Si sa che il sogno comune dell’immaginario maschile è quello di poter essere in grado di volare di fiore in fiore come un ape, ma si sa pure che in una coppia secondo i sessuologi la perdita di interesse reciproco si può verificare in maniera del tutto drammatica già dopo un solo anno di convivenza.
Sempre secondo i sessuologi una coppia sposata da poco più di un anno tenderebbe a ridurre i propri contatti fisici già del 50%, per poi continuare in questa discesa verso la ” pace dei sensi ” che sembrerebbe arrivare per i più intorno ai 65 anni.
Ecco quindi entrare in campo gli psicologi a tenere ben alta la bandiera della virilità maschile, quando affermano che niente come “un secondo amore” può essere in grado di far rifiorire lo spirito e quindi rinvigorire il corpo, liberandoci da ansie e depressioni e addirittura rafforzandoci il sistema immunitario.
Ma forse non tutti sanno che esiste in proposito una teoria chiamata ” effetto Coolidge ” secondo la quale all’uomo per mantenere appagata la propria vitalità ed il benessere generale non è sufficiente fermarsi ad un “secondo amore”, ma bisogna continuare a variare con una certa continuità il proprio partner sessuale.
A sentire gli studiosi tale bisogno di varietà sessuale deriverebbe agli uomini dal loro passato biologico .. una sorta di bisogno ancestrale alla procreazione, per poter garantire in tal modo sempre nuovi guerrieri per la difesa della comunità.. questo era il motivo che li spingeva tra le braccia e non solo tra le braccia di donne sempre diverse e sembrerebbe che tale bisogno ancora oggi sarebbe rimasto insito nella natura dell’uomo.
Ma tornando all’effeto Coolidge, lo stesso prende il nome da un curioso aneddoto che coinvolse il 13° presidente degli USA Calvin Coolidge nel corso di una visita con la moglie ad una fattoria governativa.
Durante la visita alla fattoria la coppia presidenziale seguì due differenti percorsi, e quando la first lady passando davanti ad un pollaio vide accoppiarsi un gallo in maniera irruenta con una gallina e chiese a chi la stava accompagnando ” se il gallo si accoppiasse più di una volta al giorno” la risposta della guida fu ” decine di volte al giorno “; al che Mrs.Coolidge esclamò ” per favore fatelo sapere al Presidente “.
Quando di lì a poco il Presidente si trovò a passare con il suo entourage davanti allo stesso pollaio e fu informato della performance giornaliera a cui si sottoponeva il gallo chiese ” Ma lo fa sempre con la stessa gallina? ” – ” Oh, no signor Presidente, ogni volta è con una gallina diversa” rispose la guida, al che il Presidente annuì lentamente e quindi disse alla guida ” bene lo riferisca alla signora Coolidge “.
Ed è da questo aneddoto che gli psicologi trassero lo spunto per chiamare effetto Coolidge la tendenza dell’uomo a variare in continuo partner per appagare il proprio desiderio sessuale.
Ma il comportamento umano lo si può sempre e comunque rapportare a quello animale?
Recenti ricerche hanno fatto emergere che l’infedeltà benchè molto diffusa, il più delle volte non giovi per niente al benessere della persona che la consuma, ma anzi possa diventare una grave causa di stress, stress che si raddoppia nel momento in cui la scappatella viene scoperta.
E allora considerato che la storia ci ha consegnato tanto le prodezze amatorie di Giacomo Casanova quanto i tradimenti di Madame Emma Bovary, come sempre alla fine la verità sta nel mezzo … l’uomo saprà pur fare il galletto … ma per far drizzare in alto la sua cresta deve pur sempre trovare la gallina giusta… e poiché gallina vecchia fa buon brodo … allora cosa c’è di meglio che di una buona minestrina consumata “tet a tet” con la compagna di tutta una vita!
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Binge drinking? …no grazie!
