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Governo – Mattarella è andato oltre!

Credo che lo spettacolo che la politica offre in queste ore sia uno dei peggiori che si sia mai visto da anni, non fosse altro per il fatto che quasi la metà degli elettori non comprende perché non possa partire un governo capace di ottenere la maggioranza piena nei due rami del Parlamento.
Come sempre una certa stampa si è affrettata subito a correre in soccorso dell’emerito Presidente Mattarella bollando come “costituzionalisti da tastiera” la marea di cittadini che hanno invaso i social per manifestare il loro disappunto nei confronti di una decisione che appare del tutto politica e quindi non pertinente con i paletti che la Costituzione riserva alla più alta carica dello stato.
Accanto ai pareri di questa massa di cittadini ignoranti, di cui io stesso faccio parte, c’è però anche quello rilasciato ai microfoni di Class Cmbc dal costituzionalista Valerio Onida professore di diritto costituzionale alla Statale di Milano, già Presidente della Corte Costituzionale nel biennio 2004/5.
Il professor Onida per farla breve, ha dichiarato (come riporta Milano Finanza) “impropria” la scelta di Mattarella, aggiungendo che il Presidente si è opposto a Savona per ragione politiche e che il governo non è una dipendenza del capo dello Stato.
In queste ore la stampa ed alcuni politici da salotto televisivo stanno tentando di far passare la notizia che gli italiani sono schifati da questo modo di fare politica addossando però la colpa di quanto è accaduto a quei due irresponsabili di Di Maio e Salvini che sarebbero dei dilettanti allo sbaraglio.
Credo che gli italiani al contrario abbiano capito benissimo cosa sta succedendo e non capiscano il perché due forze politiche con una maggioranza in Parlamento non possano far partire un governo legittimato dal voto degli italiani.
Giusto per capire meglio questi due dilettanti mi sono preso la briga di fare due conti sul seguito che i due esponenti politici hanno sui social e sono venuti fuori dati oltremodo interessanti che raccontano come le due dirette video rilasciate su facebook da Di Maio e Salvini subito dopo il diniego di Mattarella abbiano ottenuto rispettivamente 7,8 milioni di visualizzazioni per Di Maio e 4,5 milioni per Salvini, mentre per la cronaca quella del neo senatore Renzi dal suo studio al Senato (quel Senato che voleva abolire) nella quale tenta di ridicolizzare quei competitor che di fatto lo hanno asfaltato, ha ottenuto poco più di 800 mila visualizzazioni.
Ma il dato che dovrebbe far riflettere certa stampa e i dirigenti delle maggiori reti televisive è che Di Maio e Salvini con due dirette raggiungono più di 12 milioni di cittadini mentre giusto per capire la portata di tale dato, il totale dei telespettatori dei principali TG delle 20 di ieri sera (29 maggio) pareggia tale cifra :
TG1       Ore 20.00 4.765.000
TG2       Ore 20.30 2.269.000
TG5       Ore 20.00 3.831.000
TGLA7 Ore 20.00 1.845.000
Se poi vogliamo capire meglio l’entità del seguito che hanno i leader giallo-verdi basta dare uno sguardo agli ascolti delle principali trasmissioni politiche della serata:
Porta a Porta seguito da 1.160.000
DiMartedì      seguito da 3.003.000
8 e ½                seguito da 2.298.000
I cittadini per quanto schifati possano essere hanno capito che le notizie è meglio andarle ad ascoltare direttamente dalla fonte che le rilascia e la decisione assunta dal Presidente Mattarella non potrà che dare maggiore voglia ai cittadini di spingere per il cambiamento, spianando di fatto la strada a Lega e M5S per ottenere una sorta di plebiscito quando si tornerà a votare.
Ho già scritto che il Presidente Mattarella è sotto scacco e se non vuole che lo scacco diventi “matto” ha solo una strada da percorrere, permettere che possa nascere un governo politico subito, senza dover ricorrere ad elezioni anticipate perché se così non fosse queste due forze politiche non tarderanno a presentargli il conto da qui a pochi mesi e sarà un conto non facile da pagare perché potrebbe mettere a rischio la sua permanenza al Quirinale.

 

Doccia Gel

Mattarella sotto scacco ..

