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L’uomo che morì come un salmone

uomoSalmoneNel silenzio compatto della sua villetta di legno, il vecchio Martin Udde giace con la bocca e lo stomaco spalancati, infilzato da una fiocina per salmoni, mentre qualcosa si carbonizza sul fornello acceso. Chi ha turbato la pace della sperduta cittadina di Pajala, sospesa nel tempo e nelle foreste del selvaggio nord? Inviata da Stoccolma, la detective Therese Fossnes si ritrova straniera in un mondo arroccato sulle proprie radici, che della Svezia rifiuta non solo il progresso, ma anche la lingua. Sotto il sole implacabile dell’estate artica, tra irriducibili attivisti politici, sadici rapinatori di anziani e lo strano fascino di un uomo dei boschi come Esaias, indiziato numero uno, Therese ha una sola certezza: l’omicidio ha a che fare con il meänkieli, il finlandese parlato da questa minoranza di confine in crisi d’identità, che da oltre un secolo ha l’amo svedese conficcato nella spina dorsale. Suspense nera e atmosfere alla fratelli Coen in un poliziesco crudo, lirico, irriverente, che si cala nel cuore ferito di un popolo con l’ironia e il potere visionario della grande scrittura.

E’ un giallo discreto, capace di appassionare gli amanti del genere e soprattutto i cultori del noir scandinavo; dentro c’è tutto quello che ci si aspetta, i paesaggi straordinari della Lapponia, la quotidianità tutta da scoprire di chi vive al di sopra del Circolo Polare Artico e il conflitto d’identità mai sopito per chi abita in una zona di confine e mal sopporta l’essere in qualche modo “minoranza”.

Mikael Niemi Bokm‰ssan i Gˆteborg Sep 2004 (c) Lizzie Larsson / IBLMikael Niemi è nato nel 1959 a Pajala una cittadina svedese al confine con la Finlandia, nella regione del Norrbotten, ben al di spora del Circolo Polare Artico ( dista infatti poco meno di 10 km dal confine con la Finlandia e circa 150 km da Rovaniemi, il capoluogo della Lapponia finlandese ).
Dopo studi di ingegneria elettrica, ha lavorato come insegnante e per una piccola casa editrice.
Il suo romanzo d’esordio “ Musica rock da Vittula “ si aggiudica il Premio August 2000 e diventa un caso letterario in Svezia dove vende oltre un milione di copie e viene tradotto in trenta Paesi.
Nel 2004 dal suo primo successo viene girato un film “Populärmusik från Vittula “ proiettato in Germania e nei Paesi scandinavi.

Edizioni IperboreaCollana “Le ombre”

L’uomo che morì come un salmone

svezia

La rete a maglie larghe

 

lareteamaglielargheInizia male la giornata per Janek Mitter, con quel mal di testa lancinante per i postumi di una sbornia colossale.
Sul pavimento le bottiglie di vino vuote, nel bagno il cadavere della giovane e amatissima moglie, Eva, che galleggia nella vasca. Pochi ricordi sbiaditi dall’alcol e la sola certezza di non essere stato lui a ucciderla.
Fin troppo scontato il verdetto: colpevole. Sei anni, la pena. Ma il commissario Van Veeteren non crede alla colpevolezza dell’uomo, il suo istinto gli suggerisce che è un’altra la pista da battere e comincia a scavare nei molti segreti del passato di Eva: un precedente matrimonio finito dopo la morte per annegamento del figlio di quattro anni, un padre violento, un gemello sparito in Canada, un antico fidanzato morto in circostanze misteriose.
A complicare le cose arriva un nuovo e improbabile omicidio, mentre l’improbabile colpevole Mitter viene pugnalato a morte in cella.
Il nuovo omicidio apparentemente estraneo alla vicenda consentirà al commissario Van Veeteren di riallineare le tessere di un mosaico fino a quel momento confuso e di intrappolare il colpevole nella rete.

La rete a maglie larghe è il primo incalzante romanzo della serie che ha come protagonista il commissario Van Veeteren.
Separato dalla moglie, con due figli, il commissario Van Veeteren vive da solo con il suo cane nell’immaginaria cittadina di Maardam (ubicata in un paese del nord Europa, verosimilmente la Svezia anche se la valuta locale -il gulden- ed alcuni nomi potrebbero far pensare ai Paesi Bassi).
Ama gli scacchi, ascolta Händel e gioca a badminton con un collega. L’esperienza lo ha reso scettico, solitario e malinconico, ma anche profondamente umano.
Van Veeteren è un detective che piacerà di sicuro agli appassionati di Maigret, lo stuzzicadenti va a sostituire il fumo delle sigarette o quello della pipa e il carattere è quello fermo e deciso del leader.
E’ un buon giallo senza troppi fronzoli e soprattutto pagine inutili, all’inizio può sembrare un po’ lento ma sa prendere un buon ritmo con il progredire delle indagini.