Il fenomeno del “ Binge drinking “- bere per ubriacarsi si sta affacciando anche in Italia dove un numero sempre maggiore di adolescenti e giovani beve con l’intento di ubriacarsi; nato nei Campus americani questo fenomeno con una certa rapidità si è propagato in Europa trovando spazio anche in quell’area mediterranea dove sino a qualche anno fa vigeva un modello di approccio all’alcol ritenuto da sempre come uno dei più salutari e cioè il bere moderate quantità di vino durante i pasti, ” modello ” che veniva addirittura salutato dagli scienziati come un ottimo coadiuvante per tenere in buona salute cuore e arterie.
Ma questo trend che ha accompagnato per oltre un secolo le abitudini alimentari degli italiani ha subito un brusco cambiamento negli ultimi anni, nel momento in cui il vino non lo si è più considerato un alimento al pari di pane e pasta.
La famiglia si è disabituata a consumare il pasto nella sua interezza, ognuno mangia in base ai propri orari ,il più delle volte in maniera sregolata, ed ecco quindi che molti adulti bevono al di fuori del pasto e gli adolescenti non fanno altro che seguirne l’esempio e del resto a loro supporto giungono film e pubblicità varie in cui l’alcol viene rappresentato come un innocuo divertissement, il più delle volte associato ad una sorta di espressione di successo sociale, è il trionfo dell’happy hour continuo che sforna a tutte le ore bevande alcoliche che mascherano nei loro colori sgargianti e nella loro veste un po’ trendy un elevato tasso alcolico.
Ecco quindi che il flasback nella nostra gioventù in cui a famiglia tutta riunita il nonno stappava la bottiglia di vino buono ed iniziava il giovincello ai sapori del vino, non si materializza più.
La brusca, per non dire tremenda realtà ci porta ai dati emersi da una serie di ricerche commissionate dal Ministero della Sanità al centro per la Promozione della salute e della ricerca sull’alcol dell’Istituto Superiore di Sanità: più di 700 mila adolescenti al di sotto dei sedici anni in Italia consumano alcol, di questi il 74% bevono il sabato sera e cosa assai più impressionante lo fanno anche il 67% dei ragazzini tra i 13 e i 15 anni; di questi bevitori imberbi il 20% lo fa con il preciso intento di ubriacarsi ed ecco che scatta l’appartenenza alla categoria dei ” binge drinking ” che sono gli individui che tracannano giù almeno sei bicchieri in un brevissimo spazio di tempo.
Il fenomeno come si può capire non è dei più edificanti e soprattutto avrà nel tempo un effetto devastante sui nostri giovani ( basti pensare che già oggi il 10% del totale dei decessi in giovane età in Italia è causato dall’abuso di alcol).
Vale quindi la pena che si corra al riparo finché si è in tempo, proibendo in maniera drastica la vendita dei super alcolici ai minori in qualsiasi locale pubblico, senza però andare a sprofondare nel ferreo proibizionismo che porterebbe a danni ben maggiori, basterà fare un’opera di acculturamento dei nostri giovani verso uno degli alimenti e sottolineo la parola alimento più importanti che abbiamo in Italia, il vino.
E di questo fardello dovranno farsi carico le istituzioni, ma anche le associazioni di produttori di vino, avvicinando i nostri giovani, nella maniera giusta e corretta, a questo nettare prelibato … da che mondo e mondo un buon bicchiere di vino non ha mai ammazzato nessuno….e allora insegniamo ai nostri ragazzi a bere un buon bicchiere di vino piuttosto che un miscuglio di bevande alcoliche che saranno pure fashion… ma anche capaci di produrre talvolta danni irreparabili.
“ Io l’8 tutti i giorni” – 8 marzo 2018
Un giorno è nulla per ricordare anni di discriminazioni, soprusi, violenze e per il riconoscimento delle lotte che sono state portate avanti dalle donne per ottenere importanti conquiste sul piano dei diritti, dell’economia e della politica.
