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Gavi – “Nel Cortile” de La Palazzina … Il Monferrato: un territorio da gustare

lapalazzinaDomenica 30 agosto, a partire dalle ore 18 “Nel Cortile” della tenuta La Palazzina, in via Rovereto 19 a Gavi, tre chef stellati saranno i protagonisti dell’incontro: “Il Monferrato, un territorio da gustare”. Un dialogo fatto di sensazioni, sapori ed emozioni interpretato da chi, quotidianamente, trasforma le eccellenze del nostro territorio non solo in semplici piatti, ma in vere e proprie storie da raccontare.
“Avere sullo stesso palco Ugo Alciati, Massimo Mentasti ed Andrea Ribaldone è senza dubbio un evento eccezionale. Un momento importante di riflessione sulle radici della cultura enogastronomica monferrina, sulle nostre tradizioni e su come continuare ad investire nel territorio passando LauraGobbiattraverso le sue eccellenze” racconta Laura Gobbi direttore artistico dell’evento. ”Sono felice che tre personaggi di questo calibro abbiano accettato con slancio di condividere il nostro progetto. Non solo tre chef, ma veri e propri “maestri d’arte”. Conoscitori e cultori del nostro territorio che lo vivono, lo rispettano e lo trasformano attraverso il loro “mestiere”, facendo assaporare la nostra terra, i nostri prodotti, i nostri vini ma soprattutto la nostra cultura, in tutto il mondo.”
Dopo l’incontro, moderato dal giornalista enogastronomico Danilo Poggio, la serata proseguirà con una degustazione dei vini Gavi DOCG, Barbera DOCG, Barbaresco DOCG dell’azienda Massimo Diotti abbinati ai tipici piatti della tradizione contadina come il risotto al Gavi, una selezione di formaggi, il pollo grigliato al momento accompagnato da verdure di stagione ed il gelato artigianale, il tutto in un’atmosfera elegante, accogliente e raffinata.
“Una serata semplice, come una volta, quando si faceva tardi ed il cortile diventava il salotto di tutti (racconta Massimo Diotti padrone di casa e produttore dell’azienda vitivinicola che porta il suo nome); con questo progetto culturale, “Nel Cortile”, l’aia de La Palazzina vuole essere un punto di incontro dove potersi confrontare su tematiche differenti, dove divertirsi e stare bene in un ambiente rilassato ed accogliente. Vogliamo ridare linfa alle nostre tradizioni, quelle vere, profonde, quelle di quei piemontesi che hanno reso la nostra terra, una terra di grandi storie e passioni.”

Il cortile riacquista la sua funzione sociale di comunità, una rivisitazione in chiave moderna, un social alternativo dove la musica del gruppo “L’arte della fuga” si alternerà con i ritmi coinvolgenti delle hit del dj Davide Gaudino che accompagneranno gli ospiti in un viaggio esperienziale attraverso le emozioni delle arti.

“Rève d’antan”
Un salotto discreto, riservato, dall’atmosfera d’antan, sarà dedicato a due nobili degustazioni: quella del Sigaro Toscano, condotta dallo specialista Sergio Tosi e poi, proprio come accadeva nei più prestigiosi salotti piemontesi, dove magia ed alchimia di inizio ‘800 si intrecciavano a discorsi di politica e cultura, verrà servito il Vermut Riserva Speciale Carlo Alberto, un liquore simbolo dalla nostra storia, vero e proprio rito sabaudo oggi conosciuto in tutto il mondo.

“Nel cortile del cortile”
All’interno del cortile de La Palazzina c’è un piccolo angolo nascosto dove, oltrepassando l’antico cancello in ferro battuto, si ha come l’impressione di entrare in un altro mondo. Un mondo magico.
Nelle antiche stalle saranno allestite le personali dei fotografi Lucia Bianchi, Carlo Ferrara e Roberto Pestarino, trame di paesaggi interiori che scavano l’anima e due giovani designer di preziosi monili presentano le loro creazioni.
Ci sarà anche chi leggerà il futuro attraverso le linee della mano e chi con le antiche lame e in una grotta sotterranea della tenuta, il luogo più suggestivo de La Palazzina, quello più profondo ed antico, un viaggio esperienziale attraverso una meditazione corporea.
A proteggere questo scrigno incantato, all’ingresso del cortile, Druin-en il gufo reale europeo.
“Per ogni lanterna che vola, un desiderio si avvera”
Allo scoccare della mezzanotte, il cielo della notte si illuminerà della luce calda di cento lanterne che verranno fatte librare insieme a tutti i nostri desideri.

