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Il crollo di un certo tipo di giornalismo

 

Le elezioni di ieri con la netta vittoria del Movimento 5 Stelle e la notevole affermazione della Lega Nord di Salvini hanno decretato il crollo di un certo tipo di giornalismo che non ha più ragione di esistere!
I due partiti più bersagliati da un giornalismo che ha dato dei poveretti ai candidati del M5S bollandoli come degli sprovveduti e del populista a Salvini sono stati premiati dagli italiani!!
E questo dovrebbe far capire a questo tipo di giornalismo, se ancora ve ne fosse bisogno, che gli italiani non sono poi così cretini come si pensa e questo vale per tutti da nord a sud!
Ieri gli italiani hanno dimostrato andando a votare in maniera corposa che vogliono cambiare e il voto in democrazia va rispettato a partire da chi dovrebbe fare una informazione corretta e non di parte o peggio ancora taroccata!

The collapse of a certain type of journalism
Yesterday’s elections with the clear victory of the 5 Star Movement and the remarkable affirmation of the Lega Nord of Salvini have decreed the collapse of a certain type of journalism that no longer has any reason to exist!
The two parties most targeted by a journalism that gave poor people to the candidates of the M5S by boiling them as the unwary and the populist Salvini were rewarded by the Italians!
And this should make it clear to this type of journalism, if still needed, that the Italians are not so stupid as you think and this applies to everyone from north to south!
Yesterday the Italians have shown going to vote in a substantial manner that they want to change and the vote in democracy must be respected from those who should make a correct information and not biased or even worse!

Linea Honeymania

Politica: cambiare l’Italia si può!

 

Dopo una campagna elettorale in cui la politica ha dato il peggio di se promettendo di tutto e di più pur sapendo che ben difficilmente le promesse fatte potranno essere mantenute, oggi gli italiani avranno la possibilità di cambiare l’Italia!
In tempi non sospetti, quando il Movimento 5 Stelle si stava affacciando sulla scena politica italiana ho scritto che l’unico modo a parer mio per poter cambiare veramente l’Italia non può che essere quello di fare piazza pulita di una classe dirigente che in vent’anni non ha saputo produrre solo disastri.
Oggi dopo 24 anni dalla prima discesa in campo di Berlusconi ce lo ritroviamo come protagonista di questa campagna elettorale grazie alla pochezza di una sinistra che per demerito di Renzi ha fatto in modo di venire relegata al ruolo di terzo incomodo in una lotta per la vittoria finale che appare sempre più un duello all’ultimo voto tra la destra di Berlusconi e il Movimento 5 stelle.
Renzi in questa campagna elettorale ha avuto l’incisività che può avere un morto vivente, capace come è stato di spostare ancora una volta la battaglia elettorale non sui programmi ma sul denigrare gli avversari e trovando scorciatoie elettorali per personaggi impresentabili quali la Boschi dirottata in quel di Bolzano e per quel Pier Ferdinando Casini che dovrà essere eletto nella rossa Bologna nelle liste del PD, lui che è stato il delfino di Forlani ai tempi d’oro della DC e che siede ininterrottamente in Parlamento da 35 anni; un personaggio che ha cambiato una marea di casacche pur di rimanere a galla saltando da destra a sinistra con la grazia di un cardellino e capace di fare incetta di cariche istituzionali nel corso di una carriera politica che verrà ricordata unicamente per le tante poltrone occupate, non fosse altro per il fatto che in 35 anni di attività politica non è stato in grado di promulgare una legge che porti il suo nome.
La sinistra poi si è fatta del male ulteriore mandando in scena quel miserevole valzer delle mummie capitanato dall’emerito presidente Napolitano, dal mai pervenuto in Africa Walter Veltroni e dal sempre spendibile Romano Prodi che sono scesi in campo per ricordare agli italiani che Gentiloni è stato un ottimo presidente del Consiglio e quindi potrebbe essere lui in caso di un ipotetico governo del Presidente e in segno di continuità il prossimo Presidente del Consiglio.
Credo che questi personaggi avrebbero fatto meglio a rimanere all’interno dei loro sarcofaghi dorati perché forse dimenticano che Gentiloni è stato il quarto Presidente del Consiglio non eletto dagli italiani e quando si è cimentato in una consultazione elettorale nel lontano 2003 nelle primarie del PD per scegliere il candidato sindaco di Roma i romani gli hanno preferito Marino, relegandolo al terzo posto con poco più del 15% di preferenze, preceduto addirittura da Davide Sassoli al 30%.
Ma i veri protagonisti nel bene e nel male di questa campagna elettorale sono stati Berlusconi che ha guidato la coalizione di centro destra e Luigi Di Maio candidato premier del Movimento 5 stelle.
Berlusconi ha dimostrato di non aver perso nonostante i suoi 81 anni la sua grande capacità comunicativa e nell’ultimo mese ha fatto il pieno di passaggi televisivi dimostrando anche una notevole resistenza fisica.
Come per il passato anche in questa occasione ha saputo distribuire in maniera sapiente il suo verbo in un crescendo che lo ha portato a dare l’annuncio a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale di aver convinto il Presidente del Parlamento Europeo Tajani ad accettare di essere il candidato premier di Forza Italia e quindi di fatto dell’intera colazione di centro destra e il nome di Tajani potrà sicuramente incidere e non poco per far confluire sulla coalazione di centro destra ulteriori voti rispetto a quelli che al momento gli vengono già accreditati dei sondaggi.