Segnalo dello stesso autore:
Il ragazzo che sognava Kim Novak (Kim Novak badade aldrig i Genesarets sjö), Guanda 2007

Serie del commissario Van Veeteren
L’uomo che visse un giorno (Återkomsten), Guanda, 2003
Una donna segnata (Kvinna med födelsemärke), Guanda, 2002
Il commissario e il silenzio (Kommissarien och tystnaden), Guanda, 2004
Carambole (Carambole), Guanda, 2006
Un corpo sulla spiaggia (Ewa Morenos fall), Guanda, 2012
La rondine, il gatto, la rosa, la morte (Svalan, katten, rosen, döden), Guanda, 2013

Serie dell’ispettore Gunnar Barbarotti
L’uomo senza un cane (Människa utan hund), Guanda, 2008
Era tutta un’altra storia (En helt annan historia), Guanda, 2009
L’uomo con due vite (Berättelse om herr Roos), Guanda, 2010
L’uomo che odiava i martedì (De ensamma), Guanda, 2011
Confessioni di una squartatrice (Styckerskan från Lilla Burma), Guanda, 2014

La rete a maglie larghe: Un caso per il commissario Van Veeteren (Guanda Noir)

hakanNesserHåkan Nesser è nato a Kumla in Svezia il 21 febbraio 1950.
Ha insegnato lettere in un liceo, ma dopo il successo ottenuto dai suoi primi romanzi si è dedicato interamente alla letteratura.
Carambole è il libro che ha consacrato l’autore in patria e con il quale ha vinto nel 2000 il premio Glasnyckeln (“Chiave di vetro”) per il miglior romanzo poliziesco scandinavo.
Viene considerato da molti come il Camilleri della Svezia grazie all’abilità con cui mette in scena per il lettore un’intera comunità fitta di personaggi, a volte anche molto curiosi.
Ha dato vita a due serie di successo che vedono come protagonisti il commissario Van Veeteren che vive nell’immaginaria città di Maardam e l’ispettore svedese di origini italiane Gunnar Barbarotti, il quale lavora nell’altrettanto immaginaria cittadina di Kymlinge, in Svezia.
I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue, tra cui l’italiano, e da alcuni di essi sono stati tratti film o serie televisive.
Dal 2000 la TV svedese ha prodotto una serie di film basati sui casi del commissario Van Veeteren: alcuni sono basati su romanzi già pubblicati, altri sono stati scritti espressamente per la televisione da Nesser. Egli stesso ha partecipato come attore, in un piccolo ruolo, in due di questi film: Kvinna med födelsemärke e Carambole.

Se ne è andato un maestro – Andrea Camilleri

Se ne è andato Andrea Camilleri era uno dei più noti e amati scrittori italiani contemporanei, aveva 93 anni
Questo grandissimo scrittore ha saputo raccontare la sua Sicilia come nessuno mai ha saputo farlo prima di lui, e lo ha fatto in maniera dolce come solo una persona che ama profondamente la sua terra può fare
I suoi libri sono stati tradotti in oltre 120 Paesi nel mondo e hanno fatto conoscere il “ vigatese” quel felicissimo connubio tra italiano e dialetto siciliano a chi magari non era in grado di comprendere l’inglese
Sicuramente è stato uno dei più amati e famosi scrittori italiani degli ultimi venti anni , ma caso strano non ha mai vinto un Premio Strega e nessuno si è mai sognato di pensare a lui come un possibile futuro Premio Nobel, ma si sa questa è l’Italia che di fronte a un maestro di tale levatura si riscopre puntualmente provinciale a tal punto da non arrivare a pensare che un Premio Strega per uno scrittore di tale caratura non sarebbe ma è un atto dovuto
La scomparsa di Camilleri e per quello che ha rappresentato per la Sicilia, per i siciliani e per la cultura di quella terra è un po’ come se fosse morta nuovamente Santa Rosalia
Di lui resteranno gli oltre 100 libri scritti che raccontano ciascuno a suo modo un pezzo di Sicilia e tramandano la cultura di una regione che grazie a lui ha saputo trovare la giusta collocazione nell’immaginario di ciascun lettore che seguendolo attraverso i suoi libri ha potuto conoscere la Sicilia quella vera!