Ingresso libero
Degustazione vino e piatti in abbinamento dieci euro

Per info
Laura Gobbi 338 39 37 605
Mail: info@cantinasanmatteo.it
La Palazzina, Frz. Rovereto 19, Gavi

I Vini della degustazione
Gavi DOCG
Barbera DOCG Can Jack
Barbaresco DOCG

Massimo Diotti La Palazzina
L’azienda agricola Massimo Diotti è stata fondata nel 1999 come naturale conseguenza della passione di Massimo per il vino ed il rispetto di un grande territorio. Il suo unico obiettivo è quello di offrire vini di alta qualità ed i premi, i riconoscimenti e le menzioni a livello nazionale ed internazionale sono la giusta ricompensa per un lavoro continuo di ricerca, che ambisce alla perfezione, attraverso l’armonia del terroir, del microclima, del suolo e di un certo modo di vivere ed amare la propria terra.

Ugo Alciati
Scelto come “Chef Ambassador” di Expo2015 ama definirsi semplicemente “cuoco”. Nel 2013 apre nella villa reale della Tenuta Fontanafredda di Serralunga d’Alba, il suo “Guido Ristorante” con a fianco sempre il fratello Piero che gli cura la sala e la cantina. Nato tra i fornelli delle cucine del ristorante di famiglia “Guido” a Costigliole d’Asti dove, già a nove anni seguiva con attenzione i consigli di mamma Lidia che gli trasmetteva l’amore per questo mestiere, l’attenzione per la qualità dei prodotti, ed il rispetto del territorio. Da allora, ha continuato a “giocare”, sperimentare e a creare tra i fornelli con la stessa semplicità, curiosità, e lo stesso trasporto di come quando era piccolo.

Massimo Mentasti
Chef a “La Gallina”, ristorante di Villa Sparina Resort a Monterotondo di Gavi. La sua filosofia culinaria si riassume tutta in una frase: “Cucina di memorie e ghiottonerie personali” e continua: “A darmi l’ispirazione tutti i giorni sono le cose che mi piacciono, trasformo la mia golosità in qualcosa a portata di tutti, mantenendo i sapori, i gusti e i colori. Occorre riscoprire la quotidianità che era propria dei nostri nonni e bisnonni, i ritmi naturali delle stagioni tutti quei valori, irrinunciabili, da lasciare in eredità ai nostri nipoti. A mio avviso tutti gli ingredienti che utilizzo nei miei piatti sono importanti, da quello che si può considerare più “semplice” e “povero” fino a quello più ricercato”.

Andrea Ribaldone
Piemontese da parte di padre, la passione per la cucina gli viene trasmessa dalla madre e dal nonno pastaio. Dal 2014 è alla guida del ristorante I Due Buoi, storico locale di Alessandria completamente rinnovato nell’aspetto e nella proposta gastronomica. All’interno di Expo 2015 lo troviamo come executive chef di Identità Expo. Autore e collaboratore anche in due pubblicazioni di successo, “Un cuoco in famiglia” (Sperling, 2009) e “Le Marinature” quarto volume della collana I Tecnici curata da Allan Bay (Reed Gourmet, 2012). Noto al grande pubblico per le sue partecipazioni al programma TV di Rai 1 “La prova del cuoco”, collabora spesso con “Essere e Benessere”, il programma di Nicoletta Carbone su Radio 24.

Vermut Riserva Carlo Alberto – Per Uomini e Dei, dal 1837
Nel cuore del XIX secolo le innovazioni civili e commerciali stavano rendendo il Piemonte lo stato più avanzato d’Europa, qui la degustazione del Vermut diventa vero rito, e da qui si espande in tutto il Mondo diventando, probabilmente, la prima esperienza di prodotto globalizzato.
In un clima effervescente e ricco di spunti, idee e cambiamenti, nel 1837 nasce il Vermut Riserva Carlo Alberto, ancora oggi proposto nelle sue tre versioni: rosso, bianco e dry.
Il rito del Vermut, a quell’epoca prima dei pasti, era il momento nel quale tutto il fermento innovativo di quei tempi si incontrava con vigore, sobrietà ed equilibrio. Nelle cioccolaterie, nei caffè, nei ristoranti, nei salotti, l’ora del Vermut era il momento in cui si discuteva, con eleganza di modi, sulla politica, sull’economia e dei valori spirituali.
Tante le famiglie che hanno fatto la storia nel mondo del Vermut di Torino e i responsabili del nobile Vermut affermano: “Noi di Riserva Carlo Alberto, ci sentiamo i loro eredi e da sempre cerchiamo di produrre il nostro Vermut, con storia, tradizione e legame con i territorio, rispettando il naturale ciclo produttivo e ben coscienti che il tempo e l’attenzione per la materia prima sono, e sono sempre stati, l’unica cosa indispensabile per la produzione del Vermut Riserva Carlo Alberto, unico al mondo.”