Luigi Di Maio ha condotto con il Movimento 5vstelle una campagna elettorale incisiva e capace di far capire agli italiani che nulla è stato lasciato al caso ma tutto programmato e bene per arrivare a due giorni dalle elezioni con la presentazione al corpo elettorale dell’intera squadra di ministri che si occuperanno dell’Italia in caso di una affermazione del Movimento con una maggioranza utile per poter ricevere dal Capo dello Stato il mandato per formare il nuovo governo.
Di Maio è stato attaccato e ridicolizzato dai suoi avversari che hanno più volte tirato in ballo l’aver fatto in gioventù lavori umili per non dover gravare sulla famiglia.
Renzi & company, ma anche lo stesso Berlusconi hanno più volte parlato di Di Maio come di uno sprovveduto che vendeva noccioline allo stadio partenopeo durante le partite del Napoli o peggio di aver fatto anche il muratore.
Credo che questi attacchi potranno generare nei confronti dei mittenti un effetto boomerang non fosse altro per il fatto che in Italia vi sono centinaia di migliaia di ragazzi che svolgono lavori talvolta anche umili per mantenersi gli studi o per non gravare più di tanto sulla famiglia in attesa di trovare un occupazione stabile che oggi più che mai è diventata un vero e proprio miraggio per i tanti giovani in cerca di un lavoro serio, continuativo ed adeguatamente retribuito.
Il movimento 5 stelle, ricorda come ho scritto più volte il Movimento dell’uomo qualunque fondato dal giornalista Giannini che raccolse un discreto successo nelle amministrative del 1946 e nelle elezioni per l’Assemblea della Costituente tenutesi lo stesso anno, per poi dissolversi come neve al sole nel giro di un paio di anni.
Nella maggior parte dei casi i candidati nelle liste del Movimento 5 stelle sono dei normali cittadini che si propongono se eletti di governare un paese che da oltre 20 anni è in mano ai professionisti della politica che hanno prodotto unicamente danni e aumentato a dismisura il debito pubblico.
Una delle principali critiche che viene mossa al Movimento ed ai suoi candidati, dai professionisti della politica che siedono da una vita in Parlamento è che per governare un paese ci vogliono persone competenti e preparate.
Allora citiamone alcune di queste persone competenti e preparate, giusto per capire la differenza con un potenziale candidato sottosegretario indicato in caso di vittoria dal Movimento a ricoprire non un ruolo di primaria importanza ma di collaborazione con il Ministro.
Vogliamo parlare della Presidente della Camera Boldrini e della sua presenza non ricordo con quale funzione in uno dei programmi delle ragazze Coccodè, dei calendari non certo di Padre Pio della On.le Mara Carfagna, delle comparsate su Playboy della On.le Mussolini, della Ministra Fedeli che dirige l’Istruzione con la terza media, della On.le Lorenzin che con il solo diploma dirige il Ministero della Sanità e come ciliegina della torta che dire del buon Renzi che da giovane si dilettava con la Ruota della Fortuna.
Da più parti si parla già di un eventuale governo del Presidente in quanto lo scenario più plausibile per il dopo voto non dovrebbe prevedere   nessuna forza politica capace di arrivare alla maggioranza richiesta per poter governare da sola.
Mi auguro che gli italiani abbiano invece la forza una buona volta di dare a questo paese una maggioranza capace di governare al fine di evitare il solito carrozzone capace di imbarcare parlamentari a destra e a manca, fatto questo che porterebbe inevitabilmente alla triste e poco edificante spartizione delle poltrone seguendo l’arci noto manuale Cencelli.
La domanda da porsi prima di entrare in cabina mai come questa volta è delle più semplici : voglio cambiare l’Italia o lasciare tutto come sta?
La risposta è solo una.

Smoky Poppy

Non vi lasceremo soli.. detto fatto!