In queste ore sono stati scritti fiumi di parole sulla decisione assunta dal Presidente Mattarella che ha di fatto cassato il governo giallo-verde che stava per nascere a guida Lega – Movimento 5 Stelle perché a suo dire il Prof. Savona destinato al ministero dell’Economia avrebbe potuto in qualche modo con le sue idee compromettere la permanenza dell’Italia all’interno del sistema euro.
Non bisogna essere dei costituzionalisti per comprendere che sotto il profilo costituzionale il Presidente Mattarella ha esercitato un diritto di veto che gli è concesso dalla Costituzione ma al tempo stesso è opportuno sottolineare che il Presidente della Repubblica nomina i ministri su proposta del Presidente del Consiglio che essendo espressione politica in questo caso di due forze politiche che hanno la maggioranza in Parlamento diventa di fatto il responsabile politico del governo che andrà ad operare e il cui operato dovrà unicamente essere giudicato dal Parlamento attraverso il voto di fiducia e quindi dai cittadini di cui il Parlamento è di fatto espressione diretta.
Quindi se non si può discutere l’aspetto formale della decisione assunta dal Presidente Mattarella si può di contro e legittimamente contestarla sotto il profilo politico.
Ma la vera notizia è che il Presidente Mattarella ha gestito in maniera pessima l’intera situazione venutasi a creare dopo il voto del 4 marzo e credo che i consiglieri che lo hanno indirizzato sulla tattica da seguire oggi avranno da recitare un grandioso mea culpa perché il Presidente ha fatto un filotto di errori incredibili arrivando a ricevere di fatto una sorta di scacco matto che se non si perfezionerà nelle prossime ore vista l’incertezza che sta aleggiando intorno alle sorti di Cottarelli di sicuro gli arriverà il giorno dopo le nuove elezioni quando le stesse forze politiche di ieri si ripresenteranno al Quirinale per far partire un governo con gli stessi componenti e a quel punto per il Presidente sarà la fine perché è impensabile che si possa bocciare nuovamente un governo che è espressione del voto dei cittadini.
Mattarella esce sconfitto da questo braccio di forza con Lega e Movimento 5 Stelle anche se Cottarelli fosse in grado in extremis di formare un governo fantasma che durerà giusto il tempo per tornare alle elezioni.
Il Presidente è finito all’angolo e sarà molto difficile in futuro poter riavviare un dialogo in qualche modo sereno con delle forze politiche che ne stanno chiedendo l’impeachment e che paradossalmente saranno quelle che dovranno costituire un governo dopo le elezioni anticipate.
Mattarella si è cacciato da solo in un vicolo cieco, per non aver seguito le indicazioni ricevute dai cittadini con il loro voto, perché ben altra storia si sarebbe avuta se avesse affidato l’incarico in prima battuta a Di Maio ed in seconda a Salvini, già sapendo che avrebbero fallito entrambi per il gioco dei veti incrociati, spianandosi così di fatto la strada per poter dare un incarico ad un terzo soggetto per formare un governo del Presidente in attesa delle nuove elezioni.
Seguendo questa strada il governo Cottarelli avrebbe potuto ottenere il via libera in Parlamento per traghettare il paese verso nuove elezioni mentre oggi questo nascente governo del Presidente targato Cottarelli rischia di non prendere nemmeno un voto di fiducia al Senato e anche un bambino è in grado di capire che se il governo del Presidente non ottiene alcun voto di fiducia il primo ad essere sfiduciato dal Parlamento è proprio quel Presidente della Repubblica che ha detto no a un governo in grado di avere una maggioranza in Parlamento per mandare allo sbaraglio un governo senza nessuna possibilità di sopravvivenza.
Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che lo spread continua a salire nonostante il Prof. Savona sia a casa appare del tutto evidente che la decisione assunta dal Presidente Mattarella si sia rilevata un vero e proprio boomerang.
Che il Presidente Mattarella sia sotto scacco è ormai evidente e lo scacco diventerà matto nel momento in cui il giorno dopo le nuove elezioni le stesse forze politiche si ripresenteranno da lui per formare nuovamente un governo, perchè a quel punto Mattarella non potrà nuovamente opporre un rifiuto.

White Musk / Muschio Bianco

 

 

 

NCD insieme verso il nulla

Invito all'assaggio 6 bottiglie di Prosecco di Valdobbiadene Superiore DOCG con spedizione gratuita!

