnesota possa sembrare a prima vista tutto tranne una donna dalle curve burrose e con la classica pancettina di ordinanza.
La Dalbesio in una recente intervista a Elle ha detto di non sentirsi per nulla “ grassa ” ma di considerarsi una via di mezzo, non sufficientemente magra per stare con le magre e non abbastanza grassa per rientrare a pieno titolo nella categoria delle “ curvy ”.
Sommersa dalle critiche che gli sono piovute addosso l’azienda attraverso la sua portavoce ha prontamente precisato che lo scopo della campagna pubblicitaria appena lanciata è quello di comunicare che la nuova linea “ Perfectly Fit ”   è stata creata per celebrare e soddisfare al meglio i bisogni di ogni donna, e le relative immagini servono per confermare che la nuova linea è inclusiva e disponibile in diverse taglie e modelli.
Resta il fatto che una marea di internauti alla vista della Dalbesio nei manifesti pubblicitari si è rivolta in rete ( in particolar modo su Twitter ) per postare commenti negativi contro la modella e l’azienda, ree la prima di essere lontana dalle ragazze “ reali ” e la seconda di aver lanciato una campagna per nulla credibile!
La Dalbesio è inutile dire che nelle immagini promozionali appare bellissima, con un completo intimo nero, e la sua taglia 42 riferita in questo caso ad una ragazza alta di sicuro non meno di 175 cm non la si può considerare di certo una taglia forte ma al massimo una taglia normale.
Il mondo della moda di una figura normale, in quanto tale, non sa che farsene; la normalità non fa vendere perché non provoca reazioni ed ecco allora che ci si affida per stupire a chi è in grado di farlo come la Drag Queen Conchita Wurst oppure a modelle dalle misure quasi sempre contro natura, il tutto condito da una buona dose di Photoshop capace di promuovere al meglio modelli impossibili da raggiungere.
Solo i grandi marchi possono permettersi il lusso di presentare a volte dei capi normali, mentre le aziende che devono trovare spazio, talvolta anche sgomitando, non possono che andare alla continua ricerca di elementi di novità come quello appunto di far passare una taglia 42 come ultrasize; del resto come non ricordare le dure polemiche suscitate dalla campagna di Victoria SecretsPerfect Body “, con modelle taglia 38 e per la quale fu lanciata anche una petizione online a cui il marchio di lingerie non ha mai dato risposta.
Comunque, io sto con le curvy, quelle vere però!

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TACCHI A SPILLO… sì GRAZIE!

Per la prossima stagione la moda ha sentenziato che a farla da padrona saranno le scarpe con il tacco alto, anzi altissimo .. almeno 14 centimetri, per la gioia di tutte quelle donne che amano affidare i loro piedi a siffatte altezze e per gli uomini, che inevitabilmente si godranno lo spettacolo, perché se è vero come è vero che Angelina Jolie in Nike e tuta è sexy, è altrettanto vero che lo è dieci volte di più in tacchi alti e gonna.
Le scarpe a volte sono per la donna molto di più di un indumento o accessorio femminile, sono un qualcosa con cui la donna entra in confidenza, per chi le ama diventano parte integrante della propria vita, la scelta della scarpa con cui uscire al mattino il più delle volte corrisponde allo stato d’animo con cui si affronterà la giornata e le scarpe per di più sono tipicamente femminili perché la civetteria e la seduzione sono femminili e nulla è più femminile di un paio di tacchi alti.
Tra l’altro, molti uomini non lo sapranno ( perché dovrebbero saperlo le donne ) ma i tacchi a spillo fanno bene al sesso e a dirlo non sono una congrega di feticisti o di voyeur ma lo studio di una scienziata italiana la dott.ssa Cerruto che ha pubblicato un interessantissimo saggio in proposito, sulla autorevole rivista scientifica britannica “ European Urology”.
Gli uomini non lo sanno perché non sono loro i fruitori dei benefici emanati dai tacchi a spillo, in quanto gli stessi non fungono da ” stimolatori ” per l’eccitazione maschile, ma al contrario proprio di quella femminile.
high8La dott.ssa Cerruto è arrivata a questa conclusione testando l’attività elettrica prodotta dalle pelvi a seconda di come si è posizionato il piede femminile in una campionatura di donne al di sotto dei 50 anni.
Incredibile ma vero i risultati dicono che le donne che indossano scarpe a stiletto con un tacco non inferiore ai 7 cm. dimostrano di avere un migliore allineamento e capacità di contrazione dei muscoli pelvici, fatto questo che induce ad una maggiore eccitazione ed intensità del piacere.
Quindi se non vi siete mai avventurate sul ” tacco 10 ” ora avete un motivo in più per farlo e se siete preoccupate per l’andatura un po’ goffa ” da principiante ” che potrebbe accompagnarvi all’inizio c’è un libro ” How to walk in High heels ” ( come camminare con i tacchi alti ) di Camilla Norton con illustrazioni di Natasha Law, edito nel Regno Unito che è li pronto a darvi una mano per mettervi a vostro agio e camminare sicure e rilassate anche con i tacchi a spillo.
Buona camminata!!!

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