45500La tempesta di neve che si è riversata sul centro Italia già martoriato da una furia sismica senza precedenti ci ha trasmesso se ancora ve ne fosse bisogno una certezza, quella che lo Stato non esiste!
A più riprese governanti e alte cariche dello Stato in questi mesi (5 ne sono passati dal terremoto di Amatrice del 24 agosto) sono andati in processione nei luoghi investiti dalle calamità naturali a ripetere un rosario che immancabilmente si è concluso con quell’incoraggiamento : “non vi lasceremo soli” che oggi suona come una beffa o meglio come un insulto verso quelle persone che per l’ennesima volta si sono fidate di uno Stato che puntualmente ha disatteso quanto aveva promesso.

non-vi-lasceremo-soli
Non si tratta di fare sciacallaggio, di essere penta stellati o leghisti, ma unicamente di constatare che per l’ennesima volta lo Stato non ha mantenuto i propri impegni e trovo veramente disdicevole che alcuni parlamentari che sorreggono il Renzi bis, altrimenti chiamato Governo Gentiloni, abbiano avuto il coraggio di avanzare come scusa alla totale inadeguatezza dei soccorsi il fatto che all’evento sismico si sia aggiunta una nevicata senza precedenti.
Ma di cosa stiamo parlando? Ma qualcuno pensa veramente che sul Gran Sasso vi possano essere le stesse condizioni climatiche di Silvi Marina!
I terremoti non si possono prevedere ma che fosse in arrivo una nevicata di quelle da segnare sul calendario lo sapeva anche un bambino delle elementari, e la Protezione Civile con chi doveva predisporre il piano di intervento per liberare le strade che fine hanno fatto?
Ma ci rendiamo conto che all’uomo che ha telefonato in Prefettura per segnalare la tragica situazione che si stava palesando nell’hotel sul Gran Sasso non hanno creduto!
E così  altri morti per negligenze, imperizie e irresponsabilità di chi mai pagherà per tutto ciò grazie al turbinio di scaricabarile pronto a partire, come consuetudine, appena avvenuto il disastro.
Ma chi ha la responsabilità del mancato approvvigionamento dei mezzi idonei a liberare le strade dalla neve al fine di renderle agibili per poter far pervenire i soccorsi a chi era ed è in pericolo di vita!
Sentire in televisione il capo della Protezione Civile Curcio e il commissario straordinario Errani che ci raccontano che stanno lavorando per normalizzare la situazione è una roba che fa capire quanto la politica sia ormai un qualcosa di estraneo dalla quotidianità che i cittadini vivono sulla loro pelle; questi personaggi parlano una lingua incomprensibile e nonostante il voto del 4 dicembre, all’orizzonte non si vede nulla di buono!
Del resto cosa ci si poteva aspettare da un personaggio come Renzi che con la nomina di Errani ha voluto di fatto politicizzare la Protezione Civile, tanti proclami e tweet ridondanti di “noi con voi” per avere oggi a cinque mesi dal terremoto una situazione fallimentare non fosse altro per non aver saputo mettersi a vento in previsione dell’arrivo dell’inverno.
In occasione del terremoto di Amatrice ho scritto un articolo “Terremoto – gli Italiani ci mettono il cuore, lo Stato gli spiccioli” in cui evidenziavo come gli Italiani non si siano fatti pregare più di tanto a mettere mano al portafoglio per riversare nelle casse dello Stato un aiuto economico da devolvere agli abitanti delle zone terremotate.
Dieci milioni
di euro donati in meno di cinque giorni per arrivare a un totale di circa 28 milioni di euro a tutto il 15 gennaio 2017.
Ma la generosità degli Italiani è stata resa vana da chi ci governa che avendo avocato a sé la disponibilità dei fondi ha di fatto, grazie a mille pastoie burocratiche, congelato l’utilizzo di questi soldi ( e sono passati 5 mesi dalle prime elargizioni).
Ancora oggi non passa telegiornale in cui la RAI ci ricordi quotidianamente che il numero 45500 è ancora attivo, senza però dire in maniera chiara che i soldi donati attraverso quel numero andranno a finire su di un conto corrente infruttifero aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato a favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri!
Quindi, come ben spiegato sul sito della Protezione Civile, i soldi degli Italiani non vanno di fatto direttamente ai terremotati ma passano, attraverso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla politica che per il tramite di un Comitato di Garanti vaglierà attentamente di concerto con le varie entità regionali sul come spenderli.
Mi sembra tutto chiaro! O no? Quello che mi è meno chiaro è per quale motivo dopo il voto del 4 dicembre non si possa far tornare nei tempi brevi gli Italiani alle urne per poter scegliere liberamente da chi essere governati.
Caro Presidente della Repubblica, cari governanti per una volta lasciateci da soli, anche solo per un attimo, giusto il tempo di poter entrare nuovamente nella cabina elettorale.

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Essere o non essere Charlie?