 

 

 

Andrea Camilleri is gone, was one of the most famous and beloved contemporary Italian writers, he was 93 years old
This great writer has been able to tell his Sicily how no one has ever known how to do it before him, and he did it in a gentle way as only a person who deeply loves his land can do
His books have been translated into over 120 countries around the world and have made the “vigatese” known that very happy combination of Italian and Sicilian dialect to those who might not have been able to understand English
Surely he was one of the most beloved and famous Italian writers of the last twenty years, but strange case he never won a Strega Prize and nobody ever dreamed of thinking of him as a possible future Nobel Prize
but we know this is Italy that in front of a master of this stature rediscovers itself provincial to such an extent that it does not come to think that a Strega Prize for a writer of such caliber would not be but it is a due act
Camilleri’s death and for what he represented for Sicily, for the Sicilians and for the culture of that land is a bit like Santa Rosalia died again
Of him will remain the over 100 written books that tell each in his own way a piece of Sicily and hand down the culture of a region that thanks to him has been able to find the right place in the imagination of each reader who, following him through his books, he could know Sicily the real one!

Libreria L’IPPOGRIFO Cuneo

Ci siamo, è partito il conto alla rovescia per la corsa ai regali da mettere sotto l’albero e come d’incanto il libro diventa uno degli oggetti tra i più gettonati perché tutto sommato se non si cercano “cose strane” con una cifra abbordabile ci si toglie il pensiero … e poi come spesso capita mentre lo scegliamo ci frulla in testa il più classico dei pensierini “ beh al massimo lo riciclerà” .. e sì perché il più delle volte si finisce per comprare il libro che avremmo scelto per noi stessi a meno che non si conoscano i gusti letterari della persona a cui è destinato.

Peccato che un libro venga visto ancora da molti italiani come l’ultima ratio con cui archiviare la pratica regali, in Italia si legge poco e proprio il Natale dovrebbe essere il momento più propizio per avvicinarsi alla libreria per il piacere di comprare un libro e non per togliersi alla veloce un pensiero.

A Cuneo per soddisfare le vostre o altrui esigenze letterarie troverete la libreria L’IPPOGRIFO con i suoi negozi di Corso Nizza e Piazza Europa, capaci di offrire un ventaglio di proposte decisamente ad ampio spettro.

Nel negozio di Corso Nizza a piano terra troverete le novità del momento oltre a libri di fiabe, raccolte di fumetti, le immancabili agendine Moleskine e i simpaticissimi calendari di Mafalda, mentre al piano superiore si spazia dai libri di cucina a quelli sui vini, dalle guide con itinerari di viaggio in Piemonte e nel mondo, a libri di nicchia come quelli che trattano di architettura, di psicologia o che raccontano degli orologi da polso che fanno la storia.

Tra la marea di libri che ho visto girovagando tra gli scaffali mi piace segnalare: Stretta la foglia larga la via – tutte le fiabe di Luigi Capuana “l’Andersen italiano” – Se sembra impossibile allora si può fare di Bebe Vio – una super edizione illustrata de “Il trono di spade” – un originalissimo “642 idee per disegnare” Easy Wine guida facile ai vini italiani – La rivoluzione del gusto di Stefania Corrado – La cucina delle feste di Gianfranco Vissani – “Orologi da polso” tutti gli orologi che fanno la storia – L’ombra della montagna, il nuovo libro di Gregory David Roberts autore di ShantaramBevi qualcosa Pedro di Tullio Solenghi – Madres de Plaza de Mayo di Cesare Bianco – Il FARINOTTI 2018 dizionario di tutti i film – Per te morirei di Francis Scott Fitzgerald, quello di “Tenera è la notte”Vietato dire non ce la faccio di Nicole Orlando – L’architetto dell’invisibile di Marco Marvaldi – Terre Alte di Walter Bonatti – Onde del mondo .. i 100 luoghi perfetti per il surf Opinioni di un altro clown di Lorenzo Beccati.

Doccia Gel

Delitto a Stoccolma

 

DelittoaStoccolma2Mentre Stoccolma si prepara a celebrare le Olimpiadi, una bomba esplode nello stadio principale della città, simbolo stesso dei Giochi, uccidendo Christina Furhage, la potente direttrice del comitato olimpico, donna famosa, ma con molti lati oscuri nella vita privata.
Dopo pochi giorni, un’altra bomba fa saltare un impianto sportivo, seminando il terrore. La polizia parla di atto terroristico, ma dalle pagine della Stampa della Sera, Annika Bengtzon, giornalista d’assalto, conduce la sua personale indagine e scava nel mondo del comitato olimpico e della sua direttrice, convinta che non si tratti di un terrorista o di uno squilibrato.
Appena promossa caposervizio di nera, Annika insegue una difficile carriera in una grande città.

