Caro Renzi, ma quale burocrazia?

Dopo lo spottone che il Premier Renzi ha fatto domenica pomeriggio alla nazione dalla sua pagina facebook nel quale ha spiegato per benino che la colpa del disastro genovese è da addebitarsi al complesso di intralci burocratici che non hanno permesso la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza del Bisagno ecco che spunta fuori ( anticipata dal Tg La7 e pubblicata dal Fatto quotidiano ) la lettera inviata al Premier Renzi il 5 agosto 2014 dai legali della ditta che avrebbe dovuto realizzare i lavori.
Lettera che è rimasta senza risposta!
Caro Renzi, ma quale burocrazia! Lei che ha messo in piedi uno staff super tecnologico che cura nei minimi particolari lanci di tweet, slide e quant’altro possa promuovere a dismisura la sua immagine non è nemmeno in grado di avere un sottoposto che sappia distinguere l’importanza di una comunicazione come quella inviata dagli avvocati genovesi!
Povera Italia, siamo veramente al ridicolo!

Questa la copia della lettera indirizzata al Premier Renzi e pubblicata da il Fatto quotidiano.

Cliccare qui per visualizzarla

Caro Renzi, Genova piange e lei dov’è?

Caro Premier era il 1° di giugno quando lei presenziando al Festival dell’Economia a Trento annunciò come anticipazione del suo futuro “ passo dopo passo “ il varo dello “ Sblocca – Italia “ uno strumento innovativo “ che lascerà fare alla gente quel che vuol fare e consentirà di sbloccare interventi fermi da 40 anni “.
Per rendere più roboante la notizia aggiunse: “ domani scriverò a tutti i sindaci per chiedere di individuare sul loro territorio le questioni bloccate”. Sarà una cabina di regia a palazzo Chigi, con un responsabile ad hoc, a guidare l’azione sul territorio e tutti i Sindaci entro 15 giorni dovranno scrivere a Palazzo Chigi indicando i problemi locali.
Da quel giorno sono passati quattro mesi, mentre ne sono passati quasi otto da quando lei è diventato Premier e tra slide, lanci di twitter e 21 richieste di fiducia in Parlamento per il suo Governo ha trovato anche il tempo per recarsi in visita ufficiale a Tunisi, in Vietnam,Cina e Kazakistan, in America e non da ultimo il tour aziendale di questi giorni in Emilia Romagna che si è concluso a Medolla con il comizio elettorale a favore del candidato del Pd Bonaccini alla guida della Regione.
Genova piange e lei nelle stesse ore in cui il capoluogo ligure è per l’ennesima volta in ginocchio non trova di meglio che recarsi a fare un comizio elettorale per il suo partito anziché andare a far visita ad una città martoriata dalla scellerata condotta dei politici che l’hanno amministrata negli ultimi vent’anni e che guarda caso sono della sua stessa parte politica.
Tre anni fa a esondare furono gli stessi torrenti che hanno provocato la piena in queste ore; il sindaco di allora Marta Vincenzi e altre cinque persone sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo plurimo, disastro, falso e calunnia.
Ma lo sa caro Renzi che i lavori di contenimento e gli interventi di messa in sicurezza dei torrenti che sono nuovamente esondati sono fermi da allora!
Ha sentito caro Renzi le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco: “L’allerta? Non era compito del Comune. Se l’allerta fosse stata data, avremmo adottato le misure adeguate. In assenza di un’allerta avevamo pattuglie che stavano monitorando la situazione” o quelle del Governatore Burlando che ha prontamente precisato che alla Regione non possono essere addebitate responsabilità di nessun genere.
Caro Renzi lei che ama così tanto rottamare una classe politica “superata” e non al passo con un Premier che sogna un Paese cool e smart ( ma che a quanto sembra poi richiama al suo fianco il governatore Errani ) ha presente il ruolino di marcia di chi amministra la città di Genova e la regione Liguria?
Claudio Burlando è stato consigliere comunale di Genova dal 1981 al 1993, assessore ai trasporti dal 1983 al 1985, vice-sindaco dal 1990 al 1992 e sindaco dal dicembre 1992 a maggio 1993.
Dal 1996 al 2006 è stato deputato della Repubblica eletto in Liguria, mentre dal 1996 al 1998 ha ricoperto l’incarico di Ministro dei Trasporti e dal 2005 a oggi è Presidente della Regione Liguria.
Marco Doria dal 1978 al 1985 è stato consigliere di circoscrizione nel quartiere genovese di Albaro e poi consigliere comunale di Genova dal 1990 al 1993, mentre ricopre la carica di Sindaco dal maggio 2012.
Caro Premier capisco che sia più facile andare a raccogliere gli applausi a un comizio elettorale piuttosto dei fischi che le avrebbero riservato i cittadini genovesi, ma visti i ruolini di marcia dei due amministratori che hanno avuto in passato e al presente responsabilità dirette nella gestione della città di Genova credo che in attesa di una sua visita ai cittadini genovesi sarebbe opportuna una sua telefonata ai diretti interessati con l’invito come capo del Governo a dimettersi!