amatricedLa rete in questi giorni è stata squassata da un vera e propria turbolenza con migliaia di commenti al vetriolo a seguito delle vignette pubblicate dalla rivista francese Charlie Hebdo che non hanno risparmiato le zone del centro Italia colpite dal terremoto e soprattutto le vittime che sono state raffigurate come dei piatti di penne gratinate e al pomodoro o peggio ancora come delle lasagne farcite di morti.
Una vignetta che fa schifo incapace di trasmettere nel momento in cui la guardi quello che la satira dovrebbe suscitare, un momento di riflessione. Una vignetta sbagliata!
Vignetta che in Francia era passata del tutto inosservata, ma al contrario appena comparsa in Italia ha suscitato un tale pandemonio da costringere la rivista a pubblicare sulla propria pagina facebook due giorni dopo un’ulteriore vignetta che forniva una sorta di spiegazione per meglio comprendere la prima vignetta che a detta della rivista non era stata capita!
La seconda vignetta si rivolge direttamente agli italiani e recita: “Italiani, non è Charlie Hebdo che ha costruito le vostre case ma la mafia!”.
Questa ulteriore precisazione ha mobilitato ancora di più la rete e migliaia di persone che solo venti mesi fa hanno postato sulla propria pagina facebook il motto “JesuisCharlie” oggi lo sostituiscono con un il più consono “JesuisnepasCharlie”.
Quando Parigi e la redazione di Charlie Hebdo vennero prese d’assalto dai terroristi scrissi un articolo dal titolo “La strage di Parigi racconta che l’Europa è in guerra!” in cui invitato ad andare a rivedere con la dovuta calma le vignette pubblicate da Charlie Hebdo nel corso degli ultimi anni per scoprire che i giornalisti di questa testata non hanno pubblicato solo vignette irriverenti contro il mondo islamico o contro la chiesa o questo o quel politico, ma anche centinaia di vignette in cui invitavano i potenti a fare una seria riflessione sulle conseguenze che avrebbero potuto avere i continui interventi armati in quei paesi da cui attraverso propri emissari ( e non per un tragico destino ) sono stati barbaramente uccisi.
Charlie Hebdo è Charlie Hebdo e non cambierà mai, ma una vignetta dura lo spazio di un attimo ( mentre un terremoto ti segna per la vita), e in questo infinitesimo lasso di tempo deve essere in grado di promuovere una riflessione, talvolta può anche far sorridere ma se ci riesce è un di più, la satira è molto differente dalla comicità!
Prima del tragico assalto terroristico in cui fu sterminata la redazione, Charlie Hebdo aveva serie difficoltà economiche e andava in edicola tirando 10.000 copie.
La tragedia ha scatenato una catena di solidarietà a livello mondiale, tanto che grazie alla marea di donazioni il numero mandato in edicola dopo la tragedia fu tirato in un milione di copie.
Oggi Charlie Hebdo a venti mesi dalla tragedia è ritornata ad essere una rivista per pochi intimi, incapace tra l’altro di riuscire a sostituire in maniera adeguata gli autori che caddero sotto il fuoco dei terroristi.
Per carità, chi facendo il proprio lavoro non ha mai commesso un errore? Ma quella vignetta che raffigura le lasagne infarcite di morti a guardarla bene mi ricorda tanto quel “Macheronì” con cui venivano chiamati all’inizio del secolo i nostri migranti in Francia, e chissà che dentro non ci sia anche un pizzico d’invidia per quel sugo all’amatriciana servito su tutte le tavole del mondo e che per la sua semplicità suona come un affronto per chi si riempie la bocca citando piatti ( Soupe gratinée à l’oignon, Boeuf bourguignon, Tarte tatin, Bouillabaisse, Confit de canard, Coq au vin, Foie gras, Quiche Lorraine, Escargot à la bourguignonne) che per quanto elaborati e appetibili non sapranno mai trasmettere la goduria che sa dare un piatto di pasta all’italiana (che noi italiani ci sogniamo ad occhi aperti ogni qualvolta siamo in giro per il mondo).
La seconda vignetta, quella che ci ricorda che le nostre case sono costruite dalla mafia, fa parte della visione che molti stranieri hanno dell’Italia e degli italiani : “pasta,pizza,mafia e mandolini”, dove spesso e volentieri per mafia s’intende malaffare e corruzione.
E qui l’attimo di riflessione può scattare, basti pensare:
– a quelle risate che si scambiavano alle 4 del mattino, subito dopo il terremoto dell’Aquila, quegli imprenditori che già pregustavano lasagne infarcite di appalti per le loro aziende;
– a tutti quei tecnici che a suon di timbri hanno dato per sicuri edifici che sono miseramente crollati al suolo;
– a quella manciata di condannati per il disastro de L’Aquila che a ottobre vedranno cadere in prescrizione tutti i procedimenti non ancora portati a termine.
E che dire di un’Italia che a Messina a distanza di oltre cent’anni dal tragico terremoto del 1908 vede ancora in piedi nel quartiere dell’Annunziata le baracche tirate su dagli svizzeri e dai prussiani.
Ecco allora che quella seconda vignetta può diventare una sorta di manifesto di quello che rappresenta il terremoto per l’Italia, una marea di soldi pubblici distribuiti a raffica per mettere in sicurezza e ristrutturare territori ed edifici, finiti il più delle volte in prebende a tecnici e imprenditori.
Del resto fino a quando avremo politici ed esponenti del governo che vedono nel terremoto un volano per l’economia saremo sempre esposti al vignettista di turno!

Terremoto – gli Italiani ci mettono il cuore, lo Stato gli spiccioli!

