Stefano Fassina il calimero del PD dopo aver lasciato il partito ha rotto gli indugi e si è fatto grande promuovendo al teatro Palladium alla Garbatella un incontro dal tema “Scuola lavoro democrazia, futuro a sinistra” a cui hanno partecipato Pippo Civati, Cofferati, esponenti di SEL e Rifondazione comunista, oltre a una nutrita schiera di militanti che hanno stracciato la tessera del PD.
Il leader in pectore della nuova sinistra non ha scelto una data a caso per la sua presentazione, ma lo ha fatto il 4 luglio che come lui stesso ha spiegato: “Oltre all’Indipendenza degli Stati Uniti oggi celebriamo anche l’indipendenza da una sinistra rassegnata e subalterna”.
Fassina davanti ad una sala gremitissima non ha usato giri di parole ma anzi è andato diritto al problema affermando: “Stiamo costruendo un partito di governo che mette insieme la sinistra vera. Quella alternativa a Renzi, che di sinistra non ha nulla”.
Nel suo intervento l’ex vice ministro dell’Economia del Governo Letta ha citato Edoardo Bennato e la sua celebre “L’isola che non c’è” per lanciare il messaggio che la nuova formazione politica che si materializzerà subito dopo la pausa estiva nasce proprio per andare verso quell’isola che oggi non c’è e nella quale potranno coabitare le diverse anime della sinistra che nulla condividono con il PD di Renzi.
Quello che si apprestano a lanciare Fassina, Civati e & co. è un progetto politico molto interessante che potrà portare a risultati da doppia cifra elettorale nel momento in cui saprà imbarcare nel viaggio verso l’isola la moltitudine di naufraghi della sinistra che si sono visti costretti a scendere da un barcone, quello del PD, che fa acqua da tutte le parti.
Renzi ha fatto spallucce, ma è chiaro a tutti che ha accusato il colpo, tanto che dopo l’annuncio dell’addio di Fassina al PD si è affrettato a dire ai componenti del suo cerchio magico di non attaccarlo pubblicamente e se possibile di non commentare e non è difficile capire il motivo di questo suo atteggiamento.
Infatti se l’uscita di Pippo Civati è stata bollata dall’entourage di Renzi con la più classica delle battute: “ se ne è andato perché ha perso la corsa per la segreteria e perché non conta nulla” quella di Fassina è una defezione di quelle che può fare male e soprattutto nata per dare voce ai tanti militanti che non si riconoscono più in un PD che sa molto di Fanfani e poco o niente di Berlinguer.
Ecco allora che diventa estremamente controproducente per Renzi e combriccola dare contro a chi come Fassina ha messo da parte gli interessi personali per portare avanti quell’idea di sinistra che non si riconosce per nulla nelle riforme portate avanti dal Governo Renzi.
Fassina può essere simpatico o antipatico ma sicuramente è una persona coerente con le proprie idee e rispettoso degli impegni presi a suo tempo con gli elettori (alle primarie per le politiche del 2013 a Roma città fu il più votato con oltre 11.000 preferenze) non ci ha pensato due volte a lasciare un partito in cui le differenze non vengono rispettate ma anzi fatte oggetto di sberleffi.
Fossi in Renzi comincerei a guardarmi a sinistra con una certa apprensione visto che la sua luna di miele con una parte della metà degli italiani è pressoché finita, come recitano i sondaggi che vedono lo sgretolamento costante del suo consenso.
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Dignità non è una nuova Legge truffa!
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, non eletto dai cittadini, ma nominato dal Presidente Napolitano e da un Parlamento di trasformisti ha scritto ieri una lettera strappa lacrime ai segretari dei circoli del PD che iniziava cosi: “Care compagne e compagni, care amiche e cari amici, care democratiche e cari democratici, scrivo a voi responsabili dei circoli del nostro partito in un momento delicato della vita istituzionale del Paese.” e in un ulteriore passaggio sottolineava “c’è in ballo soprattutto la dignità del nostro partito”.