Genova l’ennesimo disastro!

Sono passati 44 anni dalla tremenda alluvione del 1970 e ciclicamente la città della lanterna è sottoposta ad alluvioni che la mettono in ginocchio e rendono i cittadini impotenti verso l’ennesima esondazione annunciata.
Tre anni fa la stessa storia e chi avrebbe dovuto fare nulla ha fatto, e puntuale come sempre parte il teatrino dello scaricabarile, non è stata lanciata l’allerta, il Comune non ne può niente e via dicendo mentre la città è nuovamente in ginocchio e la gente stufa di dover salvare il salvabile senza che ancora una volta le istituzioni abbiano messo in atto interventi strutturali per prevenire una tale catastrofe.
Ma questa è l’Italia di una classe politica che in 44 anni non è riuscita a risolvere i problemi di Genova e di tutte quelle città “ a rischio” disseminate per la penisola.
E’ l’Italia che paga 40 euro al giorno a un extra comunitario per mantenerlo servito e riverito ( con tanto di fornitura di sigarette ) in Hotel a spese degli italiani, è l’Italia il cui premier va a festeggiare la festa di San Francesco per conquistare qualche copertina o passaggio tv ma che nulla fa per sbloccare i lavori necessari per scongiurare simili tragedie annunciate, è l’Italia in cui il ministro dell’Ambiente di turno arriva sempre sul posto della tragedia il giorno dopo ma non vi torna mai dopo un anno per vedere cosa realmente si sia fatto per risolvere il problema, è l’Italia la cui classe politica pensa unicamente ai propri interessi personali o di partito e mai e poi mai a quelli del territorio di appartenenza, ragion per cui la “casta” mal gradisce che si voti con le preferenze perché grazie proprio alle preferenze i cittadini di Genova potrebbero mandare a casa chi nulla ha fatto in tutti questi anni per la città, la provincia o la regione che si onora di rappresentare in Parlamento!
Da ligure e da italiano non posso che dire VERGOGNA!

Cuffie d’Oro 2014 il trionfo di Radio Maria – RMC a mani vuote

Sabato sera il Politeama Rossetti di Trieste ha ospitato il “Gotha” della radiofonia italiana in occasione della 4^ edizione del Premio Cuffie d’oro 2014.
Sul palco a fare gli onori di casa i due ideatori della manifestazione Charlie Gnocchi e Fabio Carini accompagnati dalla triestina e olimpionica di scherma Margherita Granbassi.
Sul palco del politeama si sono avvicendati per le numerose premiazioni quelli che dalle due giurie, tecnica e popolare, sono stati ritenuti i personaggi vincenti della passata stagione radiofonica tecnica tra cui Fiorello e Baldini, Linus, Platinette, Giuseppe Cruciani, Pierluigi Pardo, Fernando Proce, Rossella Brescia, Claudio Sabelli Fioretti.
Ma la vera rivelazione di quest’anno è stata Radio Maria e il suo direttore Padre Livio che si sono aggiudicati il premio assegnato dalla giuria popolare ( che ha espresso 126 mila voti totali ) come My Best Radio “ Radio Maria “ con 19735 voti e My Best Celebrity “Padre Livio” con 16866 voti, mentre l’altro premio popolare è andato a La Zanzara Radio 24 che è risultato essere il My Best Show con 5613 voti.
Padre Livio assente per una breve indisposizione ha raccontato in un intervista il successo di questa radio ( capace di raccogliere oltre 430 mila fan sulla propria pagina social ) e dei propri ascoltatori che a quanto pare hanno raccolto l’invito rivolto loro da Padre Livio, che nei giorni precedenti la votazione on-line aveva lanciato dalla pagina social di Radio Maria il messaggio “ vota e fai votare radio Maria e Padre Livio”.
Un successo che ha dell’incredibile ma che fa capire se ancora ve ne fosse bisogno l’importanza dei social come mezzo di comunicazione.
L’esatto contrario di ciò che sta facendo Radio Monte Carlo che ha trasformato la propria pagina social in una sorta di galleria fotografica in cui far vedere al proprio pubblico le seppur belle immagini di Montecarlo nelle varie sfaccettature della giornata partendo dall’alba al tramonto, il tutto accompagnato da foto di cani&gatti e da massime e aforismi di cui l’universo social trabocca.
Il risultato? Sul palco del politeama Radio Monte Carlo non è stata nemmeno menzionata e questo fatto la dice lunga del perché l’emittente monegasca sia all’ultimo posto degli ascolti.
Per la cronaca nelle tre precedenti edizioni delle Cuffie d’oro Radio Monte Carlo è salita sul palco grazie alle vittorie nel 2011 e 2012 dell’Alfonso Signorini Show e nel 2013 per il premio Voce Energy Lei assegnato alla mitica Luisella Berrino.
Guarda caso due personaggi, Signorini e Luisella, che inspiegabilmente quest’anno sembrano non trovare più spazio nella programmazione giornaliera di questa emittente che anno dopo anno non finisce di stupirci per scelte editoriali a dir poco suicide, non da ultima proprio quella di togliere il piacere ai fedelissimi di RMC di poter gustare ogni giorno la voce amica di Luisella.