45500Non poteva che essere così, alle ore 12 di oggi lunedì 29 agosto a soli cinque giorni dal terremoto che ha colpito il centro Italia gli Italiani hanno risposto con il cuore a questa catastrofe donando attraverso i loro sms inviati al numero 45500 la somma di 10.041.730,00 euro!
Dieci milioni di euro che stanno a testimoniare quanto gli Italiani sappiano essere solidali tra di loro con i fatti, lasciando le parole ai rappresentanti di quelle Istituzioni che anche in questa tragica evenienza hanno messo in atto la solita passerella mediatica in cui hanno espresso la loro vicinanza e solidarietà ai malcapitati di turno.
Abbiamo sentito frasi di circostanza del tipo: “non vi lasceremo soli”, “siamo una grande famiglia” “lanceremo il progetto Casa Italia”, “chiederemo a voi come dovremo ricostruire”.
Ma chi veramente ha oltrepassato il limite della decenza è stato il ministro Alfano che in visita ad Arquata del Tronto ha detto: “La filiera dei soccorsi ha funzionato alla perfezione, siamo qui a mostrare il nostro dolore ma anche l’orgoglio e la riconoscenza per tutta la filiera dei soccorsi” mentre ha tagliato corto in merito alle polemiche sorte sull’inadeguatezza degli edifici pubblici distrutti dal sisma affermando che: “Nella lotta tra uomo e natura vince sempre la natura. Evitiamo le ipocrisie, siamo un paese sismico. Se avessimo avuto inefficienze avremo dovuto scusarci con italiani. Ci saranno accertamenti per verificare responsabilità, siamo tutti a lavoro ciascuno al nostro posto. Ma il sistema dei soccorsi ha retto l’urto”.
Peccato che i cronisti della testata giornalistica “NewsTown – Le notizie dalla città che cambia” presenti fin dalle prime ore del mattino nella città di Amatrice raccontino un’altra storia che parla di solo due mezzi dei vigili del fuoco e di alcune ambulanze ( presumibilmente provenienti dagli ospedali di Amatrice, Rieti e L’Aquila) alle ore 8.30/9.00 e quindi a circa 6 ore dalla scossa delle 3.30 – con tanto di foto che inquadra i due mezzi dei Vigili del Fuoco.
La versione dei cronisti viene confermata da Pietro Di Stefano, assessore alla Ricostruzione del Comune dell’Aquila, che durante l’audizione nella II Commissione Territorio conferma che: “Quando siamo arrivati ad Amatrice, c’erano 4 o 5 funzionari di Protezione civile, una decina di Vigili del Fuoco e nessun altro. Evidentemente, c’è qualcosa che non va: sono le prime ore ad essere importanti, se si vogliono salvare delle vite. E per farlo, è necessaria organizzazione”.
Per contro il ministro Alfano ha lanciato un tweet dal suo account twitter in cui ci fa sapere con tanto di foto a corredo che : “Sui luoghi da cui partono i soccorsi. Accanto ai nostri eroi in divisa.Tutti al lavoro ciascuno al suo posto” – tweet che senz’altro potrà utilizzare con orgoglio nelle sue prossime campagne elettorali. Povera Italia!
Ma tornando al cuore degli Italiani, lo Stato o sarebbe meglio dire il Governo Renzi da par suo ha risposto deliberando nel Consiglio dei Ministri (convocato appositamente per far fronte alle prime esigenze delle zone terremotate) uno stanziamento di 50 milioni di euro destinati agli interventi di immediata necessità che verranno coordinati dalla Protezione civile.
Da notare che attualmente il Fondo per le emergenze nazionali dispone di 234 milioni, si avete letto bene, sono disponibili duecentotrentaquattro milioni su di un Bilancio di previsione 2016 che prevede spese per oltre 600 miliardi di euro.
Ma forse è utile sapere che:
– nel 2015 attraverso la Consip (è la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana. Opera nell’esclusivo interesse dello Stato e il suo azionista unico è il Ministero dell’economia e delle finanze) l’INAIL ha speso 15 milioni di euro per il restyling del proprio sito web;
– sempre attraverso la Consip il Governo Renzi ha previsto per il 2015 una spesa di 106 milioni di euro per l’acquisizione di 5.900 auto in leasing per la Pubblica Amministrazione;
– nel febbraio 2015 la Corte dei Conti ha sentenziato che i colossi BPlus e HGB che operano nel campo delle slot machine e dei videopoker, pagheranno all’erario poco più di 400 milioni di euro (BPlus – 335 e HGB –72) a fronte di una sentenza del 2012 che prevedeva una sanzione di 2,5 miliardi di euro.
In pratica lo Stato ha condonato a questi gestori di slot machine più di 2 miliardi che oggi sarebbero stati utilissimi per far fronte a questa tragica evenienza.