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Verona – 49° edizione VINITALY

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V6Quella che si apre oggi a Verona sarà un’edizione di Vinitaly all’insegna del business,dell’incoming b2b e dei focus sui Paesi più importanti per il consumo presente e futuro del vino. Importanti presenze istituzionali ad incontri organizzati per affrontare i temi normativi più stringenti per il settore vitivinicolo, che vale oltre 10 miliardi di euro dei quali 5,1 di export.
Un Vinitaly fortemente proiettato al business, all’incontro con delegazioni e con un calendario di incontri b2b, seminari e degustazioni professionali in grado di dare risposte concrete per le strategie commerciali del settore enologico.
L’evento più atteso dalle cantine e dai produttori, dagli operatori del comparto e dall’intero mondo del vino e dei distillati sarà in grado di offrire quattro giorni ricchi di emozioni, pieni di incontri e convegni; Vininternational sarà il padiglione dedicato a più di 70 espositori esteri dai principali Paesi produttori, mentre l’International Buyers’ Lounge sarà la nuova area creata per favorire relazioni e scambi commerciali, Vinitalybio sarà invece il salone specializzato sui vini biologici certificati.
In contemporanea a Vinitaly si svolgeranno Sol&Agrifood ed Enolitech, i due saloni dedicati all’eccellenza del food e alle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura made in Italy.
Vinitaly è la manifestazione che più d’ogni altra ha scandito l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale ed internazionale, contribuendo a fare del vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario.
Un ruolo importante nel contatto tra professionisti del settore e produttori viene svolto a Vinitaly dalle grandi degustazioni organizzate.
Certamente la degustazione più esclusiva di quest’anno è il seminar executive con la verticale di Cheval Blanc e Petit Cheval proposta da Vinitaly International Academy.
Sempre della VIA altri due executive seminar : il primo è ‘Come si modifica un vino a contatto con l’ossigeno: Arneis, Barbaresco e Barolo e il sistema Coravin’ ; il secondo ‘TheGood, theBadand the Ugly of Artisanal Wines’ con vini esteri e italiani, che per la prima volta definirà cosa sono e farà il punto sulle effettive qualità organolettiche dei vini artigianali.

Orari e prezzi
Continuato dalle 9.30 alle 18.30
Biglietto:
Giornaliero: € 60 – Online € 55
Abbonamento 4 giornate (validità un ingresso per ciascun giorno): € 100 – Online € 90

I NUMERI DEL VINO ITALIANO

  • Aziende vitivinicole italiane:circa380.000, 23%sul totale imprese agricole
  • Produzione 2014 (stima Assoenologi): 40 milioni hl di vino (-17% rispetto al 2013)
  • Ettari vitati: 665.000 (5% della SAU, Superficie Agricola Utilizzata) – di cui 48% docge doc e 27% igt
  • In Italia si contano:73 docge 332 doc e 118 igt
  • Fatturato del vino: 10-12 miliardi di euro, dei quali 5,1 derivanti dall’export.

 ITALIA rispetto al MONDO

– 1° esportatore di vino (20,5 milioni hl; 21% del mercato mondiale)
– 2° esportatore in valore (oltre 5,1 miliardi di euro nel 2014)
– per volume e valore, 1° esportatore negli Usa -1,1 miliardi di euro e quota di mercato del 35% – e in Germania poco meno di 1 miliardo di euro e quota di mercato del 30%
– per volume, 1°esportatore nel Regno Unito.