Con questo primo caso che ha reso famosa Annika Bengtzon, Liza Marklund ha scritto uno dei romanzi svedesi di maggior successo di tutti i tempi, un thriller emozionante con un’eroina vivace e coraggiosa, che combina suspense e critica sociale nella migliore tradizione scandinava; un romanzo all’insegna delle donne e della carriera e sulle implicazioni che comporta essere una donna in carriera.
Annika si occupa di cronaca nera per il quotidiano svedese Stampa Della Sera e in una redazione spesso ostile e prettamente maschile deve faticare non poco per farsi spazio e dimostrare di saper fare bene il proprio lavoro.
La Marklund attraverso questo personaggio originale, simpatico e assolutamente umano ci fa capire che una donna in carriera anche nella Svezia del proverbiale progresso sociale ha gli stessi nostri problemi per cui se vuole diventare capo la priorità è il lavoro mentre la famiglia è quasi un fastidio.
La serie televisiva “Annika Crime Reporter” tratta dai romanzi della Marklund è arrivata dalla Scandinavia su Laeffe (canale 50 digitale e canale 139 su Sky) dove la reporter Annika Bengtzon (interpretata dall’attrice Malin Crépin) non ha faticato molto a conquistare il pubblico italiano amante dei gialli scandinavi.
I cinque episodi della serie, sono tratti dai romanzi di Liza Marklund: I dodici sospetti, Studio Sex, Il lupo rosso, Finché morte non ci separi e Freddo sud.

DELITTO A STOCCOLMA

Segnalo della stessa autrice:
Studio Sex
Paradiset
I dodici sospetti
Il lupo rosso
Il testamento di Nobel
Finché morte non ci separi
Freddo Sud
Linea di confine
Happy Nation

LisaMarklund

Liza Marklund

Liza Marklund è nata nel 1962 nel piccolo villaggio di Pålmark, vicino al Circolo Polare Artico, in Svezia.
È una scrittrice, giornalista, editorialista e ambasciatrice di pace per l’UNICEF, nonché una dei proprietari della Piratförlaget (di cui è co-fondatrice), una delle case editrici svedesi di maggiore successo.
Ha lavorato per dieci anni come reporter di cronaca nera e come editore per cinque, mentre oggi si occupa di documentari per la televisione e scrive come editorialista per vari giornali internazionali ( il ‘Financial Times’ nel Regno Unito, il ‘Welt’ in Germania, il ‘Dagbladet Information’ in Danimarca e lIlta-Lehti’ in Finlandia).
Il suo lavoro è spesso centrato sui diritti delle donne e dei bambini, tanto che ha prodotto documentari su bambini portatori di HIV in Cambogia e Russia, e su casi di violenza domestica.
Oltre che per i suoi libri e documentari, ha ricevuto diversi riconoscimenti per il suo impegno sociale.
Con i libri della serie poliziesca di Annika Bengtzon ha ottenuto un successo internazionale vendendo oltre 15 milioni di copie in 30 paesi e raggiungendo i vertici delle classifiche di tutti i paesi scandinavi.
Con la sua famiglia (marito e tre figli) vive fra Stoccolma e Marbella, in Spagna.

Editore Marsilio / Collana Farfalle

La cliente sconosciuta

Fragranze White Musk

ClientesconosciutaLanza‘Ho bisogno di parlarle di una cosa seria’. Una voce di donna, al cellulare. Max Gilardi non conosce Lidia Morandi, ma è spaventata, così le promette che l’indomani sarà da lei. Non farà in tempo a parlarle: al suo arrivo Lidia è già morta, uccisa da sette coltellate nel suo stesso appartamento. Senza averla mai vista da viva, Gilardi sarà costretto a conoscerla tramite il suo passato, attraversato da grandi successi e uomini potenti, ma anche da tragedie crudeli e inspiegabili. Tra vicini impiccioni, architetti sfuggenti e giovani donne belle e misteriose, il caso si snoda tra colpi di scena, intrighi di quartiere e confessioni. E ancora una volta, sarà la sua Napoli il teatro delle indagini.