– l’Air For Renzi, l’Airbus A340-500 di cui il nostro Premier si è dotato per i suoi spostamenti e i cui documenti di acquisizione della trattativa tra Palazzo Chigi, Alitalia e Ethiad sono stati totalmente secretati (necessitano di un permesso speciale per essere consultati)alla faccia della trasparenza – perché sull’Airbus è previsto che possano viaggiare non solo il Premier ma anche il presidente della Repubblica e vari membri del governo, costerebbe da come traspare da un atto ministeriale inviato ai Presidenti delle Camere, una cifra molto vicina ai 15 milioni di euro all’anno.
Infatti la “Nota aggiuntiva per la Difesa 2016” come riportato dal Fatto quotidiano certifica che la voce “trasporto aereo di Stato” di solito pari a 2,5/3 milioni di euro l’anno sale per l’anno 2016 a 17,4 milioni di euro, con un aumento del 622% rispetto al 2015.
Da notare come ciliegina sulla torta che questo gioiellino quando è in movimento beve circa 18.500 euro l’ora di combustibile, quattro volte il consumo degli aerei adibiti al trasporto dei Vip;
– giusto per la cronaca è passata quasi inosservata a stampa e tv la visita privata in Italia della prima ministra norvegese Erna Solberg che ha volato con normali voli di linea low-cost e che ha prenotato e pagato direttamente gli alberghi dove ha soggiornato tramite Booking.com ed Expedia. Certo! Una prima ministra così non può far notizia mentre si aggira per Firenze come una normale cittadina che si mette in coda per andare a visitare la Cupola del Brunelleschi;
– che dire poi della ministra svedese, Aida Hadzialic, che si è dimessa  scusandosi con i cittadini per aver bevuto due bicchieri, «uno di vino e uno di spumante» e fermata dalla polizia sul ponte che collega la Danimarca alla Svezia.
Ho scritto recentemente che in Italia manca la cultura della prevenzione e per curiosità sono andato a guardare come siamo messi in campo geologico, beh non ci crederete ma in Italia i dipartimenti di Scienze della terra sono passati dai 29 del 2010 agli 8 del 2016 (le 8 sedi rimaste sono: alla Federico II di Napoli, alla Sapienza di Roma e poi a Bari, Pisa, Firenze, Torino, Milano e Padova).
Questo il comunicato stampa emesso in proposito dal Consiglio Nazionale dei Geologi.
In Italia sono trascorsi ormai cinque giorni dalla tragedia e non si è ancora sentita una volta la parola “scusa” che dovrebbe essere pronunciata da coloro che avevano il compito ben preciso di vigilare sulla messa a norma degli edifici pubblici crollati miseramente.
Del resto cosa ci possiamo aspettare da una classe dirigente che esprime un Governo e dei ministri che vedono il terremoto come un’opportunità di ripresa economica, arrivando ad affermare come ha fatto il ministro delle infrastrutture Del Rio a Porta a Porta che : «Oggi l’Aquila è il più grande cantiere d’Europa».
Illustri economisti hanno da sempre sostenuto che quando si debba affrontare una grande crisi economica uno dei rimedi più efficaci sia quello di far nascere una guerra, ma questi illuminati non hanno tenuto conto che gli Italiani sono da sempre in guerra con una classe politica che è capace solo a promettere senza mai mantenere e far crescere a dismisura il debito pubblico per alimentare con le più svariate prebende  il proprio consenso elettorale.
A questo proposito è di questi giorni l’annuncio del super manager Marchionne che si è schierato per il SI al referendum, a che pro? Le aziende che dirige non sono più in Italia, lui abruzzese di nascita si divide tra la Svizzera, dove è domiciliato, e il Canada.
Da quello che leggo sui social (dove non penso scrivano solo i supporter del M5S) il vento sta cambiando, la gente è stufa di essere tartassata e chissà che l’ennesima tragedia ricaduta sulla pelle degli Italiani non li spinga a cambiare, a cercare di creare un’alternativa a una classe dirigente che giorno dopo giorno dimostra di essere sempre più lontana dai bisogni quotidiani di chi ha un’attività, di chi vive con una miseria di pensione, di chi è senza lavoro, di chi non riesce a pagarsi gli studi.
Basta con i politici nominati, ogni cittadino, ogni comunità dovrà avere il sacrosanto diritto di mandare in Parlamento la donna o l’uomo che sapranno portare avanti le aspettative del territorio che andranno a rappresentare, i parlamentari dovranno risiedere non solo nella regione di appartenenza ma nel collegio in cui si presenteranno.
Solo così si avrà la certezza che gli eletti se non faranno il loro dovere, alla prossima tornata elettorale potranno essere mandati a casa.