E allora quale miglior augurio si può fare se non quello di dedicare a tutte le donne una massima di Oriana Fallaci che recita: “La vita ha quattro sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre.”
Buona giornata!
I 8 every day
One day is nothing to remember years of discrimination, abuses, violence and for the recognition of the struggles that have been carried out by women to obtain important achievements in terms of rights, economy and politics.
So what better wish you can do if not to dedicate to all women some words of Oriana Fallaci who recits: “Life has four senses: to love, to suffer, to struggle and to win. Those who love suffer, those who suffer struggle, who fight wins. Love a lot, suffer a little, fight a lot, always win”.
Have a nice day!
Claddagh Ring una storia d’amore che dura da 400 anni
Avete pensato al regalo per San Valentino?
Il tempo stringe e allora voglio darvi un’idea che non vi permetterà di avere il regalo in tempo utile ma che potrà farvi pensare ad un regalo da condividere con chi amate, una bella vacanza in Irlanda, in cui potrete andare ad acquistare personalmente il Claddagh Ring.
Questo famoso anello irlandese indossato in tutto il mondo, simbolo di amore, amicizia e fedeltà, deriva il suo nome da Claddagh, un piccolo villaggio di pescatori nella Baia di Galway, dove gli abitanti lo usano come anello di fidanzamento da oltre 400 anni e si narra che il vero significato dell’anello sia:”Che l’Amore e l’Amicizia regnino”.
Il Claddagh Ring ha la forma di due mani che abbracciano un cuore sormontato da una corona.
Le mani sono simbolo di amicizia, il cuore di amore e la corona di lealtà.
A seconda di come viene mostrato l’anello si può capire in quale situazione sentimentale si trova chi lo porta:
impegnato: mano destra, con il cuore puntato verso il polso;
libero: mano destra con la punta del cuore rivolta verso la punta delle dita;
sposato: mano sinistra con il cuore puntato verso il polso.
Per la vostra vacanza da innamorati in Irlanda di cui posto qualche mio scatto, potrete trovare notizie utili cercando su @turismoirlanda e @galwaytourism e per il viaggio affidarvi a @aerlingus o @irishferries se andrete in auto.
Se invece vi è piaciuto l’anello, potete acquistarlo online da @claddagh.jewellers che si trova a Galway e produce l’autentico Claddagh Ring da più di 45 anni
Have you thought about the gift for Valentine’s Day?
Time is running out and then I want to give you an idea that will not allow you to have the gift in good time but that will make you think of a gift to share with those you love, a nice holiday in Ireland, where you can go and buy the Claddagh Ring personally.
This famous Irish ring worn all over the world, symbol of love, friendship and loyalty, derives its name from Claddagh, a small fishing village in Galway Bay, where the inhabitants have used it as an engagement ring for over 400 years and it is said that the true meaning of the ring is: “Let Love and Friendship reign”.
The Claddagh Ring has the shape of two hands embracing a heart surmounted by a crown.
Hands are a symbol of friendship, the heart of love and the crown of loyalty.
Depending on how the ring is shown, one can understand in what sentimental situation one finds the wearer:
engaged: right hand, with the heart pointing towards the wrist;
free: right hand with the tip of the heart pointing towards the fingertips;
married: left hand with the heart pointing to the wrist.
For your holiday in Ireland you will find useful information on @irelandtourism and @galwaytourism for the air travel on @aerlingus or @irishferries if you go by car.
If you liked the ring, you can buy it online at @claddagh.jewellers in Galway and produce the authentic Claddagh Ring for over 45 years.
Tattoo Life Map, ma un tatuaggio è per sempre?
Per gli amanti dei tatuaggi è nata, creata da Miki Vialetto (uno dei principali esperti dell’arte del tatuaggio e fondatore di Tattoo Life Production, casa editrice specializzata in pubblicazioni sull’arte del tatuaggio e sulla street art), Tattoo Life Map che offre la possibilità di trovare a portata di smartphone, ovunque ci si trovi, un elenco degli studi e tatuatori “giusti”.