Elaborazione dati Servizio stampa Veronafiere/Vinitaly, fonti varie – Credits: Foto Ennevi 

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SARDEGNA … nel Sigerro dove dal’800 si fanno buoni vini

ARU1Siamo nella Sardegna sud-occidentale nella regione dell’Iglesiente di cui la città di Iglesias ne è il centro con il maggior numero di abitanti.
La Villa Ecclesiae di Ugoliniana memoria si trova ai piedi della montagna del Marganai, dove sorge un complesso naturalistico con un bosco che custodisce una flora bellissima, mentre sempre nei suoi dintorni sono ancora visibili diversi siti che rimembrano l’età nuragica, tra cui : Is Cadonis, Medau Mannu, Punta Sa Pannara, Santa Barbara, le tombe dei giganti di Genna Solu, Martiadas e il tempio di Serra Abis.
Ma questa cittadina è conosciuta soprattutto per la sua attività mineraria, per le sue chiese e per l’ottimo vino che la sua terra sa dare.
Le sue miniere costituiscono un patrimonio archeologico industriale riconosciuto dall’UNESCO, tanto che vale la pena fare una visita al Museo dell’Arte Mineraria mentre per gli appassionati del settore sono visitabili con guida anche le diverse miniere, tra le quali Monteponi, San Giovanni e Masua.
Tra le innumerevoli chiese che troverete è consigliabile visitare la cattedrale di Santa Chiara, risalente al Tredicesimo secolo, ma anche le chiese della Madonna delle Grazie e di San Francesco, con il convento risalente al Sedicesimo secolo.
Il 15 agosto di ogni anno si festeggia l’Assunta, con la caratteristica processione de I Candelieri nella loro veste autentica “in carta di montoni” come prescriveva lo stesso Breve ( da cui come vedremo ha preso il nome uno dei vini pregiati della zona ) che è un bel manoscritto in pergamena,vergato in un’accurata scrittura gotica libraria in lingua volgare pisana.
In una zona situata su quella parte di Sardegna sud-occidentale delimitata all’esterno dal mare e all’interno dalla pianura del Cixerri, troviamo l’Azienda agricola dei fratelli ARU che proviene da un’antica tradizione di viticoltori iglesienti che da fine ‘800 ad oggi hanno perpetrato la tradizione del buon vino attraverso una evoluzione continua negli impegni e nelle tecniche di coltivazione della vite per ottenere uve di gran pregio e trasformare le stesse in vini di antica memoria.
Il territorio del Sigerro alle porte di Iglesias, l’antica Argentaria, nel quale si adagiano i vigneti è un lembo di terra antichissimo che i geologi hanno così spiegato: “ il terreno cambrico su cui sorge Iglesias è la più antica terra emersa in tutto il Mediterraneo, circa 600 milioni di anni fa”.
I Vitigni che in esso si coltivano risentono dell’antichità dei suoli, dal Carignano al Merlot, dal Cannonau al Vermentino sino al Sangiovese, si impreziosiscono di profumi e sapori già vissuti dalla terra sulla quale vivacemente crescono.
La particolarità dei vini prodotti nella tenuta dei Fratelli ASU consiste anche nei processi di lavorazione in campo e in cantina: la scelta dei grappoli direttamente nei filari, le temperature di raccolta delle uve, la spremitura soffice e le fermentazioni controllate nelle temperature fanno la differenza per esaltare un prodotto finale di prima qualità.
La cantina ARU che si trova in regione Su Merti propone un trittico di vini che si presentano differenti per caratteristiche organolettiche ma tutti egualmente meritevoli di essere degustati.

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Argentaria – Vermentino di Sardegna D.O.C.
Bianco Argentaria – 13,5% vol.
Uve Vermentino – Vigneti di Su Merti
L’etichetta ricorda il nome dell’antica città di Iglesias, città dell’argento, come la definì lo storico Tangheroni.
Dal colore giallo con riflessi verdognoli, profumi particolarmente intensi e persistenti con note vegetali del territorio.
Sapore fruttato caldo, persistente e ben strutturato come le antiche terre sulle quali vengono coltivate le uve.

Il Breve – ISOLA DEI NURAGHI I.G.T Indicazione Geografica Tipica
Rosso Il Breve – 12,5% vol.
Uve Carignano, Merlot, Sangiovese – Vigneti di Su Merti
L’etichetta ricorda l’antico codice iglesiente “Il Breve di Villa di Chiesa” che regolava vita e lavoro a Villa di Chiesa, nome anch’esso dato alla città per le numerose chiese dagli stessi Pisani nel lontano medioevo.
Dal colore rosso rubino con riflessi violacei il profumo è molto intenso con sentori minerali

Sigerro – ISOLA DEI NURAGHI I.G.T Indicazione Geografica Tipica
Rosso Sigerro – 13 % vol.
Uve Carignano, Merlot – Vigneti di Su Merti
L’etichetta ricorda la pianura alle porte della città di Iglesias che delimitata dal grande complesso calcareo del Marganai e dalle formazioni vulcaniche del Sulcis racchiude il grande territorio chiamato Sigerro.
Dal colore rosso granato molto ricco, il profumo intenso e persistente con sentori di frutta matura e un tipico fondo vegetale.
Sapore morbido e asciutto, caldo, un vino antico.

