Il fenomeno del “ Binge drinking “- bere per ubriacarsi si sta affacciando anche in Italia dove un numero sempre maggiore di adolescenti e giovani beve con l’intento di ubriacarsi; nato nei Campus americani questo fenomeno con una certa rapidità si è propagato in Europa trovando spazio anche in quell’area mediterranea dove sino a qualche anno fa vigeva un modello di approccio all’alcol ritenuto da sempre come uno dei più salutari e cioè il bere moderate quantità di vino durante i pasti, ” modello ” che veniva addirittura salutato dagli scienziati come un ottimo coadiuvante per tenere in buona salute cuore e arterie.
Ma questo trend che ha accompagnato per oltre un secolo le abitudini alimentari degli italiani ha subito un brusco cambiamento negli ultimi anni, nel momento in cui il vino non lo si è più considerato un alimento al pari di pane e pasta.
La famiglia si è disabituata a consumare il pasto nella sua interezza, ognuno mangia in base ai propri orari ,il più delle volte in maniera sregolata, ed ecco quindi che molti adulti bevono al di fuori del pasto e gli adolescenti non fanno altro che seguirne l’esempio e del resto a loro supporto giungono film e pubblicità varie in cui l’alcol viene rappresentato come un innocuo divertissement, il più delle volte associato ad una sorta di espressione di successo sociale, è il trionfo dell’happy hour continuo che sforna a tutte le ore bevande alcoliche che mascherano nei loro colori sgargianti e nella loro veste un po’ trendy un elevato tasso alcolico.
Ecco quindi che il flasback nella nostra gioventù in cui a famiglia tutta riunita il nonno stappava la bottiglia di vino buono ed iniziava il giovincello ai sapori del vino, non si materializza più.
La brusca, per non dire tremenda realtà ci porta ai dati emersi da una serie di ricerche commissionate dal Ministero della Sanità al centro per la Promozione della salute e della ricerca sull’alcol dell’Istituto Superiore di Sanità: più di 700 mila adolescenti al di sotto dei sedici anni in Italia consumano alcol, di questi il 74% bevono il sabato sera e cosa assai più impressionante lo fanno anche il 67% dei ragazzini tra i 13 e i 15 anni; di questi bevitori imberbi il 20% lo fa con il preciso intento di ubriacarsi ed ecco che scatta l’appartenenza alla categoria dei ” binge drinking ” che sono gli individui che tracannano giù almeno sei bicchieri in un brevissimo spazio di tempo.
Il fenomeno come si può capire non è dei più edificanti e soprattutto avrà nel tempo un effetto devastante sui nostri giovani ( basti pensare che già oggi il 10% del totale dei decessi in giovane età in Italia è causato dall’abuso di alcol).
Vale quindi la pena che si corra al riparo finché si è in tempo, proibendo in maniera drastica la vendita dei super alcolici ai minori in qualsiasi locale pubblico, senza però andare a sprofondare nel ferreo proibizionismo che porterebbe a danni ben maggiori, basterà fare un’opera di acculturamento dei nostri giovani verso uno degli alimenti e sottolineo la parola alimento più importanti che abbiamo in Italia, il vino.
E di questo fardello dovranno farsi carico le istituzioni, ma anche le associazioni di produttori di vino, avvicinando i nostri giovani, nella maniera giusta e corretta, a questo nettare prelibato … da che mondo e mondo un buon bicchiere di vino non ha mai ammazzato nessuno….e allora insegniamo ai nostri ragazzi a bere un buon bicchiere di vino piuttosto che un miscuglio di bevande alcoliche che saranno pure fashion… ma anche capaci di produrre talvolta danni irreparabili.
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Perché far abdicare il Re Barolo?
Alcuni produttori del più nobile dei vini, stanno mettendo in atto delle operazioni di marketing volte a rendere un po’ più popolare il Re dei vini.
Ecco quindi che troviamo il Barolo venduto a bicchiere, è il caso di Eataly, o proposto nella bottiglia da mezzo litro o peggio ancora da litro.
Una cosa è certa, trovare sugli scaffali di alcuni supermercati bottiglie di Barolo vendute a 10 euro non è certamente cosa saggia, in quanto non è svendendo un prodotto che lo si può far conoscere al grande pubblico, tenendo poi nella debita considerazione di che tipo di prodotto si possa parlare con un prezzo di vendita vicino ai 10 euro.
Se dal vino passiamo alle automobili, ci troveremmo nella condizione in cui un concessionario che vende solo ed esclusivamente Ferrari dovrebbe applicare ai modelli che ha in vendita il prezzo con cui normalmente si paga una utilitaria.
E allora come sempre la verità sta nel mezzo, oggi con una richiesta di bottiglie annue di circa 5 milioni i produttori ne sfornano circa 11 milioni, grazie anche al fatto che molte vigne di dolcetto e barbera in pochi anni sono state trasformate a barolo; se poi ci mettiamo che i singoli produttori non dialogano più come un tempo tra di loro, ma ognuno fa per sé, ecco che ci troviamo a non capirci più niente quando in un enoteca soppesiamo in mano due bottiglie di Barolo il cui prezzo passa dai 12 euro dell’una agli oltre 60 dell’altra.
Che sia venuto veramente il momento per il Re Barolo di abdicare? riteniamo di no, anche perché forse è più scandaloso spendere 20 euro e passa per un barbera barricato che non 50 euro per un signor Barolo.
