‘Ho bisogno di parlarle di una cosa seria’. Una voce di donna, al cellulare. Max Gilardi non conosce Lidia Morandi, ma è spaventata, così le promette che l’indomani sarà da lei. Non farà in tempo a parlarle: al suo arrivo Lidia è già morta, uccisa da sette coltellate nel suo stesso appartamento. Senza averla mai vista da viva, Gilardi sarà costretto a conoscerla tramite il suo passato, attraversato da grandi successi e uomini potenti, ma anche da tragedie crudeli e inspiegabili. Tra vicini impiccioni, architetti sfuggenti e giovani donne belle e misteriose, il caso si snoda tra colpi di scena, intrighi di quartiere e confessioni. E ancora una volta, sarà la sua Napoli il teatro delle indagini.
Dopo tre romanzi corposi con cui Elda Lanza ha fatto conoscere ai suoi lettori le vicende che hanno come protagonista Massimo Gilardi, Max per gli amici, prima commissario di Polizia a Milano e poi tornato a fare l’avvocato penalista nella sua Napoli, la novantunenne scrittrice milanese ci regala con “La cliente sconosciuta” un libro agile e dal ritmo più serrato nel quale Max Gilardi si ritaglia un ruolo da regista, lasciando la scena ad alcuni suoi collaboratori, prima tra tutti l’avvocato Laura Licasi che divide con lui e Ricky Russo lo studio e quel Giacomo Cataldo, investigatore privato, a cui spesso l’avvocato Gilardi affida incarichi investigativi.
Par di capire che l’intenzione dell’autrice, come tra l’altro spiega nelle pagine finali del libro, sia quella di far perdere al suo Max la curiosità determinata tipica dell’investigatore per dirottarlo verso una curiosità più di tipo pratico quale deve avere un avvocato nel momento in cui si trovi a dover risolvere dei casi intricati nel corso della sua carriera professionale.
E’ certamente un cambio di rotta notevole per una scrittrice che ha ottenuto un notevole successo con il suo trittico formato da : “Niente lacrime per la signorina Olga”, “Il matto affogato” e “Il venditore di cappelli”, romanzi corposi in cui ha ben tratteggiato il personaggio del suo protagonista attraverso la tragica vicenda dell’uccisione della moglie, le dimissioni da commissario e il ritorno nella sua adorata Napoli per fare il penalista.
L’autrice sempre nei titoli di coda di questo libro, scrive: “Io racconto storie che potrebbero essere vere”, non so se quella di Lidia Morandi possa essere una storia vera, di sicuro è raccontata in modo da farne un buon libro, più snello e scorrevole dei precedenti.
L’unico difetto che si legge in un battibaleno!
Elda Lanza (Milano, 5 ottobre 1924) è una giornalista, autrice e presentatrice televisiva, oltre che esperta di comunicazione e di galateo, nonché docente di storia del costume.
Attiva nel movimento femminista e forte di una precoce e intensa attività di scrittrice e giornalista, dopo gli studi all’Università Cattolica di Milano e alla Sorbona di Parigi (dove fu allieva, tra gli altri, di Jean Paul Sartre), nel 1952 viene contattata dai dirigenti dalla neonata televisione italiana di cui, dopo svariati provini, diventa la prima presentatrice.
Dopo la parentesi televisiva si è occupata di giornalismo e comunicazione d’impresa, pubblicando libri, romanzi, saggi sulla buona educazione tra cui spicca il best seller “Signori si diventa” per Mondadori.
E’ una scrittrice dotata di un notevole bagaglio culturale e di una acuta capacità di osservatrice del mondo che le gira intorno, ma forse il vero “segreto” del suo successo è dovuto al fatto che prima di debuttare in video lavorò per molti anni come giornalista a Grazia, dove il suo direttore era Renato Olivieri, l’autore del celeberrimo Commissario Ambrosio.
È sposata con il pubblicitario Vitaliano Damioli e ha un figlio di nome Massimo Pietro Damioli detto Max.