L’applicazione è ovviamente personalizzabile e consente di affinare le ricerche in base alle proprie esigenze, oltre a salvare tra i preferiti gli studi selezionati e condividere quanto trovato sull’app con i propri contatti sui social network.
Tra i tatuatori più gettonati troviamo :
Antonio Mack Todisco
Deno
Jondix
Ottorino D’Ambra – Otto –
Rudy Fritsch
Volker Merschky e Simone Pfaff
Tiny-Miss-Becca ( pagina facebook)
Tattoo Life Map vi conduce in una sorta di tour tra centinaia di tattoo shop in Italia, Francia, Spagna, Austria, Germania e Gran Bretagna, attraverso le schede di più di 500 studi e migliaia di immagini di tatuaggi.
Detto di questa app più che interessante per chi ha in mente di farsi un tatuaggio viene però da chiedersi : ma un tatuaggio è per sempre?
Da quanto si sente in giro e soprattutto da quanto viene fuori da uno studio condotto da Quanta System Observatory effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1600 italiani di eta’ compresa tra i 18 e i 60 anni sembrerebbe proprio che la nuova tendenza del tattoo-changing (che trasforma in pratica il nostro corpo in una lavagna da ridisegnare) stia spopolando tra chi vuole liberarsi di tatuaggi che hanno segnato una fase della propria vita ma che ora si detestano (non è difficile pensare al nome dell’ex oppure a frasi che non hanno più ragione di esistere).
Con l’arrivo del tattoo-changing la cancellazione definitiva non è più l’unica soluzione, infatti stando ai dati dello studio promosso da Quanta System Observatory il 51% dei pentiti preferisce modificarli o sostituirli anziché eliminarli definitivamente.
Gli italiani che si sono pentiti della loro scelta iniziale sembra possano essere oltre 1 milione e duecentomila su una popolazione di tatuati (in base agli ultimi dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanita’) di oltre 7 milioni.
Potrà sembrare strano ma la tecnologia più potente al mondo per soddisfare le esigenze dei “tattoo-pentiti” è made in Italy; si tratta infatti del trattamento laser Discovery Pico di Quanta System che oltre ad essere efficace e rapido, presenta meno possibili effetti collaterali.
Ma qual è la TOP 10 dei tatuaggi di cui gli italiani si sono più pentiti:
1 – Il nome o l’iniziale di un partner del passato (58%)
2 – Le citazioni celebri o tratte da film (45%)
3 – I grossi disegni tribali che ricoprono braccia e gambe (41%)
4 – I tatuaggi fatti con le ex amiche o amici del cuore (37%)
5 – I disegni venuti male (35%)
6 – Gli scudetti o gli stemmi della propria squadra del cuore (31%)
7 – Quelli troppo evidenti o impressi su una parte del corpo esposta (25%)
8 – I tattoo ritenuti imbarazzanti come un lecca-lecca o una pin-up (19%)
9 – Quelli che fanno riferimento a partiti politici o a ideologie (15%)
10 – I tatuaggi ritenuti troppo infantili come i personaggi dei cartoni animati (12%)
Questo invece l’identikit del perfetto pentito del tatuaggio:
E’ donna al 54% e uomo al 48%, ha un’età compresa tra i 30/40 anni nel 68% dei casi, percentuale che scende al 45% tra i 18/29 anni e al 41% tra gli over 40.
E’ occupato come: manager (23%), professionista (21%), impiegato statale (18%), insegnante (15%), impiegato (11%), operaio (9%).
Ma in cosa consiste il trattamento messo a punto dal laser ai picosecondi?
Il Discovery Pico è il primo laser ai picosecondi di nuova generazione che, grazie alla sua tecnologia esclusiva (patent pending), risulta lo strumento più innovativo e potente presente oggi sul mercato per il trattamento di tatuaggi e lesioni pigmentate; utilizza la più avanzata tecnologia di emissione ai picosecondi attraverso impulsi di energia estremamente brevi e potenti.