Credo che dignità sia un concetto profondo e trovo che sia offensivo utilizzarlo per dirimere una polemica interna a quello che una volta era il partito della sinistra e oggi si appresta a diventare il partito della nazione imbarcando una marea di trasformisti tra cui si mormora i vari Verdini & company e la famiglia Bondi.
Basti pensare che negli ultimi 24 mesi tra Camera dei Deputati e Senato della Repubblica vi sono stati ben 235 cambi di casacca (119 alla Camera e 116 al Senato) che testimoniano come per buona parte dei deputati l’imperativo primario a questo punto della legislatura sia cercare di garantirsi una poltrona anche per la prossima tornata elettorale.
Ecco quindi che Renzi si è trovato indicata dagli stessi deputati la strada da seguire, quella del ricatto, che ha esercitato chiedendo in Parlamento per il suo Governo una fiducia ogni 12 giorni ben sapendo che il non votare la fiducia avrebbe significato per i parlamentari in automatico la non riconferma in un futuro Parlamento di nominati.
Poche ore fa la ministra Boschi ha posto alla Camera dei Deputati la fiducia sulla legge elettorale, quell’Italicum che passerà alla storia come la terza Legge truffa del nostro Paese dopo la Legge Acerbo del 1923 (voluta da Mussolini) e la Legge Truffa del 1953 (fermamente avversata dall’allora Partito Comunista).
Peccato che il 15 gennaio 2014 Renzi in un tweet scriveva: “Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato”.
Tornado al concetto di dignità usato da Renzi nella sua lettera al popolo di sinistra credo siano opportune alcune riflessioni:
– dignità vuol dire anche essere affidabili e mantenere gli impegni presi, come nel caso del tweet sulla legge elettorale andato completamente disatteso;
– dignità vuol dire anche spiegare cosa ci faceva il ministro Polletti a tavola con il protagonista di Mafia capitale;
– dignità vuol dire anche spiegare cosa ci faceva (e quanto ha pagato, se ha pagato lui) alla cena elettorale promossa da Renzi per la raccolta fondi per il PD il protagonista di Mafia capitale;
– dignità vuol dire anche spiegare le candidature di De Luca in Campania ( che se eletto verrà dichiarato decaduto in quanto ineleggibile ) e della Paita in Liguria, indagata per omicidio e disastro colposo per l’alluvione dell’ottobre 2014, nonché artefice di una vittoria alla primarie liguri in cui ha imbarcato voti da ogni parte politica pur di garantirsi la vittoria;
– dignità vuol dire anche mandare a casa la ministra Giannini che ha dato degli “squadristi” agli insegnati che la contestavano a Bologna;
– dignità è avere la dignità di farsi eleggere dai cittadini prima di stravolgere la Costituzione e varare una legge elettorale che consegnerà l’Italia a se stesso per gli anni a venire!
Oggi per poter porre la fiducia sulla legge elettorale il Premier Renzi ha convocato un Consiglio dei Ministri straordinario, dove nel giro di pochi minuti si è deliberato che è cosa buona e saggia per il Paese approvare nel più breve tempo possibile la nuova legge elettorale (magari prima delle elezioni regionali) nell’interesse dei cittadini che secondo lui hanno come desiderio primario l’avere una nuova legge elettorale, piuttosto che un lavoro sicuro o migliori condizioni di vita.
A questo punto credo che quella che oggi viene chiamata minoranza all’interno del Pd non abbia più alibi e se veramente ritiene che la presa di posizione di Renzi sia l’anticamera della non democrazia ha solo una cosa da fare, staccare la spina!
Renzi e l’arte del baratto!
Mentre il buon Renzi va a farsi una gita premio negli USA per andare a trovare il Presidente Obama senza peraltro che si sappia il motivo che lo ha spinto oltre oceano in Italia la Whirpol, multinazionale statunitense che lo scorso anno rilevò la marchigiana Indesit, ha comunicato che il piano industriale della società prevede nell’immediato 1.350 esuberi di cui 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri di ricerca, oltre alla chiusura dello stabilimento di Caserta dove lavorano circa 800 persone.