Nell’Italia a rischio terremoti manca la cultura della prevenzione

tricolore-mezz-astaSvegliarsi la mattina e apprendere dalla radio e dalla tv che un’ampia zona dell’Italia centrale è stata colpita nel cuore della notte dal terremoto è un qualcosa che ti mette tristezza e che ti porta a pensare nell’immediato, prima ancora di veder scorrere le immagini in tv, alla disperazione che sta avvolgendo gli abitanti di quelle zone che in pochi secondi hanno perso gli affetti più cari e i ricordi di una vita, e che attraverso i loro occhi realizzano da subito che per quanto accaduto non vi è più nulla da fare.
Sono momenti in cui va in scena una disperazione silenziosa che purtroppo nel nostro Paese torna a ripetersi ciclicamente (basta dare uno sguardo al sito dell’ INVG – Centro Nazionale Terremoti) specie lungo quella dorsale appenninica (dalla Garfagnana a Messina) che è tristemente nota come zona sismica.
Ti viene voglia di allargare le braccia per trasmettere in un ipotetico abbraccio tutta la tua solidarietà e commozione a queste persone che sono toccate da un dolore che credo possa essere definito “indescrivibile”.
Poi la mattinata scorre via e ti accorgi che mentre cerchi di fare il tuo lavoro con in sottofondo la radio accesa sulla diretta dalle zone terremotate, cominci a ragionare sul fatto che sono trascorsi 7 anni dal terremoto che devastò l’Aquila (che dista circa 40 km. in linea d’aria da Amatrice) e nulla o quasi è stato fatto da chi ha governato l’Italia in questi anni per impedire che una scossa di magnitudo 6 come quella avvertita ad Amatrice possa rendere del tutto inagibile il locale Ospedale (una struttura pubblica evidentemente non a norma).
Intanto dalla radio ti arrivano gli interventi della Presidente della Camera On.le Laura Boldrini e del responsabile nazionale della Protezione Civile Ing.Fabrizio Curcio che si rimpallano i complimenti, la Presidentessa per la professionalità messa in campo dagli operatori della Protezione Civile e il responsabile nazionale della Protezione Civile per aver da subito allertato il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri con competenze sull’evento sismico in modo da poter concertare un piano di interventi il più possibile armonico.
Leggi poi a ulteriore conferma della necessità di interventi di prevenzione su queste zone che proprio Amatrice e Accumoli furono rase al suolo o quasi nell’ottobre 1639 da un terremoto e allora, pur sapendo benissimo che i terremoti non sono prevedibili, ti sorge spontanea una domanda: per quale motivo in Italia terremoti di magnitudo 6 causano catastrofi mentre in altri paesi, quali ad esempio il Giappone, vengono poco più che avvertiti?
La risposta è semplicissima e si chiama “malapolitica”, quell’insieme di intrallazzi, immobilismo o peggio ancora di finanziamenti concessi e mai usati che hanno consentito in tutti questi anni a chi governa di tirare a campare senza mai affrontare in maniera seria un piano di interventi strutturali, di manutenzione ordinaria e di prevenzione nelle aree soggette a rischio sismico.
La “malapolitica” non ha colorazione ma è quella che in queste tragiche evenienze non fa mai mancare attraverso le più alte cariche istituzionali la propria solidarietà che puntualmente si traduce nella più classica delle frasi: “non vi lasceremo soli”.
Il Premier Renzi in conferenza stampa a Rieti ha assicurato che si comincerà a lavorare per la ricostruzione già da domani, peccato che durante il suo viaggio istituzionale non si sia spinto fino a L’Aquila e Onna dove avrebbe potuto constatare di persona a che punto sia la loro ricostruzione a 7 anni dal terremoto che le ha interessate.
Questa notte nelle tendopoli che verranno allestite migliaia di persone passeranno la loro prima notte all’addiaccio e credo che per molti di loro l’ultimo pensiero prima di coricarsi non sia quello di essere soli ma di non avere alcuna certezza di poter ritornare in tempi brevi alla normalità!

Buonanotte!

StampaAmatrice proprio in questa settimana si apprestava a fare festa e ad accogliere migliaia di turisti per la 50° edizione della Sagra degli spaghetti all’Amatriciana, piatto che l’ha resa famosa in tutto il mondo.

Credits photo:Ansa

Quando l’autogol è un capolavoro!

Invito all'assaggio 6 bottiglie di Prosecco di Valdobbiadene Superiore DOCG con spedizione gratuita!