Gli impulsi generano un puro effetto fotoacustico mirato agli inchiostri e alle macchie cutanee, lasciando la pelle circostante intatta.
A differenza dei tradizionali laser Q-Switch che frammentano i pigmenti in granuli, il laser ai picosecondi li riduce in un particolato finissimo che risulta più facilmente eliminabile dal corpo anche attraverso il processo di fagocitosi.
A questo punto due sono le strade possibili:
– state pensando a un nuovo tatuaggio e siete alla ricerca di qualcosa di originale? Beh allora è d’obbligo una visita a Tattoo Life Map;
– siete in quella fase di ripensamento e quindi vorreste modificare quello che non vi piace più del vostro vecchio tatuaggio? Potete approfondire l’argomento sul laser ai picosecondi facendo visita alla pagina web di Quanta System.
Calvin Klein – se porti la 42 sei “ curvy !“
E’ ancora Calvin Klein a scatenare le reazioni sdegnate dei frequentatori della rete che sono insorti contro l’ultima campagna pubblicitaria lanciata dall’azienda di moda per promuovere la linea over size “ Perfectly Fit “.
L’azienda ha parlato di una vera e propria rivoluzione nell’affidare a Myla Dalbesio, una modella “ in carne “, il ruolo di protagonista che in passato fu nientemeno che della trasparente Kate Moss.
Gli internauti l’hanno presa decisamente male e francamente mi pare che la 27enne del Minnesota possa sembrare a prima vista tutto tranne una donna dalle curve burrose e con la classica pancettina di ordinanza.
La Dalbesio in una recente intervista a Elle ha detto di non sentirsi per nulla “ grassa ” ma di considerarsi una via di mezzo, non sufficientemente magra per stare con le magre e non abbastanza grassa per rientrare a pieno titolo nella categoria delle “ curvy ”.
Sommersa dalle critiche che gli sono piovute addosso l’azienda attraverso la sua portavoce ha prontamente precisato che lo scopo della campagna pubblicitaria appena lanciata è quello di comunicare che la nuova linea “ Perfectly Fit ” è stata creata per celebrare e soddisfare al meglio i bisogni di ogni donna, e le relative immagini servono per confermare che la nuova linea è inclusiva e disponibile in diverse taglie e modelli.
Resta il fatto che una marea di internauti alla vista della Dalbesio nei manifesti pubblicitari si è rivolta in rete ( in particolar modo su Twitter ) per postare commenti negativi contro la modella e l’azienda, ree la prima di essere lontana dalle ragazze “ reali ” e la seconda di aver lanciato una campagna per nulla credibile!
La Dalbesio è inutile dire che nelle immagini promozionali appare bellissima, con un completo intimo nero, e la sua taglia 42 riferita in questo caso ad una ragazza alta di sicuro non meno di 175 cm non la si può considerare di certo una taglia forte ma al massimo una taglia normale.
Il mondo della moda di una figura normale, in quanto tale, non sa che farsene; la normalità non fa vendere perché non provoca reazioni ed ecco allora che ci si affida per stupire a chi è in grado di farlo come la Drag Queen Conchita Wurst oppure a modelle dalle misure quasi sempre contro natura, il tutto condito da una buona dose di Photoshop capace di promuovere al meglio modelli impossibili da raggiungere.
Solo i grandi marchi possono permettersi il lusso di presentare a volte dei capi normali, mentre le aziende che devono trovare spazio, talvolta anche sgomitando, non possono che andare alla continua ricerca di elementi di novità come quello appunto di far passare una taglia 42 come ultrasize; del resto come non ricordare le dure polemiche suscitate dalla campagna di Victoria Secrets “ Perfect Body “, con modelle taglia 38 e per la quale fu lanciata anche una petizione online a cui il marchio di lingerie non ha mai dato risposta.
