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MercArtino .. l’economia circolare del riuso

A Torino ha appena aperto MercArtino un meraviglioso show-room con oltre 2000 mq di esposizione in cui si possono trovare: vintage design, quadri antichi, oggettistica di pregio, mirabilia e abbigliamento griffato.
MercArtino per favorire una sana economia circolare del riuso ♻ offre anche la possibilità a chi fosse interessato di esporre nello show-room i propri oggetti al fine di poterli vendere.
Ad accogliervi nello show-room in via Brusnengo 5 A/B troverete Martina Genta che saprà illustrarvi le caratteristiche degli oggetti esposti e valutare con la dovuta attenzione e professionalità i vostri oggetti da mettere in vendita
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MercArtino
Via Brusnengo 5 A/B
( traversa di c.so Grosseto)
TORINO
📞 +39 011 7802084
mercartino@gmail.com
Per info e vendita
WhatsApp 3428666302

 

 

 

Capre bianche e api nere – Donald Grant

Capre-bianche-libro-copertinaMary e io abbandonammo il nostro attico in città e la brillante professione di corrispondenti esteri per quotidiani e settimanali.
Ci lasciammo alle spalle una vita lussuosa e affascinante, accettando una riduzione superiore all’ottanta per cento dei nostri guadagni.
Cominciammo così una nuova vita di contadini su un roccioso lembo di terra in un remoto angolo d’Irlanda.
Non avevamo alcuna cognizione di agricoltura, se si esclude quel che si può imparare coltivando rose in una terrazza sovrastante le strade rumorose della città. Mary vendette la sua lavastoviglie all’inquilino che subentrò nel nostro appartamento e io regalai il mio frac all’opera di beneficenza “ Soccorso peruviano”.
Questa svolta radicale iniziò per caso. In un caldo giorno d’estate stavamo seduti all’ombra di un tendone in terrazza: avevo in mano un libro di Agatha Christie e Mary il suo catalogo di sementi. Lo zampillo continuo delle nostre fontanelle si sovrapponeva piacevolmente allo strombazzare dei taxi.
– Sai – dissi alzando gli occhi dal libro – mi ha sempre attirato l’idea di dedicarmi all’agricoltura. Fin da bambino avrei voluto essere agricoltore.
In verità stavo dicendo una cosa assai singolare, dal momento che tutta la mia vita era trascorsa in città, come, del resto, era avvenuto per mia moglie.
Mary non distolse gli occhi dal suo catalogo, limitandosi a borbottare qualcosa a proposito di piselli dolci. Poi, dopo qualche minuto, la mia frase sembrò colpirla e mi guardò:
– Anch’io, – disse vivacemente, e allora perché non ci proviamo?
– Proviamo che cosa? – chiesi distratto, non avendo dato peso alla mia stessa proposta.
– A fare gli agricoltori!
Misi da parte il libro, mentre mi venivano in mente diverse obiezioni alla mia uscita e all’osservazione di Mary, davvero campate in aria, se non pura follia: non possedevamo una fattoria né avevamo soldi a sufficienza per comprarne una, non avevamo tempo libero da dedicare alla campagna e avremmo dovuto incominciare tutto da zero. Il nostro lavoro di giornalisti ci impegnava molto e ci remunerava in proporzione. Dal punto di vista fisico, poi, entrambi somigliavamo assai poco a quel che deve essere un agricoltore: non eravamo più giovani e avevamo passato troppo tempo seduti a leggere, scrivere e parlare.
– Continua a leggere – disse Mary; – torno fra un minuto.
Un’ora più tardi tornò in terrazza: aveva scorso in lungo e in largo gli annunci di fattorie in vendita su parecchi giornali e settimanali e aveva fatto alcune telefonate. Questo fu l’inizio, poi ogni gradino portò al successivo.