Renzi-Rowhani-conferenzaDa ragazzino quando seguivo i miei genitori in casa di qualche loro amico mi arrivava puntuale, pur essendo un tipo piuttosto tranquillo, la predica di rito : “mi raccomando comportati bene, stai al tuo posto, a tavola non fare richieste strane, mangia quello che ti viene servito e ricordati che non sei a casa tua”.
In quei tempi l’essere ospite in casa di altri significava rispettare le regole non scritte del galateo e credo che ancora oggi le persone educate e di buon senso abbiano ben chiaro quale sia il giusto mix di comportamenti da seguire da una parte e dall’altra per portare a compimento nei migliore dei modi un momento d’incontro.
Quello che è successo in occasione della visita romana del presidente iraniano Hassan Rouhani è qualcosa di avvilente per la cultura del nostro Paese e soprattutto per gli italiani.
Si potrebbe disquisire su quanto possa essere discutibile ospitare il presidente di un regime dove le esecuzioni capitali sono perennemente all’ordine del giorno, che incarcera e tortura i prigionieri politici, che umilia le donne e che nonostante fosse stato approvato dall’Onu un documento proposto dall’Unione europea sulla depenalizzazione dell’omosessualità, ritiene per il momento di considerare ancora un reato l’omosessualità, punibile con la condanna a morte. ( fonte: formiche.net).
Secondo i dossier di «Nessuno tocchi Caino» in Iran sono state giustiziate nel 2015, 1.084 persone contro le 753 del 2014.
Forse più che coprire le nudità delle statue capitoline qualcuno di quelli che gli hanno stretto calorosamente la mano (Matteo Renzi, Sergio Mattarella) avrebbero dovuto chiedergli conto del mancato rispetto dei diritti umani nel suo Paese, visto che l’Italia è tra coloro che stanno punendo con sanzioni la Russia di Putin.
E’ il caso di dire che mai come in questo caso “pecunia non olet” visto che Rouhani ha portato con sé 17 miliardi di euro di accordi per le aziende italiane, ben accolti dal presidente di Confindustria Squinzi.
Che pensare poi di un Pontefice amato in tutto il mondo (non volle stringere la mano al Dalai Lama per non urtare il regime cinese) che pure lui si è piegato al quel dio denaro che giorno dopo giorno dice di voler combattere.
Ma il bello dell’intera vicenda è che come sempre avviene in Italia ogni qualvolta la politica ne combina una delle sue, prontamente parte il giochino dello scarica barile!
Il Governo dice di non saperne nulla, il ministro Franceschini ancora meno e prontamente scarica il tutto sulla Sovrintendenza della Capitale, la quale a sua volta rigetta le accuse alla Presidenza del Consiglio!
E così al segretario generale di Palazzo Chigi non pare vero di poter dare il meglio di se stesso ( che per un buropolitocratico è una vera goduria) avviando un’indagine interna per poter accertare le responsabilità e fornire tutti i necessari chiarimenti in merito alla vicenda.
Ma per scoprire chi ha coperto migliaia di anni di arte e cultura per non turbare la sensibilità di un regime che non brilla certo per umanità, non era sufficiente fare duebarratre telefonate?
Si fa il nome di Ilva Sapora, dirigente dell’ufficio del Cerimoniale della presidenza del Consiglio, che in pratica guida il Cerimoniale da tre anni.
Questa signora segue il Premier in Italia e all’Estero pur avendo una conoscenza dell’inglese a livello elementare, come recita il suo curriculum sul sito della Presidenza del Consiglio ( ma questo aspetto potrebbe essere un pregio, per un Premier che è fermo a “the pen is on the table”).
Come sostiene il Corriere sembra quanto mai improbabile, visto il metodo di lavoro di Renzi, “che possa aver preso la decisione di coprire i nudi del Campidoglio in totale autonomia”.
Ad avvalorare questa tesi c’è fatto non secondario il precedente dell’ottobre scorso, quando a Firenze, in occasione del vertice bilaterale con lo sceicco Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, Renzi fece oscurare dal cerimoniale di Palazzo Chigi e di Palazzo Vecchio con un pannello blu gigliato una scultura di Jeff Koons ex marito della pornostar Cicciolina.

Ministra-Guidi-chador
Ma c’è di più, le nostre politiche quando vanno a Teheran o nel mondo islamico (come testimoniano le foto, tra cui una assolutamente fantastica della ministra Guidi in chador) sentono il bisogno di indossare il burqua per rispetto alla cultura islamica, mentre noi al contrario quando Rouhani viene a Roma ci auto censuriamo coprendo il nostro patrimonio culturale!
Detto che le statue non andavano coperte, se proprio era irrefrenabile il bisogno di prostrarsi si poteva evitare questo clamoroso autogol cambiando il percorso della visita ed evitando una figuraccia mondiale!
Per la cronaca, è opportuno precisare che durante le visite ufficiali le rappresentanti di altri Paesi, nel mondo islamico non sono tenute a indossare il velo, ma come ha chiarito Stefania Craxi ( in occasione della presentazione a Udine sul libro delle vicende di Sigonella) quando si incontra un autorità religiosa l’uso del velo è giusto.
Peccato che in occasione della visita del Premier Renzi e del suo entourage a Papa Francesco nessuna delle donne presenti abbia sentito il bisogno di coprire il capo con un velo nero, così come aveva già fatto anche la presidente della Camera Boldrini e la figlia del Presidente Mattarella.
Potrei parlare del vino non servito durante il pranzo conviviale per rispettare la cultura islamica, in un Paese che è il primo produttore al mondo di vino, ma non voglio infierire oltre per rispetto ai produttori di vino italiani.
A proposito di rispetto mi piace ricordare un fatto accaduto nel maggio del 2007, quando durante una visita a Udine dell’ex presidente dell’Iran Khatami fu programmato un incontro, con i vertici dell’Assindustria friulana, al quale non ha potuto partecipare Giannola Nonino in quanto produttrice di grappa.
Sta bene adeguarsi alle regole altrui quando si va all’estero, ma anche chi viene in Italia dovrebbe rispettare le nostre regole, la nostra cultura e la nostra religione.

Papa-Renzi