Per informazioni:
http://cantinearu.com

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Ungheria – Siete in cerca dell’erede maschio? Bevete Somlò…

somlo1Siete due giovani sposini e intendete mettere in cantiere il vostro erede maschio… allora non vi resta che farvi un viaggetto nella zona di Somlò, nei pressi di Badacsony ( Lago Balaton ), la più piccola regione vinicola dell’Ungheria, estesa su un territorio di appena 500 ettari.
Qui i vigneti coprono il versante meridionale del monte Somlò Hegy, a nord della cittadina di Badacsony.
Le condizioni climatiche della zona sono particolarmente favorevoli alla viticoltura e concorrono alla produzione di vini bianchi di alta qualità, tra i quali spicca il Somlòi Furmint.
Insediamenti umani sorsero qui già nell’età del bronzo, ma la coltivazione della vite iniziò con i romani, successivamente eccellenti produzioni furono ottenute dai monaci Benedettini, i quali, sfruttando l’appassimento delle uve (fenomeno abituale su questi colli molto soleggiati), giunsero a competere in qualità persino con il famoso Tokaji.
wines-tornai-classicUsato infatti, a partire dal Settecento, anche come medicina dagli abitanti della zona che non disponevano di farmacia, il vino di Somlò venne molto apprezzato dagli Absburgo, fino a ricevere la curiosa denominazione di « vino della prima notte di nozze » ( nászéjszakák bora in ungherese ) perché, secondo la tradizione, chi ne avesse bevuto avrebbe avuto sicuramente figli maschi.
Le cantine si trovano sulla strada che conduce alla fortezza di Somlò, cioè nei paesini di Somlòvàsàrhely, Somlòhegy, Somlòszôlôs, Somlòjenô, Doba, altrettante mete dell’omonima strada del vino.

Per visite e degustazioni è necessario prenotare in anticipo.

Per informazioni: Tel/fax: 0036.88.278079
mail: hallapince@invitel.hu   celldomolk@tourinform.hu

Per acquisti on-line:
www.kreinbacher.hu
www.tornaipince.hu
www.somloi.hu

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Il Vallée d’Aoste Enfer Arvier DOC

Il Vallée d’Aoste Enfer Arvier DOC è un vino rosso, dal sapore intenso e corposo e dal colore rubino che, con l’invecchiamento, tende al granata; ha un gusto secco e vellutato, che sprigiona un retrogusto amarognolo. L’Enfer , ricavato per l’85% da uve Petit rouge e per la parte restante, con altri vitigni a bacca rossa quali: Vien de Nus, Neyret, Mayolet, Dolcetto, Pinot nero e Gamay; ne scaturisce un vino strutturato, che ben si accompagna con le carni.

Per cui ben si accosta con le carni rosse, gli arrosti e la selvaggina, le zuppe tipiche e i formaggi valdostani. La sua zona di produzione coincide con il comprensorio di Arvier e i vigneti da cui trae origine sono coltivati in un anfiteatro naturale caratterizzato da un forte irraggiamento solare, da cui deriva l’appellativo di “inferno”. Questo rosso di montagna “di grande interesse”, che raggiunge una gradazione alcoolica che oscilla dagli 11,5° ai 12,5°, è stato uno dei primi vini valdostani a ottenere la Denominazione di Origine Controllata. Per degustarlo nelle sue condizioni migliori si consiglia di stappare la bottiglia qualche ora prima del consumo e di servirlo a una temperatura di 20°-22°.

Una leggenda narra che due viandanti, giunti ad Arvier e chiesto del parroco, con un po’ di stupore si sentirono rispondere dalla perpetua: “il souffre à l’enfer”, ossia “è all’inferno che soffre”. Ma la donna non intendeva certo riferirsi a oltremondani regni di pena, bensì alludeva alle vigne di Arvier, coltivate in un anfiteatro naturale dove si registra un microclima particolarmente caldo, talmente caldo da meritarsi l’appellativo di ‘enfer’.

Zona di origine: Arvier

Vitigni impiegati: Petit Rouge (85%), Vien de Nus, Neyret, Mayolet, Dolcetto, Pinot Noir e Gamay (max 15%)

Colore: rosso rubino intenso, tendente al granato con l’invecchiamento

Profumo: delicato con bouquet caratteristico di rosa selvatica e viola

Gusto: secco, vellutato, di giusto corpo, con retrogusto amarognolo

Grado alcolico: 11,5° – 12,5°