NcDlogoE’ di questi giorni la notizia della richiesta di arresto formulata dal gip di Reggio Calabria (nell’ambito dell’operazione “Erga Omnes“, condotta dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Procura di Reggio Calabria) per il senatore del NCD Giovanni Bilardi.
Una richiesta che suona come un de profundis per il partito del Presidente Alfano che ha sempre rivendicato di aver lasciato Berlusconi per non consegnare l’Italia nelle mani di Grillo!
Peccato che nell’ultimo sondaggio eseguito da Euromedia per la trasmissione tv Ballarò del 23 giugno il M5S venga dato al 22,5% e il NCD al 2,7%, ben al di sotto della soglia di quel 3% che garantisce l’entrata in Parlamento.
Il sondaggio non lascia spazio a interpretazioni, il M5S andrebbe al ballottaggio contro il PD e il NCD sarebbe fuori dal Parlamento!
Del resto non vi può essere partita tra un Movimento che fa della legalità il suo motto vincente e un partito che è sconquassato al suo interno da problemi che vanno dall’abuso d’ufficio alla turbativa d’asta fino al concorso esterno in associazione mafiosa.
Di questi tempi nei corridoi di Palazzo gira la battutina : “il NCD ha più indagati che voti” considerato che a conti fatti almeno 1/3 dei parlamentari dell’intero gruppo che riunisce NCD e UDC sono attenzionati dalla magistratura.
Qualche nome? Il sen.Azzolini per il quale è stato chiesto l’arresto dalla Procura di Trani per lo scandalo delle case di cura Divina Provvidenza di Bisceglie; il sottosegretario Castiglione appena salvato dalla sfiducia e implicato nella abuso d’ufficio nell’inchiesta sull’appalto da 97 milioni di euro per la gestione del centro rifugiati di Mineo; il sen.Aiello indagato per voto di scambio e pure presente nella stessa inchiesta che vede coinvolto il sen.Bilardi.
Che dire poi del sen.Formigoni imputato nel processo che lo vede accusato di associazione a delinquere e corruzione in un filone dell’inchiesta sulla sanità lombarda o dei due ministri costretti alle dimissioni: Nunzia De Girolamo ministra alle Politiche Agricole, iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di abuso di ufficio (i fatti risalgono al 2012 quando nel corso di alcune conversazioni con il manager e il direttore amministrativo della Asl di Benevento, la parlamentare campana avrebbe cercato di imporre le proprie nomine nell’azienda sanitaria); Maurizio Lupi ministro delle Infrastrutture e dei trasporti dimessosi dal governo Renzi per il caso Incalza e lo scandalo delle Grandi opere (quello del rolex d’oro avuto in dono dal figlio).
Oggi più di ieri si capisce il motivo della scelta che portò l’allora segretario nazionale del Pdl Alfano a lasciare Berlusconi per fare da stampella a un governo del PD, non fu solo un fatto di poltrone ( 4 ministri, 2 vice ministri e 6 sottosegretari ) ma anche e soprattutto l’aver staccato una cambiale in bianco per il futuro!
Non ci vuole molto a capire che se oggi il NCD non fosse al Governo i vari Azzolini, Castiglione e Bilardi difficilmente potrebbero essere salvati dalle richieste di sfiducia o peggio ancora da quelle dei magistrati.
Del resto che il partito del Presidente Alfano si basi sul nulla lo dice il fatto che i senatori del gruppo hanno votato in aula e salutato con tanto di tweet festaioli la riforma sulla #buonascuola, quella che comprende per intenderci anche l’articolo 16 del maxiemendamento che recita: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare studenti, docenti e genitori sulle tematiche indicate all’articolo 5 comma 2 del Decreto Legge 93”.
Andando a leggere l’articolo 5, questo recita: “Il ministro delegato per le pari opportunità elabora un piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”; e leggendo il testo di questo piano di azione straordinario c’è un paragrafo specifico sull’educazione, il 5.2 che dice: “Obiettivo primario deve essere quello di educare alla parità e al rispetto delle differenze, in particolare superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini, ragazzi e ragazze, bambine e bambini, sia attraverso la formazione del personale della scuola e dei docenti, sia mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa”.

White Musk

Tutto chiaro? Non direi, visto che il sen.Giovanardi al contrario dei suoi colleghi di partito non ha votato il provvedimento forse memore del fatto che solo pochi giorni prima il Presidente Alfano in occasione della giornata della famiglia aveva lanciato il tweet: “Spettacolo Piazza #SanGiovanni stracolma di donne, uomini e bambini! In Parlamento faremo sentire la loro voce. #difendiamoinostrifigli “.
L’impressione è che il NCD fatichi più che mai a rimanere a galla, del resto i recenti sondaggi elettorali e i risultati delle elezioni regionali confermano che vi è il rischio ( che è poi quello più micidiale per chi fa politica ) che un partito nato per salvare l’Italia da Grillo si trasformi nel partito del nulla!
Fatti due conti il 2,7 – 3% di consenso attribuito ad oggi al NCD lo rende ininfluente se a votare si andasse domani mattina; la sua misera percentuale non serve alla coalizione di centro destra per vincere ( sono sufficienti i voti della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia ) e meno che mai al centro sinistra che non avrebbe alcun interesse a mettersi in casa un partito alla deriva e sotto assedio della magistratura ( il PD ha già i suoi indagati a cui pensare).
La vera fotografia della parabola del partito del presidente Alfano si è materializzata nelle recenti elezioni amministrative quando si è provveduto al rinnovo di diverse amministrazioni comunali, tra cui quella di Agrigento, città del ministro dell’interno Alfano.
Se è pur vero che nella città della Valle dei templi ha vinto il candidato della colazione di centro sinistra ( formata da ben sette liste a sostegno, tra cui PD e NCD ) è altrettanto vero che se la lista del NCD ha preso il 12,48% pari a 4062 voti, l’On.le Marco Marcolin della Lega Nord e appoggiato dalla lista Noi per Salvini ha ottenuto il 9,15% pari a 2574 voti, ma è opportuno ricordare che siamo in Sicilia e non in Val Brembana e soprattutto in casa del Ministro dell’Interno.
Appare quindi del tutto evidente che per il partito del nulla è iniziato il countdown che lo porterà prima o poi nuovamente al cospetto degli elettori ( tutti si affannano a dire che voteremo nel 2018, ma con un PD che perde consensi in maniera vertiginosa, non è detto che si possa tornare al voto quanto prima ) e la strada verso un nuovo salto della quaglia sembra pressoché tracciata, sempre ovviamente per il bene dell’Italia e magari questa volta per non consegnare l’Italia anziché a Grillo al PD e al premier Renzi con cui il presidente Alfano attualmente governa il Paese e la sua città!