Comunque, io sto con le curvy, quelle vere però!
TACCHI A SPILLO… sì GRAZIE!
Per la prossima stagione la moda ha sentenziato che a farla da padrona saranno le scarpe con il tacco alto, anzi altissimo .. almeno 14 centimetri, per la gioia di tutte quelle donne che amano affidare i loro piedi a siffatte altezze e per gli uomini, che inevitabilmente si godranno lo spettacolo, perché se è vero come è vero che Angelina Jolie in Nike e tuta è sexy, è altrettanto vero che lo è dieci volte di più in tacchi alti e gonna.
Le scarpe a volte sono per la donna molto di più di un indumento o accessorio femminile, sono un qualcosa con cui la donna entra in confidenza, per chi le ama diventano parte integrante della propria vita, la scelta della scarpa con cui uscire al mattino il più delle volte corrisponde allo stato d’animo con cui si affronterà la giornata e le scarpe per di più sono tipicamente femminili perché la civetteria e la seduzione sono femminili e nulla è più femminile di un paio di tacchi alti.
Tra l’altro, molti uomini non lo sapranno ( perché dovrebbero saperlo le donne ) ma i tacchi a spillo fanno bene al sesso e a dirlo non sono una congrega di feticisti o di voyeur ma lo studio di una scienziata italiana la dott.ssa Cerruto che ha pubblicato un interessantissimo saggio in proposito, sulla autorevole rivista scientifica britannica “ European Urology”.
Gli uomini non lo sanno perché non sono loro i fruitori dei benefici emanati dai tacchi a spillo, in quanto gli stessi non fungono da ” stimolatori ” per l’eccitazione maschile, ma al contrario proprio di quella femminile.
La dott.ssa Cerruto è arrivata a questa conclusione testando l’attività elettrica prodotta dalle pelvi a seconda di come si è posizionato il piede femminile in una campionatura di donne al di sotto dei 50 anni.
Incredibile ma vero i risultati dicono che le donne che indossano scarpe a stiletto con un tacco non inferiore ai 7 cm. dimostrano di avere un migliore allineamento e capacità di contrazione dei muscoli pelvici, fatto questo che induce ad una maggiore eccitazione ed intensità del piacere.
Quindi se non vi siete mai avventurate sul ” tacco 10 ” ora avete un motivo in più per farlo e se siete preoccupate per l’andatura un po’ goffa ” da principiante ” che potrebbe accompagnarvi all’inizio c’è un libro ” How to walk in High heels ” ( come camminare con i tacchi alti ) di Camilla Norton con illustrazioni di Natasha Law, edito nel Regno Unito che è li pronto a darvi una mano per mettervi a vostro agio e camminare sicure e rilassate anche con i tacchi a spillo.
Buona camminata!!!
La notte di Halloween … tremate le streghe sono tornate…
E così arriva la notte delle Streghe….la notte di Halloween con i suoi incantesimi, le sue pozioni e le sue feste fatte con il glamour di abiti e gioielli di gusto gotico.
Vedremo donne che si muovono come creature ultraterrene, vestite del colore della pece e truccate con colori viola e neri che esaltano lo sguardo creando delle ombre che sanno di malaticcio, labbra rosso fuoco e viso di un pallore che ricorda molto da vicino i vampiri.
E per sembrare delle autentiche creature della notte renderanno la loro andatura incerta e traballante con tacchi a spillo da 14 centimetri e zeppe molto simili a delle torri.
Non vi è dubbio che ci sarà da divertirsi questa notte… una notte che trae origine da una festa popolare di origine celtica, quando le popolazioni tribali usavano dividere l’anno in due parti in base alla transumanza del bestiame.
Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra ad accogliere l’inverno, era necessario trovare un ricovero al chiuso per il bestiame che altrimenti all’esterno mal avrebbe sopportato i rigori del gelido inverno, è questo il periodo di Halloween.