Dopo tre romanzi corposi con cui Elda Lanza ha fatto conoscere ai suoi lettori le vicende che hanno come protagonista Massimo Gilardi, Max per gli amici, prima commissario di Polizia a Milano e poi tornato a fare l’avvocato penalista nella sua Napoli, la novantunenne scrittrice milanese ci regala con “La cliente sconosciuta” un libro agile e dal ritmo più serrato nel quale Max Gilardi si ritaglia un ruolo da regista, lasciando la scena ad alcuni suoi collaboratori, prima tra tutti l’avvocato Laura Licasi che divide con lui e Ricky Russo lo studio e quel Giacomo Cataldo, investigatore privato, a cui spesso l’avvocato Gilardi affida incarichi investigativi.
Par di capire che l’intenzione dell’autrice, come tra l’altro spiega nelle pagine finali del libro, sia quella di far perdere al suo Max la curiosità determinata tipica dell’investigatore per dirottarlo verso una curiosità più di tipo pratico quale deve avere un avvocato nel momento in cui si trovi a dover risolvere dei casi intricati nel corso della sua carriera professionale.
E’ certamente un cambio di rotta notevole per una scrittrice che ha ottenuto un notevole successo con il suo trittico formato da : “Niente lacrime per la signorina Olga”, “Il matto affogato” e “Il venditore di cappelli”, romanzi corposi in cui ha ben tratteggiato il personaggio del suo protagonista attraverso la tragica vicenda dell’uccisione della moglie, le dimissioni da commissario e il ritorno nella sua adorata Napoli per fare il penalista.
L’autrice sempre nei titoli di coda di questo libro, scrive: “Io racconto storie che potrebbero essere vere”, non so se quella di Lidia Morandi possa essere una storia vera, di sicuro è raccontata in modo da farne un buon libro, più snello e scorrevole dei precedenti.
L’unico difetto che si legge in un battibaleno!

La cliente sconosciuta

LanzaEldaElda Lanza (Milano, 5 ottobre 1924) è una giornalista, autrice e presentatrice televisiva, oltre che esperta di comunicazione e di galateo, nonché docente di storia del costume.
Attiva nel movimento femminista e forte di una precoce e intensa attività di scrittrice e giornalista, dopo gli studi all’Università Cattolica di Milano e alla Sorbona di Parigi (dove fu allieva, tra gli altri, di Jean Paul Sartre), nel 1952 viene contattata dai dirigenti dalla neonata televisione italiana di cui, dopo svariati provini, diventa la prima presentatrice.
Dopo la parentesi televisiva si è occupata di giornalismo e comunicazione d’impresa, pubblicando libri, romanzi, saggi sulla buona educazione tra cui spicca il best seller “Signori si diventa” per Mondadori.
E’ una scrittrice dotata di un notevole bagaglio culturale e di una acuta capacità di osservatrice del mondo che le gira intorno, ma forse il vero “segreto” del suo successo è dovuto al fatto che prima di debuttare in video lavorò per molti anni come giornalista a Grazia, dove il suo direttore era Renato Olivieri, l’autore del celeberrimo Commissario Ambrosio.
È sposata con il pubblicitario Vitaliano Damioli e ha un figlio di nome Massimo Pietro Damioli detto Max.

La ricetta dell’assassino

coverRicettaAssassinoOslo. Dicembre 1999. Una notte molto fredda. Una prostituta, in cerca di un posto tranquillo per iniettarsi una dose di eroina, si inoltra nel parco che circonda la centrale di polizia al Gronlaslereit 44 e rinviene un cadavere da cui spunta un grosso coltello. Vestiti costosi, forse vittima di un’aggressione, una rapina. Si chiamava Brede Ziegler, proprietario del più esclusivo ristorante di Oslo, l’Entrè.
Delle indagini vengono incaricati Billy T. e la squadra Omicidi che subito si accorgono che le cose non sono così facili. Brede Ziegler infatti aveva uno stano hobby: inimicarsi assolutamente tutto e tutti, nell’ambiente della ristorazione norvegese. E qualunque cosa toccasse diventava un successo.
Il numero dei probabili assassini è pressoché infinito. L’indagine inizia con il consueto interrogatorio dei probabili testimoni, molti reticenti, di cui nel testo compaiono alcune trascrizioni, finché le cose si complicano ulteriormente: Brede Ziegler era stato ucciso due volte.
Dall’autopsia il medico legale rivela infatti che la vittima era imbottita di paracetamolo in dosi letali, per cui il numero degli assassini si moltiplica.