Capre-bianche-libro-englishMi sono imbattuto in questo libro (edito per la prima volta in America nel 1973 dalla Doublebay & Co. Inc.Garden City N.Y e in Italia nel 1983 per i tipi della Mursia editore S.p.A)  nel 1999 quando ne ho trovato una copia su di una bancarella del mercatino dell’usato che stazionava di fronte al mitico Bar Vanni, in via Col di Lana – in zona RAI a Roma.
L’ho letto in una notte, trovandolo bellissimo, vista la mia passione per l’isola di smeraldo e la prima cosa che mi è venuta in mente a fine lettura è che il libro fosse stato recuperato in qualche operazione di sgombero a seguito del decesso del proprietario (che ha siglato e dato un voto al libro nella prima pagina), perchè, un libro del genere chi lo possiede se lo tiene in libreria per andarselo a rileggere quando la voglia d’Irlanda si fa sentire, o come nel mio caso, ogni due o tre anni per convincermi che il sogno di aprire una bed & breakfast nella terra di San Patrizio potrà diventare prima o poi realtà.
Donald Grant con la moglie Mary sono stati i precursori del moderno “mollo tutto e scappo via” e la loro fuga l’hanno messa in atto negli anni’60 quando internet non esisteva e una copia del giornale su cui scriveva Donald a New York impiegava 30 giorni per arrivare a Dooneen.
Mentre leggevo il libro ho provato grande ammirazione per queste due persone che hanno saputo realizzare una straordinaria impresa che realizza il sogno dell’affrancamento dalla società tecnologica, ho percepito quanto amore hanno dedicato alla loro impresa e mi son detto che potremmo farlo tutti …di trovare il nostro posto nel mondo!
Il libro è il racconto puntuale della nuova quotidianità e Donald racconta giorno per giorno la loro nuova vita in un luogo dove tutto è nuovo e diverso: dalle peripezie per la costruzione della loro casa, al lavoro nei campi, all’allevamento di capre bianche e di api nere, fino all’inevitabile incontro con gli abitanti del luogo che da tempi immemorabili vivono quella vita, con la loro cultura e le loro tradizioni; il tutto mettendo in campo la capacità di adattamento, la pazienza e l’umiltà con cui hanno saputo affrontare le non poche difficoltà.
La zona della costa irlandese che va da Kinsale fino a Dursey Island, all’estremità della penisola di Beara è una delle più belle in assoluto dell’intera Irlanda.
Il libro è ambientato nella “Sheep’s Head” Peninsula (“Capo della pecora”), lo stretto lembo di terra che si estende per 24 km tra la Mizen Peninsula e la Beara Peninsula.
Siamo di fatto nella contea di Cork, ma gli abitanti di questa zona se interrogati sul luogo da cui provengono hanno il vezzo di rispondere “da West Cork”, e non da “Cork”.
La vicinanza con la Corrente del Golfo rende questa parte di costa particolarmente temperata, con un clima decisamente mite, confermato anche dalla fioritura dei narcisi, che ogni anno avviene nel mese di gennaio.
Qui la “pioggerellina” tipicamente irlandese è di casa, visto che per 250 giorni all’anno non si dimentica di bagnare (anche se talvolta in modo lieve) la vasta e variopinta vegetazione, fatta di torbiere e di piante carnivore.
Il paesaggio, verso ovest, si fa decisamente più aspro e selvaggio e la costa è tutto un susseguirsi di piccole città portuali, piccole baie e insenature.

Capre-bianche-libro-mollo-tuttoCapre bianche e api nere – White Goats and Black Bees
Il libro è stato ristampato più volte da Mursia Editore, l’ultima edizione è del 2013 nelle Collana: Mollo tutto e …
Al volume è allegata una guida pratica con le informazioni essenziali per andare a lavorare, trasferirsi o semplicemente trascorrere un piacevole soggiorno nella meravigliosa Irlanda.

Mollo tutto e… allevo capre bianche e api nere in Irlanda

Donald Grant e Mary Frances
Donald e Mary entrambi giornalisti si erano incontrati nel periodo in cui condividevano una scrivania alle Nazioni Unite dove lavoravano come corrispondenti per le rispettive testate giornalistiche.
Donald scriveva per il “Post-Dispatcher” di St.Louis, mentre Mary era corrispondente per il “McGraw-Hill World News”, per il quotidiano indiano “Patriot” e per Look Magazine.
Negli anni’60 hanno comprato una piccola proprietà sulla penisola di “Sheep’s Head” ( capo della pecora), in gaelico “Rinn Mhuintir Bháire”, nella contea di Cork.
Qui hanno allevato capre ( tra cui Fleur, Katrina, Joy e Paddy), anatre e 200.000 api nere irlandesi, trasformandosi in contadini e vivendo in pratica di sola agricoltura.
Donald e Mary hanno continuato a vivere a Sheep’s Head e, poi a Bantry per il resto della loro vita.
Donald è morto nel 1983, mentre Mary è deceduta nel luglio del 2012 ed entrambi sono sepolti nella loro amata Kilcrohane.

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L’Assenzio, la cosa più poetica al mondo..

Che differenza c’è tra un bicchiere d’assenzio ed un tramonto?
Oscar Wilde aveva la risposta: “Un bicchiere d’assenzio è la cosa più poetica al mondo”.
Così Londra scopriva l’esaltazione di  quello che Baudelaire battezzerà  la Fata Verde nella Parigi creativa e scapigliata dei suoi tempi.

liscio: si beve direttamente come tale, servito in un bicchiere piccolo.
alla francese: è il rituale classico. Si versa nel bicchiere una dose di assenzio, si appoggia un cucchiaino apposito, forato con una zolletta di zucchero sopra, e con una brocca, si fa gocciolare dell’acqua ghiacciata.
flambè o bohemiènne: si mette prima di tutto il cucchiaino con lo zucchero sopra il bicchiere, si versa l’assenzio bagnando la zolletta di zucchero, fatto questo si incendia la zolletta in modo che il fuoco caramelli lo zucchero che gocciolando infiamma anche l’assenzio, quindi si allunga la miscela con acqua.