RMC è tempo di Make-up! E se tornasse a fare la Radio, quella vera!

Verso la fine di agosto di solito cominciano a circolare in rete i primi “ rumors “ su quelli che saranno i palinsesti della prossima stagione radiofonica e come prevedibile l’emittente monegasca non si sottrae a questo appuntamento che coinvolge anche quella parte di fedelissimi ascoltatori che anno dopo anno pregustano di poter vedere uscire la radio del cuore dalla posizione di stallo in cui si è cacciata per quanto riguarda quei dati d’ascolto che la vedono perennemente all’ultimo posto tra le emittenti radiofoniche nazionali.
A dire il vero lo scorso anno di questi tempi nella Radio di Gran Class i giochi erano già stati fatti non fosse altro per il fatto che il 26 agosto andò in onda la prima puntata del nuovo morning show “ No Comment “ condotto da Debora Villa e dal trio composto da Didoni, Andreoli e Sambucco, al contrario sembra che quest’anno le idee non siano ancora del tutto chiaro mentre alcuni “rumors” parlano di una non riconferma di Teocoli, Signorini e della Villa con tutta la banda degli storditi.
Che regni un po’ di confusione ai piani alti lo si capisce anche dal comunicato che la direzione del gruppo Finelco ha rilasciato all’Agenzia Giornalistica Italiana in merito ad una presunta crisi economica che investirebbe il gruppo.
Nella nota d’agenzia in perfetto “ politichese “ si legge tra le altre cose che “ anche Radio Monte Carlo quindi si rinnova con un nuovo progetto editoriale che niente ha a che fare con la crisi economica. I personaggi coinvolti, tra cui Alfonso Signorini, ne sono al corrente, e collaborano con la direzione artistica per contribuire a questi cambiamenti “.
E’ evidente che RMC se vuole veramente uscire dalla palude in cui si è cacciata non possa fare a meno di tornare alle origini e mandare in onda “la Radio” quella vera, capace di trasmettere a chi la ascolta le giuste emozioni.
Il vero problema, a meno che non sia di natura economica, non è allontanare questo o quel televisivo o bandire il gossip, perché scorrendo le nomination delle Cuffie d’Oro si trovano quasi esclusivamente personaggi che fanno anche la radio ma che hanno raggiunto la popolarità attraverso la Tv; non sarà un televisivo o un gossipparo a cui viene affidato un programma di un’ora a incidere in maniera rilevante sui gradimenti giornalieri.
Al contrario diventa indispensabile ottimizzare la presenza nel palinsesto degli speaker attualmente in dotazione andando a sfruttare al meglio le caratteristiche che ciascuno di loro è in grado di offrire in determinate fasce orarie e giusto per capire mi chiedo se abbia un senso mandare in onda Kay Rush alle 15 o peggio ancora Nick the Nightfly alle 17.
Certo prima di pensare alla prossima stagione sarebbe opportuno fare una riflessione su quella appena conclusa, ma credo che ai piani alti non sia passato inosservato il fatto che in termini di ascolti l’arrivo della Villa non abbia portato i risultati sperati così come l’intera fascia pomeridiana dalle 15 alle 19 abbia fatto pensare ad una sorta di camomilla party!
Ascolto RMC da illo tempore e credo che sia ingeneroso fare un paragone tra quella che fu la radio di Gran Class e quella di oggi non fosse altro perché viviamo in epoche diverse e differenti sono le personalità dei protagonisti di oggi e di ieri dietro i microfoni.
Se però per un giorno mi venisse chiesto di creare un palinsesto ad hoc per la prossima stagione mi verrebbe da scrivere :
– dalle 5 alle 7 ( considerato che RMC raccoglie nel quarto d’ora medio 90 ascoltatori ) possono essere all’ascolto 20/40 persone, per cui essendo del tutto ininfluente chi conduce il programma metterei della buona musica affidata ad una coppia di giovani speaker e soprattutto non bombarderei di notizie al risveglio chi si appresta a vivere una nuova giornata o peggio ancora sta già lavorando;
– dalle 7 alle 9 ( il programma più importante in termini di ascolto dell’intera mattinata ) proverei a fare “la Radio” alla vecchia maniera affidandomi a Valli e Porticelli che credo siano in grado di fare un programma capace di trasmettere le giuste emozioni;
– dalle 9 alle 11 lascerei carta bianca a Luisella, magari con un programma del tipo Montecarlo chiama Italia in cui possano diventare co-protagonisti gli ascoltatori;
– dalle 11 alle 13 proverei la coppia formata da Patty Farchetto e Max Venegoni;
– dalle 13 alle 15 proporrei Erina Martelli con un giovane a farle da spalla;
– dalle 15 alle 17 Di Maggio con i suoi viaggi;
– dalle 17 alle 18 lancerei un programma che interagisca con i social;
– dalle 18 alle 20 affiderei a Monica Sala e Dario Desi un programma di approfondimento sui fatti della giornata e con un taglio giornalistico;
– dalle 20 alle 22 Kay Rush;
– dalle 22 alle 24 Nick the Nightfly;
– dalle 24 alle 02 “ A luci spente “ un altro modo di vivere la notte.
Josè Samarago a proposito dei sogni scrisse “ un uomo ha bisogno di fare la sua provvista di sogni “ per cui il mio l’ho già riposto nel cassetto vicino agli altri.
Mi auguro però che il Make-up a cui si sta sottoponendo in questi giorni Radio Monte Carlo possa trovare il gradimento di quanti la ascoltano da sempre con immutato affetto!