I Celti festeggiavano “Samhain” ( ” fine dell’estate ” in gaelico ) che era il loro capodanno; a sera tutti i focolari venivano spenti per essere riaccesi dal ” sacro falò ” curato dai druidi a Tlachtga vicino alla collina di Tara.
Nella dimensione circolare del tempo, presente nella cultura celtica, ” Samhain ” si collocava in un punto al di fuori della dimensione temporale non appartenendo né all’anno vecchio e neppure al nuovo, in questo momento particolarissimo il sottile velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ancor di più diventando penetrabile per cui i vivi potevano accedervi.
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano sui loro tavoli del cibo per loro in segno di accoglienza per quando sarebbero venuti a far visita ai vivi, e da qui nasce l’usanza del “ trick – or – treating ” ( dolcetto o scherzetto? ).
E allora godiamoci fino in fondo questa notte da streghe e se poi vogliamo fare qualcosa di stravagante, ma con i tempi che corrono anche propiziatoria per tempi migliori giochiamoci la cinquina delle Streghe: la zucca 67, la strega 89, la frase Dolcetto (38) o scherzetto (34)?, che viene pronunciata bussando ad almeno 13 porte diverse secondo il rituale della tradizione.
Ed ecco bella pronta la cinquina di Halloween : 67-89-38-34-13.
Buona Festa e Buona Fortuna!
Per chi vuole conoscere la storia della leggenda di Jack O’Lantern basta cliccare sul suo nome
IL TRIANGOLO ….. Sì
Si…è proprio così il “triangolo” è al primo posto delle fantasie segrete di uomini e donne italiane … particolare che viene svelato dal sondaggio ” Quale è la tua ossessione segreta? ” commissionato da Calvin Klein alla iModerate Research Technologies e condotto da quest’ultima in sette diversi paesi ( Usa, Canada, Gran Bretagna,Germania, Russia, Spagna e Italia ) su di un campione di ottomila persone intervistate tra uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 45 anni.
Il 65% degli uomini e il 25% delle donne ” di casa nostra ” pongono al primo posto delle loro fantasie erotiche “ il triangolo “, mentre nel resto del mondo il “ ménage à trois ” è solamente al terzo posto preceduto dalle ossessioni per la gelosia per il partner e per la chirurgia estetica.
Ma il sondaggio va a scavare in un mondo del tutto particolare dove oramai il sentimento dell’amore è stato smitizzato; ecco quindi che gli uomini quando pensano ad una donna si concentrano sulla loro fisicità : il seno, il lato ” B “, le gambe e la lingerie, mentre le donne prediligono il fondo schiena, gli occhi e strano ma vero l’odore dei maschi!!!
Dal sondaggio emergono anche aspetti del tutto nuovi e magari impensati, come il fatto che gli uomini siano meno trasgressivi di quanto le donne possano pensare, mentre al contrario soluzioni estreme o sadomaso sembrano essere ai primi posti delle fantasie segrete del gentil sesso.
La gelosia per il partner che è al primo posto delle ossessioni a livello mondiale, per le donne italiane cede il passo alla attenzione per se stesse e cioè alla chirurgia estetica, mentre al contrario le donne inglesi sono le più gelose in assoluto seguite a ruota dalle russe; tra gli uomini il titolo di ” Mister Otello ” spetta ai russi.
L’interesse poi per la donna molto più giovane è a vantaggio dei tedeschi, mentre gli inglesi hanno il primato nel bondage ( l’essere legati ) e nella fantasia del travestimento..
Insomma c’è un po’ di tutto in questo sondaggio che Calvin Klein ci ha voluto regalare … e di questo lo ringraziamo … però forse sarebbe stato assai più utile per il marchio fondato nel 1968 con l’apertura di una boutique all’interno di un hotel di New York … fare un sondaggio sulle mutande che produce … non so voi .. ma io le trovo terribilmente brutte…



