L’augurio è che i produttori del Barolo sappiano trovare un’intesa che possa portare ad una calmieratura dei prezzi in modo da rendere più accessibile l’avvicinarsi ad una bottiglia di Barolo che deve comunque sempre rimanere quella che è, una bottiglia importante da stappare per un momento importante, sia anche solo che un momento di pura e godereccia degustazione, ma per favore non ridicolizziamo il più nobile dei vini proponendolo con pane e salame, la monarchia non va più di moda ma un Re è pur sempre un Re.
SARDEGNA … nel Sigerro dove dal’800 si fanno buoni vini
Siamo nella Sardegna sud-occidentale nella regione dell’Iglesiente di cui la città di Iglesias ne è il centro con il maggior numero di abitanti.
La Villa Ecclesiae di Ugoliniana memoria si trova ai piedi della montagna del Marganai, dove sorge un complesso naturalistico con un bosco che custodisce una flora bellissima, mentre sempre nei suoi dintorni sono ancora visibili diversi siti che rimembrano l’età nuragica, tra cui : Is Cadonis, Medau Mannu, Punta Sa Pannara, Santa Barbara, le tombe dei giganti di Genna Solu, Martiadas e il tempio di Serra Abis.
Ma questa cittadina è conosciuta soprattutto per la sua attività mineraria, per le sue chiese e per l’ottimo vino che la sua terra sa dare.
Le sue miniere costituiscono un patrimonio archeologico industriale riconosciuto dall’UNESCO, tanto che vale la pena fare una visita al Museo dell’Arte Mineraria mentre per gli appassionati del settore sono visitabili con guida anche le diverse miniere, tra le quali Monteponi, San Giovanni e Masua.
Tra le innumerevoli chiese che troverete è consigliabile visitare la cattedrale di Santa Chiara, risalente al Tredicesimo secolo, ma anche le chiese della Madonna delle Grazie e di San Francesco, con il convento risalente al Sedicesimo secolo.
Il 15 agosto di ogni anno si festeggia l’Assunta, con la caratteristica processione de I Candelieri nella loro veste autentica “in carta di montoni” come prescriveva lo stesso Breve ( da cui come vedremo ha preso il nome uno dei vini pregiati della zona ) che è un bel manoscritto in pergamena,vergato in un’accurata scrittura gotica libraria in lingua volgare pisana.
In una zona situata su quella parte di Sardegna sud-occidentale delimitata all’esterno dal mare e all’interno dalla pianura del Cixerri, troviamo l’Azienda agricola dei fratelli ARU che proviene da un’antica tradizione di viticoltori iglesienti che da fine ‘800 ad oggi hanno perpetrato la tradizione del buon vino attraverso una evoluzione continua negli impegni e nelle tecniche di coltivazione della vite per ottenere uve di gran pregio e trasformare le stesse in vini di antica memoria.
Il territorio del Sigerro alle porte di Iglesias, l’antica Argentaria, nel quale si adagiano i vigneti è un lembo di terra antichissimo che i geologi hanno così spiegato: “ il terreno cambrico su cui sorge Iglesias è la più antica terra emersa in tutto il Mediterraneo, circa 600 milioni di anni fa”.
I Vitigni che in esso si coltivano risentono dell’antichità dei suoli, dal Carignano al Merlot, dal Cannonau al Vermentino sino al Sangiovese, si impreziosiscono di profumi e sapori già vissuti dalla terra sulla quale vivacemente crescono.
La particolarità dei vini prodotti nella tenuta dei Fratelli ASU consiste anche nei processi di lavorazione in campo e in cantina: la scelta dei grappoli direttamente nei filari, le temperature di raccolta delle uve, la spremitura soffice e le fermentazioni controllate nelle temperature fanno la differenza per esaltare un prodotto finale di prima qualità.
La cantina ARU che si trova in regione Su Merti propone un trittico di vini che si presentano differenti per caratteristiche organolettiche ma tutti egualmente meritevoli di essere degustati.
Argentaria – Vermentino di Sardegna D.O.C.
Bianco Argentaria – 13,5% vol.
Uve Vermentino – Vigneti di Su Merti
L’etichetta ricorda il nome dell’antica città di Iglesias, città dell’argento, come la definì lo storico Tangheroni.
Dal colore giallo con riflessi verdognoli, profumi particolarmente intensi e persistenti con note vegetali del territorio.
Sapore fruttato caldo, persistente e ben strutturato come le antiche terre sulle quali vengono coltivate le uve.
Il Breve – ISOLA DEI NURAGHI I.G.T Indicazione Geografica Tipica
Rosso Il Breve – 12,5% vol.
Uve Carignano, Merlot, Sangiovese – Vigneti di Su Merti
L’etichetta ricorda l’antico codice iglesiente “Il Breve di Villa di Chiesa” che regolava vita e lavoro a Villa di Chiesa, nome anch’esso dato alla città per le numerose chiese dagli stessi Pisani nel lontano medioevo.
Dal colore rosso rubino con riflessi violacei il profumo è molto intenso con sentori minerali
Sigerro – ISOLA DEI NURAGHI I.G.T Indicazione Geografica Tipica
Rosso Sigerro – 13 % vol.
Uve Carignano, Merlot – Vigneti di Su Merti
L’etichetta ricorda la pianura alle porte della città di Iglesias che delimitata dal grande complesso calcareo del Marganai e dalle formazioni vulcaniche del Sulcis racchiude il grande territorio chiamato Sigerro.
Dal colore rosso granato molto ricco, il profumo intenso e persistente con sentori di frutta matura e un tipico fondo vegetale.
Sapore morbido e asciutto, caldo, un vino antico.
Per informazioni:
http://cantinearu.com