“La ricetta dell’assassino” è il secondo libro della Holt (dopo “Nella tana dei lupi”) della serie di Hanne Wilhelmsen, scritto a quattro mani con Berit Reiss-Andersen.
Come Anne, anche Berit è avvocato, membro del comitato che assegna il Premio Nobel, nonché esponente del Partito laburista norvegese, per il quale ha ricoperto il ruolo di Segretario di Stato del Ministro della Giustizia dal 1996 al 1997, proprio quando Ministro era Anne Holt.
In questo poliziesco nordico che si sviluppa attraverso due filoni, da un lato l’inchiesta poliziesca vera e propria e dall’altro un interessante affresco sociale che gli conferisce un tocco di originalità, torna in scena Hanne Wilhelmsen che dovrà vedersela con un caso pieno di intrighi e venire a capo di suo dilemma esistenziale: fuggire dalla vita che ha sempre fatto o accettare fino in fondo il suo essere una poliziotta.
Solitamente la Holt scrive in modo lineare e scorrevole, fatto questo che rende la lettura piuttosto veloce nonostante spesso e volentieri dei personaggi venga messa a fuoco non solo la vita professionale ma anche e soprattutto la quotidianità della vita familiare.

La ricetta dell’assassino

Segnalo della stessa autrice
Quello che ti meriti (Det som er mitt, 2001), Torino, Einaudi, 2008
Non deve accadere (Det som aldri skjer, 2004), Torino, Einaudi, 2009
La porta chiusa (Presidentens valg, 2006), Torino, Einaudi, 2009
La dea cieca (Blind gudinne, 1993), Torino, Einaudi, 2010
L’unico figlio (Demonens død, 1995), Torino, Einaudi, 2011
Nella tana dei lupi (Løvens gap, 1997) (con Berit Reiss-Andersen), Torino, Einaudi, 2012
Il ricatto (Død joker, 2000), Torino, Einaudi, 2012
Quale verità (Sannheten bortenfor, 2003) (Einaudi, 2014)

Anne.HoltAnne Holt
Anne Holt è nata nel 1958 a Larvik ed è cresciuta a Lillestrøm e Tromsø, attualmente vive a Oslo con la compagna e la figlia.
Si è laureata in Legge all’Università di Oslo, finanziandosi gli studi col mestiere di giornalista televisivo, attività che ha continuato anche dopo la laurea. Dopo aver collaborato per un periodo con la Polizia di stato norvegese, ha iniziato la professione di avvocato.
Dal 1996 al 1997 è stata Ministro della Giustizia, mentre il suo esordio come autrice  è del 1993, con il romanzo “Blind gudinne”, molto amato da lettori e critici, cui ha fatto seguito nel 1994 il secondo romanzo della serie di Hanne Wilhelmsen: “Salige er de som tørster”, che le ha fatto vincere il piú prestigioso premio norvegese per il crime novel, The Riverton Prize.
I due romanzi sono diventati, rispettivamente, una serie Tv e un film.
Nel 2001 ha pubblicato il gettonatissimo “Det som er mitt”, tradotto in Italia con il titolo “Quello che ti meriti”; con questo romanzo romanzo che introduce la nuova coppia di investigatori Inger Hohanne Vik e Yngvar Stubø, Einaudi Stile libero ha scelto di cominciare a presentare al lettore italiano l’opera della Holt.
E’ sicuramente una delle autrici scandinave piú apprezzate dal pubblico e dalla critica di ogni tempo.

Un doppio sospetto

SospettoA Reykjavík, in un appartamento poco distante dal centro, viene rinvenuto il cadavere di un uomo: ha circa trent’anni, indossa una maglietta da donna e giace in una pozza di sangue con la gola tagliata di netto. Sotto il divano vicino a lui, una pashmina che profuma di spezie.
L’agente Erlendur Sveinsson della polizia di Reykjavík è partito per i fiordi orientali, inseguito da quei fantasmi del passato che lo tormentano incessantemente, e a occuparsi del caso è la collega Elínborg, detective con l’hobby della cucina e madre di tre figli adolescenti, che tra mille difficoltà cerca di destreggiarsi tra il lavoro e la famiglia.
A lei tocca il compito di scavare nelle pieghe della vita apparentemente irreprensibile del giovane ucciso: un buon lavoro, una perfetta forma fisica, un appartamento arredato con gusto.
Le indagini sembrano collegare l’omicidio a una serie di stupri avvenuti in città, mentre un’altra pista, meno scontata, conduce alla misteriosa scomparsa di una diciannovenne svanita nel nulla sei anni prima.
E se invece la chiave del mistero fosse sepolta in un piccolo cimitero sul mare, in un villaggio dell’entroterra dove il tempo si è fermato?
Affidandosi – è il caso di dirlo – al proprio fiuto, Elínborg porta alla luce un’agghiacciante storia di violenza, silenzi e vendetta, che si lascia dietro una scia infinita di vinti e nessun vincitore.