Cuffie d’Oro 2014 – a Trieste la quarta edizione

Trieste si prepara ad accogliere il 20 settembre al Politeama Rossetti i big della radio per il Premio Cuffie d’Oro, l’unico Radio Awards d’Italia, ideato da Fabio Carini e Charlie Gnocchi e organizzato da 42K.
Giunto alla quarta edizione, il Gran Premio della Comunicazione Radiofonica e Non Solo celebrerà radio, programmi e personaggi ma garantirà anche una speciale vetrina per tutte le emittenti del Friuli Venezia Giulia con la consegna delle Cuffie d’Argento.
Quest’anno gli utenti del web avranno un ruolo fondamentale nell’assegnazione non solo dei premi alle emittenti del Fvg ma anche delle Cuffie assegnate alla miglior Radio, al miglior programma e personaggio radiofonico, mediante il voto popolare sul sito http://www.cuffiedoro.it dal 1 al 15 settembre.
Linus, Marco Mazzoli, Rossella Brescia, Fiorello, Giuseppe Cruciani e la coppia Cristicchi-Frassica sono solo alcuni dei big che figurano nella rosa delle nomination e che verranno sottoposti al giudizio della Giuria tecnica che assegnerà le varie Cuffie d’Oro.
Alcune Cuffie d’Oro sono già state assegnate la scorsa settimana, al giornalista Pierluigi Pardo, a Platinette ( La Cuffia d’Oro alla carriera ) e a Radio Incredibile.
Ma vediamo quali sono categorie e relative nomination:

CUFFIEDORO EMITTENTI
Radio of the year – Premio Regione Fvg
RTL, DJ, 105, RADIO 24, RDS, RADIO2
Music Radio – Premio Tisanoreica
VIRGIN, RADIOITALIA, RADIO3, M2O, CAPITAL, RMC
Web Radio
105 Hits, RMC New Classics, Virgin Radio Rock Classic, R101 Legends, RTL Viaradio, RaiWR8

CUFFIEDORO PROGRAMMI
Show of the year – Premio Comune Trieste
DJ CHIAMA ITALIA (Dj), TUTTO ESAURITO (105), LA FAMIGLIA GIÙ AL NORD (Rtl), ZANZARA (Radio24), HIT PARADE (Radio2), FUORI PROGRAMMA (Radio1) Morning Show (5-8)
TUTTO ESAURITO (105), BUONE NUOVE (Radio Italia), CATERPILLAR AM (Radio2), NON STOP NEWS (Rtl), TUTTI PAZZI PER RDS (Rds), DEEJAY 6 TU (Dj)
Day Show (9-19) – Premio Coraya
LO ZOO (105), TROPICAL PIZZA (Dj), 610 (Radio2), I CORRIERI DELLA SERA (Kiss Kiss), ALFONSO SIGNORINI SHOW (Rmc), NON C’È DUO SENZA TÈ (Capital)
Night Show (20-5) – Premio Tisanoreica
CRAZY CLUB (Rtl), 105 NIGHT EXPRESS (105), ONE TWO ONE TWO (Dj), MOLTO PERSONALE (101), BATTITI (Radio3), MONTE CARLO NIGHTS (Rmc)
Infoteinment Program
ZANZARA (Radio24), INVIATO SPECIALE (Radio1), L’INDIGNATO SPECIALE (Rtl), TG ZERO (Capital), BENVENUTI NELLA GIUNGLA (105), UN GIORNO DA PECORA (Radio2)
Sport Program – Premio Green Europe Marathon
DJ TRAINING CENTER (Dj), MAI VISTO ALLA RADIO (Rtl), DOMENICA SPORT (Radio1), 105 AUTOGOL (105), SPECIALE SERIE A (Radio Sportiva), TUTTI CONVOCATI (Radio 24)