L’absinthe, in italiano assenzio,una delle mode che caratterizzarono la fine dell’Ottocento, è un liquore ad alta gradazione alcolica 68º, che si presenta in colore verde smeraldo o verde chiaro ottenuto dalla Artemisia Absinthium, una pianta spontanea che cresce in gran parte dell’Europa e particolarmente in Italia, dove è nota anche come “artemisia maggiore o romana”.
L’assenzio, liquore proibito prima in Francia poi in quasi tutta Europa, Italia inclusa, è passato alla storia come la bevanda alcolica degli artisti.
Pittori, poeti e scrittori da Shakespeare fino ad Hemingway senza dimenticare i maledetti come Verlaine e Rimbaud che dell’assenzio fecero la loro personale dannazione.
Degas, Van Gogh, Gauguin, Toulouse Lautrec poi Picasso ed il nostro Modigliani.
Tra l’uso e l’abuso, la leggenda nefasta e l’esaltazione a musa ispiratrice,   nel 1915 anno della messa al bando definitiva, l’assenzio sparisce dal quotidiano, sbiadisce nella memoria ferita da due guerre mondiali e resta isolato nei versi maledetti come qualcosa di assolutamente estraneo al mondo moderno che all’alba della pace è già alle prese con altri vizi e piaceri illeciti.
Oggi è nuovamente tornato tra di noi.

Per maggiori informazioni:
Associazione italiana per la tutela dell’assenzio
https://www.assenzioitalia.it/

E’ sempre tempo di un Irish coffee!

irish11Cosa c’è di meglio che degustare un buon Irish coffee, la tradizionale bevanda irlandese capace di scaldare il nostro animo con il suo sapore deciso e quella cremosità che lo rende inconfondibile!
In Irlanda si dice che per fare un perfetto Irish coffee serva la panna montata “ricca come l’accento irlandese”, il caffè “forte come la mano di un amico” e il whiskey, rigorosamente irlandese, “liscio come lo spirito della terra”.
Ma come è nato l’Irish Coffee?
Era il lontano 1943 e dall’allora aeroporto di Foynes (che verrà poi chiuso nel 1945 per lasciare spazio al nuovo Areoporto Internazionale di Shannon) una notte d’inverno partì un volo con destinazione New York.
A causa delle cattive condizioni del tempo il comandante dell’aereo prese la decisione dopo un paio di ore di volo di fare rientro a Foynes e così venne allertato il personale di terra affinchè ritornasse in aeroporto per accogliere i passeggeri e servire loro cibi e bevande.
Alcuni passeggeri chiesero al barman Joe Sheridan di servire loro qualcosa di molto caldo e Joe che solitamente serviva agli irlandesi tè caldo corretto con whiskey decise di inventare per questi passeggeri americani la bevanda che di lì a pochi anni avrebbe spopolato nel mondo intero.
Prese un bicchiere a stelo, in modo da evidenziare il contrasto dei colori, e vi versò un cucchiaino di zucchero di canna, una buona dose di Wiskey irlandese, caffè nero bollente e uno strato di panna montata irlandese.
Uno dei passeggeri rimasto piacevolmente impressionato dalla bontà della bevanda si avvicinò al barman e gli chiese se avesse usato per prepararla caffè brasiliano e Joe rispose sorridendo “ no, è Irish Coffee“ creando i quel momento il nome di una delle più famose bevande al mondo.
Nel 1952 un giornalista americano del San Francisco Chronicle, Stanton Delaplane, di passaggio dall’aeroporto di Shannon assaggiò l’Irish Coffee di Joe e portò la ricetta al suo bar preferito il Buena Vista del Fisherman’s Wharf di San Francisco.
Esiste una targa di bronzo sul muro esterno del Buena Vista per ricordare che il primo Irish Coffee fu servito lì nel 1952. Oggi in questo bar vengono serviti più di 2000 Irish Coffee al giorno.
Il barman Joe Sheridan nacque nel 1909 a Castelderg nella Contea di Tyrone nell’Irlanda del Nord, primo di sei figli, si trasferì a Dublino dopo la morte del padre per lavorare in un ristorante e quindi nel 1943 accettò il posto di barman nel Lounge dell’aeroporto di Foyes, per proseguire l’attività nell’aeroporto di Shannon quando quello di Foyes venne chiuso.
Nel 1952 emigrò in America dove fu chiamato a ricoprire il ruolo di primo barman al Buena Vista di San Francisco, morì nel 1962 ed è sepolto nel cimitero di Oakland vicino a San Francisco.