Un doppio sospetto è il nono caso della serie scritta da Arnaldur Indriðason e che vede come protagonista Erlendur Sveinsson, agente della polizia di Reykjavik.
Nel romanzo c’è un colpo di scena iniziale con cui lo scrittore manda l’agente Erlendur Sveinsson in congedo temporaneo, in giro per l’Islanda a cercare di liberarsi dai fantasmi del suo passato, spiazzando di fatto il lettore che dovrà fare a meno della presenza di quello che è stato il protagonista dell’intera serie.
Le indagini sono quindi affidate alla collega Elìnborg, mentre l’altro agente del gruppo, Sigurdur Oli, ha un ruolo del tutto marginale.
La Elinborg risulta simpatica e l’autore entra molto nella sua vita privata, coinvolgendo sia pure marginalmente il marito meccanico e un paio dei suoi tre figli adolescenti.
Ha una passione corposa per la cucina ( tanto che scrive anche libri di ricette ) e in particolare per la cucina indiana e sarà proprio attraverso gli odori ( in particolare quello del tandori ) che riuscirà a trovare gli input giusti per arrivare alla soluzione del caso.
Il filrouge del romanzo è dov’è finita la proprietaria della pashmina?

indridason-fotoArnaldur Indriðason è nato nel 1961 a Reykjavík, dove ha sempre vissuto.
Si è dedicato alla scrittura, sia di romanzi sia di sceneggiature, dopo aver lavorato come giornalista e critico cinematografico per la maggiore testata islandese, il quotidiano Morgunblaðið (Il giornale del mattino).
Arnaldur tra i tanti scrittori nordici si è ritagliato un suo spazio in molti paesi, tra cui l’Italia e si può dire che lo spazio conquistato è più che meritato.
Nel 2009 gli è stato assegnato il Barry Award 2009 per il romanzo “ Un corpo nel lago “, il premio istituito nel 1997 in memoria di Barry Gardner, è stato attribuito allo scrittore islandese durante la consueta Bouchercon ospitata a Indianapolis.

Guanda Editore / Tea Libri

Un doppio sospetto: Un’indagine per l’agente Erlendur Sveinsson (Guanda Noir)

 

Il guardiano del faro

CamillacoverIn una notte d’inizio estate, un’auto percorre a gran velocità la strada che collega Stoccolma alla costa occidentale. La donna al volante ha le mani sporche di sangue. Insieme al figlio, Annie sta fuggendo verso Gråskär, nell’arcipelago di Fjällbacka. Quell’isola scabra, con il faro bianco e la vecchia casa del guardiano dove crescono le malvarose, appartiene alla sua famiglia, ed è l’unico posto in cui lei si sente al sicuro, lontano da tutto. La leggenda popolare vuole che lì si aggirino gli spiriti dei morti, ma questo non la turba, anzi, in quel luogo così solitario, dove il suo sguardo può spaziare solo su scogli e mare salato, ad Annie piace pensare che i fantasmi siano rimasti per farle compagnia. Intanto, a Fjällbacka, Erica Falck è totalmente assorbita dai suoi gemelli di pochi mesi, tanto più che Patrik, da poco rientrato in servizio, è alle prese con un’indagine piuttosto spinosa: il dirigente del settore finanze del comune è stato ucciso nel suo appartamento con un colpo di pistola alla nuca. Il movente dell’omicidio sfugge e la vittima, che poco prima di morire aveva fatto visita ad Annie all’isola degli spettri, sembra essere stato un uomo dai mille segreti. Sfidando un muro di silenzi, la polizia di Tanum scava nel suo passato e trova un collegamento con un’associazione di sostegno a donne maltrattate. Una pista che permetterà a Patrik, sostenuto dal calore di una famiglia solida e sempre più numerosa, di portare alla luce i mondi calpestati di persone a cui la parola casa desta soltanto il ricordo di cicatrici, deboli ombre che solo nell’amore per un figlio possono trovare la forza per continuare la loro fuga dal dolore che annienta ogni emozione, da caos e distruzione.

L’antica leggenda svedese dell’isoletta di Gråskär, chiamata da tempi remoti Gastholmen, l’isola degli spettri, ha un ruolo ben preciso in questo romanzo, il settimo della serie che vede come protagonisti l’ispettore Patrick Hedstrom e sua moglie Erika Falck.
La Läckberg non si smentisce e scrive un altro bel thriller ambientato nel suo paesino natale, Fjallbacka in Svezia, un piccolo borgo di pescatori con 1000 abitanti ed una media di 2 omicidi al mese!
Tempo fa durante un’intervista Camilla ci scherzò su dicendo “Secondo un semplice calcolo – poiché in ogni libro vengono assassinate due persone, con una popolazione di 1.000 abitanti, dovrei scrivere 500 libri per far fuori tutto il paese…”
Ironia a parte, con questo romanzo Camilla in quanto a plot non ha nulla da invidiare a Uomini che odiano le donne del compianto Stieg Larsson fatto questo che la colloca sempre più ai vertici della classifica dei romanzieri scandinavi più gettonati accanto al già citato Larsson ed a Henning Mankell.