CUFFIEDORO PERSONAGGI
Celebrity of the year – Memorial Lelio Luttazzi
Giuseppe CRUCIANI (Radio24), LINUS (Dj), Fernando PROCE (Rtl), Marco MAZZOLI (105), Rossella BRESCIA (Rds), FIORELLO (Radio1)
The Couple
FRASSICA-CRISTICCHI (Radio2), TONY-ROSS (105), LINUS-SAVINO (Dj), GALÈ-AMADEUS (Rtl), PAOLETTA-PATRICK (Radio Italia), FIORELLO-BALDINI (Radio1)
New Style – Premio Labeyrie
Federico RUSSO-Marisa PASSERA (Dj), La BACI (101), Il TRIO (Rtl), Dario SPADA-FABIOLA (105), Chiara PAPANICOLAU (Rds), Giulia SALVI (Virgin)
Radio Journalist – Premio Il Piccolo
Andrea PAMPARANA (Rtl), Giuseppe CRUCIANI (Radio24), Enrico MENTANA (Rds), Riccardo CUCCHI (Radio1), Gianluigi PARAGONE (105), Ivan ZAZZARONI (Dj)
GENERALI EcoRadio Journalist
Sebastiano BARISONI (Radio24), Debora ROSCIANI (Radio 24), Roberto PIPPAN (Radio1), Roberto ZAMPA (Radio1), Claudio MICALIZIO (Rmc), Luigi TORNARI (Rtl)

Riforma del Senato – Renzi #ilmiopacco per l’Italia!

Il premier Renzi incurante del ruolo delle opposizioni e del fatto che tre italiani su quattro (il 73%) vogliono un Senato eletto dai cittadini ( sondaggio del 20 luglio commissionato dal Corriere della Sera alla Ipsos ) ha fatto approvare dal Senato della Repubblica la Riforma costituzionale che prevede un Senato delle Istituzioni composto da 100 senatori che non saranno più eletti direttamente dai cittadini.
Nei giorni scorsi Flipper Renzi aveva accusato gli attuali senatori di non volere le riforme perché attaccati alle poltrone, ma nella realtà oggi il Senato ha votato la Riforma della “paura”, non quella di perdere l’attuale poltrona ma bensì quella di garantirsi con un voto compiacente una qualche poltrona futura!
Del resto che il Governo e la maggioranza che lo sostiene, a partire dal Pd, abbiano puntato una pistola alla testa dei loro senatori durante i lavori parlamentari è un fatto accertato e la prova del nove è comparsa ogni volta che in aula si è fatto ricorso al voto segreto che ha visto Governo e maggioranza sempre regolarmente battuti.
Il Premier Renzi da buon venditore di fumo ha voluto a tutti i costi questa riforma per poter consegnare agli italiani dopo il bonus degli 80 euro un vero e proprio pacco dono con la dedica che questa riforma cambierà l’Italia!
A cosa siano serviti gli 80 euro lo ha certificato nero su bianco l’Istat che ha parlato di “ Italia in recessione tecnica “ a fronte di un ulteriore calo del 0,2% del Pil ( il dato peggiore degli ultimi 14 anni ), mentre Pinocchietto Renzi quando enunciò il bonus fece previsioni di un +0,8% minimo.
Per la Riforma del Senato Pinocchietto Renzi l’ha buttata ancora una volta sui soldi evocando il risparmio di futuri 50 milioni di euro per le casse dello Stato!
Una goccia d’acqua a fronte di un bilancio del Senato ( bilancio consuntivo 2011) di 546 milioni di euro e di un bilancio della Camera dei Deputati ( bilancio consuntivo 2011 ) di 1 miliardo e 70 milioni di euro, per un totale tra i due rami del Parlamento di 1 miliardo 626 milioni di euro di spese annue!
I 50 milioni di euro che Pinocchietto Renzi asserisce di far risparmiare allo Stato avrebbe potuto tranquillamente risparmiarli facendo gli opportuni tagli alle spese del Senato, dove si spendono annualmente per alcune tra le innumerevoli voci :
