Molti la considerano un’americanata altri invece un’occasione per divertirsi, per uscire dalla quotidianità dando sfogo alla stravaganza.
La notte di Halloween in fondo è il carnevale di una notte che tra ricordi ed evocazioni di pozioni e incantesimi si è con il tempo trasformata in un turbinio di feste fatte con il glamour di abiti e gioielli di gusto gotico.
Vedremo donne che si muovono come creature ultraterrene, vestite del colore della pece e truccate con colori viola e neri che esaltano lo sguardo creando delle ombre che sanno di malaticcio, labbra rosso fuoco e viso di un pallore che ricorda molto da vicino i vampiri.
E per sembrare delle autentiche creature della notte renderanno la loro andatura incerta e traballante con tacchi a spillo da 14 centimetri e zeppe molto simili a delle torri.
Non vi è dubbio che per gli amanti del genere ci sarà da divertirsi in una notte che trae origine da una festa popolare di origine celtica (quindi nata nel nord Europa e non in America) quando le popolazioni tribali usavano dividere l’anno in due parti in base alla transumanza del bestiame.
Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra ad accogliere l’inverno, era necessario trovare un ricovero al chiuso per il bestiame che altrimenti all’esterno mal avrebbe sopportato i rigori del gelido inverno, è questo il periodo di Halloween.
I Celti festeggiavano “Samhain” ( “fine dell’estate” in gaelico ) che era il loro capodanno; a sera tutti i focolari venivano spenti per essere riaccesi dal “sacro falò” curato dai druidi a Tlachtga vicino alla collina di Tara.
Nella dimensione circolare del tempo, presente nella cultura celtica, “Samhain” si collocava in un punto al di fuori della dimensione temporale non appartenendo né all’anno vecchio e neppure al nuovo, in questo momento particolarissimo il sottile velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ancor di più diventando penetrabile per cui i vivi potevano accedervi.
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano sui loro tavoli del cibo per loro in segno di accoglienza per quando sarebbero venuti a far visita ai vivi, e da qui nasce l’usanza del “trick – or – treatin” (dolcetto o scherzetto?).
Se proprio non si vuole festeggiare ci si può concedere almeno una piccola stravaganza (con i tempi che corrono anche propiziatoria per tempi migliori) giocando la cinquina di Halloween: la zucca 67, la strega 89, la frase Dolcetto (38) o scherzetto (34)?, che viene pronunciata bussando ad almeno 13 porte diverse secondo il rituale della tradizione.
Ed ecco bella pronta la cinquina di Halloween : 67-89-38-34-13.
Buona Festa e Buona Fortuna!
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