Tosi accende i fari nella nebbia!

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T6La querelle che ha portato alla rottura tra il sindaco di Verona Flavio Tosi e il segretario della Lega Nord Matteo Salvini (che di fatto lo ha espulso dal movimento) è stata letta da molti osservatori politici come incomprensibile ma invero non è niente altro che un passaggio dovuto per un politico che da grande vorrebbe fare addirittura il Premier.
Per ben capire quanto è successo in questi giorni è necessario fare un passo indietro, a quel 6 ottobre 2013 quando dal Palabam di Mantova, Flavio Tosi lancia la Fondazione “Ricostruiamo il Paese”.
L’obiettivo della Fondazione è quello di organizzare le primarie nazionali del Centro Destra e di sostenere la candidatura di Tosi a leader della coalizione, un progetto politico a dir poco ambizioso supportato dalla creazione su tutto il territorio nazionale di una rete di comitati provinciali: i Fari.
Appare quindi del tutto evidente che un politico che si propone di “ ricostruire il Paese “ da una futuribile posizione di Premier non possa pensare di vedersi relegato al ruolo di comprimario ( per di più scomodo ) nelle ormai imminenti elezioni regionali che riguarderanno la sua regione, quel Veneto dove il buon Tosi pensa di poter fare la voce grossa non fosse altro per il ruolo che gli compete come segretario nazionale della Liga Veneta.
L’ambizione personale, seppur legittima, a volte fa andare oltre la buona curanza di rispettare il lavoro degli altri, l’interesse generale del proprio movimento e non da ultimo il desiderio di tutti quegli elettori che vorrebbero veder riconfermato alla guida della regione un governatore che ha ben operato durante il suo mandato.
Vi è poi un aspetto tecnico non secondario, il sindaco Tosi ha scelto a suo tempo (nel 2012) di riproporsi come primo cittadino della sua Verona, avendo quindi ben chiaro l’impegno che lo avrebbe atteso in caso di rielezione per i prossimi cinque anni.
Forse il sindaco di Verona ha pensato che per iniziare a cavalcare l’onda che dovrebbe portarlo nel suo immaginario a governare l’Italia non vi fosse miglior cosa che utilizzare una probabile elezione a governatore del Veneto come ulteriore trampolino di lancio verso la sua tappa di avvicinamento a Palazzo Chigi.
Tutto legittimo, peccato che la regione Veneto arrivi da cinque anni di buon governo del presidente Zaia e che quindi la sua riconferma diventi un passaggio obbligato per la Lega Nord che non dovrebbe avere grosse difficoltà a mantenere il governo di questa regione.
Il sindaco Tosi di mestiere fa il politico a tempo pieno e quindi sorprende non poco che un politico di lungo corso come lui ( è in politica da venti anni ) non abbia colto come la rinascita record della Lega Nord ( dopo le penose vicende di Belsito & company) ottenuta grazie al nuovo modo di porsi del segretario Salvini abbia di fatto seppellito nelle nebbie della Padania il “Patto del Pirellone” siglato nel dicembre del 2013 tra il segretario uscente della Lega Nord Maroni e i due astri nascenti Tosi e Salvini, patto che prevedeva per Salvini la segreteria del partito e per Tosi la candidatura a premier nelle primarie del centrodestra alle prossime elezioni politiche.
E così al sindaco costretto all’angolo non resta che una via (che sa un po’ di suicidio politico), quella di candidarsi contro quel movimento che lo ha visto prima militante e poi protagonista della scena politica per più di un ventennio; ma la storia della Lega Nord insegna che chi si è allontanato negli anni per trovare nuove strade ha finito sempre per perdersi!
Tosi avrà pure acceso i fari ma la nebbia che lo avvolge ha di fatto già spento la sua corsa!

Linea Honeymania

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