Il premier Renzi aveva definito l’operazione come “fantastica” e di aver “parlato personalmente con gli americani a Palazzo Chigi” mentre nell’intervista rilasciata il 13 luglio 2014 al Corriere della Sera ebbe a dire anche: “Noi, se ci riusciamo, vogliamo portare aziende da tutto il mondo a Taranto, a Termini Imerese, nel Sulcis, come nel Veneto. Il punto non è il passaporto, ma il piano industriale. Se hanno soldi e idee per creare posti di lavoro, gli imprenditori stranieri in Italia sono i benvenuti”.
Un’altra delle sue balle colossali che diventa prova provata, il suo Governo afferma di aver aumentato i posti di lavoro in Italia e solo con questa operazione “ fantastica “ 1.350 italiani perderanno il lavoro!
Ma il buon Renzi non si ferma davanti a nulla e continua a portare avanti la sua personale campagna di auto marketing e così capita che dia notizia sulla sua pagina facebook dell’incontro avuto con gli studenti della Georgetown University dove ha parlato alla vigilia del suo incontro con Barack Obama alla Casa Bianca.
Agli studenti ha detto tra le altre cose : “per troppo tempo però il nostro Paese è stata la bella addormentata nel bosco, come se il meglio fosse già accaduto e potessimo vivere il presente solo sognando il nostro grande passato. Ma noi siamo qui per svegliare la bella addormentata, noi siamo qui per dare un indirizzo al futuro. Questo indirizzo è il lavoro straordinario, l’energia, l’impegno che abbiamo messo in questo primo anno nelle riforme: la legge elettorale, l’architettura istituzionale, la PA, il fisco, il jobs act, la giustizia, la lotta alla corruzione, la buona scuola, l’innovazione”.
E chi poteva parlare di favole meglio di lui che ha dimostrato giorno dopo giorno di essere l’insuperabile Pinocchio della politica italiana!
Ma la vera notizia bomba di queste ore è che pinocchietto Renzi sembra sia pronto a barattare la Riforma del Senato ( tanto voluta presto e subito ) per avere via libera sulla legge elettorale dalla minoranza del suo partito, quel PD che sta veramente dando il peggio di sé con una minoranza che se avesse solo un minimo di dignità voterebbe contro l’Italicum per far cadere un Governo illegittimo e ridare ai cittadini la possibilità di eleggere un nuovo Parlamento che possa dar vita a un Governo che abbia una legittimazione popolare e non l’imprimatur di una nomina presidenziale ( come i due che l’hanno preceduto).
L’aria sta cambiando e Renzi da abile venditore di fumo lo sa benissimo e non a caso vuole far passare a tutti i costi e in velocità l’Italicum per poter poi andare al voto con una legge che concede la maggioranza assoluta dei seggi ad una forza politica che ammesso e non concesso che possa prendere il 40% dei voti non ha la maggioranza assoluta nel paese visto che la minoranza o meglio i perdenti rappresenterebbero comunque il 60% degli aventi diritto al voto.
A questo proposito il sondaggio condotto da IXE’ per Agorà la dice lunga su come la pensano in questo momento gli italiani, che dicono: nel 64% dei casi che il Governo Renzi ha fatto peggio del previsto e nel 57% dei casi che il dibattito sulla legge elettorale è superfluo essendo altre le priorità per il paese.
E allora Renzi che fa? Tira fuori dal cilindro magico l’arte del baratto! E con chi la fa questa sorta di permuta : a me l’Italicum a voi il Senato eletto! Con la minoranza del suo partito che altrimenti non gli voterebbe la legge elettorale in Parlamento.
Ma chi lo ha votato Renzi per fare e disfare una legge elettorale ad uso e consumo unicamente del suo partito politico? Nessuno! Perché si è sottratto al voto popolare mandando l’oramai famoso tweet #staisereno al malcapitato Letta.
Qualcuno lo fermi prima che sia troppo tardi! Non ci sono di mezzo i vari mal di pancia del PD ma qualcosa di molto più importante: la democrazia del nostro paese!