Omar Sharif è sceso dall’autobus

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sharif3E’ sceso dall’autobus della vita Omar Sharif, l’attore che meglio di ogni altro ha rappresentato sul grande schermo la storia di un amore impossibile, quello tra Yuri, medico dall’animo sensibile e la giovane infermiera Lara.
Come non ricordare la sua toccante interpretazione nel film che lo consacrò al successo, quel Dottor Zivago di cui una marea di donne nel mondo si innamorarono e piansero nella scena finale in cui non riuscì a raggiungere quella ragazza che lui credeva potesse essere Lara.
A pensarci bene chi non ha fatto almeno una volta i conti con un amore impossibile, di quelli che ti portano al sacrificio per il bene della persona amata ma che al tempo stesso ti fanno sentire proprio come Yuri che mentre la slitta si allontanava sulla neve corre dentro casa, sale le scale in un baleno e rompe un vetro di una finestra reso opaco dal ghiaccio per poter vedere ancora per un attimo quel puntino all’orizzonte.
Omar Sharif era una simpatica canaglia, dotato di un grande fascino e di una innata eleganza che lo rendevano molto corteggiato dalle donne, anche se lui stesso affermava che la sua fama di rubacuori era dovuta soprattutto al fatto che le donne erano più interessate ai suoi personaggi che a lui.
Ma è innegabile che le donne così come il bridge ( era uno dei giocatori più quotati al mondo) sono state le due grandi passioni che lo hanno accompagnato per buona parte del suo viaggio terreno.
Era malato di Alzheimer e nel 1977, quasi a mo’ di presagio, scrisse a quattro mani con Marie-Thérèse Guinchard la sua autobiografia “The Eternal Male” quasi a voler contraddire quella voce fuori campo che nel finale del Dottor Zivago recitava: “Le pareti del suo cuore erano di carta, ma lo teneva per sè. Teneva molte cose in sè.”
Omar Sharif al contrario di Yuri ha voluto raccontare per tempo la sua vita, giocando d’anticipo ( da buon giocatore) con quel male che gli avrebbe impedito per sempre di ricordare.

Alcuni tra i suoi film più importanti:

Lawrence d’Arabia, regia di David Lean (1962)
La caduta dell’impero romano, regia di Anthony Mann (1964)
E venne il giorno della vendetta (1964)
Gengis Khan il conquistatore, regia di Henry Levin (1965)
Una Rolls-Royce gialla, regia di Anthony Asquith (1965)
Il dottor Zivago, regia di David Lean (1965)
Il papavero è anche un fiore, regia di Terence Young (1966)
C’era una volta…, regia di Francesco Rosi (1967)
La notte dei generali, regia di Anatole Litvak (1967)
Funny Girl, regia di William Wyler (1968)
Mayerling, regia di Terence Young (1968)
L’oro di Mackenna, regia di J. Lee Thompson (1969)
L’ultima valle   (1971)
Il seme del tamarindo, regia di Blake Edwards (1974)
Funny Lady, regia di Herbert Ross (1975)
Un asso nella mia manica   (1976)
Ashanti, regia di Richard Fleischer (1979)
Linea di sangue, regia di Terence Young (1979)
Le chiavi della libertà (1989)
Viaggio d’amore (1990)
Il ladro dell’arcobaleno (1991)
Quella strada chiamata paradiso, regia di Henri Verneuil (1992)
Il tredicesimo guerriero   (1999)
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano (2003)
Oceano di fuoco – Hidalgo (2003)
Fuoco su di me (2005)
10.000 A.C. (10,000 B.C.) (2007)
Hassan and Marcus (2008)
Un castello in Italia, regia di Valeria Bruni Tedeschi (2013)

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