CamillaokCamilla Läckberg è nata a Fjällbacka un piccolo paesino di pescatori il 30 agosto del 1974.
Pur essendo una scrittrice precoce, già a cinque anni scrive il suo primo racconto emozionante, sanguinario e fantastico, “Tomten” (The Santa Claus) la sua formazione scolastica non ha niente a che fare con la letteratura avendo studiato alla School of Business, Economics and Law di Goteborg.
Terminati gli studi si è trasferita a Stoccolma dove ancora oggi vive.
Ha lavorato come product manager presso Telia e Fortum, ma non soddisfatta del suo lavoro di economista decise di partecipare ad un corso di scrittura “The writing crime fiction “ e durante la partecipazione al corso iniziò a scrivere la trama di quello che sarebbe diventato il suo romanzo d’esordio “La principessa di ghiaccio”.
Il guardiano del faro è il settimo episodio della sua fortunata serie poliziesca che vede come protagonisti Erica Falck e Patrik Hedström.
I suoi romanzi sono in uscita in 55 Paesi con più di quindici milioni di copie vendute nel mondo e sono diventati anche una serie televisiva di successo, in Italia va in onda su laEffe.

Marsilio Editori – Collana Farfalle

Il guardiano del faro: La settima indagine di Erica Falck e Patrik Hedström (Farfalle)

La Feltrinelli.it

Hanno ammazzato la Marinin

MarininÈ la vigilia di Pasqua e Genova è sferzata da una pioggia battente. La redattrice e paleografa Nadia Morbelli, appena rincasata da un noiosissimo viaggio di lavoro, sta per prepararsi un meritato bagno caldo, quando improvvisamente nel palazzo salta la luce. Nadia non presta molta attenzione alla cosa, almeno fino a quando, tre giorni dopo, suona alla sua porta il commissario di polizia, il dottor Prini. Eh sì, perché proprio la sera in cui si stava rilassando nell’acqua bollente, sullo stesso pianerottolo, a pochi passi dal suo appartamento, è stata ammazzata nientemeno che la signora Assunta, la terribile e petulante vicina di casa, per tutti “la Marinin”. Curiosa e impertinente per natura, Nadia si incaponisce sull’omicidio e inizia a cercare indizi per conto proprio. E tra un salto alla bocciofila con le amiche, quattro chiacchiere al bar e lunghe conversazioni col commissario che assumono tutta l’aria di un flirt, comincia a individuare qualche pista davvero interessante…

Vi sono libri che si comprano perché attirati dalla copertina, questo è uno di quelli.
La copertina ha un qualcosa di vivace che invoglia all’acquisto, ma il contenuto ahimè non suscita lo stesso interesse e francamente definire l’autrice “ una nuova freschissima voce del giallo italiano “ mi sembra un tantino azzardato.
Nel complesso la storia c’è anche se è un po’ “molla “, tanto da non poterlo definire un giallo vero e proprio; l’autrice ha provato a presentare un affresco minuzioso di quella provincia ibrida che si divide tra Liguria e Piemonte soffermandosi più volte con dovizia di particolari sulle abitudini culinarie di questi luoghi.
Dal momento in cui si intuisce chi sarà il colpevole il libro diventa per certi versi quasi noioso e la fine giunge come una vera e propria liberazione.
Ho in libreria della stessa autrice “ Amin che è volato giù di sotto “ e “ La strana morte del signor Merello “ li ho acquistati entrambi ( questa volta ) non tanto per le copertine ma per dare un ulteriore chance a una giovane autrice, per ora li lascio decantare un po’ … verrà anche il loro tempo.

Nadia Morbelli è nata a Genova, dove si è laureata in paleografia e specializzata nello studio di manoscritti umanistici. Collabora con diverse riviste specialistiche sia nazionali che internazionali. È redattrice presso una piccola casa editrice ligure e vive tra Genova e il Basso Piemonte, da cui parte della sua famiglia proviene.
A sentire lei i momenti più belli della sua vita li trascorre in biblioteche polverose o viaggiando per il mondo.
Hanno ammazzato la Marinin è stato il suo romanzo d’esordio nel 2012, a cui hanno fatto seguito il sequel “Amin, che è volato giù di sotto” (2013) e “La strana morte del signor Merell “ (2014).

Giunti Editore

Hanno ammazzato la Marinin