23,5 milioni di euro di rimborsi per segretari particolari, consulenze per il Consiglio di Presidenza, cerimoniale, studi e ricerche; 8,5 milioni di euro per Comunicazioni istituzionali ( di cui 4,5 milioni per la stampa degli atti parlamentari ) – per la cronaca il Parlamento polacco ha da tempo abolito ogni forma di atto cartaceo mediante la fornitura di un Ipad a ciascun singolo deputato; 2,5 milioni di euro per l’assicurazione dei senatori; 8 milioni di euro per servizi di trasporto e spedizione; 5,5 milioni di euro per spese di pulizia e facchinaggio; 13,5 milioni di euro per la diaria ai senatori.
Appare del tutto chiaro che non sia ammissibile barattare la libertà democratica di ogni singolo cittadino a cui verrà precluso il diritto di votare i propri rappresentanti con la scusa di favorire un risparmio marginale per le casse dello Stato, non fosse altro per il fatto che a tutti i nuovi senatori le spese che sosterranno per l’esercizio delle loro funzioni verranno rimborsate dagli organi territoriali di competenza ( leggasi Regioni e Comuni) e quindi dallo Stato, oppure c’è qualcuno che immagina un consigliere regionale pagarsi di tasca propria tutte le spese che dovrà sostenere per raggiungere Roma e per soggiornarvi durante i lavori parlamentari.
E’ chiaro che si tratterà di un Senato di nominati e capace nello specifico di dare un’ampia maggioranza alla sinistra, ma vediamo con una semplice simulazione come sarebbe composto ad oggi il nuovo Senato delle Istituzioni che conterà 100 senatori di cui 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 persone illuminate la cui nomina spetterà al Presidente della Repubblica.
Partendo dai sindaci dei capoluoghi di regione avremo : 16 senatori del centro-sinistra ( Aquila, Napoli, Bologna, Trieste, Roma, Genova, Milano, Ancona, Campobasso, Torino, Bari, Cagliari, Palermo,.Firenze, Trento, Bolzano ), 3 senatori del centro-destra ( Potenza, Catanzaro, Perugia ), 1 senatore autonomista ( Aosta ), 1 senatore non presente in quanto Venezia è commissariata.
Per quanto riguarda invece i 74 senatori nominati dai consigli regionali ( ogni regione dovrà avere non meno di 2 senatori ) su base proporzionale agli abitanti di ciascuna regione dovrebbero entrare nel nuovo Senato 44 senatori di centro-sinistra e 30 senatori di centro-destra.
Avremo così un Senato delle Istituzioni in cui il centro-sinistra avrà la maggioranza assoluta con 60 senatori mentre il centro-destra potrà contare su 33 senatori, gli autonomisti 1 più i 5 di nomina presidenziale.
Questi senatori tra cui rivedremo presumibilmente Fassino, Burlando, Orlando, Vendola, Zaia, Maroni, DeMagistris, Pisapia, Nardella, Chiamparino e Serrachiani saranno chiamati tra le altre cose a votare il prossimo Presidente della Repubblica e appare del tutto evidente lo squilibrio che potrà generare una Camera di nominati dalle segreterie dei partiti.
E così mentre Pinocchietto Renzi ci dona #ilmiopacco per l’Italia il nostro Paese è in recessione e nessuno di chi lo governa a partire da chi si vanta di poter fare le riforme perché “ Silvio c’è “ ( come gli ha ricordato in aula il senatore Romani di Forza Italia ) ha uno straccio di voglia di mettere mano alle vere riforme di cui questo Paese avrebbe bisogno!