Ogni anno nel mese di giugno la cittadina di Foyes nella Contea di Limerick ospita il Festival dedicato a quella che è diventata una delle più famose bevande del mondo “ l’Irish Coffee “.
L’appuntamento più importante dell’intero Festival è il Power Irish Coffee Making Championship che ogni anno decreta tra i numerosi partecipanti chi è il barman capace di creare il “più buon Irish Coffee“ per l’anno in corso.

La ricetta originale dell’Irish Coffee, tratta da Good Food Ireland

  • 25 ml di whiskey irlandese
  • 1 cucchiaino di zucchero di canna
  • 1 cucchiaio di panna liquida
  • 2 tazzine di espresso
  • acqua calda quanto basta
  • per decorare cacao amaro in polvere e/o un chicco di caffè

visita anche Irish Whiskey Museum

Les Plus Belles Années d’une vie


E’ stato presentato al Festival di Cannes il nuovo film di Claude LeloucheLes Plus Belles Années d’une vie” che 53 anni dopo “Un uomo e una donna” fa ritrovare i due protagonisti Jean-Louis Trintignant e Anouk Aimée ( 88 anni lui e 86 lei) in un sequel che racconta di come il tempo possa distruggere tutto ma non l’amore!
Oggi, Jean-Louis sta perdendo la memoria e vive in una casa di cura, e suo figlio François chiede allora ad Anna di andare a fargli visita, perché lei è l’unica persona che non ha dimenticato!
Questo film affronta un tema molto delicato: quando invecchi per la società non esisti più!
Niente di più sbagliato!
Certo i protagonisti hanno addosso i segni che gli anni hanno lasciato, ma nel modo in cui si guardano, in cui parlano, in cui si sfiorano  c’è tutta la magia di una relazione tra due persone che non hanno mai smesso di amarsi
Un film da vedere!
Perché quest’uomo e questa donna nel film non vengono percepiti come  un attore e un’attrice, sono riusciti insieme ad attraversare quel palcoscenico magico dove non si finge più

 

 

 

 

Claude Lelouche’s new film “Les Plus Belles Années d’une vie” was presented at the Cannes Film Festival that 53 years later “A man and a woman” brings together the two protagonists Jean-Louis Trintignant and Anouk Aimée (he, 88 and she 86 ) in a sequel that tells how time can destroy everything but not love!
Today, Jean-Louis is losing his memory and living in a nursing home, and his son François then asks Anna to visit him, because she is the only person who has not forgotten!
This film deals with a very delicate subject: when you age for society you don’t exist anymore!
Nothing could be more wrong!
Of course the protagonists are wearing the signs that years have left, but in the way they look at each other, where they speak, where they touch, there is all the magic of a relationship between two people who have never stopped loving each other
A movie to see!
Because this man and this woman in the film are not perceived as an actor and an actress, they managed together to cross that magical stage where they no longer pretend

 

Un soffio di vento .. il nuovo libro di Giuseppe Genta

 

E’ in libreria “ Un soffio di ventoA breath of wind “ il nuovo libro di poesie di Giuseppe Genta
Il libro è in italiano e in inglese
Può essere acquistato nel formato cartaceo nelle librerie della vostra città o nei principali Web Store online, in questo caso lo riceverete a casa vostra dopo pochi giorni, sempre online si può acquistare la versione ebook

 

Questa raccolta di poesie d’amore racconta di un giornalista innamorato della Finlandia (una poesia è dedicata a Helsinki) che trova in questo magnifico Paese non solo paesaggi di rara bellezza ma anche il giusto feeling per rimettere in moto un cuore che aveva perso ogni speranza di amare ancora

E quando ti addormenti abbracciato ad un cuscino bagnato di lacrime, ti accorgi di quanto può essere grande l’Amore, e che la forza che un Amore può avere e dare, è immensa

Dentro il libro c’è tutto ciò che una donna vorrebbe sentirsi dire, tutto ciò che serve per sognare e che può sembrare magari banale, ma che in realtà banale non è, perché una poesia d’amore non è mai soltanto d’amore e non ha un solo significato, ma può averne molti, uno per ciascun lettore

 

Questa la poesia che da il titolo al libro

Un soffio di vento

Sei entrata nella mia vita
Come un soffio di vento
Che alza da terra
Una foglia ingiallita
Bagnata da una pioggia infinita
Poi sei diventata
Il sole necessario
Per asciugarla
Poi ti sei fatta libro
Per accogliermi tra
Le tue braccia

Dove comprare il libro online 

Questi i principali store online dove acquistare il libro cartaceo o la versione Ebook o pdf

Amazon.it
IBS
IN MONDADORI store online
La Feltrinelli store online
Libreria RIZZOLI
HOEPLI online
Youcanprint

Apple Ibook Store  – direttamente sul vostro Iphone/Ipad

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Potete farlo direttamente da questa pagina

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