La Irish music è come un fiume che scorre attraverso l’Irlanda e conduce i visitatori nel cuore della vera esperienza irlandese.
La “session” del sabato sera è in pieno svolgimento in uno dei tanti piccoli pub dalla luce soffusa disseminati sull’isola di smeraldo e magari situato lungo un’isolata stradina di campagna.
Guidata da un suonatore di uilleann (la tipica cornamusa irlandese) dai capelli grigi e da una giovane suonatrice di fiddle (il tipico violino) la session prevede cinque musicisti che siedono intorno a due dei 10 tavoli della sala del pub, insieme alla cornamusa e al violino suonano una chitarra, un flauto e un bodhrán (un tamburo tipico irlandese – si pronuncia ‘ bough-rawn ’).
Un banjo, una scatola di pece per il violino, due pinte di scura e due bicchieri di succo d’arancia sono poggiati sul tavolo, la giga che stanno suonando tutti insieme è vivace e ipnotica: i suoni sono chiari e armoniosi. E’ musica di qualità, davvero tradizionale, che riempie il pub di magia.
I suonatori sembrano non accorgersi del pubblico che li ascolta, circa 40 persone del posto, alcuni clienti, i più vicini ai musicisti ascoltano con attenzione ed ogni tanto lanciano il loro ‘ ye-oo ’ di incoraggiamento.
Gli altri invece sono seduti più distanti, e parlano e scherzano tra di loro, all’improvviso la giga termina e, tra i mormorii di approvazione, il suonatore di cornamusa impone il silenzio: un uomo sta per cantare séan nos (che in gaelico significa “alla vecchia maniera ”) e ciò significa che non è previsto accompagnamento musicale.
Gli avventori del pub fanno rispettosamente silenzio (anche i giocatori di biliardo nella sala accanto, che interrompono il gioco) e il cantante si produce in uno splendido e intricato lamento gaelico, di quelli che ti riportano indietro nei secoli e che rendono il canto irlandese così profondo e senza tempo.
Quando il cantante finisce, la folla grida ‘ good man ’ e ‘ grand job, Jamesy! ’ Dopo pochi secondi inizia una nuova melodia e i clienti tornano al craic – il termine irlandese per “divertimento”– che avevano interrotto poco prima.
Questa è la Contea di Antrim, ma potrebbe essere un qualsiasi altro luogo d’Irlanda, e potrebbe essere anche un qualsiasi altro luogo del pianeta.
Gli irlandesi sostengono che le session in Irlanda non hanno uguali, ma la penetrazione e la popolarità a livello mondiale della musica tradizionale irlandese sono tali che è possibile imbattersi in un’eccellente performance da Skibbereen a Southampton a Singapore a Sidney a Sacramento.
Una buona session tradizionale ti fa tornare a casa contento, ti fa camminare sollevato da terra e ti riempie la mente di musica per un’intera settimana, non c’è niente che le assomigli, le melodie si tramandano di generazione in generazione e derivano da una tradizione ancora viva di musica da ballo che risale a 300 anni fa.
Trecento? E chi lo sa? E’ forte il dibattito sulle radici della musica tradizionale irlandese: alcuni dicono che risalgano a più di mille anni fa.
Sebbene ora ne sia parte integrante, la session è pur sempre un’aggiunta piuttosto recente a l’antica storia della musica irlandese; nel passato i bardi e i musicisti suonavano esclusivamente degli assolo e proteggevano gelosamente le loro melodie per evitare che i rivali le rubassero e le utilizzassero per guadagnare denaro – e questo spiega in larga parte il predominio della melodia nella musica irlandese.
Per chi volesse documentarsi in proposito consiglio il libricino “ Field Guide to the Irish Music Session ” scritto da Barry Foy.
Un altro modo di sperimentare la tradizione in Irlanda è partecipare a quello che chiamano un fleadh (pronunciato ‘ flah ’), e l’All-Ireland Fleadh in particolare è uno dei luoghi ideali per comprendere il fenomeno irlandese della tradizione.
Un fleadh è un festival di cultura tradizionale irlandese – musica, canzoni e balli – con l’aggiunta di un tocco di competizione, ce ne sono dozzine in tutto il paese, da aprile ad agosto, e culminano nell’All-Ireland, il più grande e importante a livello nazionale.
Durante il festival si svolgono le finali delle gare di musica organizzate durante l’anno nelle contee, e il sogno ricorrente di ogni artista di musica tradizionale è quello di sollevare il premio dell’All-Ireland per il suo strumento.
Molti nomi famosi della musica irlandese si sono “ laureati ” all’All-Ireland, compresi Frankie Gavin, il virtuoso del violino del super-gruppo De Dannan e Michael Flatley famoso per la Riverdance, ma anche eccezionale flautista.
L’energia sprigionata dall’All-Ireland Fleadh Cheoil è incredibile, i concorrenti possono arrivare a 12.000; ma i 250.000 spettatori provenienti da tutta l’isola e da ogni angolo del mondo lo trasformano nella session più potente che si possa immaginare.
La musica si leva spontanea ovunque, dall’alba al tramonto, fino alle ore più tarde, e ogni angolo, fazzoletto di terra libero, pub e albergo ne è conquistato, ed è tradizione che la città ospite rivolga céad míle fáilte ( centomila benvenuto ) a chiunque si unisca a questa gioiosa dimostrazione d’amore per la musica.
La città di Sligo ” Sligeach ” ( Sligo in gaelico) che vuol dire “luogo delle conchiglie“ ha ospitato le edizioni 2014 e 2015 dell’All-Ireland Fleadh, mentre nel 2016 è stata la città di Ennis ad ospitare l’importante evento, a cui è stata riconfermata l’assegnazione anche per il 2017.