A volte ritornano … NO al Renzismo!

In questi giorni così importanti per il futuro della nostra Repubblica il Premier Renzi, con la complicità dei senatori del suo partito e di quelli che sostengono il suo Governo in maniera palese o subdola, come i rappresentanti del Pdl, nonché la parzialità del Presidente del Senato e del Presidente della Repubblica che hanno abdicato al loro ruolo di “super partes“, sta mandando in onda un film già visto nel 1922 quando Mussolini prese il potere nel nostro Paese.
Le premesse per un’azione del genere c’erano tutte e potevano essere intuibili e immaginabili già dal passaggio con cui Renzi liquidò a suon di twitter il malcapitato Letta, è proprio in quel momento che nasce il Renzismo.
Ma cos’è il Renzismo al di là del Dire, Fare, Amare se non una sete di potere e di ambizione sfrenata di un politico che si circonda di soggetti servizievoli e del tutto marginali nonché obbedienti e incapaci di fargli ombra e quindi mai e poi mai programmati per oscurarne la leadership!
Basti pensare a politici emergenti del calibro di Gori e Civati che dotati di un notevole carisma sono stati relegati a posizioni del tutto marginali; Gori si è dovuto auto relegare al confino come Sindaco di Bergamo e Civati è stato di fatto reso impalpabile nella direzione del Pd.
Il Renzismo nella sua prima fase di avvio è stato un mix di slogan e promesse lanciate attraverso i social elevando alla massima potenza la funzione degli hastag che raccontano di un Paese che non c’è, fatto di positività fasulla che traspare da una sorta di venerazione del “fare“ e poco importa se poi a ben vedere il fare, agire, approvare, lanciati a colpi di parole precedute da un # a mo’ di timbro non siano altro che una sorta di illusione con cui trasmettere agli elettori la sensazione che tutto cambia quando invece al contrario nulla cambia e niente si muove!
Esaurita la prima fase basata solo ed unicamente su promesse non mantenute il Premier Renzi con la complicità del Pd passa alla seconda fase del suo piano che porterà all’abolizione delle libertà democratiche e alla realizzazione di una dittatura autoritaria.
L’aspetto più assurdo e subdolo di questa manovra anti democratica è che quella parte politica che oggi è al governo, solo ieri dai banchi dell’opposizione urlava intonando Bella Ciao: La Costituzione Italiana è un capolavoro e non si tocca, giù le mani dalla Carta Costituzionale!
Un progetto che vuole minare la democrazia del Paese dando vita a un Senato non eletto dai cittadini ma dalle segreterie dei partiti che avrà come conseguenza un Presidente della Repubblica nominato dai partiti e da una Camera eletta sui listini bloccati dei partiti.
A chi giova tutto questo? Di certo non ai cittadini perché lo stravolgimento delle regole democratiche e della Costituzione servono unicamente a prevenire futuri conflitti sociali e a conferire un potere forte ad una sola persona: il capo (a suo tempo chiamato duce) a cui in futuro sarà più facile non mantenere le promesse fatte per ottenere consensi e reprimere di conseguenza le manifestazioni di dissenso relegando ad un ruolo ininfluente le opposizioni all’interno delle istituzioni parlamentari.
Non ho vissuto in prima persona il ventennio fascista ma ho ben chiaro come il Fascismo prese il potere e lo consolidò attraverso sei semplici passaggi che ritrovo tutti, nessuno escluso, nel Renzismo :
1) NO al voto popolare ( Renzi non è stato eletto dal popolo );
2) Decide il Re chi mettere alla guida del Governo ( Renzi è diventato Premier nominato dal Presidente della Repubblica senza passare attraverso regolari elezioni );
3) Le opposizioni vengono di fatte azzerate ( è quello che sta accadendo in Senato nelle votazioni sulla Riforma del Senato );
4) Premio di maggioranza al partito che riceve più voti ( è quanto previsto dall’Italicum che assegna un premio di maggioranza spropositato al partito che vincerà le elezioni);
5) Abolizione delle preferenze ( è quanto previsto dall’Italicum che toglie ai cittadini la possibilità di indicare la preferenza per il proprio candidato mantenendo di fatto una Camera dei Deputati di nominati);
6) Abolizione di una delle due Camere ( è quello che vuole imporre Renzi con l’abolizione del Senato per sostituirlo con il Senato delle Autonomie dove i senatori non verranno più votati dai cittadini ma saranno nominati dalle segreterie dei partiti attraverso i consigli regionali; l’esatta fotocopia della Camera dei Fasci e delle Corporazioni che sostituì la Camera dei deputati dal 1939 al 1943, i cui membri non più denominati deputati ma consiglieri nazionali, non venivano eletti dal popolo, ma ne facevano parte di diritto in quanto componenti:del Gran Consiglio del Fascismo, del Consiglio Nazionale del Partito Nazionale Fascista e del Consiglio Nazionale delle Corporazioni.
Poiché a volte ritornano mi viene spontaneo dire NO al Renzismo!

Radio Monte Carlo è necessario voltare pagina!

Sono uscite le ultime rivelazioni sui dati di ascolto delle radio italiane relativi al primo semestre 2014 e si tratta di un vero e proprio muro del pianto con un calo totale di oltre 2.400.000 ascoltatori, cifre che suonano come un preoccupante campanello d’allarme per il futuro delle radio.
Molti sono gli interrogativi che dovrebbero porsi gli addetti ai lavori dei vari network a fronte di una emorragia di tale entità e non sarebbe male se qualcuno di questi Boss della comunicazione si recasse in un normale negozio o magazzino di elettrodomestici per capire che sugli scaffali espositivi a fronte di centinaia o migliaia di prodotti esposti riuscirà a trovare a mala pena uno o due esemplari di apparecchi radiofonici ( così veniva chiamata la radio quando in ogni casa se ne trovava fisicamente una o più ).
Da questa breve visita potrebbero capire al volo che la radio non la si ascolta più in casa o perlomeno in maniera decisamente ridotta rispetto al passato; oggi la radio la si ascolta principalmente in macchina o mentre si è al lavoro, magari attraverso il computer.
La radio da che mondo è mondo è quello strumento di comunicazione che raggiunge la sua funzione sociale nel momento in cui chi la fa è in grado di trasmettere a chi la ascolta non solo della buona musica o delle notizie interessanti ma soprattutto delle emozioni, quelle emozioni che fanno si che l’ascoltatore trovi il piacere di ascoltare questo o quel programma perché ascoltandolo si sente appagato dal poter godere di un momento di evasione dai mille problemi che gli appesantiscono la giornata.
Mio nonno mi diceva sempre: “ stai attento perché il progresso porta regresso “, niente di più vero ed allora mi chiedo a che serve aver super modernizzato le regie degli studi radiofonici se poi il prodotto che ne esce è piatto e scandito da tempi tecnici che di fatto lo rendono prevedibile o peggio ancora anonimo!
Credo che vi sia la necessità di un ritorno al passato, diamo un microfono agli speaker e lasciamoli liberi di gestire a loro piacimento la trasmissione che dovranno condurre e se poi sforeranno di un minuto prima di passare la linea alle News cosa potrà mai succedere? Nulla, anche perché le News il più delle volte vengono ripetute ad libitum ogni tocco d’ora dalle 6 del mattino alle 18!
Non ho nulla contro registi, fonici, redattori, station manager e direttori artistici ma credo che nello specifico di RMC personaggi del calibro di Luisella, Venegoni, Valli, Patrizia Farchetto, Desi, giusto per citarne alcuni abbiano ben poco da imparare su come si possa condurre al meglio un programma.
Ho volutamente ritardato ad introdurre il dato relativo agli ascolti perché ritengo del tutto umiliante dover registrare per l’ennesima volta che Radio Monte Carlo la radio che ha fatto la storia della radiofonia italiana sia confinata all’ultimo posto con poco più di 1 milione e 200 mila ascoltatori al giorno, cifre che qualcuno ha definito da radio parrocchiale!
Mai come questa volta credo che Radio Monte Carlo abbia dalla sua l’opportunità di voltare pagina per cercare di invertire un trend negativo che la vede ormai protagonista da molti anni, anche perché se nulla farà vi è il rischio che nel giro di un paio di semestri possa scendere al di sotto di quel milione di ascoltatori che la confinerà nell’oblio più cupo.
Del resto che cosa può avere da perdere un’emittente che da anni si vede superata da Radio Maria e da una regionale come Radio Subasio? Nulla, al massimo potrà correre il rischio di perdere altri 30/40 mila ascoltatori a semestre, ma se al contrario il cambiamento di rotta dovesse funzionare potrebbe recuperare velocemente consensi.
Cosa fare? Certo non basterà spostare questo o quello speaker da un programma all’altro nelle varie fasce orarie perché si tratterebbe di servire una minestra riscaldata che porterebbe inevitabilmente ad un nuovo e più consistente salasso di ascolti.
Il presente ed il futuro della comunicazione passa dai social ed allora perché non cominciare a sfruttare al meglio la propria pagina social che dovrebbe essere un vero e proprio supporto per i programmi che vanno in onda, dando la possibilità agli speaker di interagire in tempo reale con gli ascoltatori; attualmente la pagina facebook di RMC mi ricorda quella di una casa d’aste monotematica dove vengono esposte a più riprese le vedute in tutte le salse della seppur bellissima Montecarlo ( all’alba, a pranzo, a cena, al tramonto, di notte ecc.) intervallate da quelle di cani e gatti, tutto il contrario di quella che dovrebbe essere una pagina dinamica ed accattivante!
Bisogna poi avere il coraggio di mettere mano al portafoglio ( del resto chi più spende meno spende ) e fare entrare in organico un paio di voci radiofoniche di peso ed un discreto numero di giovani a cui affidare le fasce orarie “opache”, evitando così la messa in onda di programmi registrati e coprendo il sabato pomeriggio che attualmente è non da radio parrocchiale ( dove almeno recitano il rosario ) ma da radio di quartiere.
Tagliare programmi che non hanno più ragione di esistere come l’attuale brutta copia o peggio ciò che è rimasto di quel Si Salvi Chi Può per cui si scatenò la bufera contro Platinette;avere il coraggio di posizionare nella loro giusta collocazione due speaker del calibro di Kay Rush e Nick the Nightfly che al pomeriggio sono due pesci fuor d’acqua; congedare dopo qualche anno il buon Teocoli non fosse altro per la regola sacra che il troppo stroppia; concedere a Luisella, la vera anima di RMC, un programma tutto suo senza vincoli di alcun genere e senza la supervisione di qualche sbarbatello che avanzi la pretesa di insegnarle come si fa la radio; lasciare quell’ora quotidiana di gossip e morbosità che di sicuro non allontanerà ascoltatori non fosse altro per il fatto che gli italiani dicono di non amare il genere ma poi fanno fare a programmi Tv come “ Malattie misteriose” o “ Malattie imbarazzanti “ picchi di share vicini al 6%; ed infine dare il dovuto spazio alle idee che potrebbero avere gli speaker e mandare in onda programmi che sappiano coinvolgere gli ascoltatori facendoli intervenire in diretta, perché quando si deve ripartire dalle macerie è buona regola coinvolgere nella ricrescita i sopravvissuti.
Buon lavoro!

ascolti2014

un giornalista in viaggio che non sopporta gli ombrelli